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Autore: Memole87    05/09/2006    6 recensioni
"Stava lì da 67 giorni. Eppure ogni giorno si stupiva. Era ancora tutto da conoscere. Solo il rumore dell'altro inquilino lo risvegliò dai suoi pensieri. Si rimise a sedere nel letto. Si sdraiò e aspettò l'arrivo del mattino e della colazione." Ispirato al telefilm di italia uno "Prison Break". Ho dato però la mia personale sfumatura, e ho usato i personaggi di DB..cosa ne sarà mai uscito?!?!Ringrazio i lettori e chi mi lascerà un commento ^^
Genere: Romantico, Drammatico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Goku, Vegeta
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Cap I : Vita dura

Cap I : Vita dura

 

Un ronzio fastidioso iniziò a turbargli la mente. Un rumore che proprio non accennava a smettere. Era tanto fastidioso quanto familiare.

Aprì gli occhi. Buio come al solito, impiegò alcuni secondi per abituare le pupille al buio e iniziare a vedere qualcosa. Il ronzio alla fine fu identificato.

Il tizio sopra di lui russava. Si esprimeva russando.

Si mise a sedere.

"Ouch!" la testa cespugliosa sbattè contro il bordo del letto superiore.

Spesso dimenticava di dormire in un letto a castello. Si alzò e andò verso il piccolo lavabo incassato nel muro. L'acqua era gelida.  Sapeva di non essere in hotel, però a volte erano trattati come bestie. Si tocco il volto, cercando di capire come fosse la sua fisionomia. Gli specchi erano inesistenti. Pericolosi. Toccandosi sotto gli occhi sentì due profondi scavi. Dovevano essere occhiaie spaventose. Girò il volto verso il muro e vide i punti, i suoi punti. 1,2,3,6,8,15,25,39,47,56,67. Stava lì da 67 giorni. Eppure ogni giorno si stupiva. Era ancora tutto da conoscere. Solo il rumore dell'altro inquilino lo risvegliò dai suoi pensieri. Si rimise a sedere nel letto. Si sdraiò e aspettò l'arrivo del mattino e della colazione.

 

 

***

 

"Buongiorno bel ragazzo!" un bacio schioccò sonoro sulla fronte.

"Humpf!...Buongiorno..." una voce un pò scocciata rispose.

La donna si alzò dal letto mezzo nuda, diretta al bagno. L'uomo, suo compagno si rigirò nel letto. Gli sembrava ancora incandescente dalla notte trascorsa. Era molto pensieroso da due mesi a questa parte.

La donna tornò dal bagno e disse "Ehi caro, perchè non andiamo a fare colazione insieme?" L'uomo la rispose solo con un'occhiata storta.

"Oh mamma mia a quanto pare sei più acido del solito!"

"Ehi donna, prendi le tue cose e lasciami solo!" la voce dell'uomo risultava burbera e severa. La donna doveva obbedire. Sarebbe stato  meglio per lei!

"Uff che noioso!Mi tratti sempre da prostituta!Eppure siamo già tre mesi insieme!Sei preoccupato per tuo fratello?"

"Non sono cose che ti riguardano Meredith!E ora levati dalle balle!" ribattè l'uomo con una vena pulsante accentuata sul collo." Fuori!".

"Va bene stronzo! Ma con me hai chiuso - la voce di Meridith era acuta e stridula- e sai che ti dico? Non sei neanche in grado di farmi divertire!E i tuoi tatuaggi mi fanno schifo!"

Detto questo la donna raccolse i suoi vestiti e si avviò all'uscita dall'appartamento. Sapeva di essere bella e seducente. Credeva che sarebbe tornato da lei prima o poi. Si ravvivò i folti capelli rossi e se ne andò.

L'uomo si vestì, si fece un caffè nero, senza zucchero come piaceva a lui, e si diresse verso la porta già violata in precedenza dalla strega rossa.

Il giorno sarebbe stato molto importante e intenso. Doveva raggiungere il suo obiettivo. Doveva farcela a tutti i costi. Aveva calcolato ogni minimo dettaglio e ogni minima variabile.

