Nickname:
Silviettinax91
Titolo
della storia: STORIA DI UN
ATTIMO D’AMORE ETERNO
(in due atti)
Tipologia:
long fic
Numero
di capitoli: 2
Genere:
Introspettivo
Personaggi:
Hermione
Granger, Harry Potter
Ho
scelto:
Ho scelto
la canzone “I don’t want to be a bride”
che mi ha ispirato davvero molto. Come
avevo indicato nella mail avevo deciso di far riferimento al pacchetto
numero
6, ho usato infatti come prompt gran parte dei versi della canzone; il
risultato però mi sembra sia però legato alla
canzone più come è richiesto dal
pacchetto 7 nel senso che in realtà la canzone mi ha
ispirata in toto, anche
con la melodia, infatti i due capitoli si sviluppano a partire da versi
che ho
scelto di inserire anche come titoli dei capitoli stessi.
Rating:
Giallo
Avvertimenti:
what
if
STORIA
DI UN ATTIMO
D’AMORE ETERNO
In
due atti
I
ATTO: Don’t need no
golden ring
-
Piccola mia, respira!-
Se
potessi mamma. L’abito mi
stringe troppo, qui, sullo sterno.
Preme
sul cuore, tanto che temo di sentire i suoi battiti affievolirsi fino a
cessare.
Passerà, me lo dico da stamattina quando al risveglio ho
avvertito per la prima
volta questa identica pressione,eppure non indossavo nulla. Inspiro un
po’a
fatica. La luce qui dentro è troppo poca, il sole oggi
sembra aver deciso di
non spuntare; magari
sarà una di quelle
giornate uggiose e intrise di nebbiolina plumbea, una di quelle
giornate che
rendono questo castello bello come mai,o magari, qualche raggio timido
rovinerà
tutto penetrando dai finestroni colorati in Sala Grande. Sì,
la Sala Grande,
sono tutti là ad aspettarmi e io qui, ancora, nel mio amato
dormitorio. Dovrò
scendere le scale tenendomi la gonna, chissà la bimba dietro
di me, col mio
strascico nelle manine. Questi muri,muti, mi
giudicheranno, sentenziando chissà cosa
dietro la loro millenaria saggezza. Questi muri,la mia stanza,
più familiare
del volto di mia madre; mi sembra di rivedere Calì che si
butta nel letto
vaneggiando porcherie su qualche giocatore di Quidditch, o lei, Ginny
che mi si
siede accanto e mi poggia la testa sulla spalla chiedendomi di
prometterle che
tutto sarebbe andato bene, che tutti saremmo stati qui a ridere ancora
dopo la
guerra. Quanto è fragile Ginny, nascosta dietro una finta
fierezza silenziosa,
ingabbiata in una sicurezza ostentata ma così labile. Eccola
Ginny, nel suo
abitino lilla con l’orchidea troppo grande nei capelli
raccolti. Ha una
bellezza così sconvolgentemente infantile con quei seni
appena accennati e il
rosso sui capelli, sul viso, sulla pelle tesa;mi guarda e sta in silenzio, sembra
così felice, quasi
più di me.
-
Sei
pronta per uscire?-
Mi
parla.
Lo
rompe lei questo silenzio,come
potevo prendere che non mi spingesse a uscire da qui? Deve finire
tutto, e al
più presto, lo vogliamo tutte e due.
Provo
ancora a prendere aria, ma
stavolta inspirare è pressoché inutile,
così tossisco ma mi alzo in piedi.
-Si
va!-
Dico
convinta, ma non davvero.
Mia
madre mi guarda e sorride,
tremando, mi prende la mano, non la voglio tenere, ma la stringo. Mi
mordo il labbro,
guardo il soffitto e chiedo consiglio a lui. Questo castello
è casa mia. Questo
posto è un po’ un’altra mia famiglia.
Scalino,
dopo scalino, dopo
scalino.
Tic,
tic, tic.
