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Autore: vorriors    22/01/2012    1 recensioni
Ciao sono dinuovo io Giulia. Questa è la mia nuova fan fiction. In questa storia parlerò di una ragazza (Jenni) che deve mantentere da sola il fratellino di 3 anni (Jamie) dopo la morte della madre picchiata a sangue dal padre. Questa storia é in parte vera.I frammenti che riguardano la vita di Jenni sono veri, raccontatimi da una persona a me vicina che ha acconsentito alla pubblicazione della storia.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avevo imboccato la via per arrivare davanti allla mia casa,camminavo molto lentamente perchè avevo paura di rientrare. Davanti alla casa accanto c'era un camion per i traslochi, qualcuno si era trasferito accanto a noi. Intravidi dei ragazzi ma non feci molto caso ai loro visi avevo troppa paura di quello che mi avrebbe aspettato una volta rientrata in casa. Presi le chiavi e mi avvicinai alla porta, sentivo le urla di mia madre e il pianto del mio fratellino, raccolsi il coraggio ed entrai. La scena che mi si presentò davanti era mio padre con una bottiglia di vodka in mano che barcollava e urlava, mia mamma con il naso sanguinante e mio fratello rannicchiato sulle scale che piangeva. Mio padre, se poteva dichiararsi tale, aveva picchiato per l'ennesima volta mia madre e per di più davanti ad un bambino di 2 anni. Appena misi i piedi in casa iniziò a sbraitarmi contro, avevo paura che mi picchiasse e non sarebbe stata la prima volta. La mamma urlò "Lasciala in pace!" lui si girò di scatto e le tirò uno schiaffo che la fece saltare. Corsi da Jamie spaventata lo presi in braccio, tremava, aveva paura, sapevo come si sentiva perchè era come mi sentivo io alla sua età. Quando ero piccola, io dovevo sopportare e subire senza poter dire nulla perchè ero troppo piccola e terrorizzata. Lui invece aveva la fortuna di avere me, lo proteggevo in qualsiasi situazione prendendomi botte continue per questo. Dalla prima volta che mio padre picchio me e mia madre erano passati più di 17 anni e ormai ero grande,e non capivo come facesse mia madre a rimanere sposata con quel mostro. Con Jamie tremante tra le braccia corsi in camera mia e cercai di tranquillizzarlo. Lo tenevo stretto tra le mie braccia, come avrei voluto che qualcuno mi tenesse così stretta e che mi dicesse che sarebbe tutto finito. Sul comodino giorni prima avevo messo il numero dell'assistenza per violenza domestica, composi il numero e subito mi rispose una ragazza. Avevo iniziato a piangere per la paura ma per non far spaventare ancora di più Jamie e quindi cercai di smettere. -"Salve, vuole denunciare una violenza domestica?" -"Mio padre stà picchiando in questo momento la mia mamma vi prego aiutatemi correte subito qui" -"Signorina si calmi, adesso mando subito qualcuno ad aiutarla, ci vorranno 5 minuti." -" Grazie mille" chiusi il telefono e coccolai il mio piccolo. Le urla di mia madre aumentarono. Mi chiedevo cosa stesse succedendo, lasciai il bambino in camera chiusi la porta e scesi. Mio padre stava prendendo a pugni la mamma. Iniziai ad urlare, lui mi guardò corse verso di me e mi afferò per un braccio. La mamma non emetteva più alcun suono. La polizia arrivò e sfondarono la porta, arrivarono in tempo e impedirono a mio parde di farmi del male. Corsi subito di sopra da Jamie e lo strinsi forte a me. Lui piangendo con aria innocente mi chiese -"Dove è la mamma?" non sapevo cosa rispondergli. I suoi occi erano così penetranti e intensi.-" Tesoro mio adesso la mamma.." piansi ancora di più. Come potevo dire ad un bambino di 3 anni che la sua adorata mamma non era più con noi. Arrivò un dottore che ci fece scendere per vedere se avevamo ferite che dovevano essere curate. Pensavo che avesse risparmiato almeno quell'innocente bambino, ma non fù così aveva picchiato anche lui.Era pieno di lividi. Guardai quel mostro che rideva come un pazzo alla vista delle nostre lacrime. Lo portarono via, noi ci sedemmo sul divano e cercai di calmare il mio piccolo. Ormai era mia responsabilità prendermi cura di Jamie, ma tanto mi prendevo cura di lui da sola da molto tempo. Arrivò un assistente sociale che mi chiese se volevo portare il bambino in una