Ancora
una volta ciao a tutti e benvenuti ad un nuovo capitolo finale di una fic del
sottoscritto; stavolta prima di proporvelo ho fatto un po’ il cattivello,
spezzando sul più bello per aggiungerci un po’ più di suspance, scusate se ci
siete rimasti male! XD
Innanzitutto,
qualcuno ha ammesso che non legge queste righe (chiaramente o senza accennare
nulla nel commento…) mentre altri hanno dimostrato che invece le leggono,
quindi li premio con una carezza in testa. XD
Spero
che in futuro decidiate di perdere altri uno o due minuti per sentire un po’
cos’ho da dirvi: sapete, mi piace essere confidenziale con voi lettori ^__^
E
ora, andiamo a vedere un po’ come è andata a finire, e con che spirito i
contendenti torneranno ciascuno a casa propria!
Buona lettura, e ricordate di leggere anche l’epilogo coi classici saluti di
fine fanfic! ^__^
PS:
NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
<<
Fiiiii! >>
Inspirò.
Un passo, un altro, uno più veloce, una corsa.
Espirò.
Sciolse le dita nei guanti, rilassò i muscoli, svuotò la mente, si piegò un
po’.
Germania
colpì la palla con tutta la sua forza.
Vide,
teso come una pantera che attacca, Italia lanciarsi nella direzione giusta.
Il
suo palmo sinistro aprirsi il più possibile
E
quando i tacchetti della sua scarpa destra tornarono a poggiarsi nell’erba
morbida, il verdetto della sfida era stato infine deciso.
<<
1970. 1982. 2006. >> ripercorse
velocemente nella sua testa Ludwig.
Prima
di gridare.
“GOAL!”
Inspirò
rapido e svuotò nuovamente i polmoni: “GOAL!”
Prussia,
Austria, Baviera e Svizzera scattarono all’unisono, e urlando e sbracciandosi
corsero tutti verso Germania.
Si,
anche Svizzera, perché anche se trascinato un po’ a forza, nemmeno lui poteva
resistere a quell’esplosione di emozioni.
Prussia
fu il primo a raggiungere il fratello e gli si lanciò addosso, rischiando di
farlo cadere, o forse con il preciso intento di buttarlo a terra!
Germania
però restò in piedi e poté schiacciare veloce il cinque a Baviera che lo
raggiunse un secondo dopo.
Lily
invece aveva preferito restare al suo posto ad applaudire piuttosto che finire
schiacciata in quell’abbraccio di squadra, quel groviglio di urla ed esultanze!
Anche
metà degli applausi dell’arbitro erano rivolti ai vincitori (l’altra metà a lui
stesso per aver diretto così bene!).
Per
quanto riguarda la squadra sconfitta, seppur solo all’ultimo, le reazioni
furono diverse per ciascuno.
Vaticano
congiunse le mani: andava fatta la volontà del Signore, e se il Signore aveva
deciso così…
Seborga
e San Marino, comunque abituati alle disfatte calcistiche (dura mettere su una
squadra forte quando il paese è piccolo e quando si gioca devi chiamare i
muratori o i geometri per fare numero…), dopo un iniziale delusione, andarono
anche loro a complimentarsi sportivamente con Germania e il suo gruppo.
Romano
invece, dopo l’iniziale shock che l’aveva buttato gambe all’aria dalla panchina
non appena aveva visto la palla insaccarsi, sfoggiava una strana calma.
Aveva
sempre una faccia da funerale, certo, ma niente urla, strepiti o lagne.
Mentre
gli altri festeggiavano e si congratulavano, Italia del sud si diresse a passo
lento verso la porta, fino al fratello riverso per terra.
Non
appena gli vide la faccia, trovò conferma dei suoi sospetti.
“Ufff…
C’era da immaginarselo!”
“Ve?”
si girò Veneziano, fingendo di non capire.
“Perché
lo hai lasciato vincere?”
“Ve?”
continuò a fare lo gnorri.
