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Autore: Norberta_    22/01/2012    4 recensioni
Il Gramo è solo una storiella per bambini o un vero e inquietante presagio di morte?
QUESTA STORIA SI E' CLASSIFICATA PRIMA all' "Untold Stories Contest" indetto da SimplyMe514 sul forum di EFP.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Arthur Weasley, Molly Weasley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Durante l'infanzia di Harry
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L’obiettivo di questo contest era scrivere un Missing Moment, prendendo spunto da una citazione di HP. La mia citazione era:
Pacchetto 5:
Citazione: «Hermione, se Harry ha visto un Gramo, è... è una cosa brutta» disse. «Mio zio Bilius ne ha visto uno... ed è morto ventiquattr'ore dopo!» – Ron Weasley, Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban, capitolo 6
Oggetto: coltello


Alla fine della storia ho riportato il giudizio. Ho corretto gli errori grammaticali e, in parte, quelli lessicali.
 


Autore:Norberta
Titolo: Buio
Pacchetto:5
Personaggi:Bilius Weasley, Arthur Weasley, Molly Weasley
Genere:Drammatico, Triste
Rating:Verde
Introduzione:IlGramo è solo una storiella per bambini o un vero e inquietantepresagio di morte?
Avvertimenti: One-shot, Missing Moment
Note dell'Autore: Mi sono immaginata Bilius come una sorta di Xenophilius Lovegood. Diciamo che il “mio Bilius” è un po’ pazzo (come lo descrivono Fred e George) e ha il brutto vizio del bere. Per quanto riguarda la sua morte, mi sono basata sul fatto che, come sappiamo, la magia prodotta da un mago può essere influenzata dallo stato fisico e mentale del mago stesso in quel momento. Il mio intento era colmare questo Missing Moment restando fedele ai “sacri testi” di zia Row. Spero ti piaccia.
 
Buio

Il canto del gallo risuonò per la valle e fece vibrare l’aria primaverile. Uno stormo di rondini sorvolò una vecchia capanna dall’aspetto pericolante, il cui riflesso si stagliava sulla superficie liscia del lago.

Un uomo dal viso rotondo e con una massa rossiccia di capelli aprì gli occhi, sbadigliando sonoramente. Prese gli occhiali cerchiati di corno dal comodino e se li sistemò sul naso lungo e cosparso di efelidi. Si alzò e gettò uno sguardo alla stanza: era tanto ingombra di libri, boccette per pozioni e varie cianfrusaglie che si vedeva a stento il pavimento. Sulla piccola scrivania di legno troneggiava un enorme pentolone di peltro. L’uomo si alzò, v’infilò dentro la mano e pescò un paio di luridi calzini grigiastri. Li avvicinò al naso, per poi lanciarli disgustato sotto il letto.

La tenue luce del mattino fece capolino attraverso le tende consunte e illuminò una ragnatela sul lampadario al centro della stanza. Il padrone di casa vide un grosso ragno uscire e posizionarsi al centro di essa per ricevere un po’ di calore.

- Stupidi ragni... - borbottò, con la voce ancora impastata dal sonno. Aprì la porta e si ritrovò in cucina. Un allocco dall’aria ufficiale lo stava aspettando dietro la finestra. L’uomo si avvicinò, inciampando in una bottiglia vuota di Whisky Incendiario, aprì la finestra e il postino si appollaiò su una mensola della cucina. La lettera riportava il suo indirizzo e l’uomo si stupì, dato che riceveva raramente missive, ad eccezione di quelle da parte di suo fratello Arthur, che abitava dall’altra parte della collina. Strappò la busta in un attimo e scorse rapidamente il contenuto della lettera. Bilius imprecò ad alta voce, facendo scappare l’allocco, che si allontanò con uno sguardo scocciato. - Maledetti creditori! - urlò. Impugnò un grosso coltello da cucina e cominciò a tagliuzzare ferocemente delle carote. Dopo qualche minuto, si ricordò di essere un mago e fece per prendere la bacchetta dalla tasca dei pantaloni, ma non la trovò. Solo dopo un po’ scoprì che si era impigliata tra i suoi capelli. Lanciò un incantesimo al coltello che cominciò a lavorare da solo e uscì nel giardino con una bottiglia di Ogden Stravecchio.

Guardò il suo riflesso nello specchio d’acqua di fronte a lui: i capelli erano sparsi sulla testa e scendevano fino alle spalle, gli occhi azzurri erano profondi e penetranti, aveva un sorriso sghembo che gli dava l’aria da pazzo. Prese un sorso dalla bottiglia e un po’ del liquido gli finì sulla camicia lacera. Erano anni ormai che viveva da solo, perso nei suoi esperimenti e nelle sue bottiglie di alcool. Suo fratello gli ripeteva sempre che beveva troppo e che lo avrebbe accolto volentieri a casa sua ma Bilius si era sempre rifiutato. Tra l’altro aveva il vago sospetto di non piacere molto a Molly, la moglie di Arthur. Le poche volte che l’aveva incontrata, lei gli aveva riservato lo stesso sguardo che si potrebbe rivolgere a un Molliccio.