Il
rumore dei tacchi è talmente
lieve che probabilmente lo sento solo io come il timer di una bomba, o
le gocce
di sudore che ti scendono dalla fronte mentre aspetti che la bacchetta di un mangiamorte
puntata su di te
inizi a cruciarti. Anche mio padre mi sorride, sta in piedi, rigido,
alla fine
della scalinata, imbarazzato e spaventato al tempo stesso dalla
contadina di un
quadro poco distante da lui che fa commenti sul suo fisico statuario.
Il mio
papà, quell’uomo che non ha neppure fatto in tempo
a diventare il mio eroe, ora
cambia espressione e guarda me. Apro
e
chiudo le mani nervosamente e mi riaffiora alla mente la sera del ballo
del
Ceppo, quando, proprio in una situazione come questa Harry e Ron hanno
capito
che sono una donna anche io. Col mio abito viola a balze, mentre
scendevo da
queste stesse scale,sì,
proprio come
oggi. Sorridendo cercavo i loro sguardi e ancora adesso li vorrei su di
me,
tossicchio, devo aspettare ancora un po’. Le mani mi sudano
nei guanti. Indosso
un abito da sposa babbano, troppo bello, troppo stretto,troppo costoso e troppo lontano da questo
mondo. E’ un regalo
di mio padre, è meraviglioso, ma, semplicemente,
è fuori luogo. Come lui, come
loro.
-Sei
così bella!-
Lo
sussurra e mi passa una mano tra
i capelli.
Quanto
è dolce!
No,
non piangere anche tu papà.
Mi
stringe a sé prima
di intrecciare il mio braccio con il
suo.
Qualche
passo e saremo nella
sala,qualche passo,qualche passo ancora.
Tic,
tic, tic.
Eccoci.
Minerva se ne sta là, in
fondo al salone, su una pedana dietro al grande leggio d’oro,
ha la sua solita
aria solenne; mi sembra di
rivederci Silente in piedi, proprio là,a sentenziare, mi
sembra di vedere
quella sua espressione emblematica, mi sembra di vederlo scuotere il
capo. Il cielo
grigio minatore di pioggia ci sovrasta e riempie la sala di una luce
offuscata.
Mille immagini mi passano davanti agli occhi, questo posto pieno di
morti,
mezzo distrutto e la SUA mano a stringermi in silenzio e a schiacciare
le lacrime sulle
mie gote in una carezza.
Ancora
qualche passo.
Tic,tic,
tic.
Stavolta
il rumore dei tacchi è
ancora più flebile, ucciso dal tappeto rosso, ucciso dalla
lentezza del mio
incedere. Le immagini continuano a scorrere e ora anche la musica, la
marcia
nuziale le rimesce con cattiveria nella mia testa. Respira Hermione,
respira. E
porto il piede avanti,vorrei mordermi il labbro di nuovo, fermarmi,
chiedere a
tutti il tempo di capire perché a vent’anni sto
camminando verso un altare e
sto per sposarmi. Ho davvero bisogno di quell’anello
d’oro? Ho davvero bisogno
di QUESTO amore? Cosa ci sarà per me quando sarò
arrivata alla fine della sala?
Una colomba candida e luccicante come la neve al sole freddo del
mattino mi è
appena passato accanto, mi volto un attimo e vedo che la sala ne
è piena.
Tic,
tic, tic.
Continuo a camminare
soffocando il mio rumore.
Le porcellane, sicuramente in casa avremo un bellissimo servizio di
porcellane
per il te, di quelle dipinte a mano, con le violette di campo e i
bordini
d’oro. E poi i bambini, i miei bambini avranno
un’altalena e una casetta
sull’albero e andranno a caccia di gnomi. Ma voglio questo?
