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Autore: bulma_89    24/01/2012    11 recensioni
Caroline Forbes si sentiva strana.
Era passata circa una settimana da quel suo pessimo diciottesimo compleanno e lei non riusciva a lasciare andare le sensazioni e le emozioni che aveva provato quel giorno.
...Da quel momento in poi non aveva potuto fare a meno di pensarci. Klaus era sempre nei suoi pensieri, ogni volta che accarezzava distrattamente il bracciale di diamanti...
Genere: Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Adesso sei mia'
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Caroline uscì di casa piuttosto confusa quella mattina. Si era svegliata con quello strano sogno in testa che non la lasciava un attimo. Pensava di continuo a come fosse sembrato reale, a come le mani e la bocca di Klaus sembravano vivi. Ci stava ancora riflettendo mentre parcheggiava la sua Fiesta davanti alla scuola e sbuffando afferrava lo zaino per entrare nell’edificio. Sembrava così superfluo pensare alla scuola dopotutto quello che era successo negli ultimi giorni e negli ultimi tempi. Con tristezza pensò che avrebbe potuto frequentare tutte le scuole del mondo visto l’eternità da teenager che l’aspettava.

In classe non riuscì ad ascoltare una parola di quanto il professore di matematica stava dicendo, ovviamente non era mai stata la sua materia preferita a ma ora l’elemento di disturbo era altro.

Le sue labbra rosse, così golose, piene… Il modo in cui l’aveva accarezzata, toccata, il modo in cui l’aveva fatta gemere, l’emozione intensa del suo sangue che scendeva lungo la gola…

Caroline quasi fece un salto sulla sedia, non poteva essersi trattato solo di un sogno!

Il professore la guardò da sotto gli occhialini sottili, la fronte corrucciata e severa.

― Signorina Forbes è pregata di uscire dalla classe. Evidentemente non è interessata a quello che io sto dicendo ―.

Caroline si guardò attorno, imbarazzata, gli occhi dei compagni di classe tutti posati su di lei.

“ Santo cielo sono una vampira! Non posso farmi intimidire da qualche paia di occhi incuriositi!”

Però in fondo era proprio così e Caroline afferrò velocemente lo zaino ed uscì di corsa dalla classe.

Fuori si sentì subito meglio e pensò che per quel giorno era meglio tornare a casa, non sarebbe neanche dovuta uscirne al mattino. Si diresse svelta verso la sua Fiesta e per poco non notò Bonnie che a pochi metri da lei la stava chiamando.

― Ehi Caroline! ―, l’amica bruna sventolò una mano nella sua direzione.

Caroline aprì le labbra in un sorriso, anche se in quel momento non aveva voglia di vedere nessuno. Pensava che tutti le avrebbero letto in faccia le sue preoccupazioni.

― Ciao Bonnie, che sorpresa… ―. Caroline torturò la bretella dello zaino.

La strega la osservò con interesse; ― C’è qualcosa che non va Caroline? ―.

La bionda aprì le mani verso il cielo e sorridendo scrollò le spalle; ― Tutto a meraviglia! Adesso scusami Bonnie ma devo proprio andare ―. La vampira aprì la portiera della sua auto e vi salì dentro con velocità. Accese il motore, incurante di Bonnie che la guardava stranita.

― Aspetta, devo dirti una cosa che riguarda Kl… ―. Ma Caroline non la sentì, mentre la sua Fiesta lasciava finalmente la scuola.

 

Sospirò, mentre parcheggiava davanti casa sua. Tutta quella situazione stava incominciando a diventare estremamente pesante. Le sue ultime storie d’amore erano malamente naufragate in più adesso faceva anche strani sogni in compagnia di mostri crudeli… No, per Caroline Forbes non stava andando affatto bene.

― Quindi io sarei un mostro crudele? ―.

Una voce ruppe l’intimità dell’abitacolo della sua auto; Caroline gridò e si voltò di scatto verso il sedile del passeggero. Accanto a lei c’era seduto un Klaus sorridente.

― Oh mio dio! E tu quando sei salito? ―, esclamò la ragazza.

― Mentre tu eri persa nei tuoi tristi pensieri, mia cara. Perché poi così tristi dopo la notte scorsa?-.

Caroline impallidì e fece per scendere dall’auto ma l’ibridò le bloccò con fermezza il braccio.

― Fossi in te non lo farei, dolcezza… ―, sussurrò, mentre avvicinava la bocca ai capelli dorati di lei.

