CAPITOLO 42
DIVERSA
POV LINA
“stammi
dietro amore!”.
Detto
questo Alec si era messo a correre. Con semplici occhi umani non sarei più
riuscita a vedere nulla, ora invece vedevo perfettamente i suoi muscoli
tendersi ed ogni movimento compiersi. Lo seguivo con gli occhi ed era
sconcertante anche come una semplice corsa potesse diventare sexy.
Sentii
la risata trattenuta di Edward che mi ridestò. Emmett era partito con Alec e i
due stavano compiendo una tacita sfida; la pettegola, invece, era rimasta pochi
passi dietro a me. Mi voltai verso di lui e lo incendiai con lo sguardo.
“Pettegola?”.
Feci
finta di non aver sentito la sua domanda.
“te
lo levo io quel sorrisetto!”.
Detto
questo mi misi a correre seguendo la scia di Alec ed Emmett, mentre Edward mi
fu subito a fianco.
Era
vero, ogni vampiro aveva un profumo suo, sempre dolcioso, ma la differenza era
facilmente percepibile e di conseguenza poi anche facilmente riconoscibile.
Non
potevo non perdermi poi nella mia mente e pensare quanto correre fosse
appagante. Mi permetteva di dare sfogo a tutta la mia potenza ed energia, senza
dovermi per forza trattenere in qualche modo. Lo spettacolo circostante poi,
era sublime. I colori del bosco erano magnifici ed ipnotici. Ogni tonalità di
verde possibile, mi abbracciava e mi coccolava. Animali ed insetti di cui non
credevo neppure l’esistenza al mio passaggio fuggivano o in una maniera tutta
loro cercavano rifugio. Era fantastico ed orribile allo stesso tempo.
Fantastico, perché mi sentivo invincibile, orribile, perché ero un mostro anche
per loro, miseri insetti.
Vidi
Edward che correva ancora al mio fianco e ben presto trovai davanti anche
Emmett ed Alec. Sentivo che dentro di me dovevo ancora liberare tutta la mia
potenza, così mi lasciai andare e, con mia grande sorpresa, li lasciai
indietro. Tutti.
Correvo
e mi sentivo sempre meglio. Più libera. E poi la sensazione che il vento aveva
a contatto la mia pelle era sensazionale.
Sentii
chiamare il mio nome in lontananza e di botto mi fermai. Dieci secondi e sbucò
qualcuno alle mie spalle. Fu più forte di me, mi acquattai e puntai alla sua
gola.
Edward.
Non
lo morsi però. L’avevo bloccato su un albero con i denti a pochi centimetri dal
suo collo, e rimasi in quella posizione i secondi giusti in cui la mia sanità
mentale tornasse al suo posto e mi convincessi che non mi voleva fare del male.
Appena i miei muscoli mi risposero lo liberai.
“scusami,
è stato più forte di me!”.
“no,
è colpa mia. Non ti dovevo arrivare alle spalle all’improvviso!”.
Ero
davvero mortificata. Lui cercò di tralasciare l’evento appena accaduto.
“non
sapevo più come fermarti!”. Rise.
“perché?”.
“come
perché? Hai superato tutti e poi hai lasciato una scia di polvere e basta
davanti a noi. Ti ho rincorsa perché sono il più veloce del gruppo, ma mi avevi
seminato perciò ho dovuto gridare per farmi sentire da te. Non so se te ne sei
resa conto, ma siamo quasi a metà del Canada! Un’altra breve corsetta e andiamo
a trovare Eleazar in Alaska?”.
“chi?”.
“lascia
perdere. Torniamo dove ci aspettano gli altri!”.
Non
diedi peso a chi fosse questo Eleazar e senza altre domande lo seguii.
“Eddino,
perdi colpi non trovi? Sebbene neonata, ammetti che andava più veloce anche di
Bella in post trasformazione. Scommetto che quando si stabilizzerà ti batte lo
stesso! Anzi lo farò con Jazz!”.
