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Autore: neamh    24/01/2012    2 recensioni
"Una persona li aveva uniti (volutamente, lo sapevano bene entrambi), li aveva costretti a frequentarsi e li aveva spinti a considerare lati dell'altro a cui mai avevano pensato.
Perchè erano sempre stati la Mezzosangue so-tutto-io e il Principino delle Serpi.
Niente sarebbe dovuto cambiare." (capitolo 17)
Un nuovo arrivo ad Hogwarts: è bella, bionda ed è una Malfoy. Con il brutto vizio di intromettersi negli affari amorosi del suo cuginetto...
A volte, però, persino i cupido restano intrappolati nella loro ragnatela di romanticismo...
Ecco la mia seconda fiction, dedicata alla mia migliore amica Jessica!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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sorpresa
Capitolo 27: Sorpresa!


“Sei un idiota”

“E tu sei sempre un tesoro …” la prese in giro Draco, accompagnando alle parole una smorfia di dolore.
Hermione e Cassy erano vicino al suo letto, in infermeria, dopo un’epocale caduta dalla scopa da parte di Malfoy, a un palmo dal boccino, durante la partita contro Tassorosso.
Madama Chips si avvicinò “Non si preoccupi, signor Malfoy, non è niente di grave. Prenda questo” disse mostrando una tazza contenente un liquido incolore, ma con uno strano odore “Poi le basterà rimanere in osservazione per qualche ora per vedere come reagisce …”
“Qualche ora? E io che speravo di lasciarlo qui almeno una settimana …” lo schernì Cassy, facendo ridere Hermione.
“Mi dispiace deluderla, ma non è un caso così disperato. È solo un brutto mal di schiena poco curato”
Madama Chips si congedò, ma prima insistette per vedere Draco bere la pozione.
La smorfia di disgusto che fece il ragazzo procurò l’ilarità di entrambe.
“Ehi, amico tutto bene?” Blaise si presentò improvvisamente in infermeria.
Cas lo guardò di sfuggita. Speriamo gli sia passata, non ho voglia di una scenata …
Quello non diede segno di averla vista e continuò a chiacchierare con Draco: la ragazza apprezzò molto il fatto di essere ignorata.
“… insomma abbiamo perso di venti punti? Che sfiga! Beh, ci rifaremo contro Grifondoro, tanto sarò tornato in forma per allora …”
“Voi Serpi non riuscireste a batterci neanche se foste venti in campo” una voce ben nota a tutti i presenti li colse alla sprovvista. Cassy sentì un brivido correrle lungo la schiena.
“Frena la lingua, Sfregiato. Vi stenderemo!”
“Ma se non sei riuscito a prendere il boccino a quella distanza!?! Persino Hermione avrebbe fatto di meglio …” commentò beccandosi una gomitata nello sterno dall’amica. Lui le passò un braccio intorno alle spalle e le stampò un bacio sulla fronte, per farsi perdonare. Quel contatto fisico tra i due fece irritare improvvisamente Draco “Si può sapere che diamine ci fai qui, Potter?”
“Ero sinceramente preoccupato per te …”
Il Serpeverde alzò un sopracciglio, scettico “Sì, certo, come no …”

“E poi si fanno sempre incontri interessanti in infermeria …” Cas sentì un brivido percorrerle la schiena, consapevole del fatto che Harry la stava fissando. Draco e Hermione si scambiarono uno sguardo complice e alzarono gli occhi al cielo: quella situazione era insostenibile.
L’unico davvero stupito era Blaise, che come al solito impiegò un po’ di tempo per rendersi conto di cosa stava succedendo. Già la presenza di Potter lo disturbava, ma il modo in cui fissava la sua Cassy e lei che timidamente arrossiva, imbarazzata dalla sola presenza di quello.
“No …” mormorò fra sé. “No” stavolta lo disse più forte, facendo voltare i presenti, sorpresi. “Nooooo” questo più che altro era un urlo “Non posso crederci … Allora non ero io il problema?” stava guardando fisso Cas, che faticava a mantenere il suo sguardo “Il mio unico difetto è non avere una dannata cicatrice a forma di saetta a deformare il mio bel faccino.”
“Blaise, piantala” gli sussurrò Draco, vedendo la cugina a disagio e il sorrisetto soddisfatto che Potter riusciva a malapena a celare.
“E tu sapevi tutto?” ora Zabini si rivolgeva al Serpeverde “Bell’amico …” concluse, uscendo dall’infermeria con fare drammatico. Draco cercò di tirarsi su per fermarlo, ma non potè trattenere un gemito di dolore, che colpì istintivamente Hermione. Si avvicinò al ragazzo con aria preoccupata e lo fece sdraiare di nuovo: la pozione non aveva ancora fatto effetto.
Harry dal canto suo sembrava più soddisfatto che mai: aveva ottenuto tutto ciò che poteva desiderare da quella visita in infermeria. Ci era andato per stuzzicare un po’ Cassy e aveva avuto la netta conferma che quella aveva lasciato Zabini per lui. Dopotutto frequentare Draco Malfoy aveva i suoi lati positivi …