Amo a questo punto
l’uomo che mi aspetta su quel’altare? Certo, lui
renderà tutto perfetto, lui è
quello che tutti si aspettavano per me e che anche io mi aspettavo per
me. Giro
gli occhi di qui, di là. Zia Muriel con un pellicciotto in
pieno giugno, e Bill
che mi strizza l’occhio e Fleur, gonfia, gravida, ma stupenda
come sempre. C’è
anche Andromeda Tonks, con gli occhi
velati di una tristezza che capisco ma non posso condividere. Tutti
qui, sono
tutti qui, con le loro espressioni languide e trasognate, li ho visti
tutti, ho
guardato il volto di ogni ospite,così, nel lampo di un
secondo ho guardato
ognuno di loro. Gli unici occhi,però, gli unici che cerco da
quando questa
mattina ho aperto i miei, gli unici che vorrei vedere davvero, ancora
non li ho
incontrati.
Molly piange come una
fontana, stritolando la
mano a suo marito,serio e altero, mentre Ron imbambolato mi aspetta
davanti
alla nuova preside di Hogwarts. È imbranato nel suo abito
lungo e colorato e i
suoi occhi, i suoi occhi azzurri brillano. Ronald Weasley, ancora
qualche passo
e questo sarà il mio inizio, con lui. Mi aspetta una vita
d’amore, una vita
piena,questo sarà il mio inzio. O la mia fine? Eccolo, ecco
gli occhi che
stanno anch’essi cercando i miei, lo so. Gli occhi di Harry,
di Harry Potter,
del MIO Harry. No, mi dice, senza parlare né muoversi, no
Hermione, non vuoi
essere una sposa, la sua sposa. I miei piedi si fermano. Gli anelli
brillano in
lontananza sul loro cuscinetto incantato e svolazzante sulle teste
degli
ospiti. Non voglio quell’anello, io non voglio essere una
sposa. Voglio essere
qualcosa di più, qualcosa di meglio. Voglio essere
ciò che non posso... Voglio
essere la tua ragazza Harry, tu che sai darmi qualcosa che Ron non ha.
Tu che
sai essere qualcosa che Ron non è. Si volta. Fissa il
pavimento e così anche
io,e così anche i miei piedi che ricominciano ad avanzare,
al culmine delle mie
gambe che ora tremano,che non hanno più certezze. O forse
sì,forse la certezza
c’è, ed è la più
inquietante, la più terribile, la più
terribilmente bella che
potessi avere. Ora Molly mi sorride, mi perdonerebbe mai? Riuscirebbe a
farlo? Mi
perdonerebbe tua
madre Ron? Lei che
mi ha dato così tanto! E tu mi
perdoneresti? Sono davvero pronta a toglierti la vita che vuoi, Ron?
Quanto ti
ho amato nel silenzio negli anni della
scuola? Ed ora? Forse è questo
l’amore che voglio, un amore silenzioso,
soffocato, nascosto. Non c’è più niente
del genere tra noi, e ho vent’anni, e
ho voglia di vivere,e ho un abito bianco stupendo quanto assurdo,che
voglio
quanto odio. Ma come faccio? Non posso fermare tutto non posso fermarmi.
-
Miei
cari,
carissimi ragazzi -
Eccomi,
Eccoci, la professoressa, i
suoi occhi lucidi, quelli innamorati di Ron, quelli abbassati di Harry,
quelli
spalancati di Ginny, sono davanti al mio altare, sono davanti a Ron.
-
Siamo
riuniti in
questo luogo che è stato di dolore qualche tempo fa ma oggi
pieno, pieno di
gioia -
Anche
agli occhi di chi abbiamo
perso.
-
Sì,
quel che
vogliamo celebrare oggi è l’amore di questi
ragazzi, l’amore che supera il
dolore, che supera la guerra, l’amore che apre
nell’antico un nuovo inizio, un
nuovo capitolo di questa storia, con questa candida, meravigliosa
…. Giovane….
Sposa!-
Ecco
qui, ecco quello che mi
aspetta, la prima pagina di un nuovo libro, di un libro in cui
l’orologio
Weasley ha una lancetta in più, in cui coltivo le rose e i
gelsomini in
giardino mentre Ron incanta un barbecue ed Harry e Ginny vengono a
pranzo da
noi ogni domenica, come gli adulti che siamo diventati troppo in
fretta. Quel
che vorrei è solo scrivere i NOSTRI nomi sulla corteccia di
un albero e correre
via, e baciarti, e amarti in libertà. Ma è troppo
tardi per questo?
