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Autore: Silviettinax91    24/01/2012    2 recensioni
"No, mi dice, senza parlare né muoversi, no Hermione, non vuoi essere una sposa, la sua sposa. I miei piedi si fermano. Gli anelli brillano in lontananza sul loro cuscinetto incantato e svolazzante sulle teste degli ospiti. Non voglio quell’anello, io non voglio essere una sposa. Voglio essere qualcosa di più, qualcosa di meglio. Voglio essere ciò che non posso... "
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Nickname: Silviettinax91
Titolo della storia
: STORIA DI UN ATTIMO D’AMORE ETERNO (in due atti)
Tipologia:  long fic
Numero di capitoli:  2
Genere: Introspettivo
Personaggi: Hermione Granger, Harry Potter
Ho scelto: Ho scelto la canzone “I don’t want to be a bride” che mi ha ispirato davvero molto. Come avevo indicato nella mail avevo deciso di far riferimento al pacchetto numero 6, ho usato infatti come prompt gran parte dei versi della canzone; il risultato però mi sembra sia però legato alla canzone più come è richiesto dal pacchetto 7 nel senso che in realtà la canzone mi ha ispirata in toto, anche con la melodia, infatti i due capitoli si sviluppano a partire da versi che ho scelto di inserire anche come titoli dei capitoli stessi.
Rating: Giallo
Avvertimenti:
what if

STORIA DI UN ATTIMO D’AMORE ETERNO

In due atti

 

 

 

 

I ATTO: Don’t need no golden ring

 

 

- Piccola mia, respira!-

 

Se potessi mamma. L’abito mi stringe troppo, qui, sullo sterno.  Preme sul cuore, tanto che temo di sentire i suoi battiti affievolirsi fino a cessare. Passerà, me lo dico da stamattina quando al risveglio ho avvertito per la prima volta questa identica pressione,eppure non indossavo nulla. Inspiro un po’a fatica. La luce qui dentro è troppo poca, il sole oggi sembra aver deciso di non spuntare;  magari sarà una di quelle giornate uggiose e intrise di nebbiolina plumbea, una di quelle giornate che rendono questo castello bello come mai,o magari, qualche raggio timido rovinerà tutto penetrando dai finestroni colorati in Sala Grande. Sì, la Sala Grande, sono tutti là ad aspettarmi e io qui, ancora, nel mio amato dormitorio. Dovrò scendere le scale tenendomi la gonna, chissà la bimba dietro di me, col mio strascico nelle manine. Questi muri,muti,  mi giudicheranno, sentenziando chissà cosa dietro la loro millenaria saggezza. Questi muri,la mia stanza, più familiare del volto di mia madre; mi sembra di rivedere Calì che si butta nel letto vaneggiando porcherie su qualche giocatore di Quidditch, o lei, Ginny che mi si siede accanto e mi poggia la testa sulla spalla chiedendomi di prometterle che tutto sarebbe andato bene, che tutti saremmo stati qui a ridere ancora dopo la guerra. Quanto è fragile Ginny, nascosta dietro una finta fierezza silenziosa, ingabbiata in una sicurezza ostentata ma così labile. Eccola Ginny, nel suo abitino lilla con l’orchidea troppo grande nei capelli raccolti. Ha una bellezza così sconvolgentemente infantile con quei seni appena accennati e il rosso sui capelli, sul viso, sulla pelle tesa;mi guarda e  sta in silenzio, sembra così felice, quasi più di me.

 

- Sei pronta per uscire?-

Mi parla.

 

Lo rompe lei questo silenzio,come potevo prendere che non mi spingesse a uscire da qui? Deve finire tutto, e al più presto, lo vogliamo tutte e due.

Provo ancora a prendere aria, ma stavolta inspirare è pressoché inutile, così tossisco ma mi alzo in piedi.

 

-Si va!-

Dico convinta, ma non davvero.

