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Autore: TonyCocchi    24/01/2012    9 recensioni
Il povero Ludwig è esasperato! Per quanto Italia possa essere svogliato, pigro e deboluccio, c’è una cosa in cui non è mai riuscito a batterlo nemmeno una volta… Il calcio! Deciso più che mai a rifarsi, gli lancia una sfida ai calci di rigore! Come andrà a finire?
Genere: Azione, Commedia, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas, Nuovo personaggio, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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hetalia rigori

Ancora una volta ciao a tutti e benvenuti ad un nuovo capitolo finale di una fic del sottoscritto; stavolta prima di proporvelo ho fatto un po’ il cattivello, spezzando sul più bello per aggiungerci un po’ più di suspance, scusate se ci siete rimasti male! XD

Innanzitutto, qualcuno ha ammesso che non legge queste righe (chiaramente o senza accennare nulla nel commento…) mentre altri hanno dimostrato che invece le leggono, quindi li premio con una carezza in testa. XD

Spero che in futuro decidiate di perdere altri uno o due minuti per sentire un po’ cos’ho da dirvi: sapete, mi piace essere confidenziale con voi lettori ^__^

E ora, andiamo a vedere un po’ come è andata a finire, e con che spirito i contendenti torneranno ciascuno a casa propria!
Buona lettura, e ricordate di leggere anche l’epilogo coi classici saluti di fine fanfic! ^__^

 

PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!

 

 

 

<< Fiiiii! >>

 

Inspirò. Un passo, un altro, uno più veloce, una corsa.

 

Espirò. Sciolse le dita nei guanti, rilassò i muscoli, svuotò la mente, si piegò un po’.

 

Germania colpì la palla con tutta la sua forza.

 

Vide, teso come una pantera che attacca, Italia lanciarsi nella direzione giusta.

Il suo palmo sinistro aprirsi il più possibile

 

E quando i tacchetti della sua scarpa destra tornarono a poggiarsi nell’erba morbida, il verdetto della sfida era stato infine deciso.

 

<< 1970. 1982. 2006. >> ripercorse velocemente nella sua testa Ludwig.

 

Prima di gridare.

 

“GOAL!”

 

Inspirò rapido e svuotò nuovamente i polmoni: “GOAL!”

 

Prussia, Austria, Baviera e Svizzera scattarono all’unisono, e urlando e sbracciandosi corsero tutti verso Germania.

Si, anche Svizzera, perché anche se trascinato un po’ a forza, nemmeno lui poteva resistere a quell’esplosione di emozioni.

Prussia fu il primo a raggiungere il fratello e gli si lanciò addosso, rischiando di farlo cadere, o forse con il preciso intento di buttarlo a terra!

Germania però restò in piedi e poté schiacciare veloce il cinque a Baviera che lo raggiunse un secondo dopo.

Lily invece aveva preferito restare al suo posto ad applaudire piuttosto che finire schiacciata in quell’abbraccio di squadra, quel groviglio di urla ed esultanze!

Anche metà degli applausi dell’arbitro erano rivolti ai vincitori (l’altra metà a lui stesso per aver diretto così bene!).

Per quanto riguarda la squadra sconfitta, seppur solo all’ultimo, le reazioni furono diverse per ciascuno.

Vaticano congiunse le mani: andava fatta la volontà del Signore, e se il Signore aveva deciso così…

Seborga e San Marino, comunque abituati alle disfatte calcistiche (dura mettere su una squadra forte quando il paese è piccolo e quando si gioca devi chiamare i muratori o i geometri per fare numero…), dopo un iniziale delusione, andarono anche loro a complimentarsi sportivamente con Germania e il suo gruppo.

Romano invece, dopo l’iniziale shock che l’aveva buttato gambe all’aria dalla panchina non appena aveva visto la palla insaccarsi, sfoggiava una strana calma.

Aveva sempre una faccia da funerale, certo, ma niente urla, strepiti o lagne.

