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Autore: Silviettinax91    24/01/2012    1 recensioni
Alla coppa del mondo di Quidditch tanti anni dopo, immagini, suoni, odori che veicolano il ricordo,gli stessi amici ma una vita nuova, così diversa e migliore, e poi, un brivido ricorrente, una nuova sensazione così incomprensibile, ma così bella, e così ... sbagliata.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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SAREBBE STATO POI COSÌ TERRIBILE?

 

 

Il cielo terso cominciò pian piano a regalare qualche lacrima di pioggia tiepida, era una serata settembrina ancora leggermente calda, come se un ultimo sprazzo d’estate avesse voluto rimanere a bearsi di quei prati ancora per un po’. Ginny spostò lo sguardo su Harry, in platea, per controllare se stava coprendo i bambini, ma fu un secondo, impercettibile, e tornò a concentrarsi sul gioco. I bambini erano già coperti, ci aveva pensato Hermione non appena aveva visto quelle nuvole rossastre dividersi il cielo una con l’altra. Rose stava seduta sulle ginocchia di Ron ed Harry, che stava stringendo forte nella sua la manina della piccola Lily, era estremamente concentrato sul gioco. Stringeva le palpebre per cogliere al meglio i dettagli della partita, seguiva fremente la cercatrice delle Holyhead, spostava appena il viso in avanti quasi come potesse afferrare il boccino con gli occhi. Aveva la fronte appena corrucciata in un espressione seria, Hermione lo stava osservando ormai da almeno un quarto d’ora. Lo guardava, ne studiava quelle rughette di espressione che si erano formate sul suo viso, la cicatrice,quasi sbiadita dal tempo, la pelle ruvida, la barba appena accennata sulle gote, sospirò, e  la sua mente tornò a quella notte, di nuovo, e, di nuovo, fu scossa da un brivido.

 

-Sì! Vai così! 

Disse Harry piano portando in alto la manina di sua figlia. Pochi secondi ed esplose un grido. Angelina aveva preso il boccino con un’evoluzione spettacolare.

 

-         -La Jhonson ha finalmente conquistato il boccino!!! E con il punteggio di 230 a 450 la partita è vinta dalle Holyhead Harpies! Che passano quindi di diritto alla semi finale della Coppa del mondo di Quidditch!!

 

Lily saltava entusiasta tutta imbacuccata in uno sciarpone rosso-oro, Ron sollevò Rose che poté così sbracciarsi per salutare la zia, Harry stava dando il cinque a James ed Albus mentre un Hugo poco convinto chiuse il libro che stava leggendo e chiese alla madre se la partita fosse finita.  Hermione scompigliò i capelli al suo bambino e lo tranquillizzò dicendogli di sì. C’era qualcosa di già visto in quei momenti, un emozione familiare ed elettrizzante legata ad un ricordo che andava ben oltre i bambini, oltre le loro famiglie,oltre i matrimoni, arrivando in un passato lontano; si leggeva negli occhi di Harry. Hermione lo notò subito e subito le venne in mente quando li aveva già visti così. Quell’espressione eccitata, felice, era la stessa di quella prima volta in cui avevano visto tutti insieme il campionato, prima del loro quarto anno ad Hogwarts, quando ancora Ron era ancora un super tifoso di Krum, quando ancora il Quidditch poteva occupare quasi tutti i pensieri di Harry, quando ancora Voldemort era un eco lontano,quando faceva paura solo in astratto, anche se lo starebbe stato per poco, ancora per pochissimo. Erano scesi per gli scaloni dello stadio tutti insieme,discutendo con Arthur della partita, eccitati come bambini lasciati liberi a Mielandia, avevano riso come matti agli scherzi che i gemelli facevano a Ron di continuo, si erano presi a cuscinate nella tenda e si erano divertiti, divertiti da morire. Poi, il marchio nero, i mangiamorte, Crouch, la paura, quella vera. Hermione scosse la testa, non li aspettava niente di brutto in quella serata di tanti anni dopo. Li attendeva la stessa tenda di allora, tutta riammobiliata, i resoconti post-partita di Ginny e i giochi coi bambini.

 

      -Adoro la squadra di Ginny! Tutte donne! Un connubio perfetto! Belle pupe e Quidditch!

Ron aveva sentenziato, prendendosi in tutta risposta una botta sulla testa da Rose, che era a cavalcioni sulle sue spalle.

 

           -Hei! Una di quelle belle pupe è mia moglie!-  scherzò Harry che diede a sua volta un buffetto sulla testa dell’amico.

 

          - E soprattutto è tua sorella!- rincarò ridendo Hermione

 

         - Infatti io parlavo solo di estetica del gioco! -  rispose Ron con tono fintamente professionale. Harry rise di gusto.