Bilius sentì un fruscio alle sue spalle e un rumore di erba calpestata. Si girò improvvisamente, con la bacchetta puntata e ciò che vide gli gelò il sangue nelle vene. Un enorme cane nero lo stava fissando: gli occhi erano rossi, sembravano infuocati, la bocca era spalancata e mostrava i denti candidi e appuntiti. Il respiro profondo della bestia gli fece rizzare i capelli sulla nuca. Bilius si sentì inerme, incapace di fare qualsiasi cosa, non riuscì a muovere nemmeno un muscolo.

Tutto finì in un istante. Così come era apparso, il cane fece un balzo e sparì tra i cespugli. Bilius fece cadere la bottiglia, rovesciando il liquido sull’erba, e cadde in ginocchio, portandosi una mano al petto, che si alzava e si abbassava velocemente. Dopo qualche minuto si rialzò, ancora ansante, e si passò una mano sulla barba incolta. Non poteva credere a quello che aveva visto, non voleva.
 
*
 
La signora Weasley fu svegliata da rumori incessanti che provenivano dalla porta d’ingresso. Sembrava che qualcuno la stesse per sfondare a furia di sbatterci contro il pugno. Scostò le coperte e sentì suo marito borbottare nel sonno.

- Arthur, svegliati. - Ma suo marito non si mosse di un centimetro. Molly sbuffò e decise che sarebbe andata da sola a controllare. Scese lentamente le scale, mentre il bussare diventava sempre più insistente. Si avvicinò alla porta, titubante.

- Chi c’è? Sono le sei del mattino, per le mutande di Merlino!

- Sono io, Molly. Aprimi, per favore. È importante.

Molly Weasley riconobbe immediatamente quella voce e subito capì che la giornata era incominciata molto male. Aprì la porta e si ritrovò di fronte a suo cognato, che la guardava con gli occhi sbarrati e i capelli tutti scompigliati: sembrava che avesse appena visto un fantasma.

Bilius Weasley guardò la moglie di suo fratello e capì dalla sua espressione di non avere un bell’aspetto, ma non se ne curò. Aveva problemi molto più importanti da risolvere e lei certamente non avrebbe capito.

- Molly, dov’è Arthur? - L’alito maleodorante dell’uomo la investì in pieno.

- Bilius, devi smetterla di bere! Arthur te l’avrà ripetuto un mil…

- Un milione di volte. Sì, Molly, lo so. - Bilius la bloccò e lei assunse un’aria contrariata.

- Ma non è questo il punto. Sono venuto per una faccenda molto più grave. Dov’è Arthur? -  ripeté l’uomo per la seconda volta. Molly sospirò, rassegnata, e gli indicò le scale con la mano.

Nel giro di un secondo Bilius era di fronte ad un Arthur assonnato, che lo fissava con uno sguardo tra il divertito e l’annoiato.

- …e all’improvviso è sparito tra i cespugli. Mi sono materializzato immediatamente qui. So che sono le sei del mattino, ma, Arthur, quello era un… un… un Gramo. - Bilius sussurrò l’ultima parola, tremando da capo a piedi.

Arthur si strofinò gli occhi, poi lo guardò come se avesse di fronte un bambino un po’ duro di comprendonio.

- Ascoltami bene, Bilius: il Gramo è solo una fantasia, una storia inventata per spaventare i ragazzini.

- No che non lo è. È un simbolo di morte e tu lo sai bene! - Detto questo, Bilius uscì dalla stanza, sbattendo la porta, passò davanti ad una sempre più arrabbiata Molly e dopo pochi passi si Smaterializzò con un rumore secco.
 
*
 
Bilius Weasley prese la bacchetta e si posizionò fuori dalla capanna, con le spalle che davano alla porta d’ingresso. Iniziò a rotearla, compiendo gesti fluidi ed eleganti e mormorando parole incomprensibili.

- Se Arthur non mi vuole aiutare, allora ci penserò io. Con tutti questi incantesimi nessuno riuscirà a entrare qui dentro.