“Ne sono certo: hai ritirato il braccio all’ultimo per non parare.”
Veneziano si mostrò colpevole tirando fuori una risatina che non riusciva più a
trattenere.
“Ufff…
Perché?”
“Perché mi sarebbe dispiaciuto per Germania. Almeno una volta, volevo che
vincesse.”
Girò
la faccia verso il disordinato gruppetto radunato al limite nell’aria e, di
tanto in tanto, riusciva a vedere il sorriso di Germania fare capolino tra le
teste e le magliette bianche.
Sorrise
ancora di più: “Eh eh! Volevo vederlo felice una volta tanto.”
Romano scosse il capo. Almeno non aveva tirato fuori quello scherzetto con una
coppa del mondo in palio.
“Sei
un caso perso.”
Gli porse la mano e lo fece rialzare; Veneziano si avviò immediatamente verso
l’”odiato crucco” e Romano, un po’ a malincuore, lo seguì.
“Oh,
beh, tanto abbiamo sempre vinto un mondiale più di lui! Eh eh eh!” scherzò
Romano cingendo un braccio intorno le spalle del fratellino.
“Già!”
“Che
tiro! E Che potenza!”
“Eh
eh, grazie Baviera!”
“Umpf! Quello lo segnavo anch’io!” lo spintonò Prussia.
“Ovviamente
se non avessi voluto strafare avrei segnato anch’io.” disse Svizzera.
“Si,
certo…” lo schernì Austria.
“Lei
è bravo a calcio, e se non fosse un eretico sarebbe veramente un tipo a posto.”
Germania ringraziò, intuendo che per Vaticano doveva essere il massimo del
complimento che riusciva a rivolgergli!
“È
stato un piacere giocare con voi tre, siete piccoli ma agguerriti.”
Seborga
si impettì: “Più che giusto!”
Subito
dopo si accorse di Romano e Veneziano alle sue spalle e si scansò, mettendoli
faccia a faccia con Germania.
Romano
ovviamente gli ringhiò contro come davanti a un ladro di maccheroni.
Veneziano
invece, portando la palla tra le mani, salutò il vincitore con la solita arietta
ingenua: “Veee! Congratulazioni, sei sempre fortissimo Germania!”
Germania
si abbassò su di lui con un’ombra minacciosa a velargli il viso!
“V-veee?”
“Umpf!
Italia, sappi che la prossima volta non mi accontenterò di una semplice
partitella: ti sconfiggerò in un vero torneo! Solo allora sarò soddisfatto
appieno!”
Italia
tremò: “Va bene… Ehm…”
“……
Eh eh eh!”
Sciolse la tensione porgendogli una mano.
“Veee!”
arrossì Veneziano.
Con
quella forte stretta di mano, in tutto e per tutto la promessa di un nuovo
confronto, la sfida si chiuse ufficialmente.
E
visto che la sfida era conclusa…
“VIA CON LA FESTA!” gridò Baviera!
“Ho
fatto buona guardia alla birra come avevi chiesto.” fece rapporto Svizzera,
guardando storto Prussia, il quale ricambiò con tutto il cuore.
“Allora
brindiamo alla nostra sfida, alla gloria dei vincitori e alla rivincita dei
vinti!”
“Lily,
tu no!”
“Si,
fratellone.”
“Vieni
Italia!”
“Eh? Io?”
Mentre si avvicinava, Baviera riempì un boccale in ceramica col coperchio in
metallo, artigianato delle sue parti, e lo porse a Veneziano: “Si, in quanto
miglior portiere della sfida ti lascio l’onore di aprire le danze!”
“Ve,
grazie!”
Germania
distrattosi nei suoi pensieri, si accorse troppo tardi di quel pericoloso gesto
di sportività del cugino!
“NO! NO BAVIERA! A LUI LA BIRRA NO!”
<<
Glu! Glu! Glu! >>
Spintonando
Prussia, si avventò su Italia: “Italia! Mollalo subito!”
