Finalmente
era arrivato.
L’atteso e tanto sospirato giorno di riposo. Ventiquattrore
lontano dalla
confusione della Shinsengumi, dalle pazzie di Kondo, dai tentativi di
omicidio
di Okita…. dal dannatissimo badminton di Yamazaki!! E
sopprattutto lontano da tutti
quei folli che ogni giorno osavano sfidare il braccio armato del Bakufu
e lui,
il demoniaco vicecomandante.
Ora
che poteva voleva
rilassarsi, così si diresse in un locale di poco conto, dove
era sicuro di non
fare spiacevoli incontri.
Aprì
la porta scorrevole e
si diresse al bancone. -Buongiorno.-
-Buongiorno!!-
salutò
allegro il barista che stava asciugando un paio di bicchieri con un
panno.
Riconobbe subito il viso del nuovo cliente, anche se non indossava
l’abituale
uniforme
-Ah,
vicecomandante Hijikata!
Niente lavoro oggi?-
-No,
è il mio giorno
libero.- alzò lo sguardo sul barman -Ma… tu sei
Hasegawa!-
-Mi ha arrestato una volta per sbaglio ma si ricorda
benissimo di me!?!
Sì, sono proprio io! Un amico mi ha affidato il suo locale
per un po’, visto
che aveva degli impegni fuori città e devo dire che me la
cavo alla grande!!-
rise pieno di sé.
-Sì,
sì, bene…- tirò corto
Hijikata -Portami qualcosa da bere.-
-Cosa
vuoi?-
Ci
pensò su per qualche
attimo -… qualcosa di forte, ma non troppo… mi
voglio rilassare oggi.-
-Capito!
Ho quello che fa
per te!- e subito gli versò un ottimo liquore in un
bicchierino di vetro che
poggiò davanti a lui.
-Grazie.-
dallo yukata
scuro che indossava prese un pacchetto di sigarette, ne mise una tra le
labbra
e avvicinò la fiamma dell’accendino.
-Ehi,
qui è vietato
fumare.-
Hijikata
guardò seccato
Hasegawa -… che!?-
-C’è
anche il cartello.-
lo informò indicando la parete alle sue spalle.
Contrariato
sbuffò e
ripose la sigaretta -Uff… che locale scadente.-
-Ti
fa bene startene un
po’ senza quella roba! Ne sei dipendente!!-
-Cosa!!??
Ripetilo se ne
hai il coraggio!!-
-Sei
sempre con una
sigaretta in mano.-
-Be’?!
Non si può fumare
adesso?? Che c’è di male…-
-Il
punto è che appena ne
spegni una ne accendi un’altra! Fossi in te mi darei una
calmata…-
-Sto
benissimo!! E poi mi
aiuta a mantenere la calma, cosa indispensabile nel mio lavoro. Non hai
idea
della gente con cui ho a che fare…-
Non
fece in tempo a
concludere la frase che la porta del locale si riaprì e
Gintoki si avvicinò al
bancone -Ehilà, Hasegawa! Ho saputo che hai un lavoro
adesso!-
-….
Appunto.-
-Ciao
Gintoki. Sì, come
vedi gestisco questo locale!-
-Buon
per te! Nh…?- solo
allora si accorse che Hijikata era seduto proprio accanto -E lui che ci
fa
qui?!-
-…
perché?-
-Perché
mi da fastidio!!-
inveì il tuttofare.
-Ehi!!
È il mio giorno
libero, non mi scocciare!!-
-Tsk,
tanto ho deciso di
ignorarti!- gli voltò le spalle incrociando le braccia al
petto -Ignorare te e
tutto ciò che ti riguarda!-
Hijikata
rimase senza
parole -… significa che non rispetterai più la
legge?-
-Non che prima lo facesse più di
tanto…- venne da pensare a Taizo
-Cercate di fare le persone mature, almeno qui.-
Di
tutta risposta il
vicecomandante bevve un sorso del liquore -Almeno
questo è buono…-
Gin
si fece
improvvisamente serio -Hasegawa, ho bisogno di un favore.-
-Ah,
ma certo… dimmi
pure!- acconsentì ben lieto di poter aiutare un amico.