La
sento la voce di Minerva, la
sento parlare, e parlare, e vedo le mie damigelle che già
piangono. Ma Ginny
no, Ginny è trionfante.
Ora parla anche
Ron, guarda quell’espressione, guarda
com’è bello, mi parla, parla,parla
ancora, sento ma non ascolto. Non so neppure a che punto siamo. Potrei
svenire,
non lo farò. Mi tremano i polsi. Andiamo
Hermione.
-
Hermione
cara,
vuoi essere tu a recitare le promesse ora?
-Respira
Hermione, Respira!-
No, non lo voglio l’anello d’oro.
II ATTO: “But can we keep the ever
after?”
La
mia pelle seminuda trema appena,
mi colpisce un filo d’aria dalla finestra socchiusa del
bagno. Posso respirarla
a pieni polmoni adesso e lo faccio, chiudo
gli occhi un istante, li riapro. La mia
immagine allo specchio mi guarda negli occhi, le miei iridi nocciola,
serie,
quasi perse. Mi crogiolo nella paura e nello sgomento, nella mia gioia
incompresa, nella soddisfazione che non ho il coraggio di ammettere.
Non mi
capisco oggi, so
solo che ancora non
riesco a sorridere davvero come vorrei, a stare bene come vorrei. I
miei capelli
sono rimasti insolitamente piacevoli, sicuramente la parrucchiera
stamattina ci
ha messo anche la bacchetta, non ricordo
se ha unito la magia ai colpi di spazzola, nemmeno la guardavo e anche
se l’avessi
fatto probabilmente a questo punto non ricorderei comunque, le ore di
questa
giornata sono passate come anni, mi sembra quasi di aver cambiato
dimensione,
di aver trovato un altro mondo. Un brivido mi fa tremare ancora.
C’è qualcuno
che mi aspetta avido di là, e io questa volta vorrei farlo
bramare un po’,anche
se sono io quella che brama di più. Questa volta, la nostra
prima notte, la
nostra prima volta. La casa è ancora quasi tutta vuota e
anche questo bagnetto
in stile retrò sembra quello di un albergo a ore. Sposto
lo
sguardo alla finestra e noto una
luce accesa alla stanza di sopra del cottage di fronte, devo chiudere
la tenda
perché non riesco a sostenere lo sguardo su quella casa che
avrebbe potuto
essere mia e che mi sono negata, sono certa che non ci
riuscirò a guardarla per
molto. Ma ora basta pensare! Devo spegnere il risentimento e
riaccendere il mio
desiderio, quello che ho sopito come fuoco con la sabbia e che ora
voglio liberare.
Mi stampo un sorrisetto malizioso,faccio scricchiolare la porticina
azzurra. Le
mie iridi hanno ritrovato la strada. Se ne sta lì, a petto
nudo, sul letto
scricchiolante e provvisorio che campeggia al centro della stanza da
letto
vuota,con le gambe nascoste in parte dalle lenzuola scarlatte. Continuo
a
tremare ma mi sforzo di non mostrarglielo, non voglio rovinare niente
della
nostra prima notte, fin ad ora ho già rovinato troppo. Sono
imbarazzata,non
l’ho mai ammesso a me stessa ma immaginavo che avrei finito
per essere
terrorizzata come una bambina che ha perso la mamma e il
papà al supermercato
in un momento come questo. Forse ci sono troppe emozioni contrastanti
che
lottano in me per uscire fuori, e, intanto, mi distruggono dentro.
Inspiro, profondamente,
lo guardo nei gli occhi, i SUOI occhi. Comincio dalla cosa
più banale,voglio fare
tutto con calma,voglio fargli godere ogni secondo,abbiamo tanto da
viverci,
tanto da recuperare. La giarrettiera rosa che mi ha procurato Angelina,
la
afferrò delicatamente e la sfilo, con calma, mi sento una
frana a fare la
bambolina sexy, non mi sento io. Lui lo sa e si vede, sta in silenzio e
mi
guarda serio, senza accennare a una parola o a un espressione
eloquente.