Poi entrò nella cucina, dove il coltello continuava a tagliuzzare senza sosta da quella mattina. Bilius lo bloccò con un colpo di bacchetta e mise tutto ciò che trovò sul tavolo nella pentola sul fuoco. Era inferocito. Per tutta la sua vita non aveva fatto altro che sentirsi dare dell’ubriacone, del poco di buono e nessuno gli aveva mai creduto. Solo sua madre lo aveva sempre protetto e ora lo guardava con un sorriso serafico dalla cornice appesa a una parete della stanza. Anche suo fratello Arthur gli aveva voltato le spalle. Non se lo sarebbe mai immaginato. Bilius Weasley si strofinò gli occhi stanchi, la rabbia ribolliva dentro di lui. Ripensò a quegli occhi iniettati di sangue e tremò da capo a piedi. Senza pensarci, puntò la bacchetta contro il fuoco che scoppiettava allegro sotto la pentola e gridò - Engorgio! -. La fiamma esplose in un attimo e l’onda d’urto investì tutto ciò che si trovava nella stanza. Bilius sentì una fitta al petto e poi il buio.
 
*
 
Quella notte Arthur Weasley non aveva dormito e aveva passato ore e ore a ripensare alla discussione avuta con il fratello, tormentando le lenzuola che condivideva con la moglie e rigirando il cuscino tra le mani, incessantemente. Poi, si era alzato con un senso di vuoto in un punto imprecisato del petto. Non era riuscito a ingurgitare nessuno dei piatti prelibati cucinati da Molly, suscitando molta preoccupazione in quest’ultima che gli aveva proibito di andare al lavoro. L’uomo aveva accettato di buon grado ed era uscito in giardino, deciso a distrarsi cacciando qualche gnomo.

Teneva uno di quegli esseri a penzoloni per un piede, quando avvertì un brutto presentimento che non riuscì a spiegarsi. Si smaterializzò immediatamente e ciò che vide lo pietrificò all’istante. La vecchia capanna era completamente rasa al suolo; sembrava ci fosse stata un’esplosione. Era un ammasso di macerie al centro di quel paesaggio verdeggiante illuminato dal caldo sole di maggio. Arthur si precipitò in mezzo alle travi di legno e ai frammenti di vetro, mentre un’angoscia pungente e nauseante risaliva attraverso le sue viscere. Scostò un’asse particolarmente grossa e lo vide. - Bilius... - sussurrò, senza fiato. Suo fratello giaceva supino, un rivolo di sangue gli bagnava gli angoli della bocca e il manico di un coltello gli usciva dal petto.

Il canto del gallo risuonò di nuovo nella valle; la brezza mattutina scosse le foglie degli alberi. Tutto taceva, ad eccezione di un pianto soffocato proveniente dalle rive del lago.

 
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Grammatica e sintassi: 9,1/10
Stile e lessico: 9,4/10
Caratterizzazione dei personaggi (IC): 10/10
Originalità: 9/10
Gradimento personale: 5/5
Utilizzo del pacchetto: 5/5
Totale: 47,5/50