Gin
cinse le mani a mo’ di
preghiera poggiandosi al ripiano del bancone e parlò con un
sorrisetto tirato
-Non è che potresti prestarmi qualcosina…?!-
Il
barman cominciava a
sudare freddo -Ehm…. Più o meno quanto ti
servirebbe?-
-Vedi…
il ventilatore si è
rotto e me ne servirebbe uno nuovo, solo che il fondo cassa non
è abbastanza.-
Sospirò
-E va bene… posso
darti questi per ora.- passò all’amico un mazzetto
di banconote dal basso, ma
sufficiente valore.
-Grazie
Hasegawa!!- tutto
felice il tuttofare si intascò i soldi. -Ti prometto che mi
rifarò… prima o
poi…-
Hijikata
era sempre più
allibito dalle parole di quel samurai. -… più Poi
che prima.-
Gin
lo guardò male -Farti
gli affari tuoi mai, eh!!??-
-…
be’ Gin, Hijikata non
ha tutti i torti sta volta.-
-Cooosa!!!???-
Gintoki era
indignato.
Il
vice sorseggiò un po’
di liquore con un sorrisetto soddisfatto e compiaciuto impresso in
volto.
-Ho
detto sta volta.-
-Ecco,
quindi non
prenderci gusto!!-
-Tu
impara a mantenere ciò
che prometti!!-
-Hasegawa,
spiegati
meglio! In che senso ha ragione lui?! Metti in dubbio la mia parola di
samurai?!- ormai l’aveva presa come un fatto personale.
Il
commento di Toshiro
arrivò sottovoce -Samurai? Tu? Il mondo si è
capovolto…-
-Se
non la finisci di fare
polemiche Gintoki, mi riprendo i soldi!!- intervenne Taizo.
-È
lui che si impiccia,
non servirgli più da bere!-
-Dico
solo ciò che è evidente!-
-Allora!!??
Ma mi date
retta??-
-Basta,
ho del lavoro da
fare! E poi ho lasciato lo scooter in doppia fila…- e come
se nulla fosse Gin
si avviò all’uscita.
Hijikata
scattò in piedi
al limite della sopportazione -Che cosa!!??? Sei incredibile!! Ti
multo, guarda
che lo faccio!!!!-
Di
tutta risposta Gin gli
rivolse un sorrisetto divertito -Non puoi, sei fuori servizio!- e se ne
andò.
Inerme
si risedette sullo
sgabello.
-È
davvero irritante
quando fa così…- commentò Taizo.
-Non
sono l’unico che lo
pensa allora!-
-Credo
che metà Edo lo
pensi…-
-Ah,
solo metà…?- senza
pensarci riprese il pacchetto di sigarette, ma quando stava per
accenderne una
si ricordò del divieto -Ecco… mi ha rovinato la
mattinata!!! Ora sono nervoso!!
Versamene un altro!!!- esclamò porgendo il bicchiere.
-Tieni.-
gli riempì il
bicchierino.
-Tu
sei un tipo a posto…
credevo fossi come quell’idiota.-
Taizo
alzò un sopracciglio
-Vuoi trovare un altro ventunenne che legge ancora i fumetti? Anzi, se
sarebbe
qui direbbe che non sono semplici fumetti.-
-…
perché, legge anche i
fumetti?! Ragazzi, è messo male…-
commentò bevendo un sorso -Come ha fatto a
diventare protagonista di questa serie?!-
-Secondo
me finito di
girare le puntate fa da schiavo all’autore.-
-Oppure
lo ricatta… è un
vero mistero.-
Dall’ingresso
del locale
si sentì l’allegra voce di Shinpachi -Salve
Hasegawa!!!-
-Oh no, eccone un altro! Però il
ragazzino è un po’ più
normale…-
pensò Hijikata mantenendo il controllo di sé.
Il
giovane Shimura
raggiunse il bancone. Indossava la divisa del fan club di Otsu, del
quale era
capitano.
-…. Ritiro tutto.-
-Ehi,
ehi Shinpachi!! Non
pretenderai che ospiti in questo bar una riunione del tuo fan club!?!-
-Come
hai fatto ad
indovinare!? E dai, ci serve un posto per festeggiare!-
-Andate
in piazza… c’è
molto più spazio.- tentò di convincerlo Hasegawa.