 

Mia madre mi guarda e sorride, tremando, mi prende la mano, non la voglio tenere, ma la stringo. Mi mordo il labbro, guardo il soffitto e chiedo consiglio a lui. Questo castello è casa mia. Questo posto è un po’ un’altra mia famiglia.

 

Scalino, dopo scalino, dopo scalino.

 

Tic, tic, tic.

 

Il rumore dei tacchi è talmente lieve che probabilmente lo sento solo io come il timer di una bomba, o le gocce di sudore che ti scendono dalla fronte mentre aspetti che la  bacchetta di un mangiamorte puntata su di te inizi a cruciarti. Anche mio padre mi sorride, sta in piedi, rigido, alla fine della scalinata, imbarazzato e spaventato al tempo stesso dalla contadina di un quadro poco distante da lui che fa commenti sul suo fisico statuario. Il mio papà, quell’uomo che non ha neppure fatto in tempo a diventare il mio eroe, ora cambia espressione e guarda me.  Apro e chiudo le mani nervosamente e mi riaffiora alla mente la sera del ballo del Ceppo, quando, proprio in una situazione come questa Harry e Ron hanno capito che sono una donna anche io. Col mio abito viola a balze, mentre scendevo da queste stesse  scale,sì, proprio come oggi. Sorridendo cercavo i loro sguardi e ancora adesso li vorrei su di me, tossicchio, devo aspettare ancora un po’. Le mani mi sudano nei guanti. Indosso un abito da sposa babbano, troppo bello, troppo stretto,troppo costoso  e troppo lontano da questo mondo. E’ un regalo di mio padre, è meraviglioso, ma, semplicemente, è fuori luogo. Come lui, come loro.

 

-Sei così bella!-

Lo sussurra e mi passa una mano tra i capelli.

 

Quanto è dolce!

No, non piangere anche tu papà.

Mi stringe a sé  prima di intrecciare il mio braccio con il suo.

Qualche passo e saremo nella sala,qualche passo,qualche passo ancora.

 

Tic, tic, tic.

 

Eccoci. Minerva se ne sta là, in fondo al salone, su una pedana dietro al grande leggio d’oro, ha  la sua solita aria solenne; mi sembra di rivederci Silente in piedi, proprio là,a sentenziare, mi sembra di vedere quella sua espressione emblematica, mi sembra di vederlo scuotere il capo. Il cielo grigio minatore di pioggia ci sovrasta e riempie la sala di una luce offuscata. Mille immagini mi passano davanti agli occhi, questo posto pieno di morti, mezzo distrutto e la SUA mano a stringermi in silenzio e a schiacciare le  lacrime sulle mie gote in una carezza.

 

Ancora qualche passo.

Tic,tic, tic.

 

Stavolta il rumore dei tacchi è ancora più flebile, ucciso dal tappeto rosso, ucciso dalla lentezza del mio incedere. Le immagini continuano a scorrere e ora anche la musica, la marcia nuziale le rimesce con cattiveria nella mia testa. Respira Hermione, respira. E porto il piede avanti,vorrei mordermi il labbro di nuovo, fermarmi, chiedere a tutti il tempo di capire perché a vent’anni sto camminando verso un altare e sto per sposarmi. Ho davvero bisogno di quell’anello d’oro? Ho davvero bisogno di QUESTO amore? Cosa ci sarà per me quando sarò arrivata alla fine della sala? Una colomba candida e luccicante come la neve al sole freddo del mattino mi è appena passato accanto, mi volto un attimo e vedo che la sala ne è piena.

 

Tic, tic, tic.

