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Autore: Shieve    24/01/2012    7 recensioni
Una piiiccola storia introspettiva sui sentimenti di Naruto, che come al solito pensa sempre e solo a Sas'ke. Il titolo è tratto da Monster di Lady Gaga *Look at him
Look at me
That boy is bad
And honestly
He’s a wolf in disguise
But I can’t stop staring in those evil eyes*
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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"Per me è come un Fratello."
Nemmeno io ci avevo creduto quando l’ avevo pronunciato.
Ma era la mia scusa.
È sempre stata la mia risposta alla domanda "perché tieni tanto a lui?".
È un’ emerita balla.
Ma cos’ altro avrei potuto dire?
Non avevo ancora compreso la vera ragione del mio attaccamento a lui.
Ho letto che l’ amicizia adolescenziale in alcuni casi, è molto simile all’ innamoramento. A quel tempo, non riuscivo a capire come avrei potuto comprendere se lo amavo davvero, se lo desideravo realmente.
Così ho deciso di lasciarmi trasportare dal vento, di rimanere ad ascoltare il mio cuore, di mandare a quel paese le convenzioni e tutte le altre cazzate.
Tuttavia una parte di me non riesce ancora ad accettare tutto questo.
Perché?
Ho riflettuto a lungo e finalmente dopo tre lunghi anni ho compreso una verità che mi faceva sempre più paura, man mano che mi ci avvicinavo e che mi tormentava ad ogni respiro.
Io lo amo. Sembra sciocco, mi viene da ridere a pensarci.
E’ tutto così confuso. Le parole si affollano caotiche dentro di me, dentro la mia testa. Alcune si fanno largo e spingono, mentre altre vengono calpestate e schiacciate. La mia testa esplode, il mio cuore urla stretto e soffocato dalla mia mano. Cerco di nasconderlo. Tenerlo a freno non è da me. Una una domanda mi assilla. Cosa sono io per lui? Sono stato sconosciuto, compagno, amico, fratello ed infine un amante alquanto rumoroso. Non sono mai riuscito a tenere tutto dentro. Man mano che il tempo passava c’era un forellino che si faceva sempre più grande, dal quale i miei pensieri sgorgavano e si rendevano visibili a tutti tranne che a me. Erano lì in bella vista. In questi anni abbiamo sofferto e gioito insieme, ci siamo leccati le ferite a vicenda, uniti da qualcosa di invisibile. Quando uno cadeva l’altro era già lì, pronto a sorreggerlo. Era una sorta si empatia muta.
Eppure adesso lui è cambiato. Il suo cuore pare essersi indurito. Eppure io so, che lì da qualche parte, lui si nasconde e riposa. Riesco a vederlo. Ma lascerà che sia ancora io a sanare le sue ferite? Finchè non saremo nuovamente insieme nulla cambierà. I giorni saranno sempre uguali e non saranno altro che parenesi, parentesi sofferenti e malate. Ma so che un giorno ci rivedremo. Sento qualcosa che spinge da dentro il mio petto, verso una direzione; io lo seguo. C’è qualcosa che vuole uscire, qualcosa che è lì solo per lui.
Il tempo si è fermato… ora si spezza.
Poi tutto si ricompone e riparte Tic tac, tic tac, tic tac. Sto impazzendo lo sento. L’ unica cosa che sento sono le unghie conficcate nei palmi stretti. Solo questo riesce a ricordarmi che sono ancora qui, che non sono andato via con lui, che non sono sparito. Manca un pezzo di me, questo è sicuro.
La testa pulsa. Si sente anche lui tremare quando pensa a me? Tutto questo mi ricorda quanto sono debole. Tre anni fa non sono ci sono riuscito, ma adesso sono pronto. Posso farcela. Posso riportarlo a casa con me. Posso strappargli quella dannazione di dosso.
Tuttavia, se dovessi fallire, giuro, giuro
che affronterò le conseguenze e se sarà necessario, m’ inabisserò con lui.
E lui? Forse non gliene frega più nulla di me, forse non gliene è mai imporato niente e forse sono stato io l’ unico stupido a…a credere che forse, tra noi due, sarebbe potuto accadere qualcosa.
Anni fa, sotterravo le mie voglie, le mie speranze, per riesumarle ogni qualvolta percepivo anche il minimo interessamento da parte sua. Con enorme strazio, era qualcosa che mi faceva sempre più male.
Erano sempre e solo illusioni? Non credo. Ardevamo entrambi delle stesse smanie verso l’ altro, degli stessi sussulti: in realtà questo l’ ho sempre saputo. Il fuoco avvampava nei nostri sguardi. Ogni volta che ci sfioravamo la pelle bruciava e sentivamo un dolore lancinante. Sapevamo di non poter andare oltre, avrebbe fatto troppo male. Era una sofferenza così strana, creava dipendenza, una dipendenza che ci distruggeva ed un’ angoscia ostinata ci rapiva quando ci separavamo. Uno spasmo, una fitta proprio allo stomaco, una stretta che ci catturava per non lasciarci più andare. Portiamo le stesse cicatrici e le stesse ferite. Riesco ancora a sentire il dolore di allora.
Sto affogando, perché non è ancora arrivato? Dove sono i suoi occhi?
Che mi dia almeno il colpo di grazia.

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Note dell'autrice <3

Buongiorno\pomeriggio\sera\notte a tutti! Questa è la prima storia che pubblico (e fin qui ci eravate arrivati, scusate xD) ma è piuttosto vecchiotta, quindi se dovesse farvi schifo potrei comprendere, anche perchè credo sia troppo esagerata, ma i commenti li lascio a voi, sperando di non avervi tediato troppo DD:> Se ne avete voglia fate una piccola recensione >8D GrazieeeeH <3

  
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