-Ma
ti pare!?! Il nostro è
un club serio, mica siamo dei barboni!!!-
-Ci siete vicini…-
Shinpachi
vide il
vicecomandante -Oh, buongiorno Hijikata!-
-No, mi ha visto!!
‘giorno…- rispose senza la minima enfasi nella
voce.
-Shinpachi,
il locale in
fondo alla strada organizza feste, andate lì!-
-…
è un Host Club.-
rispose secco il ragazzo.
-Quello
accanto cretino,
quello accanto!!!!-
-Ci
sono già stato!
Avanti, non facciamo casino, lo prometto! Sono tutti bravi ragazzi!-
Hijikata
si intromise
nella discussione -Non possono nemmeno bere, sono minorenni.-
Il
barman sospirò -Aaah… e
va bene, ma io non mi prendo responsabilità!!-
-Certo!
Grazie mille
Hasegawa! Non sei quell’inutile Madao che credevo! Ah, e
grazie anche a te
Hijikata!-
-Zitto.-
lo ammonì lui.
-Ma-madao…?!
Ancora con
questa storia!!??-
-Allora
a stasera! Ciao!!-
e più allegro di prima Shinpachi uscì dal locale
per informare i membri del suo
assurdo fan club.
Il
poliziotto prese tra le
dita il suo bicchiere, osservando il liquore trasparente che ondeggiava
ad ogni
movimento -Tranquillo, sarà come la festa di compleanno di
un sedicenne con i
suoi amichetti. Niente alcol, niente droghe, solo qualche dolce e
grida, tutto
qui. Scommetto che non ci saranno nemmeno delle ragazze. Non ci sono
mai alle
feste dei sedicenni.-
Hasegawa
lo guardò
allibito -…… scusa, ma tu come hai festeggiato i
tuoi sedici anni??-
-Nh…?
Cosa?- venne
riportato alla realtà, ma non riuscì a rispondere
che lo sguardo di Hasegawa
venne attirato da un nuovo cliente che aveva appena varcato la soglia.
-Eccone
un’altra…-
-Eh?
Chi?- il vice si
voltò vedendo la giovane samurai dai capelli rossi avanzare
a passo sicuro. La
riconosceva, era una passata allieva di Gintoki -Oh
no!! Ma è una persecuzione!-
-Ciao
Hasegawa! Come stai?
Come va il nuovo lavoro?- chiese lei con un sorriso.
-Tutto
a posto, Riku! Non
mi lamento. Serve qualcosa anche a te?-
-Ah,
no… volevo solo
sapere se avevi visto Gintoki.-
Hijikata
le tentava tutte
per rendersi invisibile, ma proprio quando la sua convinzione raggiunse
i
massimi livelli Riku lo fissò con un sogghigno -Ah-ah! Ti
hanno sbattuto fuori
alla fine!!-
-No
cretina!! È il mio
giorno libero!!-
-Comunque
Gin è venuto a chiedermi
dei soldi…- Taizo voleva mantenere il controllo della
situazione, almeno questa
volta.
-Eh?
E perché?- si stupì
Riku.
-Ha
detto che doveva
prendersi un ventilatore nuovo.-
Ci
fu un attimo di
silenzio -…… ma se funziona benissimo.-
Toshiro
si coprì il volto
con una mano, mentre ad Hasegawa ci mancò poco che gli
caddero gli occhiali da
sole dal naso -Mi sente appena lo trovo!!-
-Credo
che lo troverò
prima io. È la terza volta che usa la scusa del ventilatore
rotto per scroccare
dei soldi!-
-Perché
non mi stupisco…
scommetto che li ha spillati anche a te.-
Riku
si volse al
vicecomandante cercando di nascondere l’imbarazzo -U-una
volta sola!!!-
-Tsk…
allora sei proprio
una stupida se continui a stare dietro a uno così!- disse
con disprezzo.
-Che
vorresti dire!!!???-
la ragazza perse le staffe.
-…
delle volte si comporta
in modo davvero meschino.- aggiunse Hasegawa.
-Magari
gli servono per
qualcosa di utile…- tentò di dire la samurai.
-È
inutile che ti
arrampichi sugli specchi per difenderlo!-
-Non
lo sto difendendo!!!-
-So
già in cosa potrebbe
spenderli: alcol, Jump, latte alla fragola.- Taizo stilò una
bella lista.