Mentre gli altri festeggiavano e si congratulavano, Italia del sud si diresse a passo lento verso la porta, fino al fratello riverso per terra.

Non appena gli vide la faccia, trovò conferma dei suoi sospetti.

“Ufff… C’era da immaginarselo!”

“Ve?” si girò Veneziano, fingendo di non capire.

“Perché lo hai lasciato vincere?”

“Ve?” continuò a fare lo gnorri.
“Ne sono certo: hai ritirato il braccio all’ultimo per non parare.”
Veneziano si mostrò colpevole tirando fuori una risatina che non riusciva più a trattenere.

“Ufff… Perché?”
“Perché mi sarebbe dispiaciuto per Germania. Almeno una volta, volevo che vincesse.”

Girò la faccia verso il disordinato gruppetto radunato al limite nell’aria e, di tanto in tanto, riusciva a vedere il sorriso di Germania fare capolino tra le teste e le magliette bianche.

Sorrise ancora di più: “Eh eh! Volevo vederlo felice una volta tanto.”
Romano scosse il capo. Almeno non aveva tirato fuori quello scherzetto con una coppa del mondo in palio.

“Sei un caso perso.”
Gli porse la mano e lo fece rialzare; Veneziano si avviò immediatamente verso l’”odiato crucco” e Romano, un po’ a malincuore, lo seguì.

“Oh, beh, tanto abbiamo sempre vinto un mondiale più di lui! Eh eh eh!” scherzò Romano cingendo un braccio intorno le spalle del fratellino.

“Già!”

 

“Che tiro! E Che potenza!”

“Eh eh, grazie Baviera!”
“Umpf! Quello lo segnavo anch’io!” lo spintonò Prussia.

“Ovviamente se non avessi voluto strafare avrei segnato anch’io.” disse Svizzera.

“Si, certo…” lo schernì Austria.

“Lei è bravo a calcio, e se non fosse un eretico sarebbe veramente un tipo a posto.”
Germania ringraziò, intuendo che per Vaticano doveva essere il massimo del complimento che riusciva a rivolgergli!

“È stato un piacere giocare con voi tre, siete piccoli ma agguerriti.”

Seborga si impettì: “Più che giusto!”

Subito dopo si accorse di Romano e Veneziano alle sue spalle e si scansò, mettendoli faccia a faccia con Germania.

Romano ovviamente gli ringhiò contro come davanti a un ladro di maccheroni.

Veneziano invece, portando la palla tra le mani, salutò il vincitore con la solita arietta ingenua: “Veee! Congratulazioni, sei sempre fortissimo Germania!”

Germania si abbassò su di lui con un’ombra minacciosa a velargli il viso!

“V-veee?”

“Umpf! Italia, sappi che la prossima volta non mi accontenterò di una semplice partitella: ti sconfiggerò in un vero torneo! Solo allora sarò soddisfatto appieno!”

Italia tremò: “Va bene… Ehm…”

“…… Eh eh eh!”
Sciolse la tensione porgendogli una mano.

“Veee!” arrossì Veneziano.

Con quella forte stretta di mano, in tutto e per tutto la promessa di un nuovo confronto, la sfida si chiuse ufficialmente.

 

E visto che la sfida era conclusa…
“VIA CON LA FESTA!” gridò Baviera!

“Ho fatto buona guardia alla birra come avevi chiesto.” fece rapporto Svizzera, guardando storto Prussia, il quale ricambiò con tutto il cuore.

“Allora brindiamo alla nostra sfida, alla gloria dei vincitori e alla rivincita dei vinti!”

“Lily, tu no!”

“Si, fratellone.”

“Vieni Italia!”
“Eh? Io?”
Mentre si avvicinava, Baviera riempì un boccale in ceramica col coperchio in metallo, artigianato delle sue parti, e lo porse a Veneziano: “Si, in quanto miglior portiere della sfida ti lascio l’onore di aprire le danze!”

“Ve, grazie!”