A volte si stupiva di se stessa: chiunque altro avrebbe ceduto sotto il peso dell’infinità di libri che trasportava, oppure, più semplicemente, sarebbe ricorso ad un banale incantesimo di levitazione per evitare lo sforzo. Lei, invece, camminava spedita nel corridoio, quasi quei macigni fossero leggeri come piume, nonostante, visti quanti erano e il loro spessore, riuscisse a malapena a vedere davanti a sé. Fu solo per puro caso che lo scorse, infatti, dall’altra parte del corridoio.
Il ragazzo, invece, l’aveva individuata velocemente e, dopo una rapida occhiata intorno per controllare di essere soli, le si avvicinò.
“Stanno traferendo la biblioteca e ti sei offerta come facchino?” la schernì e fece per avvicinarsi a baciarla, ma la colonna di libri le copriva il volto. Il ragazzo scosse la testa “Mi liberi la strada, per favore?”
Hermione alzò gli occhi al cielo, ma nessuno poteva vederla a causa di quei volumi, che cercò di appoggiare alla meno peggio ai piedi di una minacciosa armatura.
“Sempre un cavaliere tu, eh?” commentò, vedendo che il biondo non aveva mosso un dito per aiutarla.
“Ehi, io mi sto riprendendo da un terribile mal di schiena che è costato a Serpeverde una pesante sconfitta in campionato …” stavolta vide chiaramente Hermione alzare gli occhi al cielo.
Draco le si avvicinò e la baciò. Quella rispose senza pensarci al bacio e gli passò le braccia intorno alla vita, ma indugiò al contatto con la sua schiena. Si staccò da lui.
“Come ti senti?” gli chiese, sinceramente preoccupata.
“Voi donne e il vostro istinto da infermierine …” commentò il biondo “Mi piace quando ti preoccupi per me …” aveva uno dei suoi immancabili ghigni stampato sul volto.
Hermione fece una smorfia “Ti odio”
Lui marcò ancora di più il suo ghigno “Non è vero …”
La ragazza scosse la testa, sorridendo e vide che anche il ghigno di lui si distendeva in un magnifico sorriso. Aveva ragione: non lo odiava affatto. Sentì parole che non voleva pronunciare, anzi nemmeno pensare, salirgli alle labbra e le costò un grande sforzo di volontà non dirle ad alta voce. Sentì il bisogno urgente di urlarle, a lui e al mondo intero, ma si trattenne. Non poteva, non era possibile …
Si allontanò dal ragazzo, confusa da questa nuova consapevolezza.
Quello la guardò senza capire “Che c’è?”
Hermione rimase in silenzio per una attimo, incredula. “Niente …” balbettò, avvicinandosi di nuovo a lui. Quello la afferrò per i fianchi e cominciò a baciarle il collo.
La ragazza lo lasciò fare, mentre la sua mente vagava lontano: quel ragazzo la coinvolgeva, senza dubbio, ma non si era resa conto di quanto il loro rapporto fosse intenso, fino ad ora.

Si infilò sotto la doccia e lasciò che l’acqua gelata le scorresse addosso. Doveva svegliarsi!
Era assurdo, totalmente assurdo. Sicuramente era stato un abbaglio, un momento in cui la lucidità era venuta meno. La sua mente razionale non aveva mai fatto un pensiero del genere: ne aveva previsto la possibilità, ma non le era mai capitato.
La verità era che non l’aveva solo pensato: era stato come sentirlo. Non era come arrivare ad una deduzione logica, ma si trattava piuttosto di un qualcosa che le era salito alle labbra e che ancora si stupiva di essere riuscita a reprimere.
Si concentrò sul rumore dell’acqua che scorreva per non sentire quelle due parole che le rimbombavano nella testa. Ma più cercava di non ascoltarle e più quelle aumentavano di volume.
L’idea di incontrarlo di nuovo la preoccupava.
Una parte di lei sperava che vederlo le avrebbe dimostrato come era stata sciocca a preoccuparsi tanto: in realtà non provava niente. Probabilmente, però, non sarebbe stato così, anzi avrebbe ottenuto la conferma di cui aveva paura. E come si sarebbe dovuta rapportare con lui, una volta certa dei suoi sentimenti? Raccontargli la verità, beccandosi una risata in faccia e chiudendo tutto per sempre, o mentire spudoratamente? In generale con Malfoy aveva sempre preferito la sincerità schietta, soprattutto quando risultava graffiante, anzi quando era un vero e proprio insulto.
Stavolta però non era così. Non era solo la paura della sua reazione a bloccarla, ma la consapevolezza che ammettere una cosa del genere a lui significava renderla vera, quando lei ancora si rifiutava di crederci.