-Ecco,
visto?! Tutto tempo
perso il tuo.-
-Ma
tappati la bocca
tossico cinico maniaco della maionese!!!!-
-Ehi!!
E io cosa c’entro adesso!!!???-
-Avanti
Riku, anche tu
pensi che spenda i soldi solo in cose inutili.-
l’apostrofò Taizo zittendola
dall’imbarazzo.
Hijikata
ebbe la brillante
idea di darle un consiglio -Se proprio vuoi perdere il tuo tempo con
lui vedi
di raddrizzarlo.-
Riku
lo guardò decisa,
come se avesse riacquistato la sua grinta -Hai ragione, Hijikata.
Sarà meglio
che cominci a fare pratica!!-
La
samurai se ne andò… ma
non prima di aver spaccato in testa al vicecomandante una bottiglia di
vetro,
per fortuna vuota.
Hasegawa
gli passò uno
straccio per riassettarsi -Sai, dovresti far venire un tuo collega in
servizio…
non può fargli che bene.-
-….
Già, ma queste me le
segno!! Aahia… mi domando perché quella mi
detesti così tanto!-
-Convinciti
che non è una
terrorista.-
-Mica
si cancellano così i
crimini!!!-
-E
allora arrestala! Non
dirmi che non ci riesci!-
-Certo
che sì! Ci ho già
provato! Una volta è finita in un duello e la volta dopo un
idiota su uno
scooter ha sfondato il muro della prigione. Ti lascio immaginare
chi…-
Sospirò
-Vuoi ancora da
bere?-
-Sì,
versa!-
La
squillante voce di
Kagura per poco non
fece rovesciare il
liquore tutto sul bancone -Aiutoooo!!-
-Non si può stare un attimo
tranquilli…-
Si
precipitò al bancone
-Aah, Hasegawa!! Gin aveva detto che eri qui!! Mi devi aiutare!-
-….
Anche io sto bene,
grazie per l’interessamento.- disse con sarcasmo.
-È
urgente!!-
-Avanti,
cosa c’è?-
-Sadaharu
qua fuori! Ha
bisogno di bagno!!-
Hijikata
rimase a bocca
aperta -Ma è un cane!!!!-
-Secondo
te io ho bagni
per cani qui!!??- sbraitò Taizo.
-Basta
bagno normale
Madao!!-
-Non
ci starà mai!! E
basta con questo Madao, mi sono stancato!-
-Ehi,
ragazzina… portarlo
in un parco, no eh?-
-Non
immischiarti
maionesomane! Questo posto più vicino!-
-Kagura,
va al parco.-
continuò Hasegawa.
-Aaah!
Tu essere senza
cuore, non aiuti amici in guai!! Addio!!!- si disperò
Kagura, poi con fare
teatrale si diresse verso l’uscita del locale.
All’ultimo si voltò e indicò il
barista -Che disgrazie di questo mondo ti capitino tutte oggi!!!- poi
indico
anche Hijikata -E anche a te!!!- e se ne andò sbattendo la
porta.
-Cosa
c’entro io!?!?-
Hasegawa,
rimasto basito,
si sistemò per bene gli occhiali sul naso -… e tu
cerchi ancora di capirli?-
-……
no. Me ne daresti
ancora?- porse di nuovo il bicchierino.
-Sì…-
Una
pacca sulla spalla del
poliziotto lo fece irrigidire di colpo -Ah, eccoti qua Hijikata!!-
salutò con
allegria Okita.
-Lascia
la bottiglia….-
Taizo
posò la bottiglia
sul bancone, incrociò le braccia al petto -Ma vi siete messi
tutti d’accordo
oggi?-
-Eh?
Tutti chi?- intanto
Okita si sedette accanto al collega.
-Lascia
stare. Piuttosto,
cosa vuoi Sogo? È il mio giorno libero e vorrei starmene un
po’ in pace!-
-Nulla….
Volevo solo
vedere dov’eri!- disse con un sorriso.
-Ma
ci provi gusto a torturarmi!!??!!-
poi si rispose da solo -Che lo chiedo a
fare… ovvio che si diverte, è un sadico!-
-Scusami
tanto, non volevo
disturbarti.- rimase qualche secondo a guardarlo, poi gli rivolse
un’espressione angelica -Non ti manco nemmeno un
po’?!-
-Affatto!!!!-
gli gridò
dietro.