 

 Continuo a camminare soffocando il mio rumore. Le porcellane, sicuramente in casa avremo un bellissimo servizio di porcellane per il te, di quelle dipinte a mano, con le violette di campo e i bordini d’oro. E poi i bambini, i miei bambini avranno un’altalena e una casetta sull’albero e andranno a caccia di gnomi. Ma voglio questo? Amo a questo punto l’uomo che mi aspetta su quel’altare? Certo, lui renderà tutto perfetto, lui è quello che tutti si aspettavano per me e che anche io mi aspettavo per me. Giro gli occhi di qui, di là. Zia Muriel con un pellicciotto in pieno giugno, e Bill che mi strizza l’occhio e Fleur, gonfia, gravida, ma stupenda come sempre. C’è anche Andromeda Tonks, con gli  occhi velati di una tristezza che capisco ma non posso condividere. Tutti qui, sono tutti qui, con le loro espressioni languide e trasognate, li ho visti tutti, ho guardato il volto di ogni ospite,così, nel lampo di un secondo ho guardato ognuno di loro. Gli unici occhi,però, gli unici che cerco da quando questa mattina ho aperto i miei, gli unici che vorrei vedere davvero, ancora non li ho incontrati.

 Molly piange come una fontana, stritolando la mano a suo marito,serio e altero, mentre Ron imbambolato mi aspetta davanti alla nuova preside di Hogwarts. È imbranato nel suo abito lungo e colorato e i suoi occhi, i suoi occhi azzurri brillano. Ronald Weasley, ancora qualche passo e questo sarà il mio inizio, con lui. Mi aspetta una vita d’amore, una vita piena,questo sarà il mio inzio. O la mia fine? Eccolo, ecco gli occhi che stanno anch’essi cercando i miei, lo so. Gli occhi di Harry, di Harry Potter, del MIO Harry. No, mi dice, senza parlare né muoversi, no Hermione, non vuoi essere una sposa, la sua sposa. I miei piedi si fermano. Gli anelli brillano in lontananza sul loro cuscinetto incantato e svolazzante sulle teste degli ospiti. Non voglio quell’anello, io non voglio essere una sposa. Voglio essere qualcosa di più, qualcosa di meglio. Voglio essere ciò che non posso... Voglio essere la tua ragazza Harry, tu che sai darmi qualcosa che Ron non ha. Tu che sai essere qualcosa che Ron non è. Si volta. Fissa il pavimento e così anche io,e così anche i miei piedi che ricominciano ad avanzare, al culmine delle mie gambe che ora tremano,che non hanno più certezze. O forse sì,forse la certezza c’è, ed è la più inquietante, la più terribile, la più terribilmente bella che potessi avere. Ora Molly mi sorride, mi perdonerebbe mai? Riuscirebbe a farlo? Mi perdonerebbe  tua madre Ron?  Lei che mi ha dato così tanto! E tu mi perdoneresti? Sono davvero pronta a toglierti la vita che vuoi, Ron? Quanto ti ho amato nel silenzio negli anni della  scuola? Ed ora? Forse è questo l’amore che voglio, un amore silenzioso, soffocato, nascosto. Non c’è più niente del genere tra noi, e ho vent’anni, e ho voglia di vivere,e ho un abito bianco stupendo quanto assurdo,che voglio quanto odio. Ma come faccio? Non posso fermare tutto non posso fermarmi.

 

-         Miei cari, carissimi ragazzi - 

 

Eccomi, Eccoci, la professoressa, i suoi occhi lucidi, quelli innamorati di Ron, quelli abbassati di Harry, quelli spalancati di Ginny, sono davanti al mio altare, sono davanti a Ron. 

 

-         Siamo riuniti in questo luogo che è stato di dolore qualche tempo fa ma oggi pieno, pieno di gioia -

 

Anche agli occhi di chi abbiamo perso.

 

 

-         Sì, quel che vogliamo celebrare oggi è l’amore di questi ragazzi, l’amore che supera il dolore, che supera la guerra, l’amore che apre nell’antico un nuovo inizio, un nuovo capitolo di questa storia, con questa candida, meravigliosa …. Giovane…. Sposa!-

 

Ecco qui, ecco quello che mi aspetta, la prima pagina di un nuovo libro, di un libro in cui l’orologio Weasley ha una lancetta in più, in cui coltivo le rose e i gelsomini in giardino mentre Ron incanta un barbecue ed Harry e Ginny vengono a pranzo da noi ogni domenica, come gli adulti che siamo diventati troppo in fretta. Quel che vorrei è solo scrivere i NOSTRI nomi sulla corteccia di un albero e correre via, e baciarti, e amarti in libertà. Ma è troppo tardi per questo?

