Cuori in tempesta
Alice e Beth non avevano
mai partecipato ad una cena così… insolita. La sola
idea di riunire alla stessa tavola vampiri e licantropi era davvero strana per
non dire un attacco kamikaze; sicuramente sarebbe successo qualcosa quella sera… E di certo niente di buono per loro.
Le due ragazze furono le prime ad arrivare perché
Alice non vedeva l’ora di vedere la casa dei Salvatore: era una bellissima villa,
arredata in modo sublime in stile anni ‘800. In casa c’era già Elena, che non
appena vide Alice, le lanciò un’occhiata di traverso come se volesse
fulminarla; ma Alice non ci badò molto. Se aveva le scatole girate male erano
fatti suoi…
Ali non dando molta importanza ad Elena, si fece guidare da Damon che le mostrò la casa,
inventando aneddoti divertenti sulla storia di quella abitazione.
Beth invece restò nel salotto a guardarsi attorno quasi a
disagio: altro che villa lussuosa, quella per lei sembrava un castello
infernale, che nascondeva magari qualche fossato.
Sobbalzò dal panico quando sentì qualcosa di
stridulo suonare, ma poi si accorse che era solo il campanello e respirò
sollevata, cercando di calmarsi. Visto che nessuno accennava ad aprire la
porta, si prese lei la briga di andare ad accogliere il nuovo ospite.
Quando spalancò la porta, quasi le prese un colpo e
se in quel momento fosse stata a tavola, le sarebbe sicuramente andato di
traverso il cibo. Elijah si trovava lì
di fronte a lei. Aveva una giacca nera, con sotto una camicia blu e un ciuffo
ribelle gli ricadeva sul lato della fronte, rendendolo ancora più irresistibile
e lei non poté non notarlo con entusiasmo.
Deglutì cercando qualcosa di sensato da dire:
“Elijah… non sapevo
venissi anche tu questa sera, deve per forza bollire qualcosa in pentola allora”
mormorò sorridendo.
Lui le sorrise cortesemente, restando però
sempre fuori dalla porta.
“Spero vivamente per i tuoi amici che non sia così.
Di solito non tollero le intenzioni altrui poco onorevoli” rispose in tono
freddo.
Beth
deglutì nervosa, mentre Damon nel frattempo si era accorto della presenza di
Elijah ed era arrivato nell’atrio per farlo entrare.
“Beth, scusami potresti
lasciare soli me e Damon per un attimo? Devo chiarire alcune cose con lui…” mormorò con fare misterioso, fissando Damon negli
occhi.
Lei tutta agitata acconsentì e lasciò un po’ di
privacy ai due uomini, andando verso il salone.
Era davvero
incredibile come un uomo così bello, oltre ogni dire, potesse incuterle una
paura devastante… ma non la paura che aveva provato quando quei
fanatici stavano per ucciderla… era un'altra
sensazione quella che provava… come se le si fermasse
il cuore in gola ogni volta che lui le parlava o semplicemente la guardava.
Dopo un paio di minuti, senza neanche accorgersene,
Elijah le si affiancò in silenzio guardando con uno sguardo vagamente annoiato
il tavolo del salone.
Beth
deglutì fortemente avendolo così vicino e notò che non c’era nessuno lì in quel
momento a parte loro due; non sapeva se esserne felice o terrorizzata.
Ma poi le
venne in mente che lui le aveva salvato la vita nella foresta e se non ci fosse
stato lui a quest’ora lei andrebbe in giro senza mani o peggio sarebbe morta in
questo momento.
Si girò verso Elijah sorridendogli in modo gentile, mentre
lui le stava sempre di fianco e toccava con gesti delicati la stoffa della
tovaglia.
“Volevo ringraziarti per quello che hai fatto la
scorsa notte… quei cacciatori sono dei pazzi e
stavano per torturarmi quando sei arrivato…”
Elijah si voltò verso di lei, guardandola dritto
negli occhi:
“Quei tipi di uomini non sanno proprio essere
galanti.” Mormorò affascinante.
Beth
sobbalzò emozionata, vedendo come la stava fissando e perciò non sapeva cosa
pensare o dire. Certo i suoi pensieri erano piuttosto eloquenti, tuttavia
doveva cercare di trattenersi, perché tutti l’avevano messa in guardia sulla
pericolosità gelida di Elijah.
“Comunque grazie ancora, non eri costretto a venire
a salvarci visto che l’accordo di Elena non lo prevedeva, però l’hai fatto.. ti
sono grata per questo” disse timidamente.
Lui fece un sorriso sghembo e Beth
notò con somma delizia, che quando Elijah sorrideva in quel modo non faceva poi così tanta paura; anzi ti
veniva voglia di saltargli addosso. Ma la ragazza scosse subito la testa
scacciando quei pensieri.
“Non c’è di che” rispose poi lui.
All’improvviso le porse un bicchiere e ci versò
dentro un goccio di vino: “Spero non ti dispiaccia fare un piccolo aperitivo
solo noi due, anticipando gli altri ospiti” sussurrò con tono affascinante.
Il cuore di Beth perse
qualche battito, e cercò di prendere il bicchiere, che Elijah le porse, senza
tremare altrimenti avrebbe fatto la figura della scema. Per fortuna andò bene e
finì il bicchiere tutto in sorso, per colpa dell’agitazione.