Slaccio i due bottoncini della sopraveste in raso rosa e scopro
l’intimo
ricamato, cerco di far cadere l’indumento dalle spalle alle
braccia, a terra,
ma scivola male e rimane incastrato, arrotolandosi poco sopra i polsi.
Avevo
preparato un teatrino del genere per farlo contento, per rendere la
prima notte
di Ron la notte indimenticabile che meritava, mi ero anche allenata per
lui,
avevo provato e riprovato. Eppure con Harry non funziona, con lui non
va, non
si esprime. Harry Potter non
ha bisogno
che io finga. Resta in silenzio, non muove un muscolo. Forse si
è accorto che
non gli piaccio, forse abbiamo fatto un grosso errore, forse non ci
sarà mai
sesso tra di noi.
-
Non
ci sarà mai
sesso tra di noi Hermione! –
Eh
no eh….Il “legilimens” è
scorretto! Voglio tornare nel mio bagnetto, delusa, ma lui si alza, mi
si
avvicina, preme una mano sulla mia guancia e sento il suo calore come
allora,
come durante il nostro viaggio alla ricerca degli Horcrux, come davanti
ai
corpi morti dei nostri amici; il
suo
calore, quello stesso calore ora non è solo dedicato a me,
quel calore adesso è
una parte integrante di me: il mio inizio vero. Mi scioglie, come fossi
stata
congelata dal momento esatto in cui ho rifiutato di sposare Ron. Inizia
a
baciarmi il collo mentre con la mano destra fa scorrere dalle mie mani
la
sopraveste e la lascia cadere.
-
Il
sesso è qualcosa
di sporco Hermione, sai, il sesso, il così detto sesso,
è solo un atto, quello
che abbiamo fatto con Ginny e Ron prendendoli in giro, tra noi non ci
sarà mai
sesso Hermione, io con te posso solo fare l’amore, e fidati,
sarà qualcosa di
diverso, sarà qualcosa che non abbiamo mai
provato!–
Bisbiglia
alle mie orecchie mentre
poggia il suo viso sulle mie tempie,e mi bacia le guancie, e avvicina i
nostri
corpi. La sua mano risale lenta dalla mie schiena dopo averla
accarezzata,
afferra i gancetti del mio reggiseno candido, lo slaccia, ho un lieve
fremito.
Mi chiede:
-
Va tutto bene Hermione?-
Mi
vergogno un po’ ma sussurro
anch’io con la voce rotta dall’emozione, dalla
paura, dai fremiti del mio corpo
-
Io non ho mai fatto sesso con Ron, Harry, oggi …-
E
la parole tremano sempre più
-
Oggi
sono tua –
Il
mio respiro corto, affannato,
affaticato.
Mi
guarda con una dolcezza mista ad
un lieve senso di colpa, forse si sente in difetto ma non deve, lo
accarezzo.
Sa
che non gli ho mentito, sa che
io sono sempre stata sua, senza parlare, col rimorso, quello vero, a
chiudermi
la bocca.
Sì,
facciamo l’amore, il suo corpo
premuto contro il mio,quasi fusi insieme in minuti che si dilatano come
il
piacere che mi attraversa
le viscere e
mi fa gridare, gridare dell’amore che non conoscevo davvero.
