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Autore: Aesial    24/01/2012    3 recensioni
Sam e Mat hanno quattordici anni. Dietro la loro storia, di fronte dei binari.
Dedicata alla mia migliore amica, che non leggerà mai.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note iniziali: Il linguaggio è volutamente sconnesso e povero, nella prima parte, per adattarlo alla giovane età dei due protagonisti. L'amore tra Mat e Sam è amore puramente fraterno, ma se volete leggervi qualcosa di più, fate pure. Questa storie è nata da sola in una mezz'ora di ricordi tristi e felici, niente di più.


-Hai mai pensato a quanto sia straordinaria la vita?
-Cosa?
-No, dico. Ascoltami. Ci sei tu, con tutto quello che fai, le tue azioni, il tuo modo di parlare, di muoverti e i tuoi anni. E poi da qualche parte c’è la tua storia.
-Ma non era che io sono la mia storia?
-Si, però.. non so non ci credo più. Voglio dire io vedo delle rotaie di fronte a me, Sam.
Matt guarda lontano mente lo dice.
Non lontano oltre le colline, lontano davvero. Nel tempo, ecco.  Sam porta una mano a grattarsi il naso, e guarda Matt come se fosse pazzo. I resti della merende sono sul muretto, tra le loro gambe.
-Insomma le vedi le rotaie?
-Matt io non le vedo queste cazzo di rotaie, va bene?
-Non essere volgare. E pulisciti la bocca.
Sam strofina violentemente le labbra sporche di cioccolato con la manica del maglione pensando che questa è l’ultima volta che dividerà con Matt la sua merenda. E’ pazzo, pensa anche.
-Matt finiscila con questi discorsi sul destino e cavolate varie. Lo sai che mi fanno paura.

-A me piacciono invece. Mi piacciono anche le rotaie. Sono dritte e infinite.
-Non è vero, prima o poi finiscono.
-Ma tu pensa se  potessi montare una dietro l’altra tutte le rotaie del mondo: non sarebbe meraviglioso?
-L’ultima volta che l’hai fatto a casa mia hai fatto finire il MIO trenino meccanico fuori dalla finestra.
Matt lo ignora, dondolando sempre più veloce le gambe giù dal muretto e Sam pensa che tra un poco lo spingerà con una mano per farlo ruzzolare giù.
-Me lo devi ripagare, lo sai vero?
Poi non si trattiene, ed aggiunge.
 -Ad ogni modo perché cavolo ti piacciono così tanto, i binari?
-Perché sono come la mia vita.

Sam non fa in tempo a ribattere che Matt salta giù dal muretto e lo afferra per mano.
Ti faccio vedere, dice, poi lo strattona.

Adesso Matt tiene il piede su un’asse della rotaia, Sam è dall’altro lato e si guarda attorno nervosamente.
-Potrebbe passare un treno, diavolo Matt! Andiamo via!
Matt lo ignora, indicando di fronte a sé.
-Guarda, questa parte di binario è la mia vita. Dietro c’è la mia storia, davanti a me non lo so.
-Si che lo sai, lo vedi benissimo cosa c’è. Altre inutili, dannate rotaie!
-Invece lì c’è un masso. E poco più in là forse il binario è franato. Io non lo so cosa c’è davanti. Posso solo ricordare cosa c’era dietro, e cosa ho accanto.
-Non mi guardare proprio, io non partecipo ai tuoi stupidi giochetti.

Matt sale con entrambi i piedi su una rotaia, e allarga le braccia piegandosi a destra e a sinistra. Sam, dall’altra parte, ride, e senza rendersene conto imita Matt, tendendogli una mano lungo la traversa.

Cominciano a camminare, così, un braccio teso l’uno verso l’altro. Quando sentono di stare per perdere l’equilibrio, allora fanno leva sulle loro dita intrecciate. Si sostengono a vicenda. Se uno dei due sta per cadere, l’altro tende dolorosamente i muscoli, sorreggendolo con la sola forza del suo braccio. Muovono i piedi in sincrono, trovando il punto d’appoggio e solo dopo lasciandosi andare. Quasi non guardano più il filo del loro binario, puntano semplicemente gli occhi di fronte a loro. Ogni tanto Sam volta la testa ed incontra gli occhi di Matt, che lo guardano da sotto i suoi capelli ricci e bagnati dal sudore.
Visti da lontano potrebbero sembrare due equilibristi in una danza fatta di avvicinamenti, salti, inciampi.