 

La tenda era in un vasto campo erboso riservato alle famiglie dei giocatori, quella mattina avevano anche intravisto Victor Krum, ma Ron già alla prima occhiata aveva emesso uno sbuffo talmente seccato che Hermione aveva deciso di evitare qualsiasi contatto diretto, si limitò a salutare con la mano. Era passato parecchio tempo ma ancora suo marito si rifiutava persino di ricambiare le cartoline di natale che mandava sempre la sua ex “fiamma”; puntualmente, però, Hermione rispondeva di nascosto. Si sarebbe sentita troppo maleducata se non l’avesse fatto. 

James entrò correndo e si fiondò verso l’angolo cucina della tenda.

 

       -GELATINEE!! – gridò il bambino, e,  in men che non si dica,  fratelli e cuginetti gli erano intorno.

Il cassetto dei dolci però, piangeva.   

 

             -Mamma mamma!! sono finite le caramelle! – la piccola comitiva si spostò dal tavolo della cucina alle gambe di Hermione.

 

-            -Mi sa che qualcuno dovrà accompagnarvi a comprarle, perché io ….ehm …. Devo fare il the!-  disse Hermione  puntando lo sguardo verso Ron.

 

-             -E va bene   Ron alzò le spalle  Chi vuole venire con me ??

 

Ovviamente la comitiva di bambini si spostò di nuovo,compatta e urlante, verso Ron.

 

         -Non esagerare coi dolci! – Gridò Hermione al marito che teneva aperta l’entrata della tenda mentre i bambini uscivano,  lui di tutta risposta le fece una pernacchia.

 

Harry guardò Hermione di sottecchi, nel loro linguaggio segreto  fatto di sguardi silenziosi ma più efficaci di qualsiasi discorso, l’apostrofava in modo scherzoso.

 

-         -Però! Qui dentro fa sempre un po’ freddo! Eh? – le disse poi.

-         -allora il the lo preparo davvero

Lui si avvicinò e le mise una mano tra i capelli, baciandole le nuca.

-         -Grazie!- sussurrò.

 

Harry andò a prendere un maglione nel suo baule ed Hermione effettivamente riempì il bollitore con la bacchetta e lo adagiò sul fornello. Il suo sguardo poi tornò ad indugiare sull’amico seduto sul letto. Si stava sfilando  la felpona nera rivelando il suo bel fisico da Auror allenato, senza alcun pudore, come se avesse davanti una moglie o meglio, una sorella. -Sì, perché è questo che pensa di me, ed è quello che dovrei pensare anche io!-  Hermione non riusciva a fare a meno di guardarlo, specie dopo quella notte, di osservare ogni dettaglio quasi ad auto convincersi che non era vero quello che iniziava a pensare di lui, e, invece, sembrava esserlo sempre di più. Guardò il maglione aderire al suo corpo, le mani vigorose infilarsi nelle maniche, lo scorrere  del tessuto sulle braccia,gustando ogni istante,assaporandolo in silenzio, sentendosi in colpa. Continuò a guardarlo finchè Harry non si sentì osservato e si girò verso di lei. Fulminea Hermione si voltò e in un gesto veloce fece levitare il bollitore e riempì due tazze con l’acqua calda. Con un colpo di bacchetta Harry accese la radio e una musica blues, malinconica e lenta risuonò nell’ambiente.
Quanti ricordi avevano lì dentro, certo, ora l’interno era tanto diverso da non lasciare quasi niente di riconducibile alla Tenda che avevano usato allora, eppure le pareti in tessuto erano le stesse, così quell’odore forte di erba bagnata che ti riempiva le narici. Erano stati momenti pieni di angoscia, di paura,di rabbia e di incertezza, eppure Harry non si era mai sentito di lasciarli andare. Come se ci fosse qualcosa di assolutamente unico in quegli attimi passati da solo con lei in quelle terribili giornate, in quelle inquietanti notti in cui la sentiva piangere nel buio. Più di ogni altro serbava nel cuore il ricordo di  quando, un po’ ridicolo e impacciato le aveva chiesto di ballare per regalarle un minuto, almeno un minuto di svago.

 

-                  -Meno male che è tutto così diverso -  

 Hermione sembrava avergli letto nel pensiero. In realtà voleva rompere quel silenzio che la faceva impazzire.

 

-            -Questa tenda voglio dire, le circostanze

         -È passato, come tutto … l’importante è essere qui, ora … no?- Harry parlava lento,
rassicurante come se volesse darle ora, dopo anni, quella sicurezza che non aveva saputo trasmetterle ai tempi.

-            -Certo …. Sì, certo-

 

Harry le tese una mano.

-         -Balli con me un’altra volta?

-         -Scherzi?

