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Autore: giulina    23/01/2012    12 recensioni
Una Fiat 126 rossa fiammante viaggia sulle strade assolate della Puglia.
Pietro guida con la sigaretta penzoloni dalle labbra e la camicia bianca a maniche lunghe appiccicata al corpo sudato.
Lui odia essere sudato.
Martina, invece, ascolta un brano dei Placebo mentre si lega i capelli rossi in una treccia, i piedi scalzi appoggiati al cruscotto che sfiorano appena il parabrezza lucido.
La cavigliera che circonda una caviglia sottile, tintinna al ritmo della canzone.
Pietro odia quel rumore.
Nessuno direbbe che sono migliori amici, eppure, lo sono.
In un modo tutto loro, naturalmente.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La macchina del capo ha un buco nella gomma.

 


 

La macchina del capo ha un buco nella gomma,

la macchina del capo ha buco nella gomma,

la macchina del capo ha buco nella gomma,

e noi l'aggiusteremo con il chewing gum!


 

 

 

 

2 settembre 1996.

 

 

Pietro e Martina osservavano attenti le minuscole gocce di pioggia che si infrangevano sulla terra scura, che le loro scarpe fangose sfioravano appena.

Il vento riusciva a dondolare le loro altalene arrugginite, come se fosse la mano di una madre prudente.

Nell'aria umida di settembre, si sentiva il guaito di un cane e le urla di alcuni bambini che giocavano a calcio dall'altra parte del parco, utilizzando dei rami caduti come porte improvvisate.

A loro non piaceva giocare a calcio, preferivano stare ore ed ore seduti sulle altalene, sfidandosi a chi riusciva a stare più tempo in piedi sopra al seggiolino di legno consumato.

Il record era di Pietro: un minuto e venti secondi.

Li piaceva passeggiare tra gli abeti altissimi, dissotterrare vermi e cercare funghi, consapevoli che il massimo che potevano trovare fosse qualche Spugnola o un Prataiolo, se erano particolarmente fortunati.

Quel mercoledì pomeriggio non avevano voglia di fare niente.

Si limitavano ad alzare il viso verso il cielo, così che venisse accarezzato da quella lieve pioggerellina che lavava il sudore dalle loro fronti, allungando di tanto in tanto la lingua fuori dalla bocca per catturare qualche goccia.

Martina parlò mentre fissava un graffio arrossato sul palmo della mano destra.

-Pietro, dopo cosa succederà?-

-Dopo quando?-

-Dopo che me ne sarò andata-

-Ancora con questa storia?! Tu non te ne stai andando, Martina!-

Aveva sbuffato all'indirizzo della migliore amica, alzando gli occhi verdi -come l'erba calpestata sotto le suole delle sue scarpe da ginnastica- verso il cielo grigio carico di pioggia.

La bambina era rimasta in silenzio, poggiando un piede per terra per darsi una leggera spinta che l'aveva fatta dondolare dolcemente.

-Litigano spesso, troppo spesso-

-Tutti i genitori litigano-

-Non sorridono mai-

-Il Catania ha perso, è per questo che tuo padre non sorride da due giorni-

La bambina aveva accennato un sorriso, staccando una mano dalla catena arrugginita per spostarsi un ciuffo di capelli rossi che le copriva gli occhi chiari.

-E mamma? Perché non sorride?-

-Tua madre non sorride mai: è per questo che mi fa paura-

La risata di Martina era arrivata fino alle orecchie di alcune donne sedute sulle panchine, ridipinte da poco di verde, al limitare del parco; si erano girate stupite, alla ricerca di quel suono limpido e fresco.

Pietro aveva lasciato andare l'altalena e si era accucciato sulle ginocchia, fissando un punto preciso nella terra umida.

La compagna lo aveva osservato scavare con un piccolo pezzo di legno, trovato accanto alla sua scarpa, e sporcarsi le mani e le unghie di terra.

Se sua madre l'avesse visto macchiarsi la tuta nuova, gliele avrebbe dette di tutti i colori.

-Secondo me faranno quella cosa con la S.-

-Io dico di no-

-Io dico di si-

-Tina, i tuoi genitori non si stanno separand..-

-Zitto, idiota!-

Martina si era alzata in piedi e gli aveva rifilato uno scappellotto sulla testa, finendo per far impigliare il suo anello colorato, trovato per terra nel cortile della scuola, nei capelli castani del bambino.

-Ahia! Va bene, va bene. I tuoi non si stanno separa..-

-Ancora? Lo sai che non devi dire quella parola!-

-Tu sei tutta scema!-

Si era allontanato di qualche passo da lei, massaggiandosi la cute della testa con una smorfia di dolore sul volto abbronzato grazie al sole che aveva preso in spiaggia la settimana prima.

Martina si era seduta di nuovo sull'altalena; lo sguardo basso sulle ginocchia, perennemente sbucciate.

Pietro le si era avvicinato con uno sbuffo e aveva fatto specchiare i loro occhi, nei quali vi si poteva leggere tutto. Tutto.

-Anche se i tuoi dovessero fare quella cosa con la S., rimarremmo sempre amici-

-Non abiterei più qui-

-Esiste la posta, stupida Tina-

-Ma non potremmo più andare a cercare funghi-

Lui le aveva sorriso speranzoso ed aveva posato una mano sulla sua spalla.

-Tranquilla, rimarrò al tuo fianco. In qualche modo faremo-

-Si ma non troppo vicino, lo sai che odio le persone appiccicose-

 

 

Una settimana dopo, i genitori di Martina avevano firmato i fogli per la separazione davanti all'avvocato Luigi Mastrocchi, che quel giorno gli duoleva la sciatica tremendamente.

Due giorni dopo, Martina era partita insieme a sua madre per Ponte Risecchio, il paese dove abitavano i genitori della donna che non sorrideva mai.

Martina e Pietro non avrebbero più potuto cercare funghi insieme.

 

 

 

 

 

Note finali.

Non so da dove nasce questo prologo; sembra una frase fatta, lo so, ma è la verità.

Un pomeriggio apri Word e ti metti a scrivere due nomi, poi una scena a cui piano piano si aggiungono particolari, e alla fin ti ritrovi sdraiata sul letto senza riuscire a prendere sonno perché pensi cosa potrebbe succedere dopo.

Arrivati a quel punto, la storia ti ha già rapita e tu ti ritrovi a doverle dare vita su un foglio digitale.

Questa è una storia tra migliori amici, ma migliori amici come loro non si sono mai visti, a mio parere. Ma non sono io a dover giudicare!

Ho già qualche capitolo pronto ma per ora credo proprio che non aggiornerò e cercherò, innanzitutto, di finire l'altra mia storia romantica "La parete di plexiglass". Dopo, forse, mi potrò dedicare a questa e ad altre.

Spero che aspetterete il seguito ma soprattutto spero che questo breve prologo vi sia piaciuto ed abbia smosso la vostra curiosità.

Grazie in anticipo a chi darà anche solo uno sguardo.

Un bacio grande,

Giulia.

 

 

 

 

   
 
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