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Autore: VidelB    04/09/2006    18 recensioni
*Era passato da molto il tramonto quando Goku e Gohan giunsero davanti casa. Stavano scherzando fra loro, nonostante la brutta notizia che avevano ricevuto dal ragazzo armato di spada: tempo tre anni e una coppia di androidi si sarebbe fatta viva, pronta a distruggere tutto, a partire da loro se non si sarebbero allenati a dovere. Ma un sorriso aleggiava sul volto di entrambi, troppo felici di essere di nuovo insieme. Il viaggio di ritorno sulla Terra per il sayan era durato mesi.[...]*
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Chichi, Gohan, Goku
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era passato da molto il tramonto quando Goku e Gohan giunsero davanti casa. Stavano scherzando fra loro, nonostante la brutta notizia che avevano ricevuto dal ragazzo armato di spada: tempo tre anni e una coppia di androidi si sarebbe fatta viva, pronta a distruggere tutto, a partire da loro se non si sarebbero allenati a dovere. Ma un sorriso aleggiava sul volto di entrambi, troppo felici di essere di nuovo insieme. Il viaggio di ritorno sulla Terra per il sayan era durato mesi.

- Mi racconti com’era Yardrat papà? Mi fai rivedere quella tecnica che ti hanno insegnato lì?- ripeteva Gohan, saltellando entusiasta.

Goku ridacchiò e annuì:

- Prendimi la mano, ci teletrasportiamo davanti alla mamma. Vediamo se si spaventa.

Il bambino allungò una manina e la strinse alle dita del padre.

- Pronto?- gli venne lanciata un’occhiata.

L’interessato annuì deglutendo e in un attimo si ritrovarono nel salotto di casa loro, appena dietro il divano sul quale era seduta Chichi.

- Beh dietro, avanti… siamo lì.- bofonchiò Goku sotto lo sguardo perplesso del figlio- Devo ancora esercitarmi.

La donna avvertì lo spostamento d’aria e si voltò appena, quel tanto necessario per riconoscere Gohan e la figura del marito.

- Siete voi due.- disse senza un’intonazione particolare.

- Sì mamma, ti ho riportato papà hai visto?- fece il mezzo sayan orgoglioso dell’impresa.

- Ah bene.- rispose lei tornando a fissare il giornale posato sulle gambe.

I due combattenti si guardarono confusi l’un l’altro.

- Ehi Chichi, sono io!- provò a riattirare l’attenzione Goku, aggirando il divano e andandole di fronte.

- So benissimo chi sei!- esclamò allora la ragazza rabbiosa strappando in due la rivista, provocando un fremito di paura nel figlio e un sussulto nel marito. Quest’ultimo fece cenno al bambino di andare di sopra e lasciarli soli. Gohan stava appunto iniziando a salire le scale, che la madre si alzò rapida per raggiungerlo, senza curarsi di Goku rimasto con la voce ferma in gola.

- Andiamo piccolino, devi metterti a letto.- disse autoritaria spingendo il figlio davanti a lei.

Una volta nella cameretta, la donna spogliò Gohan della tuta e gli fece infilare il pigiama pulito:

- Pronto per una bella dormita?- gli sorrise mentre lui saliva sul letto.

- Sì. Ma perché non hai salutato papà?- chiese dispiaciuto il suo interlocutore, vedendo subito l’espressione dolce irrigidirsi.

- Perché non si è comportato bene con me.- rispose quieta rimboccando meccanicamente le coperte.

- In che senso?- cercò di indagare, ma Chichi non era disposta a continuare il discorso. Semplicemente fece finta di non aver sentito, gli diede la buonanotte con la promessa di raccontargli una favola la sera successiva e uscì chiudendo la porta.

Appena fu fuori dalla stanza, avvertì un lieve peso sulla spalla:

- Dimmi cos’è successo.- le fece la voce di Goku. L’interessata sfiorò incredula quelle dita e si girò a occhi bassi.

- Insomma, che hai? Ti sembro diverso forse?- insistette lui, cercando senza successo di entrare nel suo campo visivo. Chichi si morse il labbro inferiore per evitare di ribattere e rese il suo sguardo libero di vagare dagli stivali ai pantaloni color mattone, fino a quando si soffermò sulla strana maglia bianca lasciata appena scoperta da una corazza sottile, molto simile a quella di un arciere. Un certo senso di estraneità lo provava davvero: quei vestiti… così diversi dalla tuta arancione che lui aveva sempre adorato e poi… intuiva che qualcosa fosse cambiato in lui; le pareva cresciuto, più maturo insomma, nonostante l’aria rilassata con cui era tornato. Fino ad un anno prima, era sicura, non avrebbe nemmeno preso l’iniziativa di parlarle seriamente a quattr’occhi.

Goku, ulteriormente turbato dal suo comportamento, le prese d’un tratto il viso fra le mani:

- Per favore, guardami!- la pregò, in pratica costringendola.

