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Autore: FeBookworm    24/01/2012    4 recensioni
Draco ghignò:”Caposcuola Granger, dovrei toglierti dei punti. Non stai mai zitta!”
“E io dovrei toglierteli, Caposcuola Malfoy, perché non stai concludendo niente!”
Lui rise e finalmente si unì a lei. Come spesso avevano fatto in passato.
Come avrebbero continuato a fare in futuro.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Non ci siamo mai parlate, né tanto meno scritte. Però devo chiederti un favore.
Se tu l’hai davvero amato come sostieni, allora devi venire a salvarlo.
Non ne vuole sapere di uscire dalla sua stanza, si sta spegnendo. Si sta lasciando morire come il nostro piccolo bambino.
Ti prego, solo tu puoi aiutarlo.
Non farlo per me, fallo per lui, per l’amore che vi ha sempre legati.
Ti prego, non lasciarlo solo proprio adesso.
Io non so più che cosa fare…
 
 
 
Era incredibile come, in una casa così buia all’esterno, ci potessero essere così tante candele accese in un’unica stanza.
La stanza di un bimbo che aveva smesso di giocare da tempo.
Una stanza chiusa al mondo, dove non entrava mai nessuno. Dove loro due erano gli unici abitanti di quel mondo silenzioso.
Se ne stavano in silenzio anche loro. Avevano tanto da dirsi, ma non lo fecero.
Uno di loro non poteva…Non ne aveva più la forza.
Una mano grande, fredda e pallida strinse la mano gemella dell’altro abitante. Piccola, inerme…diafana.
Rimasero lì in quella posizione per un tempo indefinibile.
Solo quando una candela si spense improvvisamente, il più grande tra i due si alzò e ne accese un’altra freneticamente.
Doveva mantenere la luce in quel posto buio. Era questo il suo compito.
Si riavvicinò al letto e spostò una ciocca di capelli dal volto dell’altro.
Il suo bambino…così indifeso…Così debole, così…vulnerabile…
Ma lui l’avrebbe protetto. Non l’avrebbe più lasciato solo. Mai più.
“Ci sono qui io adesso a proteggerti. Non ti lascerò mai più solo…Mai più…”
 
 
 
Il rumore degli zoccoli dei cavalli ruppero il silenzio di quel Manor. Appena la signora del castello li sentì, corse ad aprire il portone.
I suoi occhi spenti incontrarono quelli accesi e preoccupati dell’altra donna.
“Grazie per aver ascoltato le mie preghiere” sussurrò la prima.
Ma l’altra fu dura con lei come non lo era mai stata prima d’ora. D’altronde non era nell’animo della sua Casa.
Ma adesso tutto cambiava…
Quando si trattava di lui cambiava sempre tutto.
“Non sono venuta qui per te. Avevo già in mente di venire. Il tuo è stato solo un incitamento in più” rispose l’altra quasi arrabbiata con lei.
E aveva ragione.
Se non fosse stato per lei, a quest’ora ci sarebbe stato un “loro”.
Loro due insieme, così diversi e così simili allo stesso tempo…finalmente insieme dopo tanto tempo.
Ma il Fato non aveva voluto così.
No.
Glielo avevano strappato dalle sue calde braccia con la forza. Ancora si ricordava le sue urla di dolore. Le sue preghiere di non lasciarlo andare.
E adesso…tutti e due erano vincolati da un matrimonio che non volevano. Con una famiglia che non assomigliava per niente a quella dei loro sogni…delle loro speranze…Ormai illusioni.
Improvvisamente un pianto di un bambino pose fine al duro gioco di sguardi delle due donne.
“Immagino che questo sia il piccolo Scorpious” disse la prima entrando in casa.
“Sì, ha l’età di tua figlia…”
Lo so!” rispose seccata l’altra. Certo che lo sapeva! Non era mica stupida!
“Vedi di prenderti cura almeno di lui. Con Eltanin questo non l’hai fatto” iniziò vendicativa l’altra.
Aveva del veleno addosso, della rabbia repressa che pregavano, invocavano di essere liberati.
E quale preda migliore di colei che aveva ostacolato la sua felicità?
“Hai lasciato morire Eltanin come stai lasciando morire tuo marito. I miei complimenti Astoria. Sei la solita Purosangue arrampicatrice sociale. Morto anche lui avrai tutto il patrimonio per te e per il piccolo Scorpious. Sempre che tu non decida di far morire anche lui!” arrivò ad urlare la ragazza.
“Perché vi preoccupate tutti del dolore di mio marito? Perché a me non ci pensa mai nessuno?? Stai parlando proprio come Blaise! Siete due Serpi!” urlò disperata la giovane Greengrass.
“Lo diciamo perché è vero, Astoria. Non hai mai amato Eltanin, l’hai sempre considerato la causa del decadimento della tua bellezza. Per una superficiale come te, i kili del parto devono essere stati un dolore immenso, non è vero?? Eltanin era veramente amato solo da suo padre in questa casa! Talmente amato che tu ne eri gelosa! Gelosa del proprio figlio! Come puoi essere stata così stupida!”
“Eltanin era più figlio tuo che mio! Sebbene io l’abbia partorito, non mi ha mai considerato come una madre! Invece tu, le poche volte che ti vedeva alle feste del Ministero, stravedeva per te!”
“Tu non gliene hai mai dato l’opportunità! Eri fredda più del ghiaccio con lui! Non è così che un figlio deve essere cresciuto e accolto,Astoria!”
Il silenzio cadde tra le due donne. Restava solo il pianto del piccolo Scorpious a scandire i secondi che man mano passavano.
“E’ meglio se vai a consolare tuo figlio, Astoria. Prima che tu perda anche lui”.
L’altra donna si allontanò e si diresse verso le scale.
Sapeva esattamente dove trovarlo. Dove un padre deve essere.
“Su una cosa ti sbagli, Hermione” disse Astoria:”Io non ero gelosa di Eltanin. Ero gelosa di te. Lui non mi ha mai amato come ama te.”
Gli occhi ambrati di Hermione si scontrarono con quelli gelidi di Astoria:”Stai sbagliando, Astoria. Lui non ti ha mai amato. Non hai mai fatto niente per farti amare da lui.”
 
