Note iniziali:
Finalmente ci siamo.
Ormai è da tempo che ho in mente questa storia e un pò per
aspettare la fine dell’estate e un pò per aspettare il mio cambio di nick è
stata sempre rimandata la sua pubblicazione; ma l’importante ora è che siamo
qui.
Questa è la mia personale visione di come James e Lily si sono
potuti innamorare (e non solo), di come l’hanno presa gli altri malandrini con
uno sfondo alternato al terrore di Voi-Sapete-Chi. Tutto impastato con la mia
fantasia da adolescente perdutamente romantica. Ma non voglio dirvi altro.
Spero che vi divertirete a leggerla come mi sono divertita io a scriverla, e
magari anche qualcosa di più.
Mille e una
notte più una
-Prologo-
Per
qualcuno potrà sembrare strano.
Per
qualcun altro una cosa da me.
Gli
altri invece si limiteranno a volgermi un occhiata e a chiedersi quando finirà.
Sapete,
anche io me lo chiedo e molto spesso, più dei punti che ho fatto perdere alla
mia casa in sei anni o i Troll che ho collezionato in Storia della Magia; e vi
assicuro che non sono pochi, in entrambi i casi.
“Felpato
che ci fai qui?”
Lo
guardo sorpreso notando nei suoi occhi qualcosa di più di un semplice bisogno
di salutarmi, ed è inutile nascondere quanto questo possa farmi piacere.
“Cos’è,
c’è forse un divieto per aspettare qualcuno?”
Io
gli sorrido stando al suo gioco e prima di rispondere poso la valigia per
terra, per poi passarmi la mano nei capelli e poggiarla sui fianchi, e il solito sorriso spontaneo nel vedere quel mio gesto si
dipinge sul suo volto.
“E
chi è così coraggioso da farti aspettare?”, lo guardo negli occhi per poi
spostarmi sulla sua guancia, un piccolo graffio ha
lasciato il segno sulla sua pelle olivastra, un segno per ricordarmi cosa è
stato. Chiudo gli occhi e poi li riapro cercando di dimenticare. “Mi dispiace.”
Le
parole mi escono naturali, il passaggio da cervello-bocca non c’è stato, ma ha
deviato direttamente dal cuore. Perché l’ho sentita tutta quella piccola
parola, ogni singola sillaba che ha scandito il mio vero rimorso, e anche il
mio orgoglio, che da andarne orgogliosi non c’è più niente.
“Anche
a me.”
Non
saprei dire chi ha abbracciato prima chi, perché sento Sirius, il mio migliore
amico, per la prima volta dopo tanto tempo vicino a me. Non mi importa delle
persone che ci guardano strane, anche perchè se tutti ora sanno come è finito,
nessuno sa come è iniziato; nessuno sa cosa è successo quella notte a cavallo
tra il 31 ottobre e il 1 novembre. Sirius mi guarda indovinando i miei pensieri
e mentre cerco di reprimere a forza le lacrime, noto in lui la stessa
debolezza; poi fa due passi indietro inclinando la testa.
“Ahia!”
Sirius
mi ha appena dato un cazzotto in pancia, facendomi piegare per terra; sento le
lacrime che tornano indietro e soffoco un gemito.
“Ma
che sei scemo?”
“Mi
devi un favore.”
Certo
ora lui mi pesta a sangue e io gli devo anche un favore.
“Non
voglio che gli altri pensino che tu ti sia rammollito vedendoti piangere.
Abbiamo una fama da mantenere; e poi volevo lasciarti un ricordo di quanto tu
sia stupido.”
“Oh
grazie Sirius per il tuo bellissimo pensiero, la prossima volta però prendimi a
bastonate così sarai sicuro che dopo non potrò rialzarmi per ucciderti.”
“So
che non lo farai.”
“Non
potrei mai uccidere un fratello.”
Questa
frase fa zittire di colpo Sirius che mi guarda sorridente, non so come farò
questi mesi senza di lui.
“Vuoi
che ti dia uno schiaffo? Non vorrai rovinarti la reputazione”, e poi
ricordandomi dell’ offesa precedente. “E poi scusa stupido a chi?”
“Non
è venuta?”
Sento
gelare il sangue nelle vene, mentre sento la pelle d’oca che mi sale fin sopra
alla schiena… e il cuore battere.
“No.”
“Visto
sei uno stupido.”
“Grazie
sei gentile.”
“Non
c’è di che.”
Sapendo
entrambi che è ora, prendo la valigia da terra e guardo verso il cancello, lui
non è ancora arrivato; ci guardiamo non sapendo cosa fare. Sarà difficile
passare un’estate senza di Sirius, e anche senza gli altri. Remus con i suoi
consigli e le sue nottate e Minus che con la sua coda fra le zampe è riuscito a
diventare qualcuno con noi, e lei. Ma di lei non ho bisogno di dire perché,
sono le solite cose che accadono senza un motivo ben preciso.
“Ah
eccola.”
“Chi?”
“La
persona che stavo aspettando.”
“Ah
giust… SCUSA MA PERCHè NON ER…”
E
mentre mi giro le parole mi muoiono in bocca.
Note di fine capitolo:
Se avete tutte le idee contorte, se vi state chiedendo chi, dove e
perché, se lo avete riletto più volte, ma non siete risciuti lo stesso a
capirlo e avete un grosso punto di domanda… bhè è normale. Questo è l’effetto
che volevo produrre e se invece avete le idee chiare, bhè complimenti.
Ora passiamo ai ringraziamenti (già inizia a ringraziare
questa? N.d.tutti) (Bhè sì qualche problema? N.d.a.):
-A colei che si sta leggendo in anteprima i miei capitoli, colei
che sopporta i miei punti di troppo e la mia mancanza di punti e virgola, colei
che sta colmando le mie voragini in materia ‘potteriana’ e tanti piccole cose.
Un grazie speciale alla mia beta-reader Angelina J.
-Alle ragazze del forum di EFP, che non scrivo per paura di
dimenticarne qualcuna (tanto loro sanno chi sono) che mi hanno aiutato
tantissimo un po’ di tempo fa e hanno risposto a tutte le mie domande così
scontate, ma che per me erano così importanti.
-A chi mi ha seguito e a chi comincerà a farlo da adesso.