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Autore: EaterOfCarrots    22/01/2012    10 recensioni
“Valerie” era così che l’aveva vista la prima e probabilmente ultima volta, per ora e per sempre non poteva far altro che adorarla in silenzio seduto al tavolo del bar.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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{ I’m the Irish boy}
 
Un ragazzo stava facendo scivolare un bigliettino sotto la porta di un appartamento in Clifford Street.
La proprietaria, Valerie Bailey, era una ventiduenne tutto pepe, allegra quanto bastava, amante della buona letteratura, una ragazza sognante, socievole e bella.
Amava l’ordine e quella mattina, visto che non doveva andare a lavoro, decise di mettere a posto quel buco di appartamento che si ritrovava, era piccola già per una persona ma lei lo doveva condividere addirittura con la sua coinquilina, Angelica Carter.
Angelica era simpatica, aveva socializzato subito con lei, ma era estremamente disordinata. Lanciava come tutte le sere le chiavi di casa sul divano, lasciandole marcire lì per tutto il giorno restante. Valerie come ogni mattina le rimetteva apposto, nonostante i ripetuti lamenti della coinquilina che affermava di non riuscirle più a trovare se le metteva a posto.
Valerie si diresse verso l’entrata, mettendo le chiavi dove dovevano stare. Pensava che fosse una mattina come le altre, ma quella volta le cadde lo sguardo verso un biglietto bianco che era sul parquet.
Lo prese dubbiosa, pensava che fosse uno scontrino o qualche fogliettino caduto dal mobile li vicino, se lo rigirò tra le mani.
Valerie”. Il bigliettino cominciava così, seguivano poi alcune frasi d’amore, concludendo poi con la firma dell’ammiratore segreto.
Irish Boy” 
Valerie lo poggiò sul mobile, scosse la testa e pensò a quello che le era successo ieri.
 
Come ogni mattina da tre anni usciva di casa per andare a lavoro ma usciva un po’ prima per andare a fare colazione al bar di fronte.
Lì c’era già Amelia Moore, la sua amica d’infanzia, che la aspettava mentre sorseggiava il suo cappuccino schiumoso.
Valerie non appena entrò nel bar si sedette vicino all’amica, ordinò un caffè e una brioche al cameriere nuovo, che la fissava costantemente con occhi profondi e luminosi e mentre la guardava aveva la tipica espressione dell’adolescente che immaginava di sbatterla al muro e baciarla.
Sicuramente l’ammiratore segreto era lui.
 
Dall’altra parte della città, Niall Horan, ventiduenne pure lui e abbastanza famoso e bello da avere un bel po’ di ragazze ai suoi piedi, stava rimuginando alla grandissima cagata che aveva fatto.
Era sdraiato nel divano comodissimo di casa Styles ed era stranamente silenzioso. Guardava la TV affianco ad Harry raschiando i rimasugli di popcorn in fondo al barattolo.
Ogni tanto, con la coda dell’occhio, guardava il suo amico che conosceva da ben cinque anni, lo ammirava, lui si che ci sapeva fare con le ragazze, non come lui, che per farsi notare doveva ricorrere a stratagemmi come lasciare bigliettini pieni di poesie d’amore sotto una porta.
No, non lo ammirava, lo invidiava. Invidiava il suo modo semplice e schietto di conquistare una ragazza.
 
Intanto anche Harry guardava il suo amico biondo, aveva un’aria strana, confusa e distratta. Qualche ora prima gli aveva detto che andava in giro per un quartiere di Londra di cui non ricordava nemmeno il nome e poi un’ora fa era ritornato in questo stato. Chissà che aveva combinato?!
 
Niall non stava a sentire minimamente gli attori che girovagavano per lo schermo della TV, non aveva nemmeno capito la trama, stava solo pensando a quella specie d’incontro di qualche giorno prima.
 
Quella mattina, Niall, Harry, Liam, Louis e Zayn, avevano deciso di cambiare bar, uscirono dal centro di Londra e iniziarono a cercare qualche posto carino per farci colazione.
Ne trovarono uno in Clifford Street.
Erano seduti al tavolo, gli enormi finestroni che avevano alla loro destra davano su una schiera di palazzi grigi e vecchi ma su cui potevi vedere splendidi fiori colorati.
Il portone di uno dei palazzi si aprì, ne uscì una ragazza elegante, i suoi capelli lunghi e castani ondeggiavano sulle sue spalle, la gonna del vestito con un motivo floreale svolazzava per il vento e per la fretta con cui scese quei cinque gradini che separavano il palazzo alla strada.
Non appena entrò nel bar, la sua amica che era seduta nel tavolo vicino al loro, si alzò e la richiamò. “Valerie”.
 
“Valerie”era così che l’aveva vista la prima e probabilmente ultima volta, per ora e per sempre non poteva far altro che adorarla in silenzio seduto al tavolo del bar.
 
 
Valerie quella mattina si era alzata presto. Anche lei pensava continuamente a quel dannato biglietto, il suo animo estremamente romantico era stato intaccato da quelle parole dolci che non le aveva mai detto o meglio, in quel caso, scritto nessuno.
Voleva rilassarsi e non pensare. Con “Romeo and Juliet” sotto braccio uscì di casa. Direzione parco.
Non appena arrivò al parco si sedette sul sottile strato di foglie secche che copriva il manto erboso, proprio vicino alle sponde del laghetto.
Quello era il suo posto.
Rimase lì, con le gambe incrociate e il libro in mezzo, finché Romeo, con le sue parole dolci a Juliet, non riuscì a farle dimenticare dell’Irish boy.
 