 
Appena Hermione entrò nella stanza, nel suo cuore qualcosa si ruppe.
Si ricordava un Draco diverso dalla figura che aveva davanti.
Non aveva mai visto così tanto dolore riunito in una sola persona.
Come faceva a rimanere lucido? Come faceva ad andare avanti?
Semplicemente non era in sé. Ecco perché riusciva a tirare avanti.
Stava stringendo Eltanin tra le sue forti braccia e lo cullava amorevolmente.
“Ssshh. Eltanin smettila di piangere. Papà è qui. Papà non ti lascia più. Non piangere…”
Stava confondendo i pianti di Scorpious con quelli dell’altro suo figlio.
Ma Eltanin non poteva più piangere. Lui era…morto. Tristemente morto.
Gli si avvicinò e gli appoggiò una mano sulla sua spalla muscolosa.
“Draco…”
Lui però non la sentì. Non sentiva più niente ormai, solamente il suo dolore. Il suo immenso dolore.
Hermione provò un’altra volta, cercando di riportare la situazione a un livello di normalità più o meno accettabile.
“Draco, fa tanto caldo qui. Perché non spegniamo qualche candela?”
“NO!!!!!!!!” urlò Draco disperato, aumentando ancora di più la stretta sul corpo inerme di suo figlio:”Non farlo!! Eltanin ha paura del buio. Eltanin…lui odia il buio, vede dei mostri che lo vogliono prendere e li vogliono fare del male. E io sono il suo papà. Io lo devo difendere. Sono il suo papà e lui è mio figlio. La mia stella…Non me lo porteranno via!”
“No, Draco. Non te lo porteranno via. Rimarrà sempre con te” lo rassicurò Hermione accarezzandogli i capelli.
Quante volte l’aveva fatto durante le loro notti d’amore? Quante volte l’aveva consolato dopo i suoi incubi in quella maniera? Quante volte i crini setosi di lui si erano intrecciati alle sue dita?
Draco sciolse l’abbraccio che lo teneva legato ancora a suo figlio e lo appoggiò delicatamente sul letto.
“Dorme” disse solamente, come se fosse la cosa più ovvia su questa Terra.
improvvisamente sentì un odore a lui famigliare. Un profumo di iris mischiato a quello della camomilla.
Era il suo profumo.
E lui se lo ricordava bene. Ce l’aveva addosso durante tutte le loro notti…
Alzò di scatto la testa e i suoi occhi argentati incontrarono quelli dorati della donna di fianco a lui.
“Hermione…” sussurrò. Il tone di una domanda. L’intenzione di una supplica.
Lei gli sorrise e lui le accarezzò una guancia.
Il forte odore di menta e di maschio invase le narici di Hermione. Quanto le era mancato…
“Sei qui…” sussurrò lui sulla sua pelle. Fece scorrere il naso sul suo collo e posizionò un lieve bacio dietro l’orecchio. Come spesso faceva per farla stare zitta, per farla cedere alla tentazione delle tenebre…
Le tenebre!
Si allontanò bruscamente da lei e per Hermione fu come se una secchiatta di acqua gelata le fosse stata gettata addosso.
“Te ne devi andare, Hermione!”
“Co…cosa? Io…io sono venuta qui per te…”
Lui le prese il volto tra le mani e iniziò ad asciugare le prime lacrime che stavano iniziando a scendere:”Ascoltami almeno tu. Non sono pazzo. Eltanin diceva che quando calava il buio in questa casa arrivavano dei mostri. E’ vero, Hermione. E’ tutto vero. Per questo tengo le candele accese, così loro non arrivano. Vogliono farci del male, Hermione. Almeno tu salvati…”
“Draco…tu…tu sei un Auror, puoi sconfiggerli…”
Lui scosse la testa fortemente e singhiozzò:”Non posso, Hermione. Non so più tenere in mano una bacchetta. E’ come se con Eltanin tutta la mia magia se ne sia andata…Ti prego, va’ via da questa casa. Non devi essere maledetta anche tu…Non…potrei…sopportare…di…essere…la causa…anche della…tua di…morte…”
Draco iniziò a piangere e Hermione non seppe fare altro, se non abbracciarlo e consolarlo.
Rimase con lui finché non si addormentò quasi tranquillamente.
Appena uscita da quella casa si diresse da Harry.
Né Draco né tanto meno Eltanin erano pazzi. Qualcosa stava davvero succedendo in quella casa…
 