Chichi spalancò gli occhi nel ritrovarsi i suoi a pochi centimetri di distanza, così familiari, neri, i suoi… anche se leggermente meno innocenti di come li ricordasse, vi si leggeva un riflesso di disperazione evidente.

- Sì, ti riconosco.- replicò con le lacrime ad offuscarle pian piano la vista- Ora lasciami ti prego. Non puoi pretendere di tornare all’improvviso e...- proseguì con voce incrinata. Il ragazzo intimorito cercò di allontanarsi, ma proprio le dita della moglie lo stavano trattenendo, serrate con forza al tessuto bianco.

- Ehm, se non ti stacchi tu, non posso.- bisbigliò impacciato. Chichi, meravigliata, lo scostò, per poi rifugiarsi in camera sbattendo la porta e girando la chiave.

- Ehi perché non vuoi spiegarmi?- chiese ormai del tutto confuso- Che devo fare?

- Stasera niente cena e dormirai sul divano, qui non se ne parla neanche. Voglio stare da sola.- rispose la voce femminile attutita dal legno- E non azzardarti ad apparire con quella strana tecnica di prima!

Goku, il quale aveva già due dita sulla fronte, colto in flagrante le ritirò imbarazzato e si rassegnò a scendere di sotto. Sul divano c’era una coperta ripiegata e immaginò che la moglie l’avesse preparata già da prima per lui. Si stese con le braccia dietro la testa, ma era talmente nervoso che il sonno e la stanchezza erano spariti del tutto; senza contare che sulla navicella, durante il viaggio, aveva avuto tempo in abbondanza per riposarsi.

Affamato e stufo della situazione, prese e mangiò qualcosa direttamente dal frigo; quindi uscì sul prato a sgranchirsi e respirare un po’ d’aria fresca, tenendo la coperta sull’avambraccio.

Chichi nel frattempo si rigirava nel letto senza trovare pace. Non perché le paresse strano dormire da sola con tanto spazio a disposizione, ormai ci era abituata; piuttosto, averlo rivisto chinato su di lei, vicinissimo, essere stata fissata intensamente e lambita sul viso, aver sentito ancora una volta il suo respiro caldo insinuarsi fra le labbra, l’aveva sconvolta. A stento credeva di aver rivissuto quelle sensazioni che ormai parevano perse e lontane nel tempo. Il battito accelerato del cuore le rimbombava nelle orecchie e si costrinse a scendere per bere qualcosa e calmarsi.

Goku, fatta una corsetta, allargò la coperta sull’erba umida e vi si sedette sopra. Presto indirizzò le pupille verso l’unica fonte luce: la finestra della loro stanza. Stette a fissarla come un cucciolo ferito fin quando le palpebre non si fecero pesanti e si assopì in quella posizione, incurante del vento che si stava alzando.

La ragazza scese pigramente la scale e sbirciò nella penombra della sala, ma restò sconcertata nel non trovarvi nessuno. Ridusse gli occhi a due fessure per mettere più a fuoco l’immagine, ma il primo sguardo non l’aveva ingannata. Iniziò a preoccuparsi e girò completamente la stanza, quindi controllò il resto del piano, ma senza risultati; che se ne fosse andato di nuovo? Solo ipotizzare una cosa del genere la stava gettando nel panico. Risalì frettolosamente le scale per ispezionare anche il piano superiore: corridoio niente, bagno nessuno, camera di Gohan solo il suo bambino, la loro camera da letto… nulla.

Non sapendo più che fare si diresse nuovamente di sotto in cucina e riempì un bicchiere dal rubinetto, bagnandosi leggermente il retro del collo con dell’acqua fredda per darsi sollievo. Sfiduciata, si appoggiò di schiena contro un mobile facendo traballare una bottiglietta di vetro; udendo il tintinnio la guardò e la prese in mano. Era sakè. Dopo un attimo di esitazione svuotò il bicchiere dell’acqua e vi versò il liquido alcolico, dicendosi che non sarebbe stato male berne un po’ per consolarsi; purtroppo senza rendersene conto in cinque minuti ne aveva già svuotati 3 bicchieri e si bloccò quando la testa prese a girarle leggermente. ‘Basta, non mi posso ridurre a questo.’ pensò richiudendo la bottiglia ‘Mi schiarirò le idee in giardino’ decretò portando comunque con sé i due recipienti. Chichi barcollò nell’accostare la porta d’ingresso e la chiuse davvero senza volerlo.