-Uff,
va bene, va bene,
stai calmo però! Ehi barman, versa qualcosa anche a me!-
-Scusa
Okita, ma tu non
sei in servizio…?- gli fece notare Hasegawa.
-E
sopprattutto non sei
minorenne!!??- puntualizzò Toshiro.
-Ah…
è vero, avete ragione.-
-Non
dirlo con quella
superficialità!!-
-Aaah…
perché non vai a
svolgere il tuo lavoro, Okita?-
-Già…
ci sono molti
trasgressori oggi: parcheggio in doppia fila, maltrattamento di un
pubblico
ufficiale…-
-Il
solito!- annuì Sogo,
come se nulla fosse.
-Che
razza di poliziotto
sei!!??-
-Allora
vado! Buon riposo
Hijikata!- lo salutò con un sorriso e un’altra
pacca sulla spalla, poi uscì.
-Sì,
sparisci!!- sospirò
esausto.
-Chissà
chi sarà il
prossimo…- commentò Hasegawa tornato a pulire
piatti e bicchieri.
-Non
ne posso più di
questi svitati!-
-Buongiorno!-
entrò Otae
Shimura, con un dolce sorriso in volto. Si diresse al bancone.
-Qualcuno di normale, più o
meno… Buongiorno!- salutò cordiale
Taizo.
-Che
bello Hasegawa, hai
trovato un nuovo lavoro! Shinpachi mi ha detto tutto!-
-Sì,
non mi lamento.-
-Potresti
darmi un
bicchiere d’acqua?-
-Ma
certo, vuoi anche del
ghiaccio?-
-Questa è la donna che continua a
rifiutare Kondo…- Hijikata osservò
la ragazza seduta due sgabelli accanto a lui bere l’acqua
fresca. -Vista così non si direbbe
molto forte…-
-Ah,
mi ci voleva! È tutto
il giorno che sono in giro e fa parecchio caldo fuori.-
-Sì, una normale…-
pensò Hijikata.
-Tu
lavori con Kondo vero?
Sei della Shinsengumi! È strano vederti senza uniforme!-
-È
il mio giorno libero.-
spiegò lui.
-A
proposito di Kondo,
controlla che non sia sotto la tua sedia, non si sa mai.- disse
Hasegawa.
-Tranquillo,
l’ho seminato
due isolati fa!- rispose lei con un leggero movimento della mano.
-Non
ci credo, l’ha fatto
ancora…- Hijikata era esasperato -Mai visto un esponente
della legge compiere
un crimine così grave!- esclamò coprendosi il
volto con una mano.
-Non
importa, lo so tenere
a bada!- Otae finì di bere, pagò e se ne
andò salutando i due.
Hasegawa
e Hijikata
rimasero un attimo in silenzio a fissare l’entrata del
locale, tesi come le
corde di un violino.
-Incredibilie…-
-Questa
volta non è
successo nulla…-
Tirarono
un sospiro di
sollievo e tornarono alle proprie occupazioni, ma appena voltate le
spalle
all’ingesso la vetrata si frantumò in mille pezzi
e qualcosa si schiantò contro
la nuca di Hijikata, facendogli andare di traverso il liquore e per
poco non
sbatteva la fronte sul bancone -Uoooh!!! Che cavolo è
stato!!!!??- poi abbassò
lo sguardo e disteso a terra, vide il suo comandante apparentemente
privo di
sensi -Waaah!!!! Kondo!!!???-
-La
vetrata!!! Il mio
locale!!!- Hasegawa si mise le mani tra i capelli dalla disperazione.
In
strada, appena oltre il
vetro andato in frantumi stava Otae, maniche del kimono risvoltate in
alto ed era
in posa, come se avesse appena lanciato qualcosa -E smettila di
seguirmi,
maniaco!!!- gridò infuriata, poi si allontanò a
grandi passi.
Kondo
riprese in fretta
conoscenza e senza badare al casino che aveva creato uscì da
dove era entrato,
camminando sta volta, all’inseguimento silenzioso della
ragazza.