― Cosa… cosa vuoi? ―, biascicò Caroline cercando di guardare fisso di fronte a sé.

― Mia cara, è mai possibile che tu mi riservi questa accoglienza? ―, disse Klaus avvicinandosi sempre di più alla vampira. Il suo naso sfiorò il viso di lei; ― Io ero convinto che ti fosse piaciuto… ―.

― Non so di cosa tu stia parlando! ―, inveì Caroline.

Klaus rise e Caroline cercò di dimenarsi dalla sua stretta.

― Tra di noi non c’è mai stato niente! ―.

Klaus si prese il mento tra le mani, come a voler rifletterci su. La ragazza non poté fare a meno di osservarne il profilo così piacevole; immagini che voleva evitare le invasero la mente.

― Ah ecco, devo aver esagerato quando ti ho imposto di dormire e sognare. Mi dispiace dolcezza, comunque vedo che ricordi tutto lo stesso. Meno male, avrei odiato di essere dimenticato così ―.

Caroline era confusa, voleva solo nascondersi. Klaus sembrava leggere nei suoi pensieri e se era vero che tra loro c’era stato quello che c’era stato allora era stata proprio sciocca.

― Klaus ascoltami. Siamo davanti a casa mia, in pieno giorno. Cosa penserebbe mia madre se arrivasse in questo momento? Io dovrei essere a scuola, ti prego lasciami in pace ―.

L’ibrido sembrò non ascoltarla.

― Caroline sei mai stata al Louvre? ―, chiese.

La bionda lo guardò stupita per quella domanda. Klaus era veramente fuori si senno.

― Si ci sono stata ―, rispose poi. Il secondo dopo però rimuginò su quello che aveva appena detto.

― No è impossibile… Io sono mai stata a Parigi in vita mia, allora perché ho questo ricordo? ―.

Caroline sbarrò gli occhi per la sorpresa.

― Tu! ―, esclamò puntando il dito contro Klaus. ― Questi sono ricordi tuoi, non miei! Oddio che confusione ―.

― Cara metti in moto la macchina, andiamo a parlare in un posto più appartato ―.

Caroline scosse la testa con vigore.

― Ovvio che no ―.

― Tesoro, non costringermi ad usare la forza, sarebbe disdicevole ―.

Klaus si aprì in un altro dei suoi famosi sorrisi.

Sospirando la ragazza mise in moto e prese a guidare verso una direzione che conduceva fuori da Mystic Falls.

― Bene, qua può andare, imbocca quella stradina sterrata ―, disse Klaus dopo circa dieci minuti di guida e di silenzio.

Caroline era un fascio di nervi; temeva per quello che sarebbe potuto succedere e per quello che era già successo tra loro. Che incredibile sbaglio!

Fermò la macchina in mezzo alla strada di ghiaia; erano invisibili dalla strada principale poiché una piuttosto fitta vegetazione iniziava a dare spazio al bosco.

― Eccoci qua. Cosa dovevi dirmi? ―, disse Caroline cercando mi mantenere un tono sicuro di sé.

― Prima guardami, Caroline. Ieri notte io e te abbiamo fatto l’amore e ci siamo scambiati il sangue. Le nostre menti ora sono collegate, io so quello che tu stai pensando ma tu, così giovane, puoi vedere solo parte dei miei ricordi, immagini sfuocate. Sei in mio potere, Caroline, ogni tuo piccolo segreto, anche il pensiero più stupido, io posso conoscerlo ―.

Caroline mantenne le mani sul volante e si girò lentamente verso di lui.

Era pietrificata.

― Perché tutto questo? ―, sussurrò.

― Non domandarmelo. Mi sarà certamente utile sapere quello che tu stai pensando. Potresti rivelarmi informazioni interessanti. Anche se tu provassi a controllare i tuoi pensieri, infatti, non ci riusciresti  mai del tutto ―.

― Mi hai… usata… ―, sussurrò Caroline, ― Mi hai salvato la vita solo per poterne usufruire a tuo piacimento ―.

― Non è così Caroline, io ti ho fatto scegliere ―, rispose Klaus con voce penetrante.

Avvicinò una mano a sfiorare il braccio della ragazza.

― Non è tutto dolcezza… Sono venuto qua per invitarti ad un piccola festicciola che terrò nella mia nuova casa a Mystic Falls questo sabato ―. La mano dell’ibrido salì fino ad arrivare alla spalla di Caroline; un dito si insinuò lentamente al di sotto della manica della T―shirt.