Germania distrattosi nei suoi pensieri, si accorse troppo tardi di quel pericoloso gesto di sportività del cugino!
“NO! NO BAVIERA! A LUI LA BIRRA NO!”

<< Glu! Glu! Glu! >>

Spintonando Prussia, si avventò su Italia: “Italia! Mollalo subito!”
“Ehi! Cuginone, non si toglie il boccale di bocca a uno che trinca!” si arrabbiò Baviera, per cui il trincare era cosa quasi sacra!

“Tu non capisci! Te l’ho detto che lui è un tipo da vino! Gli ho già fatto bere la birra una volta e…”

Con prontezza di riflessi si abbassò per evitare una forma svolazzante che gli veniva addosso. Si guardò alle spalle: vestiti!

 

“VEEEEEE!!!” urlò Italia iniziando a correre tutto nudo per il campo!

 

Tutti: °////°

Il primo pensiero di Svizzera fu ovviamente girare Lily dall’altro lato!

“Sigh… Ed è successo questo…”

“Mhmm, quindi Italia è uno streaker…”*

“Solo quando beve la birra.”
Come era lecito aspettarsi, Romano non poté restare in silenzio: “Questa è tutta colpa tua, maledettissimo crucco!”
“Io ho cercato di fermarlo!”
“Ma non ce l’hai fatta, quindi è colpa tua!” lo zittì Romano agitando in aria il pugno.

Intanto Vaticano, toltosi il manto talare rincorreva Veneziano, obnubilato dal luppolo, pregandolo di “coprire le vergogne”…

Svizzera si incavolò senza indugi: “GRRRR! Quel maledetto! Non si accontenta di girare nudo sotto casa mia! Ora cerca di attentare all’innocenza di mia sorella!”

“Ma Svizzera…” –ribatté Austria- “Dubito sappia cosa stia facendo.”
“PASTAAAAAAAAA!” gridò facendo la ruota in mezzo alle margherite!

Francia intanto osservava con attenzione… molta attenzione… pregando nessuno beccasse il suo ghigno da pervertito stampato in viso.

“Uh uh uh uh uh…”

Dovette usare il cartellino rosso per asciugarsi il sangue al naso (così non si macchiava)!

“Tsk! Ne ho abbastanza! Mi costringete a giocare e poi ad assistere a questo pietoso spettacolo! Forza Lily, ce ne andiamo!”

Si guardò intorno…

“Lily? LILY?!”

Orrore! Lei e San Marino incustoditi!

“San Marino, visto che mi hai fatto un regalo, vorrei poter ricambiare…”

“N-non serve, ma se proprio vuoi farmi contento… Q-quando posso sperare di rivederti?”

Lily iniziò a girare timidamente il piedino nell’erba: “Ecco… non so… ehm…”

“MAI E POI MAI! Lily, allontanati!”

Le afferrò la manina e cominciò a trascinarsela via.

Allo stesso modo, Seborga afferrò il compagno di squadra, troppo imbambolato per muoversi, e prese a tirarlo verso la direzione opposta: “Dai, andiamo a casa!”

Sia Lily che San Marino si lasciavano trascinare (i tacchi delle loro scarpe lasciavano per terra i solchi!), continuando a seguirsi con gli sguardi lucenti e trasognati.

“Stai lontano da mia sorella, hai capito?!”

“Scrivimi!” salutò lui sventolando la mano.
“Lo farò di certo!” salutò lei allo stesso modo.

“Lily, ma perché mi fai penare così? Sigh!”

“Ah ah ah, bravissimo San Marino!” –disse Seborga, trascinando in modo più incoraggiante rispetto a Svizzera- “Così si fa! Potere ai piccoli!” esultò alzando il pugno.
Anche San Marino alzò il pugno: “Amore ai piccoli!”  

“Ciao ciao!” fece Lily con la sua manina mentre lei e il fratello si facevano piccoli piccoli man mano che andavano via!

“Ehi, allora niente festa?”

“Meglio rimandarla, Baviera.” disse Germania mentre lo streaker e il suo moralizzatore passavano nuovamente di corsa a poca distanza da loro!