-         -No, non scherzo! Dai, concedimi questo ballo -

-   - Lo sai che non siamo capaci!-

-

 

Hermione sorrise, accettò perplessa, si avvicinò un po’ intimorita, e, di certo meno tesi di un tempo e stavolta senza troppi pensieri i due si misero a ballare insieme, vicino alla cucina. Aveva un po’ paura lei, ma si lasciò guidare in quel ballo della memoria, della catarsi. I suoi occhi erano fissi in quelli di lui che la guardava come una bambina, con la tenerezza di un padre, anche da quello sguardo si lasciò guidare, dal profumo della pelle di Harry, così familiare. Appoggiò la testa al suo petto e danzò al ritmo del suo cuore.

 

         -Perché continui a guardarmi male oggi Hermione? – le chiese mentre ballavano piano, mentre le cingeva i fianchi, senza malizia ma con tanto affetto.

-           -Io non continuo a guardarti Harry!- l’aveva scoperta.

     -Hermione ! –  continuavano a ballare. Rimasero in silenzio, per un po’, trascinati dalle note di quella canzone sconosciuta.

 

-         -Sarà che stanotte ho fatto un sogno … c’eravamo io e te, sulla sponda del Lago Nero … e ci baciavamo, come due ragazzini-  disse lei all’improvviso ed Harry si fermò.

-         -Wow- riuscì solo a dire – Ed è stato così disgustoso? Mi fissi come fossi un mostro!

Harry scherzò, ma tornò subito serio

-         -Sarebbe stato poi così terribile?-

 

I loro volti si avvicinarono, arrivarono ad una distanza tanto minima che quasi si sfioravano le punte del naso. Fu un secondo, un secondo lunghissimo. Passarono tra loro le immagini di quegli ultimi trent’anni, dal primo incontro sul treno, ai compiti copiati ad Hogwarts, ai rimproveri di lei, ai rischi corsi insieme, alle notti alla ricerca degli Horcrux, alla guerra,alla pace fuori e dentro di loro, ai matrimoni dell’uno e dell’altra, alle nascite dei bambini.

             -Certo che sì signor Potter! Assolutamente terribile!-  Hermione spezzò il silenzio scherzando ancora, non poteva permettere a quella situazione di continuare così.

          -Chiedo scusa allora di essere stato molesto in sogno questa notte- accarezzò il viso di Hermione.

 

Proprio in quel momento Albus e James irruppero all’improvviso nella tenda, pericolosamente  in sella alla scopa di Ginny.

         -Guarda papà! Guarda che faccio!- il secondogenito dodicenne di Harry  improvvisò una mina curva spettacolare sopra il tavolo della cucina, facendo tra l’altro morire Hermione di spavento.
Harry divertito gli corse subito incontro, e la magia finì.

 

-         -Hei ma sei bravissimo! Ci scommetto, quest’anno entrerai nella squadra di quidditch ad Hogwarts-

-         -È bravo davvero! – intervenne James sporgendosi da dietro al fratello – Peccato che sia una serpe schifosa!-

-         -Hei James! Non dire queste cose!-

 

Poco dopo  Ginny e Ron con gli altri bambini al seguito si fecero largo tra gli svolazzi stretti di James e Albus. Di nuovo la realtà.

 

    -Ecco la mia campionessa!-  disse Harry andando incontro alla moglie. Le accarezzò il viso e dopo averle ripetuto più volte quanto era eccezionale la baciò intensamente sulle labbra, suscitando tra l’altro le proteste di Albus e James.

Hermione li guardava da un lato mentre si scambiavano tenerezze, stava finendo di preparare il tè, versava l’acqua in altre tazze e faceva cadere in ognuna una bustina di Earl Grey. Ron si era offerto di darle una mano e stava poggiando i piattini sul tavolo. In realtà lo stava fissando di nuovo,Harry, anzi, LI stava fissando,lui e sua moglie e li guardava, li guardava. Quasi si perse quando al bacio di Ginny ed Harry che aveva davanti agli occhi si sovrappose l’immagine del bacio che quella notte gli aveva dato lei, in sogno, col venticello che gli batteva sulle gote mentre assaporava le sue labbra, mentre giocava con la sua lingua. Di nuovo quel dannato brivido, doveva smetterla. Si morse un labbro; no, no, di certo, non sarebbe stato affatto, proprio affatto terribile se fosse accaduto sul serio- ma aveva fatto bene a dirgli il contrario-

E dopo millenni torno a pubblicare qualcosa, una  One Shot così, un po' piccina dal finale che lascia un po' a bocca asciutta forse. Non saprei, sono molto insicura ultimamente e forse sono un po' in stallo anche nella scrittura. Cosa che mi fa impazzire,ma va bè.... Come sempre accetto ogni tipo di opinione e critica! Così magari mi aiutare a uscire dal fosso XD

   
 
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