Poi Matt lascia la mano di Sam, e salta giù di lato.
-Ecco perché mi piacciono le rotaie: sono come la mia vita.

-Sei il mio migliore amico, Matt.
-Lo so. Anche tu.


Quel giorno d’autunno Matt avrebbe voluto dire mille altre cose. Ma non ne ebbe il coraggio. Optò per scriverle nell’ultima pagina del diario di Sam, quello che lui  –almeno credeva- teneva gelosamente nascosto.  
Scrisse proprio così:

Mi piacciono i binari perché sono due, dritti e infiniti. Mi piace la mia vita, perché la condivido con te.
Ho ancora chilometri di rotaie, di fronte. Ma guardandomi alle spalle credo che non sarei arrivato fin qui se non ci fossi stato tu accanto a me a tenermi la mano e sorreggermi quando barcollavo; a fare da leva per me; a prestarmi la tua forza e la tua determinazione.
Mi piace quando saltiamo insieme gli ostacoli, che se tu cadi cado anche io. Mi piace che abbiamo le stesse cicatrici e che ce le siamo fatte insieme. Mi piace che tutte le volte che io parlo tu fai finta di nulla, ma mi ascolti, e poi sai ripetermi esattamente quello che ho detto. Mi piace che all’inizio delle vacanze giuri che non mi sopporti, e poi il primo giorno di scuola ti siedi sempre vicino a me. Mi piace che capisco quando pensi che sono pazzo, e vorresti picchiarmi. Allora ti picchio prima io, così poi non ti fai venire i tuoi soliti ed inutili sensi di colpa. Mi piace l’autunno, e il succo di fragole con il quale ti ho sporcato la maglietta buona, quella della domenica.  Mi piace che ci scambiamo la merenda e la tua è sempre più buona della mia, ma non dici nulla perché sai che amo il cioccolato, e mamma non può comprarmelo.
Mi piace la mia vita, se dall’altra parte ci sei tu che mi guardi.

Chi lo sa se troverai mai questa pagina di diario, e magari se la leggerai saremo già vecchi e tu sarai il dottore che hai sempre sognato di essere. Chi lo sa se io sarò lì, o lontano da te.
Ovunque io sia, ovunque tu ti trovi mentre leggerai questa lettera, pensami, amico mio. E sappi che ti amo, ti ho sempre amato e sempre lo farò. Pensa al tuo amico Matt, a questo nostro autunno nel bosco, ai nostri quattordici anni.
Pensa alle rotaie.
Allora ti starò vicino. E se tenderai la mano, troverai la mia.
Tuo amico, per sempre,
Matt.



Sam legge quelle poche righe sessantaquattro anni dopo, quando ritrova in soffitta, tra le foto ed i vestiti della sua giovinezza, il diario rilegato in verde dove usava appuntare la sua vita. Ne sfoglia le pagine, assaporandone la ruvidezza, il colore ingiallito, lo scricchiolio dei fogli vecchi. In ogni pagina legge il nome di Mat, e rivive le loro avventure, il fingersi pirati, le noci e il cioccolato, i pantaloni bianchi della domenica, il succo di fragole, la prima sigaretta, i capelli biondi della sua Sally, la gelosia di Matt, i pugni sul naso, i cerotti blu, l’odore di sudore ed il pallone da calcio. Rivive Matt, il suo eterno amico, e sorride.

Sam è andato a vivere in una casetta nel bosco, a pochi metri dai binari del treno.
Quando sente troppo forte la mancanza di Matt, guarda fuori dalla sua finestra e si immagina equilibrista sulle rotaie. Immagina di allungare una mano per bilanciarsi, e trovare quella di Matt, che intreccia le dita alle sue e lo sostiene.
Immagina Matt, poi sorride.


-A Dà, che da tredici anni cammina di fianco a me.
  
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