“Ehi! Cuginone, non si toglie il boccale di bocca a uno che trinca!” si
arrabbiò Baviera, per cui il trincare era cosa quasi sacra!
“Tu
non capisci! Te l’ho detto che lui è un tipo da vino! Gli ho già fatto bere la
birra una volta e…”
Con
prontezza di riflessi si abbassò per evitare una forma svolazzante che gli
veniva addosso. Si guardò alle spalle: vestiti!
“VEEEEEE!!!”
urlò Italia iniziando a correre tutto nudo per il campo!
Tutti:
°////°
Il
primo pensiero di Svizzera fu ovviamente girare Lily dall’altro lato!
“Sigh…
Ed è successo questo…”
“Mhmm,
quindi Italia è uno streaker…”*
“Solo
quando beve la birra.”
Come era lecito aspettarsi, Romano non poté restare in silenzio: “Questa è
tutta colpa tua, maledettissimo crucco!”
“Io ho cercato di fermarlo!”
“Ma non ce l’hai fatta, quindi è colpa tua!” lo zittì Romano agitando in aria
il pugno.
Intanto
Vaticano, toltosi il manto talare rincorreva Veneziano, obnubilato dal luppolo,
pregandolo di “coprire le vergogne”…
Svizzera
si incavolò senza indugi: “GRRRR! Quel maledetto! Non si accontenta di girare
nudo sotto casa mia! Ora cerca di attentare all’innocenza di mia sorella!”
“Ma
Svizzera…” –ribatté Austria- “Dubito sappia cosa stia facendo.”
“PASTAAAAAAAAA!” gridò facendo la ruota in mezzo alle margherite!
Francia
intanto osservava con attenzione… molta attenzione… pregando nessuno beccasse
il suo ghigno da pervertito stampato in viso.
“Uh
uh uh uh uh…”
Dovette
usare il cartellino rosso per asciugarsi il sangue al naso (così non si
macchiava)!
“Tsk!
Ne ho abbastanza! Mi costringete a giocare e poi ad assistere a questo pietoso
spettacolo! Forza Lily, ce ne andiamo!”
Si
guardò intorno…
“Lily?
LILY?!”
Orrore!
Lei e San Marino incustoditi!
“San
Marino, visto che mi hai fatto un regalo, vorrei poter ricambiare…”
“N-non
serve, ma se proprio vuoi farmi contento… Q-quando posso sperare di rivederti?”
Lily
iniziò a girare timidamente il piedino nell’erba: “Ecco… non so… ehm…”
“MAI
E POI MAI! Lily, allontanati!”
Le
afferrò la manina e cominciò a trascinarsela via.
Allo
stesso modo, Seborga afferrò il compagno di squadra, troppo imbambolato per
muoversi, e prese a tirarlo verso la direzione opposta: “Dai, andiamo a casa!”
Sia
Lily che San Marino si lasciavano trascinare (i tacchi delle loro scarpe
lasciavano per terra i solchi!), continuando a seguirsi con gli sguardi lucenti
e trasognati.
“Stai
lontano da mia sorella, hai capito?!”
“Scrivimi!”
salutò lui sventolando la mano.
“Lo farò di certo!” salutò lei allo stesso modo.
“Lily,
ma perché mi fai penare così? Sigh!”
“Ah
ah ah, bravissimo San Marino!” –disse Seborga, trascinando in modo più
incoraggiante rispetto a Svizzera- “Così si fa! Potere ai piccoli!” esultò
alzando il pugno.
Anche San Marino alzò il pugno: “Amore ai piccoli!”
“Ciao
ciao!” fece Lily con la sua manina mentre lei e il fratello si facevano piccoli
piccoli man mano che andavano via!
“Ehi,
allora niente festa?”
“Meglio
rimandarla, Baviera.” disse Germania mentre lo streaker e il suo moralizzatore
passavano nuovamente di corsa a poca distanza da loro!
“VEEE
MAMBO! MAMBO ITALIANO! VEEE MAMBO!”