La sento la voce di Minerva, la sento parlare, e parlare, e vedo le mie damigelle che già piangono. Ma Ginny no, Ginny è trionfante.  Ora parla anche Ron, guarda quell’espressione, guarda com’è bello, mi parla, parla,parla ancora, sento ma non ascolto. Non so neppure a che punto siamo. Potrei svenire, non lo farò. Mi tremano i polsi.  Andiamo Hermione.

 

-         Hermione cara, vuoi essere tu a recitare le promesse ora?

 

 

-Respira Hermione, Respira!-

No, non lo voglio l’anello d’oro.

II ATTO: “But can we keep the ever after?”

 

La mia pelle seminuda trema appena, mi colpisce un filo d’aria dalla finestra socchiusa del bagno. Posso respirarla a pieni polmoni adesso e lo faccio,  chiudo gli occhi un istante, li riapro. La mia immagine allo specchio mi guarda negli occhi, le miei iridi nocciola, serie, quasi perse. Mi crogiolo nella paura e nello sgomento, nella mia gioia incompresa, nella soddisfazione che non ho il coraggio di ammettere. Non mi capisco oggi,  so solo che ancora non riesco a sorridere davvero come vorrei, a stare bene come vorrei. I miei capelli sono rimasti insolitamente piacevoli, sicuramente la parrucchiera stamattina ci ha messo anche la bacchetta, non  ricordo se ha unito la magia ai colpi di spazzola, nemmeno la guardavo e anche se l’avessi fatto probabilmente a questo punto non ricorderei comunque, le ore di questa giornata sono passate come anni, mi sembra quasi di aver cambiato dimensione, di aver trovato un altro mondo. Un brivido mi fa tremare ancora. C’è qualcuno che mi aspetta avido di là, e io questa volta vorrei farlo bramare un po’,anche se sono io quella che brama di più. Questa volta, la nostra prima notte, la nostra prima volta. La casa è ancora quasi tutta vuota e anche questo bagnetto in stile retrò sembra quello di un albergo a ore. Sposto

lo sguardo alla finestra e noto una luce accesa alla stanza di sopra del cottage di fronte, devo chiudere la tenda perché non riesco a sostenere lo sguardo su quella casa che avrebbe potuto essere mia e che mi sono negata, sono certa che non ci riuscirò a guardarla per molto. Ma ora basta pensare! Devo spegnere il risentimento e riaccendere il mio desiderio, quello che ho sopito come fuoco con la sabbia e che ora voglio liberare. Mi stampo un sorrisetto malizioso,faccio scricchiolare la porticina azzurra. Le mie iridi hanno ritrovato la strada. Se ne sta lì, a petto nudo, sul letto scricchiolante e provvisorio che campeggia al centro della stanza da letto vuota,con le gambe nascoste in parte dalle lenzuola scarlatte. Continuo a tremare ma mi sforzo di non mostrarglielo, non voglio rovinare niente della nostra prima notte, fin ad ora ho già rovinato troppo. Sono imbarazzata,non l’ho mai ammesso a me stessa ma immaginavo che avrei finito per essere terrorizzata come una bambina che ha perso la mamma e il papà al supermercato in un momento come questo. Forse ci sono troppe emozioni contrastanti che lottano in me per uscire fuori, e, intanto, mi distruggono dentro. Inspiro, profondamente, lo guardo nei gli occhi, i SUOI occhi. Comincio dalla cosa più banale,voglio fare tutto con calma,voglio fargli godere ogni secondo,abbiamo tanto da viverci, tanto da recuperare. La giarrettiera rosa che mi ha procurato Angelina, la afferrò delicatamente e la sfilo, con calma, mi sento una frana a fare la bambolina sexy, non mi sento io. Lui lo sa e si vede, sta in silenzio e mi guarda serio, senza accennare a una parola o a un espressione eloquente. Slaccio i due bottoncini della sopraveste in raso rosa e scopro l’intimo ricamato, cerco di far cadere l’indumento dalle spalle alle braccia, a terra, ma scivola male e rimane incastrato, arrotolandosi poco sopra i polsi. Avevo preparato un teatrino del genere per farlo contento, per rendere la prima notte di Ron la notte indimenticabile che meritava, mi ero anche allenata per lui, avevo provato e riprovato. Eppure con Harry non funziona, con lui non va, non si esprime. Harry Potter  non ha bisogno che io finga. Resta in silenzio, non muove un muscolo. Forse si è accorto che non gli piaccio, forse abbiamo fatto un grosso errore, forse non ci sarà mai sesso tra di noi.

