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Autore: londra555    24/01/2012    7 recensioni
Universo parallelo. Questa volta Santana non ha problemi ad accettarsi. Cosa succede se chi si nasconde è Brittany?
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Kurt Hummel, Santana Lopez
Note: AUOOC | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 13
Santana si svegliò sentendo qualcosa che le solleticava il volto, si stiracchiò appena senza però trovare la forza di aprire gli occhi. Sentì il suono di una risata e si bloccò. Aprì lentamente un occhio e vide un volto sorridente che la fissava a poca distanza. Aprì anche l'altro e ricevette un bacio sul naso.
-Sei adorabile quando ti svegli!
-Brittany? Cosa ci fai qui?
-Veramente questa è la mia stanza!
-Oddio è vero! Mi dispiace!
Santana cercò di tirarsi su di scatto ma si accorse che le braccia dell'altra la stringevano fermamente.
-Dove vai? Insomma è sabato ed è presto!
Si voltò incrociando degli splendidi occhi azzurri che le sorridevano. Si rilassò appena mentre Brittany riprendeva ad accarezzarle il volto.
-Sei sveglia da molto?
-Abbastanza.
-Cosa facevi?
-Ti guardavo.
Santana sentì il cuore che accelerava nel petto, aprì un paio di volte la bocca per cercare di rispondere qualcosa di sensato, senza riuscirci. Sentì Brittany che ridacchiava e si sentì arrossire.
-San, credo che stai per avere un infarto!
La ragazza le rivolse un occhiata imbarazzata e si strinse di più nascondendo il volto in quel collo candido mormorando qualcosa di incomprensibile. Si addormentarono di nuovo.


Santana stava tornando al campus quella stessa sera. Era stato un sabato perfetto, non solo per il risveglio. Anche la natura si era dimostrata particolarmente benevola regalando una perfetta giornata di sole, un eccezione in quella stagione. E, anche adesso che il sole era tramontato, c'era una temperatura piacevole. Non era riuscita a togliersi quel sorriso che l'accompagnava dal risveglio e ringraziava per non aver visto Kurt e le sue domande. Domande che non avevano una risposta nemmeno per lei. Si, non poteva fare a meno di pensare che, forse, Brittany provava qualcosa per lei. Ma non avevano parlato per niente. Si rifiutava di forzare la situazione e rovinare quei pochi momenti che sembravano così perfetti. Svoltò l'angolo, ormai distava solo un centinaio di metri dall'ingresso dei dormitori. Sorrise ancora di più al pensiero che Brittany era libera quella sera e l'avrebbero potuta passare insieme. Ma, più si avvicinava all'ingresso più il sorriso spariva. C'era una figura stranamente familiare seduta in una panchina. E stava chiaramente guardando lei. Ma, soprattutto non sarebbe dovuta essere li. Rallentò il passo cercando di calmarsi, il fatto che la stava guardando non significava niente. Decise di far finta di non averlo visto e gli passò al lato cercando di mantenersi il più lontano possibile.
-Santana!
La voce suonava allegra e amichevole, non poté fare altro che voltarsi lentamente verso la sua direzione e mettere su una finta espressione stupita.
-Josh? Ma sei proprio tu? Non ti avevo riconosciuto!
-Incredibile!
-Stai aspettando Brittany immagino!
-Veramente lei non sa che sono qui!
Santana cercò di mantenersi tranquilla mentre cercava di assimilare quell'informazione.
-Le vuoi fare una sorpresa?
Il ragazzo sorrise e scosse la testa.
-No, credo che sia molto stanca. Non sarebbe una bella sorpresa. Senti è una vita che non ci vediamo! Posso offrirti una birra?
Santana lo guardò attentamente, manteneva un sorriso radioso sul volto, non sembrava nervoso o teso. Era incredibilmente amichevole.
-Non credo sia una buona idea. Insomma ho un impegno.
-Andiamo San, in ricordo del liceo. Fammi compagnia.
La ragazza annuì lentamente e vide il sorriso nel viso di Josh che si allargava. Si diressero verso l'uscita del campus mentre parlavano del più e del meno come vecchi amici che non si vedono da anni e si raccontano le proprie vite. Si fermarono in un locale tranquillo con tavoli in legno che a quell'ora era mezzo deserto ma che sembrava accogliente.
-Allora cosa ti ordino? - le chiese gentilmente.
-Non so, una birra?
-Io credo che mi farò fare compagnia dal vecchio Jack!
-Daniel's?
-Conosci forse altri Jack?
-Va bene! Ti faccio compagnia anche io allora.
Lo vide sorridere e fare un gesto di assenso mentre si allontanava per andare al bancone e ordinare, Santana scosse la testa. Era decisamente presto per bere whisky ma quella serata era troppo surreale e decise che era il caso di assecondarla. Si pentì subito quando lo vide tornare con due bicchieri vuoti e un intera bottiglia piena.