Emmett
sbeffeggiava un Edward al quanto pensieroso. Alec invece mi guardava fiero.
“sei
formidabile!”.
Gli
sorrisi e l’elettricità fra noi si fece palpabile nell’aria. Lo volevo.
“Lina.
Alec.”
Irritata
come il mio amore ci voltammo verso un Edward mezzo sorridente.
“è
meglio se pensiamo alla caccia e non ad..bè.. altri pensieri!”.
“non
fare il geloso Eddino. Ti voglio bene, ma non mi ispiri in quella maniera!”.
Alec
sogghignava, Emmett si sbellicava dalle risate, Edward roteava gli occhi.
“come
non detto. Ora. Fai silenzio, se ti è possibile…”
Gli
tirai la lingua.
“…
e ascolta in torno a te!”.
La
gola si era fatta infuocata di nuovo e feci subito quello che mi era stato
richiesto. Chiusi gli occhi di mio istinto e mi concentrai sui suoni
circostanti. Non so perché, ma ancora una volta mi lasciai trasportare dal vento.
Era più forte di me, ma provavo una sorte di amore incondizionato verso tale
elemento naturale e mi affidai cieca a lui.
Sentii
lo spostamento d’aria infrangersi sugli alberi, sui rami e sulle singole
foglie. Sebbene avessi gli occhi chiusi, vedevo a poco a poco il paesaggio
circostante prendere forma davanti a me. sentivo i microscopici movimenti degli
animali e l’aria artificiale causata da uno spostamento impercettibile di ali
di qualsiasi tipo. Il vento soffiava da nord e lo sentii ad un miglio di
distanza verso sud, da dove mi trovavo, infrangersi su una vasta radura di
erba, ma non aveva tragitto libero, c’erano ostacoli, che a loro volta si
muovevano. Erano … ehm … che animale era? Non ero molto preparata in materia.
Sentii
una risata trattenuta a stento. Persi la mia concentrazione e ritornai a luogo
in cui ero con gli altri.
“è
un alce, Lina!”.
“non
fare il saputello!”.
Rise
in compagnia poi anche di Alec ed Emmett, una volta che questi erano stati
informati della mia scarsa cultura faunistica.
Alec
mi si avvicinò e mi prese per mano.
“Amore
sei riuscita a rintracciare il tuo cibo?”.
“Ehm..
credo di si…”.
“in
una maniera davvero interessante aggiungerei!”.
Guardammo
Edward interrogativi.
“hai
usato una tecnica tutta tua per capire dove fosse la tua preda, è stato davvero
affascinante, ma ne parleremo meglio dopo con Carlisle, penso riguardi il tuo
potere!”.
Mi
chiedevo cosa avessi mai fatto di così affascinante, non facevano tutti i
vampiri così?
“no,
direi di no!”.
Edward
mi rispose entusiasta.
Mah…
“ne
parliamo dopo. Ora. Lina, riesci a ritrovare la strada per quella radura?”.
Chiusi
gli occhi e come se il mio cervello, i miei sensi, tutto di me sapesse cosa
cercare, mi ritrovai di nuovo lì, con due Alci a brulicare tranquilli.
“bene.
Ora lascia che il suono dei loro cuori ti arrivi vivido ai tuoi orecchi!”.
Non
so come, ma ancora una volta il vento mi era stato amico. Senti una brezza
leggera alzarsi e trasportare in essa le onde del suono dei loro cuori che mi
arrivarono accarezzandomi vividi agli orecchi.
“affascinante..
ora Lina, ascolta bene quel suono, lasciati invadere da esso e qualsiasi
istinto prevalga, tu non pensare, lasciati andare ad esso!”.