casa famiglia. Mi rifiutai categoricamente perchè ero maggiorenne ed in grado di mantenerlo perché avevo un lavoro. L'assistente sociale era molto contenta della mia decisione e sapeva che non avrei mai accettato di abbandonarlo. Mi fece firmare dei documenti e mi disse che Jamie era sotto la mia custodia ufficiale. Se ne andarono tutti e mi lasciarono da sola con la mia piccola creaturina. Dovevo affrontare il discorso della morte della mamma ma non potevo era troppo presto per sconvolgerlo. Era seduto sul tappeto che giocherella va con dei peluches , mi sedei davanti a lui e iniziai a giocare. Era arrivata ora di cena e J iniziava ad avere fame. Aprì il frigorifero e non c'era niente di mangiabile, era tutto scaduto. Presi degli abiti per J lo cambiai e ci misimo i cappotti. Andai nella mia stanza e presi i soldi del mio ultimo stipendio e uscimmo. Presi la macchina di mia madre e andammo in pizzeria. Mangiammo e tornammo a casa. J era molto stanco e frastornato dalla giornata appena trascorsa e si addormettò in macchina. Entrai nel vialetto di casa ma il mio posto macchina era occupato perciò tornai indietro e parcheggiai molto lontano da casa. Non potevo svegliare il bambino perciò lo presi in braccio e iniziai a camminare. Era veramente pesante e io ero molto fragile, stava per cadermi. Inciampai in una buca e mi sbilanciai in avanti. Dei ragazzi vedendomi in difficoltà corsero verso di me e mi aiutarono a non cadere , uno di loro il più alto, prese in braccio J.-" Grazie mi sarebbe sicuramente caduto, ma é tutta colpa di chi ha parcheggiato nel mio posto macchina, ho dovuto parcheggiare la dierto!" I ragazzi si guardarono e abbassarono lo sguardo. Un biondino con gli occhi azzurri cielo disse -" Scusa siamo stati noi non sapevamo fosse il tuo posto macchina. Perdonaci." ero imbarazzata -"Vabbè dai siete appena arrivati perciò non potevate saperlo" Sorrisi e iniziai a camminare perchè non volevo far prendere freddo al piccolo J. Li feci entrare e dissi-" Accomodatevi pure ,arrivo subito, metto Jamie a letto e arrivo." Presi Jamie e lo portai nella mia stanza, non mi andava di farlo dormire da solo almeno per quella notte. Il piccolo dormiva come un angioletto, lo corprii con una coperta chiusi la porta e tornai di sotto. I ragazzi erano tutti seduti sul divano a chiaccherare. -"Grazie ragazzi per avermi aiutato a portare J a casa" Un ragazzo moro dagli occhi scuri e il sorriso ammiccante disse-" Non ch'e di che, e poi é colpa nostra siamo stati noi a rubarti il posto. Comunque io sono Zayn e loro sono.." Lo fermai sapevo perfettamente chi erano loro erano i ONE DIRECTION, la band che mi ha incantata appena gli ho sentiti la prima volta. " e voi siete Louis,Harry,Liam e Niall i One Direction" tutti sorrisero-" Io sono Jennifer ma per tutti Jenni". Mi chiesero dove fossero i miei genitori, evidentemente non avevano assistito alla giornata appena trascorsa. -"bhe oggi è stata una giornata molto intensa, quando sono tornata a casa mio padre aveva picchiato per l'ennesima volta mia madre e per la prima volta mio fratello. Ho chiamato polizia e ambulanza ma non sono arrivati in tempo per mia madre, quando son arrivati..." Mi fermai, gli occhi mi bruciavano e in quel momento provavo tanta rabbia verso quel mostro di mio padre. Continuai -"NOn c'era più niente da fare. Adesso sono da sola con quella piccola credaturina che é sotto la mia custodia. I ragazzi si sentivano visibilmente in colpa per aver fatto quella domanda. Le lacrime iniziarono a rigare le guance, gettai le mai in viso e piansi rumorosamente. Qualcuno mi abbracciò ma non sapevo chi e sinceramente non mi interessava. Le braccia di quel ragazzo erano forti e premurose, quello era l'abbraccio che mi mancava da molto tempo. Lo stesso che davo a J nei momenti di difficoltà. Le mie speranza si erano realizzate , ricevere un abbraccio. Mi liberai dalla sua morsa e guardai negli occhi quel ragazzo, era Zayn. Cercai di fare un sorriso ma mi uscì solo una smorfia.Era tardi e i ragazzi se ne andarono. Mi misi un pigiama e mi coricai accanto a J. Mi feci partire la musica nel mio i-pod e casualmente partì una canzone dei one direction.
  
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