“VENEZIANO, SMETTILA DI COMMETTERE ATTI IMPURI! COPRITI!”
“Umpf,
tanto è stata comunque una bella giornata, no?”
“Già,
cuginone…” annuì lui, trincando ugualmente.
“E lo spettacolino non è niente male!” ghignò Prussia che si godeva lo
strepitoso placcaggio di Vaticano ai danni dell’amorale Veneziano.
Germania
quella sera ultimò le pulizie di casa che aveva lasciato in sospeso.
Una
volta finito, poggiò via il piumino e si sgranchì le braccia. Come quella
mattina, ancora una volta per puro caso, gli occhi gli caddero sul ritaglio di
giornale della “Partita del Secolo”, e non se ne vollero più distaccare.
Si
avvicinò al muro e si fermò a guardare.
Quasi
sicuramente, Italia l’aveva lasciato vincere.
Lui
però non la considerava un’offesa, né il pensiero gli guastava la contentezza
di aver vinto quel giorno.
Certo,
a prima vista era anche troppo soddisfatto; dopotutto, era stata una semplice
sfida amichevole ai rigori.
Che
importanza poteva mai avere in confronto a tre mondiali persi contro di lui? A
meno che, ovviamente, non la si guardasse dal verso giusto.
Non
l’aveva fatto per l’umiliazione.
Non
l’aveva fatto per una questione di principio.
Il
vero motivo per cui, in quell’attimo di istintività era nato in lui il
desiderio di lanciare quella piccola sfida, e per il quale era ugualmente
contento, che l’avesse lasciato vincere o meno, era scoprire la considerazione
che Italia aveva di lui.
Sapere
se dopo tre sconfitte, per lui era ancora un valoroso rivale.
Se
fossero ancora i due acerrimi avversari di sempre.
“Mi piace sempre giocare
contro di te.”
Ora,
dopo le parole che gli aveva rivolto, e quel tuffo così perfetto che
stranamente non era stato in grado di bloccare il suo potentissimo tiro, era
certo lo fossero.
Perché,
in fondo, il vero rivale si fa avanti nel momento del bisogno.
Città del Messico
21 Giugno 1970
<< Signore e signori il
campionato del mondo è finito! Il Brasile ha vinto la coppa del mondo! E
secondo le regole della Coppa Rimet**,
ora sarà sua per sempre, in quanto la prima squadra ad averla vinta per tre
volte! Un trionfo! Il Brasile si conferma la squadra più forte di tutte!
>>
4 a 1…
Una disfatta…
Ma con una “Partita del
Secolo” sulle spalle, e una squadra come quella contro, cosa poteva mai
aspettarsi?
Italia aveva dato tutto
contro la Germania nelle semifinali, e non era rimasto abbastanza nelle sue
gambe per fronteggiare il Brasile ad armi pari.
Ed ora, il più grande calciatore
di tutti i tempi***, correva, rideva
e stringeva la coppa nel caos verde e oro che era diventato lo stadio.
Un colorato carnevale in cui
nessuno poteva mai fare caso a quel puntino azzurro spento seduto lì in
disparte su quell’erba dove aveva dovuto dire addio al sogno di esporre nel
salotto di casa il tanto amato trofeo.
Italia piangeva,
rumorosamente, nascosto dal rumore della festa dei vincitori.
Tutto per niente dunque? Due
mondiali di fila, una “Partita del Secolo” e poi eccolo lì, sconfitto e
umiliato, a piangere, piangere come sempre.
In battaglia aveva pianto
tante volte, ma almeno nel calcio lui voleva ridere.
Cosa avrebbe dato per
sparire, e non sentirsi dire di essere sempre la solita Italia, sempre il
solito piagnone.
“Italia.”
Abbagliato dal sole e dalle
lacrime, non riconobbe subito il suo avversario delle semifinali, impeccabile
come sempre col cappello e l’impermeabile cachi, pronto a imbarcarsi per
tornare a casa ora che il campionato era finito.