Così
feci. Ascoltai quel suono che non so come mi fece percepire il sangue che
veniva pompato dal cuore. L’idea di quel fiume rosso cremisi mi incendiò ancor
di più la gola, mentre la bocca mi si inondava di veleno. I miei arti
iniziarono a tremare, fremevano, volevano correre verso quell’essere che mi
avrebbe calmato questo fastidioso bruciare e lo feci. Mi lasciai andare.
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POV ALEC
Era
fantastica. Nella mia lunga esistenza ne avevo viste di vampire, ma come lei
nessuna. Era strabiliante.
Non
capivo cosa Edward volesse dire con il fatto che il suo modo era diverso, ma
non mi stupì. Era ovvio. Me ne sono accorto subito, quand’era ancora umana, che
lei era diversa, era per questo infatti, che l’amavo.
Vederla
poi a caccia era davvero eccitante.
La
vidi iniziare a correre verso la sua preda. Era veloce, molto e sembrava
volesse esserlo ancora di più tanto che a volte si dava slancio anche da grossi
alberi, i quali, al suo tocco,si spezzarono dopo che il suo piede li aveva
sfiorati. Era così veloce che sembrava si librasse in aria e, a volte, che
volasse.
“non
credo sia un illusione ottica…”.
“stai
scherzando vero?”.
Edward
seguiva i movimenti di Lina con fare molto pensoso.
“ho
una teoria.. “.
“riguarda
il suo potere?”.
“già..”.
“se
così fosse.. bè..”.
Se
così fosse Lina sarebbe divenuta molto forte, qualora avesse controllato al
meglio il suo potere, e sarebbe potuta diventare un vampiro fortissimo. Troppo forte.
Forte abbastanza da dover avere a che fare con lui. No no no.
“calmati
Alec. Non fasciamoci la testa prima di romperla. Ne riparleremo con calma e
comunque non sareste soli.”.
Detto
questo mi lasciò indietro , mentre si avvicinava alla caccia di Lina. Cosa significava
che non saremmo stati soli? Che avrebbero preso le nostre parti contro i
Volturi? Che sciocchezza. Non sarebbero stati stolti fino a questo punto. Dovevo
aver capito male.
Nel
frattempo mi avviai anch’io giusto per vedere una cosa non impressionante di
più… quasi inspiegabile.
Lina
si stava dilungando nel prosciugare uno dei due alci, tanto che l’altro stava
fuggendo. Quest’ultimo si stava per inoltrare nella boscaglia, quando un’improvvisa
raffica di vento lo fece catapultare indietro, nello stesso istante in cui Lina
abbandonò la carcassa del primo animale, e prese il secondo alce così
elegantemente, che rimasi senza fiato.
E così
era. Io e gli altri due Cullen eravamo rimasti immobili, senza parole.
Quando
Lina mollò la presa, il Cullen armadio scoppiò.
“woooow
Lineina sei una bomba! Mai visto niente del genere.. e fidati io ci vivo con la
gente strana!”
Lei
non sembrava rendersene conto o forse si, mi guardava interrogativa e quasi
preoccupata.
“amore
sei stata fantastica!”
“
a dire il vero.. non so come ho fatto .. io credo di avermi lanciato l’alce
addosso…”
“ehi…”.
Allacciai
il suo sguardo al mio.
“sei
speciale.. tutto qua!”.
Sapevo
benissimo come ci si sentiva ad avere tra le mani un potere e non sapere come
fare a gestirlo.
Le
sorrisi per rincuorarla e lei ricambiò. Ormai ci eravamo irretiti l’uno nell’altro.
Nessuno avrebbe spezzato quella magia e così ci baciammo. Ero meravigliato, mi
ero innamorato di Lina per una seconda volta.
“piccioncini,
è meglio finire la caccia, così da tornare a casa. Deve mettere in atto un paio
di affari..”
Mi
staccai da Lina e rivolto verso Emmett dissi: “a chi si prende la preda più
grossa?”.
“andata!”.
E tutti
ci lasciammo andare alla nostra natura.