Caroline sussultò; ― Non ho intenzione di venire! ―.

Klaus socchiuse gli occhi e rise mentre la ragazza scrollava le spalle cercando di toglierselo di dosso.

― Ma verrai, ho già avvisato anche le tue amichette e i vostri adorati Salvatore ―.

― A quale scopo? No, non mi interessa conoscere i tuoi secondi, maledetti fini. Io voglio starne fuori ―.

― Ma tu sei già dentro, Care. O sono io che sono dentro di te? ―.

Caroline impallidì e le sue mani si strinsero forte sul volante.

― Ok. Mi hai usata, sei persino venuto a letto con me, ti sei addirittura infilato nella mia testa ma io non voglio avere più niente a che fare con te ―.

Detto questo la vampira uscì dall’auto, sbattendo con fervore lo sportello.

Incrociò le braccia al petto e diede le spalle a Klaus che l’aveva seguita a ruota.

― Mia cara… Tu ci sarai alla mia festa, altrimenti potrebbe succedere qualcosa a qualcuno a cui tieni. Vediamo… a chi stai pensando? Tua madre. Non te lo perdoneresti mai, vero? ―.

Caroline si voltò di scatto e in un nano secondo fu addosso all’ibrido; lo colpì con forza al petto.

Dalle labbra di Klaus uscì un respiro soffocato.

― Però… non male dolcezza ―, disse poi lui guardando il viso adirato di Caroline a pochi centimetri dal suo.

I loro occhi si incontrarono e Caroline cercò di evitare quello sguardo così azzurro e seducente, ma abbassando gli occhi si trovò davanti le labbra rosse ed invitati di Klaus e per un attimo pensò ai baci che si erano scambiati appena la notte scorsa. Sperò che lui non se ne fosse accorto.

In un attimo le mani di Klaus si strinsero attorno al suo viso, circondandole i capelli biondi.

La costrinse a guardalo; ― Non starai cercando di soggiogarmi, spero ―, disse Caroline con voce roca e sommessa.

Gli occhi di Klaus erano fermi ed insistenti, così come la sua stretta. Caroline sapeva che avrebbe potuto romperle il collo con facilità, o avrebbe potuto baciarla con altrettanta facilità.

Lentamente le labbra di Klaus si fecero sempre più vicine fino ad arrivare a sfiorare le sue.

― No… ―, biascicò Caroline. Non voleva baciarlo, non voleva essere usata. Eppure non riuscì a trattenersi dal dischiudere leggermente le labbra. Il quel momento di contatto percepì qualcosa dei pensieri di Klaus, un’emozione, uno squarcio di desiderio puro ed assoluto.

Caroline cercò di ritrarsi, sconcertata. Ma lui non glielo permise e la sua bocca si strinse con forza sulla sua. Klaus l’attirò contro il suo petto e cercò di farsi strada per approfondire il bacio ma Caroline decise che non avrebbe ceduto, non questa volta…

Morse il labbro inferiore di Klaus con violenza, fino a squarcialo. L’ibrido si staccò da lei, sorpreso.

La lasciò e con la mano si strofinò il labbro insanguinato. Poi assunse un sorriso sghembo e la guardò. Caroline tremò di paura.

― Sei fantastica, Care ―, disse l’ibrido semplicemente. Dopo queste parole, senza aggiungere altro, si avviò alla macchina aprendo lo sportello e sedendosi.

Caroline rimase immobile, incerta sul da farsi, agitata ed incredula.

Klaus era imprevedibile, terribile, magnifico ed incostante.

Aspettò a braccia conserte che lei salisse e poi le sorrise.

― Andiamo? ―, disse solamente.

Con mani tremanti la ragazza accese l’auto e prese a guidare verso Mystic Falls. Per tutto il tempo Klaus rimase immobile con uno strano sorriso stampato sul volto.

Caroline gli lanciava qualche occhiata ogni tanto; ormai il labbro dell’ibrido era completamente guarito. Si fermò davanti la nuova casa di Klaus, una dimora imponente, come quella dei Salvatore.

Prima di scendere dall’auto Klaus le disse: ― Mi dispiace di non poter venire a trovarti questa notte. Ma ci vedremo presto, sabato, al ballo ―.

Caroline scosse leggermente la testa, ― Non succederà mai più Klaus ―, disse.

Lui non rispose, il suo visto rimase una maschera di indecifrabile compiacimento.

Caroline se ne andò da li sentendosi stranamente sconfitta.

 

   
 
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