 

 

***

 

"Colazione, colazione! Giù dalle brande scansafatiche!".

Tutti i giorni la solita solfa. Ormai era abituato. Quel suono era la sveglia per tutti.

Si avvicinò alla grata solo quando sentì il rumore stridulo del carrellino "portatutto". Porse la sua tazza, venne subito riempita da un liquido beige.

"Questo è il latte?" chiese stupito l'uomo.

"Si bello, che ti aspettavi, the e pasticcini?!" rispose l'addetto alla colazione.

A malincuore, presa la sua razione l'uomo tornò alla sua branda consumando il suo esiguo pasto.

"Ehi Goku ti va di allenarci un po' durante l'ora d'aria?"chiese gentilmente il compagno di cella.

"Mah Crilin, non so, oggi mi gira male...non ho dormito molto." la voce di Goku era un pò stanca.

"uhm capisco...ho fatto il concerto eh?" chiese imbarazzato.

"VAbbè anche il russare è un arte!"poi, leggendo un po' di scontento negli occhi dell'amico aggiunse: "ok amico vada per l'allenamento".

Crilin sorrise accarezzandosi la testa rasata.

Dopo aver accontentato l'amico Goku si distese nella branda, cercando di recuperare un pò di sonno perso.

Solo dei passi familiari lo distolsero dai suoi pensieri.

"Ehi assassino non sei ancora morto nel sonno?" chiese un uomo alto e magro con un colorito vicino al verde che contrastava il blu scuro della divisa.

"Stai zitto Junior! Io sono innocente. Che vuoi da me?"la voce di Goku era ferma e salda.

"Ricorda assassino...io sono una guardia, e tu un lurido assassino...sono io che faccio le domande. Stai attento che ti tengo d'occhio".

"Ma certo-rispose Goku- stai solo attento a non diventare strabico".

"Stupido -gignò Junior- fra mezz'ora hai un colloquio con il vice direttore. Ha una cosa interessante da farti presente." concluse la guardia andandosene.

Crilin aveva ascoltato il colloquio e guardando il compagno di cella disse con sospetto: "Mmm non promette nulla di buono!"

"Già -rispose Goku pensieroso- ne sono consapevole".

 

 

***

 

Il telefono squillò per parecchi secondi prima che la segretaria potesse rispondere.

"Pronto, qui è la segreteria con chi desidera parlare?"

"Salve, vorrei parlare con il presidente -parlò una voce maschile all'altro capo del telefono- è urgente"

"Mi dispiace ma ho avuto ordine di non passare nessuna telefonata". ribadì la segretaria.

"Ah allora se le dicessi 301087?"la voce dell'uomo era spavalda.

"Bene, le sto inoltrando la chiamata, sarete in contatto fra 5 secondi. Grazie e arrivederci." La segretaria mise la cornetta al suo posto. Iniziò a giocherellare con la matita. Lei non sapeva cosa fosse quel codice, ma aveva ricevuto ordini chiari. E ostentatamente li seguiva. Era pagata per questo. Se le cose sarebbero precipitate, nel suo contratto era inclusa una clausola anti-guai.

"Prrronto?"la voce aveva uno strano accento, soprattutto sulla "r".

"Salve direttore!Qua è Jack."

"Oh allorrra la mia segrrretarrria non è pagata perrr niente!!- rise- hai novità?"

"Ohh certo capo, il nostro servizio "spavantapasseri" ha funzionato, è completamente solo e senza difesa."

Una risata scosse il telefono, e tutto il corpo del direttore nella poltrona di pelle. Lo stesso Jack ne rimase assordato, spostando la cornetta lontano dall'orecchio.

"Sei un simpaticone Jack. Puoi starrre trrranquillo. Il tuo panfilo sarà orrrmeggiato al molo 12. E' la tua rrricompensa.Orrrmai ci manca solo il colpo di grrrazia."

"Beh direttore, tenga in fresco il suo Champagne migliore...ci sarà da divertirci!"

"Bene orra devo chiuderrre, è durrra mandarrre avanti una fabbrrrica tutto da solo. Buona giorrrnata". Detto questo non aspetto neppure risposta che chiuse il telefono.

  
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