Grammatica e sintassi: appena qualche sbavatura che provvedo subito a elencarti.
Una cosa che mi ha lasciata perplessa è l'uso delle virgolette alte (“...”) per i dialoghi. Io di solito vedo e uso quelle uncinate («...») o al massimo i trattini (–...–), mentre le virgolette alte e/o il corsivo esprimono i pensieri, non le parole pronunciate ad alta voce. In qualche caso ho visto le virgolette alte nei dialoghi su EFP, ma per quel che ho letto io è raro. È normalissimo e credo pure corretto in inglese, ma in italiano nel 99% dei casi no. Stando alle mie informazioni tecnicamente è un errore, ma visto che è diventata prassi (quasi) comune ti tolgo meno che se avessi usato qualche altro segno palesemente, sempre e comunque sbagliato.
“Odgen Stravecchio” – occhio, si scrive “Ogden”. Se sia una semplice inversione che ti è scappata digitando o se non ti ricordavi l'ortografia non riesco a determinarlo, ma così è.
“Sono io Molly. Aprimi, per favore. È importante.’’ – dopo “io” ci vorrebbe una virgola.
“Bilius, devi smetterla di bere! Arthur te l’avrà ripetuto un mil..’’ – attenta, i puntini di sospensione sono tre, non due. So che lo sai perché qualche battuta prima l'avevi scritto giusto.
“…e all’improvviso è sparito tra i cespugli. Mi sono materializzato immediatamente qui. So che sono le sei del mattino, ma, Arthur, quello era un..un..un Gramo.’’ – a rigore dopo i puntini ci vorrebbe uno spazio. Tra l'altro questa frase è la dimostrazione che conosci la regola: prima ne metti tre, poi due volte due. Sono confusa.
“Si smaterializzò” – se vogliamo essere rigorosissimi, il termine di solito è maiuscolo, ma nel mondo delle fanfiction certe maiuscole ormai sono un optional, quindi non è un erroraccio.
Stile e lessico: complimenti, scorre che è una meraviglia e in più punti ho semplicemente amato gli aggettivi che hai scelto. Stretta di mano virtuale soprattutto per le descrizioni degli ambienti, che siccome sono la mia personalissima bestia nera amo particolarmente leggere quando sono ben fatte da altri. Solo qualcosina che ti segnalo, ma anche qui si tratta di sbavature davvero da poco.
“sembrava che avesse appena visto un fantasma.” – ho capito il senso, ma trovati un altro paragone. Il mago medio ha paura di tante cose ma dei fantasmi no di certo, dopo sette anni di Nick, Mirtilla, Barone Sanguinario, Frate Grasso e Dama Grigia (e buttiamoci dentro anche Pix, che proprio fantasma non è ma quasi).
“Bilius Weasley prese la bacchetta e si dispose fuori dalla capanna” – qui siamo a livello di parere personale, non di segnalazione d'errore: quel “si dispose” non mi sembra il verbo migliore, io avrei usato un “si posizionò” o un più elementare ma pur sempre calzante “si mise”. “Disporre” mi dà più l'idea di qualcuno che dispone una serie di oggetti in un certo ordine o simili; ripeto, non è davvero sbagliato, è solo che io al tuo posto non avrei fatto così.
“Solo sua madre lo aveva sempre protetto e ora lei lo guardava con un sorriso serafico dalla cornice appesa a una parete della stanza.” – per me ha senso lo stesso, e pesa anche meno, senza il “lei”.
“Bilius Weasley si strofinò gli occhi stanchi, la rabbia ribolliva dentro di lui. Ripensò a quegli occhi iniettati di sangue e tremò da capo a piedi. Senza pensarci, puntò la bacchetta contro il fuoco che scoppiettava allegro sotto la pentola e gridò “Engorgio!”.” – ti cito questo passo bello lungo in un colpo solo per segnalarti che usi “occhi” due volte in poche parole e che ricorre a distanza troppo ravvicinata anche il verbo “pensare”, anche se in un'occasione ha un “ri” davanti.
“Non era riuscito a ingurgitare nessuno dei piatti prelibati cucinati dalla moglie” – qui la distanza è maggiore, ma la parola “moglie” c'era già poco prima. Siccome la suddetta moglie ha un nome, sostituisci uno dei due con “Molly” e sei a posto.
Caratterizzazione: mi sembra di avere il 10 troppo facile, ma non ho trovato proprio niente che potesse toglierti punti a questa voce. È vero che i due Weasley più conosciuti e quindi, paradossalmente, più complicati (perché c'è un canone preciso da rispettare, al contrario dei soliti ignoti come Bilius, che ti sei potuta praticamente inventare) compaiono solo a sprazzi e ti sei sbizzarrita soprattutto con quello che ti dava più libertà, ma trovo che tu tutta questa libertà l'abbia usata bene. Tra l'altro caratterizzare Bilius come un po' pazzo ci sta perfettamente, perché è quasi l'unica cosa che sappiamo di lui: dagli spizzichi e bocconi raccontati da Ron sembra completamente andato, almeno verso la fine della sua vita, che è proprio il momento che descrivi tu. Gestire la follia, dalla lieve stranezza alla schizofrenia, senza dover essere per forza psichiatri, a tocchi lievi e ben piazzati, è una cosa che amo sia da leggere sia da scrivere.
Originalità: probabilmente i punteggi saranno un po' tutti alti, dato che il contest consiste proprio nel trattare momenti piccoli e poco noti, ma mi sono sentita in dovere di fermarmi a 9 perché, anche se ho amato la storia, non vi ho sentito quella scintilla che scocca ogni tanto con altre e che mi fa pensare: “Ah, che bella ventata d'aria fresca, proprio un'idea che ha qualcosa di speciale!”. So che in un giudizio come si deve dovrei dare una spiegazione razionale di tutto, ma più di questo non riesco a dire. Se non ti sembra una giustificazione sufficiente, qui c'è un contratto firmato che ti dà il permesso di arrabbiarti.
Gradimento personale: sarà che amo i Weasley, sarà che hai gestito il momento della morte senza essere proprio cruenta all'ennesima potenza, ma qualsiasi cosa al di sotto del punteggio pieno mi sarebbe sembrato uno scempio. Mi hai fatto passare una bella serata e questo è quanto.
Utilizzo del pacchetto: qui c'è ben poco da spiegare. Il momento su cui concentrarsi era la morte di Bilius, l'oggetto da usare un coltello. Tu hai fatto dell'uno la causa dell'altra. Rientra appieno nella categoria “importanza fondamentale” che ti dà diritto ai 5 punti.
                                                                                            
  
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