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Autore: borntodie    23/01/2012    0 recensioni
Questa è la storia di una ragazza, ma potrebbe essere anche la tua un giorno. Giunta ad un bivio hai tre opzioni: seguire la strada più sicura consapevole che avrai sempre quel qualcuno accanto, andare per la via più tortuosa e affrontare la vita a mani nude, oppure semplicemente gettarti dalla scogliera e affidare tutto al caso ma anche a te stessa, credere che almeno per questa volta sei tu quella fortunata.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Megan gironzolava ormai da ore per la villa, troppo entusiasta per fermarsi. Aveva rischiato di cadere per le scale un paio di volte e preso in pieno la colonna del salone almeno dieci volte perchè non riusciva a smettere di fissare l'anello. Sbrilluccicava terribilmente e sprizzava amore eterno da tutti i pori. Si sentiva come quando al suo decimo compleanno aveva ricevuto la bambola che tutte le bambine desideravano ma che solo lei aveva avuto,perchè lei aveva il papà più generoso del mondo. Non stava più nella pelle, voleva dirlo ai suoi genitori, alle amiche, a tutti. Henry era andato all'agenzia dove lavorava come vice direttore mentre lei ora danzava con il cane Boone, un adorabile barboncino. La sua migliore amica Katie stava già organizzando un fantastico addio al celibato con le altre. Sarebbe stato tutto veloce, o almeno così avevano deciso. Il matrimonio organizzato in una settimana precisa per poi andare ad esplorare finalmente l'Australia, quel posto che sognava di vedere oltre l'oceano con il binocolo sin da piccola. Dopo aver passato ore a saltellare, si sdraiò sul divano esausta. Fu in quel momento che entrò la madre, Meredith, e lasciò delle buste dello shopping alla governante mentre si sistemava la lunga chioma bruna. «Mamma!» esclamò Megan e si lanciò addosso a lei come un cagnolino che le voleva fare le feste. «Suvvia cara, un po' di contegno» disse la donna senza un filo di emozione, sistemandosi la camicia. «Fammi indovinare, ti sposi! » Improvvisamente Megan sentì qualcosa dentro di le spezzarsi e morirle dentro « ma tu come» La madre non le lasciò nemmeno finire la frase «Sono settimane che ne parliamo con Henry, abbiamo deciso che è ora che si faccia una cosa seria. Stiamo già organizzando il viaggio tesoro, tu non dovrai preoccuparti di nulla se non ad essere la bella ragazza che sei e terminata» la frase si diresse per le scale brontolando «Dio quanto sono stanca! Devo farmi proprio un idromassaggio» La ragazza senza saperlo, senza volerlo sentì i suoi occhi scuri diventare lucidi, credeva di poter esplodere e di radere al suo l'intera California, ma non accadde nulla. Solo una timida e solitaria lacrima le tracciò il viso e spense in lei tutto l'entusiasmo delle ore precedenti. Lo sapevano tutti, tranne lei. Sembra una specie di congiura, forse anche Katie lo sapeva. Forse anche i giornalisti delle riviste più importanti, i pesci dell'oceano che avrebbe solcato. Si diresse furiosa in giardino con il cellulare in mano e compose immediatamente il numero del suo principe azzurro. Squillava e squillava, ma niente. Magari lo starà dicendo a qualcun'altro, pensò. «Pronto principessa, cosa c'è? Sono a lavoro» «Lo so, ma qui tutto ad un tratto sei diventato il cavaliere nero e hai mandato all'aria la favola! Non riesco a credere che tu possa aver... » «Amore, ci sentiamo stasera, sono stato invitato a cena da te» e attaccò. Megan continuava a parlare da sola, infuriata. Perfetto, il matrimonio dei 7 giorni era stato programmato già da chissà quante settimane, non era più così romantico come sembrava.