“VEEE MAMBO! MAMBO ITALIANO! VEEE MAMBO!”
“VENEZIANO, SMETTILA DI COMMETTERE ATTI IMPURI! COPRITI!”

“Umpf, tanto è stata comunque una bella giornata, no?”

“Già, cuginone…” annuì lui, trincando ugualmente.
“E lo spettacolino non è niente male!” ghignò Prussia che si godeva lo strepitoso placcaggio di Vaticano ai danni dell’amorale Veneziano.

 

 

 

Germania quella sera ultimò le pulizie di casa che aveva lasciato in sospeso.

Una volta finito, poggiò via il piumino e si sgranchì le braccia. Come quella mattina, ancora una volta per puro caso, gli occhi gli caddero sul ritaglio di giornale della “Partita del Secolo”, e non se ne vollero più distaccare.

Si avvicinò al muro e si fermò a guardare.

Quasi sicuramente, Italia l’aveva lasciato vincere.

Lui però non la considerava un’offesa, né il pensiero gli guastava la contentezza di aver vinto quel giorno.

Certo, a prima vista era anche troppo soddisfatto; dopotutto, era stata una semplice sfida amichevole ai rigori.

Che importanza poteva mai avere in confronto a tre mondiali persi contro di lui? A meno che, ovviamente, non la si guardasse dal verso giusto.

Non l’aveva fatto per l’umiliazione.

Non l’aveva fatto per una questione di principio.

Il vero motivo per cui, in quell’attimo di istintività era nato in lui il desiderio di lanciare quella piccola sfida, e per il quale era ugualmente contento, che l’avesse lasciato vincere o meno, era scoprire la considerazione che Italia aveva di lui.

Sapere se dopo tre sconfitte, per lui era ancora un valoroso rivale.

Se fossero ancora i due acerrimi avversari di sempre.

 

“Mi piace sempre giocare contro di te.”

 

Ora, dopo le parole che gli aveva rivolto, e quel tuffo così perfetto che stranamente non era stato in grado di bloccare il suo potentissimo tiro, era certo lo fossero.

 

Perché, in fondo, il vero rivale si fa avanti nel momento del bisogno.

 

 

Città del Messico

21 Giugno 1970

 

<< Signore e signori il campionato del mondo è finito! Il Brasile ha vinto la coppa del mondo! E secondo le regole della Coppa Rimet**, ora sarà sua per sempre, in quanto la prima squadra ad averla vinta per tre volte! Un trionfo! Il Brasile si conferma la squadra più forte di tutte! >>

 

4 a 1…

Una disfatta…

Ma con una “Partita del Secolo” sulle spalle, e una squadra come quella contro, cosa poteva mai aspettarsi?

Italia aveva dato tutto contro la Germania nelle semifinali, e non era rimasto abbastanza nelle sue gambe per fronteggiare il Brasile ad armi pari.

Ed ora, il più grande calciatore di tutti i tempi***, correva, rideva e stringeva la coppa nel caos verde e oro che era diventato lo stadio.

Un colorato carnevale in cui nessuno poteva mai fare caso a quel puntino azzurro spento seduto lì in disparte su quell’erba dove aveva dovuto dire addio al sogno di esporre nel salotto di casa il tanto amato trofeo.

Italia piangeva, rumorosamente, nascosto dal rumore della festa dei vincitori.

Tutto per niente dunque? Due mondiali di fila, una “Partita del Secolo” e poi eccolo lì, sconfitto e umiliato, a piangere, piangere come sempre.

In battaglia aveva pianto tante volte, ma almeno nel calcio lui voleva ridere.

Cosa avrebbe dato per sparire, e non sentirsi dire di essere sempre la solita Italia, sempre il solito piagnone.

“Italia.”

Abbagliato dal sole e dalle lacrime, non riconobbe subito il suo avversario delle semifinali, impeccabile come sempre col cappello e l’impermeabile cachi, pronto a imbarcarsi per tornare a casa ora che il campionato era finito.