Hijikata
rimase in piedi
aggrappato al bancone senza riuscire a dire o fare qualcosa
-…………- una goccia
di sudore gli scese sullo zigomo.
Hasegawa
spazzò il
pavimento dai pezzi di vetro, mentre Hijikata cercava di rilassarsi
finalmente
-Lo
fanno apposta, lo
fanno apposta… lo so, lo fanno apposta!-
-Uff…
devo sistemare
questo sfacelo prima che torni il mio amico, o mi gioco il posto.
Tranquillo
vicecomandante, i pazzi della serie dovrebbero essere finiti!- disse
riponendo
la scopa in un angolo
-Me
lo auguro… o sarò io
ad uscire pazzo.- mise tra le labbra una sigaretta, ricordandosi solo
dopo il
divieto -Dannazione…-
La
porta si spalancò per
l’ennesima volta e ne entrò Gintoki, agitato e
ansante.
-Ancora
tu!!!??- lo assalì
Hijikata.
Gin
non gli badò -Hasegawa
mi devi nascondere!!!- disse prendendolo per le spalle.
-Te
lo scordi.- si limitò.
-Ti
prego!!!-
-Ehi,
Sakata… ti cercava
la terrorista prima…-
-Lo
so! Mi ha trovato!!-
-Se
vuoi che ti aiuti restituiscimi
i soldi prima.-
-…
mi servono.-
-E
per cosa, sentiamo.-
Hasegawa riprese a spazzare come se nulla fosse.
-A-al
momento non te lo
posso dire, ma sappi che mi servono!-
-Per
un cervello nuovo,
magari? Sarebbe un buon investimento.-
-Ti
fai i fatti tuoi!!??
Ehi, ma sei ancora qui?! Non hai proprio nulla da fare nella vita? Che
uomo
triste.-
-Senti
chi parla!!!!-
-Mi
dispiace Gin, niente
soldi, niente nascondiglio.-
-Ti
prego non puoi farmi
questo!! Siamo amici noi due!!- era sempre più agitato e
sudava freddo.
-Lo
sto facendo invece…-
Gintoki
si volse a
Hijikata -Mi nascondi tu?-
-Piuttosto
mi suicido!!!!-
-Grrr…
maledizione! E va
bene, tieniteli!!- restituì tutti i soldi ad Hasegawa, che
finalmente cedette
al suo tono disperato.
-Vieni.-
con un sospiro lo
accompagnò oltre il bancone. -Dovresti assumerti le tue
responsabilità!-
-So-solo
per questa
volta…!!- guardò Hijikata -Guai a te se parli!!-
Alzò
un sopracciglio
-Altrimenti?-
Gin
passò il pollice sulla
gola, intimando una brutale morte al poliziotto.
-…
mamma mia, che paura.-
ma Hijikata non era per nulla spaventato.
-Resta
qui dentro!-
Hasegawa aprì il ripostiglio e spinse dentro Gin chiudendo
la porta.
-Quasi quasi spiffero tutto…-
Riku
entrò come una furia
nel locale -Dov’è??!!-
Toshiro
sospirò -Come
previsto….-
-Ehm…
chi stai cercando?-
Hasegawa finse di essere all’oscuro di tutto.
-Gin,
ovvio! L’ho visto
venire da questa parte, ne sono sicura!!-
-Nel ripostiglio… nel ripostiglio!!-
-Qui…
non c’è. Non so che
dirti Riku.- continuò Hasegawa.
La
samurai spostò rapida
lo sguardo tagliente sul vicecomandante -Tu non hai visto nulla?!-
Di
tutta risposta lui alzò
le spalle -Ma perché proteggo quel
verme?! Chi me lo fa fare!!??-
Riku
si sedette accanto a
Hijikata, infilzando la lama della sua katana nel pavimento di legno
-Voi due
siete molto simili… tu dove ti nasconderesti?!-
-Non
siamo simili!!
Affatto!!!- negò Toshiro.
-Sì
invece e molto anche!
Avete interessi diversi ma manifestate le passioni allo stesso modo!!-
-Coooosaa!!!???-
esclamò
indignato -Mi stai paragonando a quello lì!!??-
-Se
lo detesti tanto
allora dimmi dov’è!!-
-Non
scendo a patti con
una terrorista!!-
-Mi
gioco il locale, me lo
sento… mi gioco il locale…- Hasegawa era perso
nei suoi drammi.
