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Autore: Rin7    23/01/2012    1 recensioni
"Un vecchio Cherokee narrò al suo nipotino la storia della battaglia che si perpetua all’interno delle persone.
Disse: “Figlio mio, la battaglia è tra i due lupi che vivono all’interno di tutti noi.
Uno è cattivo. È rabbia, invidia, gelosia, dolore, rammarico, avidità, arroganza, autocommiserazione, colpa, risentimento, inferiorità, menzogna, falso orgoglio, superiorità e ego.
L’altro è buono. È gioia, pace, amore, speranza, serenità, umiltà, gentilezza, benevolenza, empatia, generosità, verità, compassione e fede.”
Il nipotino restò a pensarci per un minuto e poi chiese al nonno: “Quale lupo vincerà?”
Il vecchio Cherokee rispose semplicemente: “ Quello che alimenti.”
Usando questa citazione trovata su Internet voglio raccontare la storia di una guerra in cui una ragazza(Angel Black) è in bilico tra la luce e l'oscurità, tra il bene e il male, tra la sua razza e i suoi compagni.
Genere: Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Luogo: Düsseldorf, Renania Settentrionale-Vestfalia

 

La grandine scendeva pesantemente, quel giorno, come del resto negli ultimi tre.
Era da poco passata la mezzanotte e nell’aria vi era un odore pungente.
Tutto intorno il silenzio, anzi per meglio dire vi era solo il ticchettare dei chicchi di grandine che cadevano sulle finestre e sui tetti.
La città sembrava un luogo lugubre, come un cimitero. Le vie erano cosparse di neve ma era presente anche una strana polvere grigiastra, che a contatto con la neve si trasformava in una specie di fanghiglia. Il tamburellare ritmico che si era venuto a creare con la grandine fu interrotto da un urlo di un bambino.
Durò pochi secondi, ma sembrò un’eternità. Proveniva da una delle piccole vie dal nord della città.
Era un ragazzino, non sembrava avesse più di 8 anni, i suoi capelli sporchi erano di un colore biondo cenere, la sua fronte era imperlata di sudore e le sue guance, rosse per il freddo, erano rigate da lacrime. Indossava dei vestiti pesanti, ormai umidi per il maltempo, e intorno al collo aveva una sciarpa marrone, i suoi pantaloni erano strappati a livello delle ginocchia, probabilmente era caduto. Sembrava stesse correndo da molto. Una strana figura si erse improvvisamente davanti a lui. Sembrava una specie di giullare, aveva una sorta di capellino a forma di corona alle cui punte c’erano dei campanelli, i suoi vestiti erano a righe viola e verdi, ma la sua dentatura era davvero raccapricciante. I denti erano affilati a formare un ghigno, e sporchi di rosso: era sangue.
Il bambino singhiozzando ripeté: “Please!… tu …sigh… mir niicht weh”.
Please! tu mir niicht weh. Ti prego!Non farmi del male - diceva il piccolo in tedesco mentre la creatura alzando la sua mano artigliata era pronto a colpirlo.
La grandine si era trasformata ormai in fiocchi di neve che vorticavano nel vento freddo.
“Questo giochetto e diventato noioso. Facciamola finita così scomparso tu, questo villaggio sarà deserto e potrò passare ad un altro, e poi ad un altro ancora finché non mi sarò evoluto. Ihihihih. Ora basta parlare, Ihihihih, muori!”. Stava per colpirlo, quando una figura incappucciata coperta da una mantella nera comparve dietro il bambino, poggiò la sua mano su di lui e una voce femminile disse: “ruhig gelegen. Alles wird gut” (tranquillo. Andrà tutto bene)
La creatura sembrò stupita in un primo tempo, ma non sembrò intimidita, poi iniziò a parlare: “E tu chi diavolo se…” ma non riuscì a finire la frase che si udì un boato.
La ragazza aveva estratto da sotto la mantella una pistola e gli aveva sparato in mezzo alla fronte. Il bossolo della pistola cadde sulla neve fresca insieme al corpo inerme della creatura; ma non appena il bossolo cadde questi scomparve. La creatura giaceva al suolo inerme.
Il bambino si girò verso la ragazza e gli cinse la vite in forte abbraccio, poco dopo l’abbraccio fu sciolto,il piccolo tentò di sollevare il suo viso per vedere in faccia la sua salvatrice, ma non ci riuscì, la sua vista si appannò e cadde a terra. La ragazza riuscì ad afferrarlo prima che toccasse terra,e ormai inginocchiata gli scostò una ciocca di capelli e gli tocco la fronte, era calda, il suo viso era davvero stanco e in una smorfia di sofferenza e riusciva a respirare a fatica, aveva la febbre.
La ragazza si tolse la mantella e coprì il bambino, lo prese in braccio e iniziò a incamminarsi. Continuò a camminare, e a camminare man mano l’asfalto e le case della città iniziarono a diventare sempre più rade finché non scomparvero del tutto fino ad essere sostituite dalla neve che si era venuta a formare durante gli ultimi giorni. Alla fine arrivò in un vecchia baita.
La ragazza salì i 3 gradini che precedevano il porticato. Arrivata davanti la porta la scostò con una spalla cercando di fare il minimo rumore. Dentro faceva caldo e il tremolio della fiamma di un caminetto sfarfallò per un po’ finché, una figura che comparve da dietro la ragazza non chiuse la porta.
“Non dovevi muoverti con le ferite. Mi spieghi perché sei uscita con questo tempaccio?” disse un ragazzo giovane con un uniforme nera e argentata.
“Sono andata a prendere qualcosa” disse la ragazza poggiando il bambino sul divano davanti al camino.
Il ragazzo si avvicinò e disse: ”Capisco. Comunque ora vatti a sdraiare così ti do un occhiata.” lo sguardo della ragazza incrociò quello del ragazzo, il giovane fissando gli occhi eterocromi della ragazza, sospirò e disse: ” d’accordo Angel prima lui e poi tu.”.
“Grazie, Neith” rispose la ragazza.
“Sappi però che Lein sarà di cattivo umore se scopre che sei uscita quando ti aveva ordinato di stare a riposare e a guarire.”continuò Neith.
Angel si sfilò gli stivali neri e replicò senza voltarsi:
 “Sì, lo so. "Ora vado a farmi un bagno.” e mentre iniziava a incamminarsi su per le scale situate alla sinistra da dove era il camino con un gesto della mano lo salutò e continuò “mi ricuci più tardi”.


NOTE : LE FRASI IN LINGUA STRANIERA SONO STATE TRADOTTE CON IL TRADUTTORE DI GOOGLE.

 
  
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