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«Esci da questa casa, e giuro che se ti rivedo da queste parti ti ammazzo! » Gridò l'uomo e sbattè la porta. L'ennesima porta in faccia che si beccava Byron. Erano settimane che si aggirava per la periferia in cerca di ospitalità, ma a quanto pareva si sarebbe dovuto arrangiare a dormire sulla spiaggia o tra l'immondizia. Era riuscito a conquistare una bella donna che lo ospitasse, si era inventata che era un cugino lontano ma ... Al marito non erano tanto piaciute le loro smancerie e così si ritrovava per le strada. Di nuovo. Il sole stava tramontando e decise di prendere quelle due cose che gli rimanevano e di andare sulla spiaggia. Magari Quinn si sarebbe fatta viva il giorno seguente con buone notizie. Da quando era arrivato in California dall'Australia non aveva ricevuto che delusioni. Il padre viveva a San Diego da anni ormai e non si era mai preso la briga di sentire il figlio, nè tantomeno la moglie che aveva lasciato al verde in una città nella periferia di Sidney. La vita non era una salita per Byron, perchè non c'era nessuna strada da salire, era costretto a continuare a cadere nell'ignoto per sempre e a trascinare con lui nel vuoto anche le persone a cui teneva di più. Quinn era la sua migliore amica e, a differenza sua, era una ragazza per bene, con tante possibilità. Bella, intelligente, vivace e sopratutto onesta. Lavorava come barista, niente di speciale, ma riusciva a pagara l'affitto di un monolocale e a mandare i soldi alla nonna che era ancora in Australia. Lui non era riuscito a concludere nulla, non aveva una famiglia e nemmeno una vita, il suo scopo era quello di aiutare la madre ma se l'era perso lungo la via. Non gli rimaneva altro che sedersi sulla spiaggia, chiudere gli occhi e sentire la brezza, l'odore del mare, il tiepido calore del sole che si apprestava a calare e lasciarsi andare. Dimenticare tutto.
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 Non appena la porta si aprì Henry trovò davanti a  se una furiosissima Megan che lo spinse in camera sua. «Ora mi spieghi perchè tutto il mondo lo sapeva tranne me» Il suo volto era sorpreso, ma non del tutto spiazzato. Tipico di Henry, aveva sempre una risposta a tutto. «Volevo che tu avessi la tua favola, che io e i tuoi ci occupassimo di tutto in modo che tu potessi pensare solo a noi. Noi due e basta» «Quindi mi stai dicendo che l'ho saputo dopo settimane perchè io potessi pensare solo a noi?» «Si» La rabbia era ancora troppa, ribolliva dentro di lei, stringeva i pugni ma .. Non sapeva cosa rispondere. Non c'erano parole per contrastare quella dannata perfezione che si trovava davanti a lei. Avrebbe voluto schiaffeggiarlo ma tutto quello che riuscì a fare fu sussurrargli «Ti amo» Lui sorrise fiero, le si avvicinò e disse '«Questo è ciò che intendevo» La accolse nelle sue calde braccia e la baciò dolcemente. Dannazione, il matrimonio ora sembrava una cosa così inutile. Loro due, così per sempre, questa era la priorità. «Amore, dobbiamo scendere» Gli sussurrò mordendogli l'orecchio. «Andiamo!» Disse entusiasta e mi portò in braccio per le scale «Largo, largo! Abbiamo la sposa più bella del mondo! » La trattava come se fosse una delicata e fragile stautetta di cristallo, la sua. Tutto ciò era davvero romantico, pensava lei. 'Henry, come sai questa famiglia è davvero onorata di averti qui, sei la persona migliore che potesse capitare a nostra figlia» diceva fieramente il padre di lei, Thomas, mentre lo guardava soddisfatto. «E sua figlia è il dono più grande che voi avreste mai potuto fare, signori Sharp » Rispose lui, il genero dei sogni. Megan era lì, ma si sentiva inesistente. Tra Henry e i suoi genitori c'era un rapporto basato sui complimenti reciprochi che lei non capiva, parlavano come se lei fosse assente, occupata a giocare con delle fanciulle tra gli dei dell'Olimpo. In quei momenti le tornava in mente come si era sentita la prima volta che era andata in città, la governante l'aveva accompagnata dalla dentista e, alla fine della visita, vide nello studio ragazzine della sua età che ridevano, si facevano scherzi e mangiavano schifezze; mentre le camminava si sentiva diversa, per la prima volta nella sua vita era a disagio, e quando quelle persone la fissavano lei capiva che non si sarebbe mai potuta confondere nella folla, fingere di essere invisibile per un istante. Lei era una Sharp, e dove abitava lei, questo contava. Anche se lei non voleva,  gli altri sentivano il suo sguardo passare su di loro dall'alto al basso e niente sarebbe mai cambiato. «Tesoro, lo vuoi il dessert sì o no? » Megan sobbalzò, non si era resa conto che tutti la stavano osservando preoccupati mentre lei si era persa fissando il suo riflesso nel calice di vino. «No grazie mamma, non voglio ingrassare nella settimana del mio matrimonio» risposi sorridendo, fingendo di essere stata con la mente in quella stanza negli ultimi venti minuti circa. Non aveva toccato nulla, in realtà aveva la nausea e non vedeva l'ora di alzarsi, ma Henry era lì e quella era una ragione per resistere. «Se sei stanca puoi andare, oggi è stata una giornata pesante, non credi? » «Mamma, mi sento bene, quando finite tutti me ne andrò» Non appena finì la frase si accorse che gli altri piatti erano tutti vuoti, i posti sparecchiati e tutti aspettavano solo lei. «Ehm, volevo dire … » era incredibile, riusciva sempre a dire la cosa sbagliata al momento sbagliato. «Avete ragione, non mi sento benissimo. Vado a dormire» Disse con aria assente e corse via da tavola senza nemmeno degnare di uno sguardo il suo amato.