- Dannazione.- esclamò irritata dandogli un calcio e girandosi poco dopo a guardare i fili d’erba bagnati di rugiada; un brivido di freddo le salì lungo la schiena. Si inginocchiò a terra tremante e scossa dai primi singhiozzi, osservando con poco interesse il terreno; prima quello sotto di lei, poi intorno, un po’ più lontano, finché gli occhi non si fermarono, attirati da un’ombra a qualche metro. La ragazza si alzò, fece qualche passo e ricadde quando le gambe cedettero, proseguendo a gattoni fino alla meta. Incredula sfiorò il viso pacificamente addormentato del giovane sdraiato accanto a lei… sembrava tranquillo, ma non resistette alla tentazione di svegliarlo. Quindi lo scosse, premendogli con le mani sul torace, mentre lo chiamava insistente. Goku ci mise un po’, ma alla fine il disturbo era tale che dovette svegliarsi; aprì gli occhi e rimase con espressione ebete a guardarla mentre si alzava seduto. Chichi, appena lui si era mosso, aveva ricominciato a piangere chiedendo di essere perdonata.

- No, scusa tu, non sono stato capace di…- stava mormorando lui, quando la moglie fulminea lo obbligò a scolare un bicchiere di sakè tutto d’un fiato.

- Ahah vero che è buono? Va già meglio vero?- disse incredibilmente mutata di umore, osservandolo divertita mentre il malcapitato tossicchiava per il sapore troppo forte. Sapeva che non aveva mai bevuto alcolici ed era incuriosita dall’effetto che poteva fargli un solo bicchiere. Goku sentì quasi immediatamente di perdere l’equilibrio necessario a restare anche solo seduto e vacillò in avanti, ma il cuore gli si strinse con altrettanta rapidità quando lei lo abbracciò energica.

Un alone di profumo familiare presto lo circondò stordendolo ulteriormente, facendogli avvertire con non minore intensità le dita di una mano accarezzargli un orecchio e quelle dell’altra spingere contro la schiena, resa quasi insensibile dalla corazza.

- Mi sei mancato.- sussurrò la ragazza commossa, chinata su di lui. I lunghi capelli sciolti solleticavano le guance del ragazzo.

Il sayan poté solo arrossire vistosamente e restare ad aspettare, fin quando la tensione venne meno e la stretta prima forzata mutò acquistando tenerezza. Goku allora si rilassò e chiuse gli occhi, circondandole delicatamente il corpo morbido con le braccia.

- Sei il mio uomo e il mio secondo bambino, lo sai vero Goku?- proseguì lei- Sei grande e forte, ma poi ti comporti con quell’ingenuità che spiazza e…- la voce si spense gradualmente mentre lui si accoccolava meglio sul suo grembo e mugugnava di volerle bene.

- Ho avuto paura contro Freezer- prese a raccontare stringendola di più- non sono stato sicuro di batterlo fin dall’inizio; nonostante questo tutti contavano su di me. Ho visto colpire a morte Crilin, Piccolo e Vegeta, ho fatto rischiare la vita a Gohan. E poi… morire su Namecc; non so bene come ho fatto a scappare, ero tanto disperato al pensiero di non rivederti più che non capivo niente io… lo sai che vi amo vero?- volle assicurarsi, alzando il viso accaldato per osservarla.

- Sì.- annuì Chichi con serenità, facendo scorrere le dita fino alla spalle e baciandolo sulla fronte; quindi raccolse la coperta abbandonata a poca distanza e vi coprì entrambi.

- Ma ora sei qui e per almeno tre anni potrò starti accanto. Non pensarci più.- lo cullò prima di cadere addormentata.

La mezza luna spuntò da dietro le nuvole illuminando di un chiarore argenteo i visi e i corpi dei due giovani.

***

Che dire, ennesima ff sulla mia coppia preferita di Dragonball ; )! Vi chiederete perché abbia voluto ambientarla proprio in questo momento nella saga di Freezer. I motivi sono diversi:

1) ho notato che scarseggiano le storie su questo periodo e io stessa non ne ho mai scritta nessuna;

2) mi piacque tanto quell’accozzaglia di vestiti che Goku indossava appena tornato da Yardrat, mi rimasero impressi (ero insicura sul colore dei pantaloni ma sorvoliamo…:P);

3) avevo intenzione, ispirandomi ad una canzone, di approfondire l’interiorità di Goku, ma sono riuscita in realtà ad accennare qualcosa solamente alla fine. Trovare un’AMV su Goku in cui è stata usata la canzone “Weight of the world” dei Saliva mi aveva incoraggiata in questo senso (a proposito se vi è possibile ascoltatela, è molto bella e il testo si addice perfettamente);

4) è affascinante pensare alle varie possibilità di usare il teletrasporto nella vita quotidiana XD;

5) volevo provare ad immaginare una reazione un po’ diversa per Chichi al ritorno di suo marito a casa;

6) vista e scaricata una fanart da far brillare gli occhi ho deciso che quella sarebbe stata la scena finale della storia..

Insomma, come sempre spero vi abbia fatto piacere leggere. Aspetto critiche e consigli a volontà.

Baci,

Barbara

  
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