Riku
avvicinò il viso a
quello del poliziotto -Non puoi mentirmi Hijikata.-
-…
perché no?-
-Perché
so Cosa e Come
pensi!-
-Questa è fuori di testa!!
Tsk… ma che frega a me?! Se le dico dove si
nasconde Sakata finiranno con il fare a botte e magari è la
volta buona che
capisce come deve comportarsi… ma sì, le dico che
è nel…-
Non
riuscì ad aprire
bocca, Riku lo precedette volgendo lo sguardo oltre il bancone e oltre
Hasegawa
-Nel ripostiglio!!!-
-Ma
come ha fatto!!??!!-
Hijikata ci rimase malissimo.
-Lo
stavi fissando…- disse
Hasegawa.
-…ah.
Non me ne sono
accorto.-
La
samurai scavalcò con un
abile salto il bancone e si porto di fronte al ripostiglio,
impugnò con una
mano la katana e con l’altra la maniglia, spalancando la
porta -Ti ho trova…!!
Eh?- la stanzetta era vuota.
-Be’…?!
Non c’è?- chiese il
barista.
-No……-
-Questo sì che è strano.-
-Come
cavolo ha fatto…?!-
si domandò Taizo.
-Ma…
ero sicura che fosse
qui!-
-Fidati,
terrorista, era
lì. Quel tizio non finirà mai di stupirmi.-
-Mha!-
Hasegawa fece due
passi, ma inciampò in qualcosa e fini di schiena sul bancone
-Aah! Ma cosa…?!-
Riku
si chinò a
controllare: Gintoki era rannicchiato lì sotto. Rivolse
all’uomo un sorrisetto
sadico
-Buongiorno!!-
-….
Oh cavolo!-
-Esci
da lì, verme!!!-
aggredì Gintoki con un fendente che abilmente
evitò scivolando di lato e
alzandosi per scappare.
Oltrepassò
il bancone
correndo verso l’uscita come un pazzo -Via! Via!
Ehi… perché corro, ma non mi
muovo…?-
-Prova
a voltarti…- gli
disse Hijikata.
Si
voltò e vide il
vicecomandante che lo tratteneva cn una mano per il kimono.
-… Cosa?!
Bastardo!!-
-Yaaah!!!-
con un poderoso
balzo Riku si lanciò dal bancone per piombare su Gin, ma
questi diede un calcio
a Toshiro, liberandosi dalla presa, e correndo verso l’uscita.
-Dannato!!
Vuoi morire!?!-
Hijikata scattò in piedi pronto alla rissa.
La
samurai lo fermò
posandogli davanti la katana -No. Lui è mio.- seria come non
mai fissava Gin,
che intanto era inciampato da solo e ricambiava lo sguardo terrorizzato.
-No,
ferma!! Non
ucciderlo!! Deve saldare tutti i debiti prima di morire!!-
gridò Hasegawa.
-Tranquillo,
Madao. Lo
faccio solo soffrire.-
-Sei
impazzita!!??- le
urlò Gin -T-ti sei s-scordata t-tutto quello c-c-che io ho
f-f-fatto p-per
te!!??- riuscì ad alzarsi andando con le spalle al muro.
-È
finito.- commentò
Hijikata; la faccenda non lo toccava minimamente.
-A-aspetta…!!
N-non
ric-c-cordi chi sono…?!- tentò di dire -M-mi
chiamavano D-demone B-bianco!-
-Non
muoverti Gintoki!!!-
la ragazza si fiondò su di lui.
-Waaah!!!-
rapidamente
sgusciò via uscendo dalla vetrina distrutta.
-Torna
qui!!! Affrontami
da uomo!!!- così gridando Riku lo inseguì in
strada.
Hijikata
aveva osservato
tutta la scena sconcertato -……… quei
due sono proprio fusi.-
-Almeno
ora lasceranno in
pace questo posto!!!- Taizo non ce la faceva più.
-E
me.- si risedette,
prese una sigaretta, l’accese e tirò una profonda
boccata di fumo.
-Ehi,
ti sei scordato che
qui non si può fumare!?-
Hijikata
si rivolse al
barman infuriato, con i nervi a fior d pelle -Non me ne frega niente!!!-