-Eccomi San.
-Quella è una bottiglia intera?
Lui inarcò le sopracciglia sollevando le spalle come a indicare che fosse ovvio. Santana si ricordò di un vecchio episodio del liceo e scoppiò a ridere. Josh la guardò con curiosità mentre versava il liquido ambrato nei bicchieri.
-Cosa ti fa ridere?
-Mi sono ricordata la prima volta che sono uscita con Kurt. In realtà la prima volta siamo andati a bere un caffè dopo le lezioni e lui continuava a farmi domande e io a evitare di rispondere. Ma la notte stessa mi sono presentata a casa sua con una bottiglia e gli ho detto che avrei risposto solo se beveva con me.
-Hai fatto ubriacare Kurt con il Jack Daniel’s?
Santana scosse la testa.
-No, con il William Lowson! E sai qual’è la cosa più divertente?
-Può esserci qualcosa di più divertente che immaginare Kurt ubriaco?
-Si! E’ stato così male che, dalla mattina dopo, ogni volta che sente il nome William sbianca e scappa in bagno!
Josh scoppiò a ridere poi si fermò di colpo con il bicchiere in mano e spalancò gli occhi mentre ricordava una cosa. Santana sorrideva.
-Aspetta un momento! Il vostro professore del glee! Lui si chiamava William!
-Esatto! Non sai quante volte Kurt è scappato via dalla sala prove! Credo che ancora adesso il signor Shue si chieda perché ogni tanto lo chiamassi per nome!
-Salute allora!
Santana allungò la mano per prendere il suo bicchiere e lo buttò giù di colpo. Era ancora perplessa ma aveva deciso che spettava al ragazzo fare la prima mossa per capire cosa stava succedendo.
-Sai, sei fortunata ad avere un amico come lui.
-Si, lo penso anche io! A volte non avrei saputo cosa fare senza.
Josh riempì di nuovo i bicchieri, sembrava totalmente a suo agio.
-Come mai l’avevi fatto bere?
-Perché, a volte, per trattare certi argomenti è necessario abbassare le difese.
Lui sollevò il bicchiere con una strana smorfia in volto. Bevve seguito a ruota da Santana che iniziava a rimpiangere di non aver mangiato niente da pranzo.
-E tu, Josh? Perché stiamo bevendo adesso?
-Per ricordare i vecchi tempi!- rispose con una risata – Cos’altro?
-Non so! Magari vuoi abbassare le difese per trattare certi argomenti.
Lo vide deglutire e si morse la lingua, dov'erano finiti tutti i buoni propositi di far fare a lui la prima mossa? Lui versò un altro bicchiere e fece un cenno col capo a Santana per chiederle se dovesse fare lo stesso con il suo. Lei semplicemente annuì. Entrambi giocarono per qualche secondo con il bicchiere prima di bere un sorso.
-No, sono qui solo per bere qualcosa, nessun secondo fine!
Santana non credette nemmeno a mezza parola. Ma, allo stesso tempo, non aveva davvero idea di cosa stesse succedendo. Va bene, poteva credere che Josh fosse preoccupato per la sua relazione con Brittany. Poteva pensare che lui sospettasse che la sua ragazza lo tradisse. Ma di una cosa era sicura: lui non avrebbe mai potuto nemmeno lontanamente immaginare che la persona con la quale lo tradiva era lei. Semplicemente non era possibile. Il comportamento del ragazzo era troppo amichevole e troppo gentile ed era evidente che non stesse fingendo. Santana sospirò mentre guardava il suo bicchiere che veniva riempito di nuovo. Stavano andando troppo veloci.
-Santana vorrei chiederti un favore, visto che sono qui.
Ci siamo pensò lei stringendo un po' più forte il bicchiere. Solo annuì per indicare che stava ascoltando, non fidandosi della sua voce.
-Tra due settimane ci sono le vacanze. Io dovevo portare Brittany a casa ma lavoro. Tu tornerai in macchina immagino. Potrebbe venire con te.
A Santana quasi cadde il bicchiere di mano. Sollevò lo sguardo per incrociare quello di Josh e si accorse che, ovviamente, aspettava una risposta.
-Certo, certo. Io torno con Kurt, sono quasi 900 km, possiamo fare turni per guidare.
Lui annuì pensieroso.
-Sai, io sono davvero innamorato di lei.
Santana bevve lentamente mentre faceva un lieve movimento con il capo che, secondo la sua idea, voleva essere un gesto d'assenso.
-E tu, Santana? Sei innamorata?
La ragazza deglutì a fatica e mosse la mano con un gesto di sufficienza. Doveva cambiare argomento in fretta.
-Io sono felicemente single!
Lui rise.
-Non hai risposto alla mia domanda! Non ho chiesto se sei fidanzata!