Ci siamo io e lui,
due ragazzini che fanno l’amore in una villetta vuota, dove
le nostre voci
rimbombano e i nostri sospiri corrono nell’aria calda e mi
sembra che tutto
stia andando esattamente come deve andare, finalmente. Ci siamo io e
lui, che
corriamo in un prato sconfinato con tutta la vita davanti, con il
nostro futuro
in mano, il nostro destino. I
nostri
nomi incisi sul tronco di uno degli alberi del parco di Hogwarts, con
un colpo
di bacchetta, davanti a un bacio rubato. La mia fantasia vola,
nell’estasi di
un minuto, non riesco a distogliere lo sguardo dal suo volto. Si
è sciolto
tutto il senso di colpa,in un momento, in questo abbraccio. No, non
è
vero, non
svanirà mai del tutto il
dispiacere per quello che abbiamo fatto ma è lui che amo,e a
questo mio amore
non si possono tagliare le ali, perché ci ho tentato ma
anche così è riuscito a
volare. Ci abbiamo provato tanto, entrambi, per
non ferire nessuno, ho addirittura cercato
di diventare qualcosa che non volevo essere. Ho indossato
l’abito bianco, ho
camminato fino a quello che doveva essere un altare. Ho tentato di fare
la
sposa. Ma io non voglio essere una sposa. Voglio che questo momento
duri per
sempre. Non posso immaginare un altro giorno senza Harry con me, un
altro
giorno a fingere di essere la donna che non sono. Non riesco
più ad immaginarmi
senza di lui. L’abbraccio che cinge il mio corpo nudo al suo,
questo è il mio
anello, lo sento sulla mia pelle. La ragazza di Harry Potter,ora sono
io,
Hermione,mi scappa un sorriso, io, l’eterna migliore amica,
la strega brillante
e destinata al goffo Weasley. Povero Ron. Io penso che nel suo cuore
sapesse
cosa provavo, lo immaginava, eppure ci
ha creduto fino all’ultimo e mi sorrideva in Sala Grande, mi
aspettava, mi
voleva. Ho immaginato di ballare con lui come Fleur e Bill nel tendone,
nel
giardino della Tana, ho immaginato la vita con lui per così
tanto da essermi quasi
rassegnata ad accettare tutto quello come destino, mi ero persino
convinta di
esserne felice, e invece…
Invece
io ed Harry siamo diventati
così deboli,la forza che ci teneva separati si è
esaurita in un colpo di
bacchetta, ed è bastata un’occhiata, prima che
dicessi sì, è bastato uno sguardo
a suggellare il nostro di sì, un si senza l’anello
d’oro, un si senza le
lacrime dei parenti, senza le parole della McGrannith, senza damigelle,
colombe
bianche o lanci di riso. Scoppio a piangere, furiosamente, pensando a
Ron alla
Tana,fuggito dal cottage qui di fronte, chiuso al buio della sua stanza
, proprio
nella camera a fianco sua sorella, nella stessa situazione e Molly
seduta in
cucina a scuotere la testa, ad odiarmi, a odiare Harry, odiare quei due
ragazzi
che considerava figli suoi fino a stamattina. Ho paura, guardo Harry
negli
occhi e piango, piango dalla paura. Siamo stati pessimi, è
vero … ma è meglio
mentire o ferire? Fare del male agli altri o farlo a se stessi. Forse
non ci
meritiamo quello che abbiamo, non meritavamo di vivere questa notte. E
se tutto
finisse? Se un giorno smettessimo di amarci così?
Sarà valsa la pena di tutto
il dolore che abbiamo causato? Come posso credere di sostenere il
“per sempre”
se proprio oggi ho gettato via un per sempre? Vedo negli occhi di Harry
che non
è sorpreso, vedo che mi capisce, so che sa cosa provo.
Mi
sono allontanata, mi sono
alzata, mi sono rimessa la sopraveste e sono seduta sul letto, lui
è rimasto in
silenzi, ancora una volta, mi ha guardata rivestirmi, sempre senza
parlare. Ora si
sposta di poco, e si siede accanto a
me.
-
Non
voglio più
che riaccada Harry, non voglio essere una sposa. Non voglio mettere mai
più un
abito bianco e camminare su una navata in mezzo a parenti e amici, non
voglio
l’anello! Io… io ti amo, ti voglio solo
… Non credo che potrò mai più farlo
dopo oggi lo sai? –
-
Lo so –
Ancora
quel sorriso.
Mi
bacia la fronte.