“Se non avessi incontrato me in semifinale, sono sicuro avresti vinto tu.”

Italia, intontito dalla batosta, non comprese subito il senso di quelle parole.

“Ne sono sicuro.”

Si passò un braccio sugli occhi.

“Grazie… Germania…”

Germania guardò l’orologio e si voltò per andarsene: “Alla prossima sfida!”

 

Quello stesso giornale davanti al quale quel mattino si era sentito così abbattuto, inadeguato, sfiduciato, ora poteva ammirarlo, e lasciarsi andare ai ricordi che racchiudeva, a testa alta.

Per quanto adorasse vincere a calcio, Italia l’aveva lasciato vincere, pur di fargli riconquistare il sorriso e la stima in sé stesso.

Esattamente come aveva fatto lui stesso, in quel triste giorno del 1970, scendendo in campo per rivolgere poche importanti parole al nemico della più grande battaglia avesse mai combattuto, mentre questo piangeva tutto solo.

 

Perché, alla stregua del vero amico, il vero rivale si fa avanti nel momento del bisogno.

 

Spense la luce e andò nel suo studio: aveva ancora del lavoro da sbrigare, e se anche lui, Germania, iniziava a bigiare gli impegni, il mondo sarebbe veramente andato a rotoli!

Inforcò la stilografica, e si concesse un ultimo pensiero sulla sfida di quel mattino.

“Grazie… Italia…”

 

A casa di Italia, Veneziano stava preparando la cena per sé e suo fratello, con tanto di grembiule rosa. Mentre buttava la pasta nell’acqua che bolliva, si concesse un ultimo pensiero sulla sfida di quel mattino.

“Alla prossima sfida!”

 

 

NOTE:

*: Gli “streaker” sono quei simpaticoni che irrompono in campo durante le partite di calcio tutti nudi e che fanno sospendere il gioco il tempo necessario per bloccarli e arrestarli per atti osceni XD

**: Il vecchio nome dei mondiali di calcio era “Coppa Jules Rimet”, dal nome del suo ideatore. Egli decise che la prima nazionale a vincere tre volte avrebbe tenuto per sempre per sé la coppa, senza doverla restituire alla squadra vincente del mondiale successivo (come avviene oggi), e questa fu appunto il Brasile nel 1970, che come l’Italia, avversaria in finale, aveva già vinto due mondiali.

***: Si tratta di Edson Arantes do Nascimiento, detto Pelé, ritenuto appunto il più grande di tutti i tempi.

 

Suppongo molti di voi, tifosi più accaniti, siano rimasti un po’ scontenti; qualcun altro avrà dato del fesso a Germania perché l’unica volta che batte Italia è perché lo vuole lui. Ma come avete visto, c’erano tutte le ragioni perché finisse così.

Certe volte scrivere ti fa fare pensate che all’inizio ti sembrano originali, ma che invece, riflettendoci, hanno la loro veridicità; il vero rivale è come il vero amico, che quando ti senti scoraggiato, arriva a ricordarti che avete un conto in sospeso, un conto in sospeso che solo tu puoi saldare, tu e nessun altro, restituendoti la tua importanza, e la voglia di lottare.

Anche questo finale quindi rientra tra quelli che, secondo me, sono i più riusciti! ^__^
Ed ora, vediamo un po’ quanti “Grazie di aver letto” devo dispensare (se state ancora leggendo… XD)

Un grazie a Rob, alias Darkshin, a Tomato-chan e Tazusa (compatriote, che sicuramente al sentir parlare della “cazzimma” di Romano si sono sentite a casa XD), grazie a historygirl93, Nihal the Revenge, Chiaky e Stellarium per i loro commenti, e a tutti quelli che leggono senza commentare! ^__^

 

Alla prossima fic (sempre su Hetalia, è ufficialmente il mio periodo “Hetalioso” ^_^)!

 

PS: NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!


FINE!

  
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