 

-         Non ci sarà mai sesso tra di noi Hermione!

 

Eh no eh….Il “legilimens” è scorretto! Voglio tornare nel mio bagnetto, delusa, ma lui si alza, mi si avvicina, preme una mano sulla mia guancia e sento il suo calore come allora, come durante il nostro viaggio alla ricerca degli Horcrux, come davanti ai corpi morti dei nostri amici;  il suo calore, quello stesso calore ora non è solo dedicato a me, quel calore adesso è una parte integrante di me: il mio inizio vero. Mi scioglie, come fossi stata congelata dal momento esatto in cui ho rifiutato di sposare Ron. Inizia a baciarmi il collo mentre con la mano destra fa scorrere dalle mie mani la sopraveste e la lascia cadere.

 

-         Il sesso è qualcosa di sporco Hermione, sai, il sesso, il così detto sesso, è solo un atto, quello che abbiamo fatto con Ginny e Ron prendendoli in giro, tra noi non ci sarà mai sesso Hermione, io con te posso solo fare l’amore, e fidati, sarà qualcosa di diverso, sarà qualcosa che non abbiamo mai provato!–

 

Bisbiglia alle mie orecchie mentre poggia il suo viso sulle mie tempie,e mi bacia le guancie, e avvicina i nostri corpi. La sua mano risale lenta dalla mie schiena dopo averla accarezzata, afferra i gancetti del mio reggiseno candido, lo slaccia, ho un lieve fremito. Mi chiede:

 

- Va tutto bene Hermione?-

Mi vergogno un po’ ma sussurro anch’io con la voce rotta dall’emozione, dalla paura, dai fremiti del mio corpo

 

- Io non ho mai fatto sesso con Ron, Harry, oggi …-

E la parole tremano sempre più

 

-         Oggi sono tua –

Il mio respiro corto, affannato, affaticato.

 

Mi guarda con una dolcezza mista ad un lieve senso di colpa, forse si sente in difetto ma non deve, lo accarezzo.

Sa che non gli ho mentito, sa che io sono sempre stata sua, senza parlare, col rimorso, quello vero, a chiudermi la bocca.