 
Erano passate due settimane da quanto Eltanin era stato seppellito. Due settimane nella queali Harry si fece in quattro per scoprire che cosa stava succedendo a Villa Malfoy.
Una sola settimana era passata dal processo contro Astoria Greengrass e Ronald Weasley. I due avevano complottato contro Draco insieme, l’una per tenerselo stretto e l’altro per tenerlo lontano da sua moglie.
Pochi giorni ed erano finiti ad Azkaban entrambi.
Draco Malfoy era rimasto solo con un bimbo piccolo da curare e il suo immenso dolore per la perdita dell’altro figlio.
Aveva lasciato Scorp nelle mani dei suoi genitori.
Stava seguendo come un segugio l’odore della sua donna in una notte di tempesta.
Era bagnato fradicio, ma questo a lui non importava. Se non la stringeva tra le sue braccia. sarebbe impazzito sul serio.
Aveva bisogno di lei e di nessun’altra.
Entrò in casa sua senza far rumore e rimase a guardarla estasiato, mentre lei continuava ad attorcigliarsi una ciocca di capelli tra le dita mentre leggeva.
Sorrise ripensando che quello era un vizio che aveva preso con lui. Di solito mentre Hermione leggeva volumi polverosi, Draco le arricciava una ciocca di capelli.
Era sua. SUA e di nessun altro.
“Potrei arrivare ad invidiare quel libro, pur di essere stretto in quella maniera” le disse calmo.
Hermione si girò subito verso di lui e il suo cervello aveva smesso di connettere.
“Draco! Ma sei fradicio!!!” urlò lei, preoccupandosi subito.
Lui fece cadere con teatralità il mantello, rimanendo solo con la maglietta bagnata che metteva in evidenza il suo fisico:”Perché? Ti dispiace forse?” le disse malizioso.
Hermione fece comparire un asciugamano e iniziò ad asciugarlo. O almeno ci provò. Due forti mani le bloccarono i polsi.
Draco si tolse la maglietta rimanendo a torso nudo. Le si avvicinò e sulle sue labbra disse:”Potresti scaldarmi nel modo più antico al mondo, sai?”
Iniziò a baciarle il contorno della mascella, il collo e la pelle dietro l’orecchio.
Le gambe di Hermione ormai erano pura gelatina. Aveva il fiato corto e quando le labbra di Draco raggiunsero il suo seno, le si accese una lampadina:”Rose è di sopra che dorme.”
Venne sbattuta contro il muro e le sue labbra vennero catturate da quelle di lui.
Se lo ricordava proprio così. Violento e passionale, dolce e paziente…
“Insonorizzeremo la stanza” le sussurrò lui prima di ritornare a baciarla.
Pian piano le sbottonò la camicia. Baciò ogni parte di quella sua pelle profumata.
Fece cadere la gonna.
E anche il reggiseno.
Via tutto. Solo lei.
“Se solo penso che Weasley ha toccato ciò che è mio” sussurrò con la testa ormai tra le sue gambe.
Hermione gli mise le mani tra i capelli e disse piano:”Ronald non mi ha mai toccata. Rose ha i capelli biondi e la pelle diafana…”
Draco alzò la testa di scatto. Stava dicendo che…
Le sorrise:”Solo tu potevi darmi una femmina, mio cuore” disse prima di baciarla.
“Guarda che posso darti un maschio anch’io…”
Draco ghignò:”Caposcuola Granger, dovrei toglierti dei punti. Non stai mai zitta!”
“E io dovrei toglierteli, Caposcuola Malfoy, perché non stai concludendo niente!”
Lui rise e finalmente si unì a lei. Come spesso avevano fatto in passato.
Come avrebbero continuato a fare in futuro.

   
 
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