 
Non riusciva a dormire. Aveva la fissazione, ormai, per quella ragazza.
Non l’avrebbe più rivista e lo sapeva. O almeno, se l’avrebbe rivista non avrebbe mai avuto il coraggio di parlarle.
La casa era ancora buia e silenziosa, Harry dormiva beatamente reduce di una notte movimentata.
Il cane di Zayn, Boris, che quella notte era rimasto da loro, non appena sentì i piedi nudi di Niall attaccarsi alle tavole di legno, si precipitò nella stanzetta.
Le zampe ticchettavano sul parquet e Niall si preparò ad accogliere il cane.
Boris arrivò di corsa, prima si strusciò sulle gambe del biondo e poi lo leccò.
Questo cane ha bisogno di uscire e forse anche io ne avrei bisogno
Pensò Niall. Conosceva un parco lì vicino che poteva fare al caso loro.
 
 
Il parco era cambiato da quando c’era andato l’ultima volta, tre mesi prima. Le foglie che variavano dall’arancione al marrone erano sparse da tutte le parti, il laghetto invece aveva un colore spento, non più di un verde brillante come prima.
Boris tirava, e Niall faceva fatica a stragli dietro. Annusava qua e la e non si fermava mai, non era proprio quello che aveva pensato Niall come uscita.
Boris tirava ancora, questa volta dava strattoni facendogli scivolare il guinzaglio dalle mani. Iniziò a correre. Niall faceva fatica, cercava di riagguantare il cane ma non ci riusciva, stava puntando qualcosa dietro gli alberi. Sicuramente qualche animale.
Niall lasciò perdere, si fermò, chiuse gli occhi e cercò di riprendere fiato.
Quando li riaprì notò che quello a cui puntava il cane non era un animale ma era una ragazza. Era raggomitolata su se stessa e leggeva un libro, i suoi capelli li aveva già visti, quei capelli così leggeri li poteva riconoscere ovunque.
Valerie
Prese coraggio e andò verso di lei ma il cane si avvicinava alla ragazza sempre più in fretta, lei se ne accorse, fece un balzo in piedi ma perse l’equilibrio cadendo in acqua.   
Niall si affrettò, la voleva raggiungere, la voleva aiutare.
 
“Oh, ma quale luce irrompe da quella finestra lassù? Essa è l'oriente, e Giulietta è il sole. Sorgi, bel sole, e uccidi l'invidiosa luna già malata e livida di rabbia, perché tu, sua ancella, sei tanto più luminosa di lei. Non servirla, se essa ti invidia;
Ma è la mia dama, oh, è il mio amore! Se solo sapesse di esserlo! Parla eppure non dice nulla. Come accade? È il suo sguardo a parlare per lei, e a lui io risponderò. No, sono troppo audace, non è a me che parla. Due elle più belle stelle del cielo devono essere state attirate altrove e hanno pregato gli occhi di lei di scintillare nelle loro orbite durante la loro assenza. E se davvero gli occhi di lei, gli occhi del suo volto, fossero stelle? Tanto splendore farebbe scomparire le altre stelle come la luce del giorno fa scomparire la luce di una lampada: in cielo i suoi occhi brillerebbero tanto che gli uccelli si metterebbero a cantare credendo che non fosse più notte”
 
Valerie incantate da queste parole non si accorse di nulla. Cosa era capace di farle Shakespeare!
Sentiva le foglie secche intorno a lei sbriciolarsi al passaggio di qualcuno, pensava che fosse qualche mattiniero che si faceva la sua corsa abituale.
Lei si girò solo quando il rumore si fece sempre più vicino e insistente, un cane le stava venendo incontro e lei era spaventata.
Si alzò, il cane le venne incontro e la fece cadere in acqua con il suo amato libro.
Il cane iniziò a leccarle la faccia, tra poco si sarebbe messa ad urlare se non fosse intervenuto un ragazzo biondo che sembrava comparso dal nulla.
Oh mi dispiace” si giustificò il ragazzo porgendole la mano.
Niente tranquillo
Valerie non appena si mise in piedi fu subito colpita dai suoi occhi azzurri e luminosi. Lei amava gli occhi azzurri.  
Valerie aveva i capelli, quasi neri, attaccati alla fronte e si sentiva stupida e notevolmente imbarazzata.
Niall le sfilò la giacca zuppa, senza mai dirle una parola, e poi si tolse la felpa azzurra per poi appoggiarla delicatamente sulle spalle della ragazza che amava.
Piacere io sono Valerie” gli pose la mano. Niall imbarazzato e dubitante la strinse, poi con calma decise cosa fare.
Tirò fuori dalla tasca un altro bigliettino, lo teneva nei jeans in caso di imbarazzo e in caso che Valerie gli fosse parata davanti.
Lo porse alla ragazza, lei lo guardò torvo ma poi lo prese.
Lo rigirò tra le mani come aveva fatto con il biglietto di qualche giorno prima e lo lesse ad alta voce.
I’m the Irish boy” 




Ssssera carote mie :3 
Stanotte mi è venuta in mente questa OS,
e volevo scriverla subito prima di scordarmela LOL
Che ne pensate? 
Se vi è piaciuta, recensite, recensite taaanto,
ne sarei davvero tanto tanto tanto tanto felice ♥
Okei? Voglio tante recensioni perché è la mia prima OS LOL 
Tanto amore -Eli ♥ 

   
 
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