Sì, facciamo l’amore, il suo corpo premuto contro il mio,quasi fusi insieme in minuti che si dilatano come il piacere che mi  attraversa le viscere e mi fa gridare, gridare dell’amore che non conoscevo davvero. Ci siamo io e lui, due ragazzini che fanno l’amore in una villetta vuota, dove le nostre voci rimbombano e i nostri sospiri corrono nell’aria calda e mi sembra che tutto stia andando esattamente come deve andare, finalmente. Ci siamo io e lui, che corriamo in un prato sconfinato con tutta la vita davanti, con il nostro futuro in mano, il nostro destino.  I nostri nomi incisi sul tronco di uno degli alberi del parco di Hogwarts, con un colpo di bacchetta, davanti a un bacio rubato. La mia fantasia vola, nell’estasi di un minuto, non riesco a distogliere lo sguardo dal suo volto. Si è sciolto tutto il senso di colpa,in un momento, in questo abbraccio. No, non è vero,  non svanirà mai del tutto il dispiacere per quello che abbiamo fatto ma è lui che amo,e a questo mio amore non si possono tagliare le ali, perché ci ho tentato ma anche così è riuscito a volare. Ci abbiamo provato tanto, entrambi,  per non ferire nessuno, ho addirittura cercato di diventare qualcosa che non volevo essere. Ho indossato l’abito bianco, ho camminato fino a quello che doveva essere un altare. Ho tentato di fare la sposa. Ma io non voglio essere una sposa. Voglio che questo momento duri per sempre. Non posso immaginare un altro giorno senza Harry con me, un altro giorno a fingere di essere la donna che non sono. Non riesco più ad immaginarmi senza di lui. L’abbraccio che cinge il mio corpo nudo al suo, questo è il mio anello, lo sento sulla mia pelle. La ragazza di Harry Potter,ora sono io, Hermione,mi scappa un sorriso, io, l’eterna migliore amica, la strega brillante e destinata al goffo Weasley. Povero Ron. Io penso che nel suo cuore sapesse cosa provavo, lo immaginava, eppure  ci ha creduto fino all’ultimo e mi sorrideva in Sala Grande, mi aspettava, mi voleva. Ho immaginato di ballare con lui come Fleur e Bill nel tendone, nel giardino della Tana, ho immaginato la vita con lui per così tanto da essermi quasi rassegnata ad accettare tutto quello come destino, mi ero persino convinta di esserne felice, e invece…

Invece io ed Harry siamo diventati così deboli,la forza che ci teneva separati si è esaurita in un colpo di bacchetta, ed è bastata un’occhiata, prima che dicessi sì, è bastato uno sguardo a suggellare il nostro di sì, un si senza l’anello d’oro, un si senza le lacrime dei parenti, senza le parole della McGrannith, senza damigelle, colombe bianche o lanci di riso. Scoppio a piangere, furiosamente, pensando a Ron alla Tana,fuggito dal cottage qui di fronte, chiuso al buio della sua stanza , proprio nella camera a fianco sua sorella, nella stessa situazione e Molly seduta in cucina a scuotere la testa, ad odiarmi, a odiare Harry, odiare quei due ragazzi che considerava figli suoi fino a stamattina. Ho paura, guardo Harry negli occhi e piango, piango dalla paura. Siamo stati pessimi, è vero … ma è meglio mentire o ferire? Fare del male agli altri o farlo a se stessi. Forse non ci meritiamo quello che abbiamo, non meritavamo di vivere questa notte. E se tutto finisse? Se un giorno smettessimo di amarci così? Sarà valsa la pena di tutto il dolore che abbiamo causato? Come posso credere di sostenere il “per sempre” se proprio oggi ho gettato via un per sempre? Vedo negli occhi di Harry che non è sorpreso, vedo che mi capisce, so che sa cosa provo.

Mi sono allontanata, mi sono alzata, mi sono rimessa la sopraveste e sono seduta sul letto, lui è rimasto in silenzi, ancora una volta, mi ha guardata rivestirmi, sempre senza parlare.  Ora si sposta di poco, e si siede accanto a me.

 

-         Non voglio più che riaccada Harry, non voglio essere una sposa. Non voglio mettere mai più un abito bianco e camminare su una navata in mezzo a parenti e amici, non voglio l’anello! Io… io ti amo, ti voglio solo … Non credo che potrò mai più farlo dopo oggi lo sai? 

-          Lo so –

 

Ancora quel sorriso.

Mi bacia la fronte.

 

-         Va bene …. Niente vestito, fedi o familiari deliranti… Ma che dici? Di tutto questo possiamo tenere il per sempre?