Sentiva un moto di rabbia al pensiero della sfacciataggine di Potter. Come si era permesso di presentarsi lì in quel modo? Non aveva avuto il minimo ritegno …
Non era abituata a tutta quell’imprudenza: San Potty era in pieno corteggiamento e non mancava occasione di inviarle frecciatine. Sicuramente una parte di lei era lusingata da quel comportamento, ma doveva ammettere che le mancava l’imbranataggine che aveva dimostrato Harry quando si erano conosciuti. Le scappò un sorriso ripensando alla faccia da idiota che aveva la prima volta che l’aveva visto o a come era diventato rosso sentendosi in imbarazzo …
Scosse la testa, cercando di scacciare quei ricordi. Dannazione, ci stava cadendo di nuovo …
“Che pensieri passano nella tua testolina per procurarti quell’espressione compiaciuta?”
Tempismo perfetto! Non l’aveva neanche sentito avvicinarsi, ma ora gli stava così vicino da restare inebriata dal suo profumo. Non era una di quelle essenze costose che piacevano a Draco, ma il suo odore a farle quell’effetto … Cercò di allontanarsi velocemente da lui per evitare di restare troppo coinvolta.
“Ehi, non scappare!” Harry l’aveva afferrata delicatamente per il braccio, tirandola di nuovo affianco a sé. Affondò il viso nei suoi capelli biondi, sentendo quanto quel contatto fisico gli fosse mancata.
Cassy sentì che le spostava i capelli dal collo e ci si avvicinava con le labbra: si sforzò di rimanere impassibile. Non voleva dargliela vinta …
Harry sentì al freddezza che emanava la ragazza e si bloccò.
La guardò negli occhi: “E’ tutto inutile, vero?”
Lei gli restituì lo sguardo, inespressiva. “Qualunque cosa farò o dirò non cambierà niente … Non hai intenzione di perdonarmi, vero?” Non rispose. “O forse semplicemente non ti importa più niente di noi …”
Cassy sentiva una voce urlarle nella testa e ordinarle di reagire, di fare qualcosa. Ma non l’ascoltò.
Rimase impassibile alle parole di Potter e non lo contraddisse.
“Io voglio stare con te” disse il ragazzo. Lei lo guardò negli occhi e capì di non averlo mai visto così vulnerabile “Se capisci che è quello che vuoi anche tu sai dove trovarmi. Oppure continua a fare la regina di ghiaccio, che ti riesce benissimo.” E se ne andò, lasciandola lì da sola.


Entrò nel dormitorio di Serpeverde avvolta dal Mantello. Ormai conosceva la strada a memoria, ma quel giorno camminò più lentamente. Aveva deciso di scendere da lui, ma non era sicura di riuscire ad affrontarlo. Indugiò a lungo davanti alla porta della sua camera, poi si fece coraggio ed entrò.
Alle prime neanche lo riconobbe: se ne stava sdraiato come al solito sul letto, ma invece della sua classica camicia o della divisa perfettamente stirata indossava un tuta, con una di quelle felpe enormi il cui cappuccio gli nascondeva il viso.
“Che ti è successo?” chiese Hermione sfilandosi il Mantello e appoggiandolo ai piedi del letto.
In risposta il ragazzo indicò il suo comodino, su cui era appoggiata una lettera. La Grifondoro non riconobbe la calligrafia affilata, ma capì velocemente chi era il mittente.
“Ti ha detto quando viene esattamente?” chiese lei, poco entusiasta.
“Presto, ma non ha specificato quando.” Sbuffò quello. Si sfilò il cappuccio e guardò Hermione negli occhi “E se avesse parlato con Piton?” il dubbio lo attanagliava da quando aveva aperto la lettera: perché altrimenti sarebbe venuto ad Hogwarts?
“Piton ha detto che non ne avrebbe parlato, figuriamoci se, tra tante persone, andava a dirlo proprio a lui” Sapeva che la ragazza aveva ragione, ma comunque non era tranquillo.
“Non vorrai restare qui a deprimerti nell’attesa?”
Lui alzò un sopracciglio, cercando di capire dove volesse andare a parare.
“Sono quasi sicura che tu non voglia che io mi faccia trovare in giro quando arriverà, quindi non vorrei lasciarti troppo in astinenza …” gli si avvicinò provocante.
Lui stette subito al gioco e lasciò che quella gli sfilasse la felpa. “Senza offesa, ma questo look non ti dona …” continuò la ragazza “meglio senza niente …”
Si bloccarono immediatamente sentendo la porta aprirsi e Cassy urlare poco dopo “Scusate!”
I due si staccarono e si voltarono a guardarla: quella, rossa dall’imbarazzo, si copriva gli occhi con la mano. “Scusate, non vi avrei disturbato se non fosse stata una cosa urgente, ma …”
“Che succede, Cas?”
La bionda si rivolse al cugino “Tuo padre. L’ho visto di sopra. Sta venendo qui.”




Spazio dell'autore
Scusate il ritardo. Questo capitolo mi è costato non poca fatica, perchè l'ho buttato giù, cancellato e riscritto più volte, visto che non ero certa di come volevo far reagire Hermione alla "scoperta" che ha fatto. Credo che tutti voi abbiano capito di che si tratta ...
Comunque al momento hanno un problema più grande da affrontare. Lucius Malfoy in persona ... Vi avviso che non sarà una situazione facile, però forse potrebbe essere utile... Basta non dico altro!
Fatemi sapere che ne pensate di questo capitolo: spero che alla fine sia riuscito bene!
A presto
  
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