-Si. Si, sono innamorata. Ma tutta la storia non ha futuro. Quindi mi sembra inutile discuterne.
Lui si appoggiò comodamente alla sedia fissando il bicchiere come se si fosse dimenticato della ragazza seduta davanti a lui.
-Non dovresti dire così. In fondo se davvero sei innamorata dovresti lottare. Posso raccontarti una storia?
-Sentiamo.
-Conosco un ragazzo. Lui è sempre stato una di quelle persone stupidamente romantiche. Sai di quelle che dicono “se ami davvero qualcuno devi saperlo lasciar andare se questo lo fa felice”. Ridicolo no?
-Ho sentito cose peggiori. Vai avanti.
-Insomma questo ragazzo un bel giorno si è innamorato. Ma per davvero, non una stupida infatuazione che passa dopo un paio di mesi. No, proprio un vero amore, di quelli da stupide commedie romantiche.
-E poi cos'è successo?
-Quello che l'ha reso più felice. La ragazza lo ricambiava.
-Un ragazzo fortunato mi pare.
-Lo pensava anche lui. Poi, più il tempo passava e più lui si accorgeva che non era così. Lei, in realtà, non era innamorata di lui. Si, gli voleva bene e insieme stavano alla grande e lei non gli avrebbe mai potuto fare del male, non consapevolmente. Ma lei non era felice. Non del tutto. Per lei era solo il suo migliore amico. A questo punto lui si ricordò di quello che credeva fino a poco tempo prima: che sarebbe stato capace di lasciar andare la persona che ama perché per lei e per la sua felicità sarebbe stato capace di rinunciare anche alla sua.
-E l'ha fatto?
-No. Non ci riusciva. Semplicemente non poteva. Decise di lottare per lei. Sarebbe stato il perfetto cavaliere. L'uomo che chiunque vorrebbe al suo fianco. Ma poi si rese conto di una cosa. Non era giusto. Semplicemente non avrebbe mai potuto avere il suo cuore, solo un guscio vuoto. Perché lei era davvero innamorata di qualcun altro.
-Ha un finale felice questa storia?
-Oh, no! Le storie con un lieto fine non esistono. Almeno non può esistere in una storia come questa. Qualcuno deve necessariamente stare male.
-Allora dimmi. Chi soffre alla fine?
Lui scoppiò a ridere.
-Questa è la domanda giusta! E tra l'altro dice molto di te, non hai chiesto chi è felice! Dimostri una forte empatia per il prossimo. Sei una brava persona.
Santana bevve un sorso dal suo bicchiere mentre scuoteva la testa.
-Pensavo di essere io quella che studia psicologia! Ma comunque non hai risposto alla domanda.
-Perché in realtà la storia ancora non ha una fine! Però lui ha preso una decisione. Non può lasciarla perché, semplicemente, non ne ha la forza. Ma farà in modo che sia lei ad aprire gli occhi. Lo lascerà lei. In fondo basta solo una piccola spinta. Basta capire perché lei ancora non l'ha lasciato. Cosa la spaventa e cosa la ferma.
-E lui lo sa qual'è il problema?
-Oh si! Non ha dubbi!
Santana era completamente disarmata. No, non poteva credere che quel discorso fosse rivolto a lei. Josh non poteva sapere niente di lei, ne era sicura. Ma allora cosa voleva dire? Guardò la bottiglia ormai quasi vuota, non riusciva a pensare con coerenza con tutto quell'alcol. Lui incrociò lo sguardo e sollevò un sopracciglio.
-Forse è il caso che andiamo via. Mi pare che per oggi abbiamo bevuto abbastanza. E, Santana, mi sembra superfluo dirti che tu non mi hai visto oggi. Sai non dovrei essere qui!
Santana si alzò a fatica già pensando al terribile mal di testa che l'avrebbe accompagnata per tutto il giorno dopo.
-Certo Josh.
Uscirono dal locale entrambi con passo incerto e arrivarono all'ingresso del campus.
-Santana, vuoi che ti accompagni sino ai dormitori?
-Non preoccuparti! Sto bene e sono vicini. Piuttosto tu non guiderai in questo stato vero?
-Certo che no! Ho preso una stanza. Parto domani mattina, mal di testa permettendo!
Santana rise e fece un gesto di saluto con la mano. Poi gli venne in mente una cosa.
-Josh? - chiamò facendo fermare il ragazzo che aveva fatto un paio di metri.
-Dimmi.
-Il ragazzo di quella storia. Come fa a sapere che la sua ragazza è innamorata di un altra persona? Come può esserne sicuro?
Vide un sorriso triste che si disegnava sul suo volto. Sembrava indeciso se rispondere o meno. Prese un respiro.
-Perché, nel sonno, pronuncia solo un nome. E solo in quei momenti ha il sorriso più dolce che si possa immaginare.
  
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