 

 Non piango più, ora lo guardo ed annuisco … e  ci baciamo, ci baciamo con l’intensità di chi ha il cuore straziato dal senso di colpa ma lo sente risanarsi, cellula dopo cellula, dall’euforia di un attimo d’amore eterno che si suggella in un si espresso da labbra silenti.

 

#6 CLASSIFICATO al contes "Rabbits on the run" di Patronustrip

Autore:
Silviettinax91
Titolo: Storia di un attimo di amore eterno

VALUTAZIONE
85 PUNTI TOTALE + 15 PUNTI BONUS = 100

Grammatica e forma: (da 0 a 15) 5
Stile e lessico: (da 0 a 15)7
IC, caratterizzazione del personaggio: (da 0 a 15) 5
Sviluppo Trama e Originalità: (da 0 a 15) 7
Ambientazione: (da 0 a 10) 3
Coerenza e/o utilizzo dell’album: (da 0 a 10) 10
Gradimento personale: (da 0 a 5) 1
Punti Bonus: (da 0 a 15) punti da aggiungere a mio discapito per qualunque cosa abbia trovato particolarmente attraente (un momento, una frase, un’impaginazione particolarmente originale)
3 - L’inizio è particolarmente interessante, e nella prima parte mi piace come hai reso la diversificazione fra il flusso di coscienza di Hermione e i dialoghi. L’impaginazione è particolare.

TOTALE: 41

Giudizio Complessivo:
La storia non è originalissima, come dicevo per tutte quelle che parlavano del matrimonio di Hermione e Ron. Ma la tua idea aveva ottime possibilità.
L’inizio è convincente, mi piace come Hermione pensa a tutto quanto mentre si dirige verso la navata. Anche l’impaginazione nella prima parte è molto interessante. Ma dopo ti sei persa. Oltre agli errori correnti, soprattutto le virgole continuamente “danzanti” (la virgola si tiene vicino alla parola precedente, e si lascia lo spazio per la parola successiva così: esempio, esempio) molte sviste e lo stile rozzo in certi punti toglievano tutta la bellezza al pensiero di Hermione.
Hai mancato punti centrali e non li hai approfonditi a sufficienza, come il rapporto tra Hermione ed Harry, davvero, sappiamo che si amano ma io quell’amore … non lo vedo. Soprattutto nel secondo capitolo dove è tutto molto strano. Lui non mi sembra lui e lei non mi sembra lei. Il posto dove sono mi è apparso molto squallido e i loro dialoghi, se devo essere sincera, non li ho apprezzati.
All’inizio era interessante, ma poi hai totalmente perso il senso e la via.
Rileggi con più attenzione per gli errori, e non avere mai fretta di finire le storie.
Tuttavia la coerenza con la canzone c’è.

NDA: Devo dire che subito dopo averla scritta la storia mi soddisfaceva anche, diciamo che dal secondo dopo averla spedita ha iniziato a convincermi sempre meno. Nel rileggerla era diventata per me meno originale, meno ordinata, meno coerente, meno tutto. Avevo avuto dei giudizi positivi a chi l'avevo proposta prima per consigliarmi e come al solito mi sono lasciata "convincere"-"trascinare". Diciamo mi sono resa conto dopo di un bel po' di cose nel frattempo, tante cose che avevo notato e che ha notato anche Patronustrip e me le ha fatte giustamente presenti nel giudizio. Ho deciso di pubblicare lo stesso, senza modificare la storia in nessun modo, proprio per aver la possibilità di ricevere altri consigli se vi andrà di darmeli, qualche altra critica. Come dicevo per una storia che ho pubblicato poco fa, sono in fase stallo nella prosa quindi davvero, qualsiasi opinione, di qualsiasi tipo è ben gradita. Diciamo che ho esposto questo pezzo pieno zeppo di lacune proprio per questo. :D
Grazie in anticipo, e sopratutto grazie ancora a Patronustrip per la possibilità di partecipare e per il giudizio, che, come ho già detto mi è servito molto. .

   
 
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