“Se non avessi incontrato me
in semifinale, sono sicuro avresti vinto tu.”
Italia, intontito dalla
batosta, non comprese subito il senso di quelle parole.
“Ne sono sicuro.”
Si passò un braccio sugli
occhi.
“Grazie… Germania…”
Germania guardò l’orologio e
si voltò per andarsene: “Alla prossima sfida!”
Quello
stesso giornale davanti al quale quel mattino si era sentito così abbattuto,
inadeguato, sfiduciato, ora poteva ammirarlo, e lasciarsi andare ai ricordi che
racchiudeva, a testa alta.
Per
quanto adorasse vincere a calcio, Italia l’aveva lasciato vincere, pur di
fargli riconquistare il sorriso e la stima in sé stesso.
Esattamente
come aveva fatto lui stesso, in quel triste giorno del 1970, scendendo in campo
per rivolgere poche importanti parole al nemico della più grande battaglia
avesse mai combattuto, mentre questo piangeva tutto solo.
Perché,
alla stregua del vero amico, il vero rivale si fa avanti nel momento del
bisogno.
Spense
la luce e andò nel suo studio: aveva ancora del lavoro da sbrigare, e se anche
lui, Germania, iniziava a bigiare gli impegni, il mondo sarebbe veramente
andato a rotoli!
Inforcò
la stilografica, e si concesse un ultimo pensiero sulla sfida di quel mattino.
“Grazie…
Italia…”
A
casa di Italia, Veneziano stava preparando la cena per sé e suo fratello, con
tanto di grembiule rosa. Mentre buttava la pasta nell’acqua che bolliva, si
concesse un ultimo pensiero sulla sfida di quel mattino.
“Alla
prossima sfida!”
NOTE:
*: Gli “streaker” sono quei simpaticoni
che irrompono in campo durante le partite di calcio tutti nudi e che fanno
sospendere il gioco il tempo necessario per bloccarli e arrestarli per atti
osceni XD
**: Il vecchio nome dei
mondiali di calcio era “Coppa Jules Rimet”, dal nome del suo ideatore. Egli
decise che la prima nazionale a vincere tre volte avrebbe tenuto per sempre per
sé la coppa, senza doverla restituire alla squadra vincente del mondiale
successivo (come avviene oggi), e questa fu appunto il Brasile nel 1970, che
come l’Italia, avversaria in finale, aveva già vinto due mondiali.
***: Si tratta di Edson
Arantes do Nascimiento, detto Pelé, ritenuto appunto il più grande di tutti i
tempi.
Suppongo
molti di voi, tifosi più accaniti, siano rimasti un po’ scontenti; qualcun
altro avrà dato del fesso a Germania perché l’unica volta che batte Italia è
perché lo vuole lui. Ma come avete visto, c’erano tutte le ragioni perché
finisse così.
Certe
volte scrivere ti fa fare pensate che all’inizio ti sembrano originali, ma che
invece, riflettendoci, hanno la loro veridicità; il vero rivale è come il vero
amico, che quando ti senti scoraggiato, arriva a ricordarti che avete un conto
in sospeso, un conto in sospeso che solo tu puoi saldare, tu e nessun altro,
restituendoti la tua importanza, e la voglia di lottare.
Anche
questo finale quindi rientra tra quelli che, secondo me, sono i più riusciti!
^__^
Ed ora, vediamo un po’ quanti “Grazie di aver letto” devo dispensare (se state ancora
leggendo… XD)
Un
grazie a Rob, alias Darkshin, a Tomato-chan e Tazusa (compatriote, che
sicuramente al sentir parlare della “cazzimma” di Romano si sono sentite a casa
XD), grazie a historygirl93, Nihal the Revenge, Chiaky e Stellarium per i loro
commenti, e a tutti quelli che leggono senza commentare! ^__^
Alla
prossima fic (sempre su Hetalia, è ufficialmente il mio periodo “Hetalioso”
^_^)!
PS:
NARUTO X HINATA ORA E SEMPRE!
FINE!