Si sciacquò il viso, vi passò una crema e si guardò. Doveva esserci qualcosa che non andava in lei, anche nell'abito più bello del mondo si sentiva a disagio. Ora era sdraiata sul suo letto e fissava il soffitto aspettando che succedesse qualcosa, che uno spirito angelico o qualcosa del genere scendesse su di lei, ma in quel momentò le squillò il cellulare. Era Katie, quella maledetta non si era fatta sentire per niente! «Hey Megan! » «Hey» rispose fredda «Come sta la sposina? » «Corri un po' troppo, non credi? Non sono ancora una sposa» «Uhh, qualcuno è di cattivo umore! Quando il tuo amore ti chiama Principessa tu non lo rimproveri anche se non sei e non sarai mai una principessa. Che c'è?» «Sono stanca» «Vabbene, sto per attaccare ... Ma ti avverto che avevo delle news fantastiche sull'addio al nubilato però ... » «Sei la solita bastarda! Sputa il rospo! » «Sì, ma dovrai baciarlo perchè ti porti al castello sul suo destriero, principessina! » «Ah-Ah-Ah, ti avverto che sto per attaccare' «Ok, abbiamo deciso di farlo domani sera!' «Cooosa? » «Già, non è emozionante? Rivoluzionario! » «Stai scherzando? Innanzitutto, cos'era quel 'Abbiamo'? Chi diavolo hai invitato? » «Holly, Nina, Diana e qualcun'altra» «Wow, tutte le persone che non sopporto, con queste tue news non mi farai dormire stanotte!» «vDaii, hai detto che potevo fare quello che volevo! Inoltre poi sparirai in Australia per un mese circa con il tuo fuuuuturo marito, devo romperti un po' le scatole! » «Complimenti, ci stai riuscendo in pieno! Ah, quasi dimenticavo, l'addio al nubilato non dovrebbe farsi la sera prima della cerimonia? Mancano ancora 7 giorni! Dobbiamo rispettare le tradizioni! » «No, al contrario! Dobbiamo rivoluzionare le tradizioni così da poterne creare altre! Dico sul serio, basta vivere nell'ombra dei tuoi! Prendi l'iniziativa, cambia qualcosa! » Stavolta Megan era stata colpita in pieno. Non sopportava quando qualcuno le sbattesse così in faccia la verità. Lei era succube dei suoi genitori, ormai era grande ma non poteva fare quello che facevano Katie o le altre arpie che erano state invitate, anche se erano tutte di buona famiglia. Sentiva ancora qualcosa nello stomaco e voleva solo addormentarsi, non pensare a niente. «Senti, come ti pare! Non metterò bocca su niente, giuro! Ora attacco, domani fammi sapere dove e a che ora. E non azzardarti a noleggiare film strappalacrime o peggio ancora, degli spogliarellisti! » «Spogliarellisti? Oddio mio, non ci avevo pensato! Grazie tesoro, sogni d'oroooo! » «Katieee!» Ma non c'era più nessuno dall'altra parte, l'unica persona a cui doveva gridare contro era se stessa, tanto la sua casa era piena di specchi dove riflettersi, anche se gli stessi specchi fino ad un giorno fa le gridavano quanto era perfetta. Già, e r a. Si ripromise di fare ciò che aveva deciso, ovvero non pensare. Buttò giù un paio di pasticche e poi così fu.

  
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