-
Va
bene …. Niente
vestito, fedi o familiari deliranti… Ma che dici? Di tutto
questo possiamo
tenere il per sempre? –
Non piango più,
ora lo guardo ed annuisco …
e ci baciamo, ci
baciamo con l’intensità
di chi ha il cuore straziato dal senso di colpa ma lo sente risanarsi,
cellula
dopo cellula, dall’euforia di un attimo d’amore
eterno che si suggella in un si
espresso da labbra silenti.
Autore: Silviettinax91
Titolo: Storia di un attimo di amore eterno
VALUTAZIONE
85 PUNTI TOTALE + 15 PUNTI BONUS = 100
Grammatica e forma: (da 0 a 15) 5
Stile e lessico: (da 0 a 15)7
IC, caratterizzazione del personaggio: (da 0 a 15) 5
Sviluppo Trama e Originalità: (da 0 a 15) 7
Ambientazione: (da 0 a 10) 3
Coerenza e/o utilizzo dell’album: (da 0 a 10) 10
Gradimento personale: (da 0 a 5) 1
Punti Bonus: (da 0 a 15) punti da aggiungere a mio discapito per qualunque cosa abbia trovato particolarmente attraente (un momento, una frase, un’impaginazione particolarmente originale)
3 - L’inizio è particolarmente interessante, e nella prima parte mi piace come hai reso la diversificazione fra il flusso di coscienza di Hermione e i dialoghi. L’impaginazione è particolare.
TOTALE: 41
Giudizio Complessivo:
La storia non è originalissima, come dicevo per tutte quelle che parlavano del matrimonio di Hermione e Ron. Ma la tua idea aveva ottime possibilità.
L’inizio è convincente, mi piace come Hermione pensa a tutto quanto mentre si dirige verso la navata. Anche l’impaginazione nella prima parte è molto interessante. Ma dopo ti sei persa. Oltre agli errori correnti, soprattutto le virgole continuamente “danzanti” (la virgola si tiene vicino alla parola precedente, e si lascia lo spazio per la parola successiva così: esempio, esempio) molte sviste e lo stile rozzo in certi punti toglievano tutta la bellezza al pensiero di Hermione.
Hai mancato punti centrali e non li hai approfonditi a sufficienza, come il rapporto tra Hermione ed Harry, davvero, sappiamo che si amano ma io quell’amore … non lo vedo. Soprattutto nel secondo capitolo dove è tutto molto strano. Lui non mi sembra lui e lei non mi sembra lei. Il posto dove sono mi è apparso molto squallido e i loro dialoghi, se devo essere sincera, non li ho apprezzati.
All’inizio era interessante, ma poi hai totalmente perso il senso e la via.
Rileggi con più attenzione per gli errori, e non avere mai fretta di finire le storie.
Tuttavia la coerenza con la canzone c’è.
NDA: Devo dire che subito dopo averla scritta la storia mi soddisfaceva anche, diciamo che dal secondo dopo averla spedita ha iniziato a convincermi sempre meno. Nel rileggerla era diventata per me meno originale, meno ordinata, meno coerente, meno tutto. Avevo avuto dei giudizi positivi a chi l'avevo proposta prima per consigliarmi e come al solito mi sono lasciata "convincere"-"trascinare". Diciamo mi sono resa conto dopo di un bel po' di cose nel frattempo, tante cose che avevo notato e che ha notato anche Patronustrip e me le ha fatte giustamente presenti nel giudizio. Ho deciso di pubblicare lo stesso, senza modificare la storia in nessun modo, proprio per aver la possibilità di ricevere altri consigli se vi andrà di darmeli, qualche altra critica. Come dicevo per una storia che ho pubblicato poco fa, sono in fase stallo nella prosa quindi davvero, qualsiasi opinione, di qualsiasi tipo è ben gradita. Diciamo che ho esposto questo pezzo pieno zeppo di lacune proprio per questo. :D
Grazie in anticipo, e sopratutto grazie ancora a Patronustrip per la possibilità di partecipare e per il giudizio, che, come ho già detto mi è servito molto. .