“Allora…” cominciò lui
sorseggiando il drink lentamente. “Da quanto tu e Alice siete ritornate a Mystic Falls?”
“Da poco, qualche settimana credo. Avevamo voglia di
tornare a casa, prima vivevamo in Italia”
Elijah la ascoltò con attenzione e chiese:
“E i vostri genitori non si preoccupano a lasciarvi
qui da sole?”
Beth
abbassò lo sguardo, triste: “I miei genitori sono morti quando io ero piccola e
allora il padre di Alice mi ha adottata; purtroppo anche lei ha perso la madre
prima ancora di conoscerla. Non posso di certo lamentarmi, il padre di Ali è un
uomo grandioso e molto gentile; sebbene ora viva lontano e non ha ancora
lasciato l’Italia per motivi di lavoro. Quindi direi che ormai è Alice la mia
famiglia.” disse sinceramente. Con sua enorme sorpresa lui si mostrò
dispiaciuto, quasi compassionevole sentendo la sua storia; infatti i suoi occhi
in quel momento erano lucidi e Beth vi lesse dentro
una sorta di malinconia e tristezza.
Anche lei ricambiò lo sguardo allo stesso modo,
chiedendosi il perché parlasse con Elijah di cose private sue e di Alice con
tanta facilità , senza imbarazzo o inquietudine.
Elijah era maestro a mettere le persone a proprio
agio con il suo fascino misterioso…e poi a tendere
loro una trappola quando meno se lo aspettavano. E infatti successe la stessa
cosa anche in quel momento.
“Scommetto che quando hai toccato la collana di
Alice non sei rimasta scottata, non è vero?”
Il bicchiere di Beth si
frantumò in mille pezzi.
Non appena sentì quella domanda le cadde senza volere il bicchiere fra le mani, che si spaccò per
terra. Era terribilmente agitata e nervosa per quella domanda interrogativa,
che faceva presumere che lui sapesse più del dovuto sul suo conto. Come aveva
fatto a saperlo? Che glielo avesse detto Bonnie o
Elena? Davvero impossibile visto che nessuno si fidava di Elijah tanto da
confessargli un particolare simile… ma allora come
aveva fatto…?
Rendendosi conto del casino che aveva appena
combinato, Beth si inginocchiò a terra in preda
all’agitazione per raccogliere i pezzi di vetro, ma sentì la mano fredda di
Elijah fermarla:
“Non voglio che tu ti ferisca…
qualche goccia di sangue e qui scoppierebbe il caos, lo sai no? Meglio evitare
spiacevoli sorprese” mormorò con tono gentile e pacato, raccogliendo
velocemente i cocci e facendoli sparire.
Beth
non ebbe neanche il tempo di ringraziarlo perché in sala arrivarono gli altri
ospiti: Elena, Stefan, Damon e Alice accorsero subito
dopo aver sentito quel rumore fastidioso e temettero fosse successo qualcosa.
Alice quando vide l’amica e Elijah così vicini, si
insospettì e le andò vicino chiedendole se stava bene.
Beth
balbettò un sì, mettendosi a sedere. Non aveva voglia di raccontarle cosa
Elijah le aveva chiesto, per non turbarla o farla cadere in una crisi isterica.
Suonarono ancora alla porta e Damon presentò a tutti
il nuovo arrivato: Alaric Saltzman,
l’insegnante di storia di Elena e Jeremy nonché loro amico. Beth
e Alice gli sorrisero cordialmente, dandogli la mano dopo le presentazioni e infine
arrivò anche Mason. Il ragazzo indossava dei jeans e
una camicia bianca mezza sbottonata.
Quando Beth lo vide gli
sorrise sollevata e anche lui ricambiò il sorriso, però con sguardo vacuo come
se non l’avesse nemmeno riconosciuta.
Lei alzò il sopracciglio non capendo la sua reazione,
ma non volle iniziare una discussione perché era troppo provata dopo quello che
Elijah le aveva chiesto… e non era tanto la domanda a
incuterle una brutta sensazione… era il modo in cui
glielo avevo chiesto: come se già sapesse la risposta e volesse vedere una sua
reazione.
Erano ormai arrivati tutti e ognuno prese posto: a
capotavola si misero Elijah e Damon, alla sinistra di quest’ultimo c’erano Stefan, Elena e Mason. Alla sua
destra c’erano invece in ordine Alaric, Alice e Beth. (Quindi per intenderci, Ali è quasi vicina a Damon e
ha di fronte Elena; Beth invece ha vicino Elijah e di
fronte Mason XD)
Iniziarono subito a mangiare e bere, parlando del
più e del meno. Damon chiese ad Elijah se avesse scoperto qualcosa di nuovo
nelle sue gite storiche con Jenna e lui rispose
che erano andati a perlustrare un luogo in cui nel 1690 erano state
bruciate vive delle streghe provenienti da Salem, per colpa di alcuni abitanti
superstiziosi e isterici.
“Sembra una storia di fantasmi” sussurrò Beth non riuscendo a mangiare.
Elijah si voltò per un momento verso di lei,
sorridendole divertito e le guance di Beth si
infiammarono.
“Perché vuoi conoscere il luogo di questi presunti
massacri?” domandò Damon curioso, come se sospettasse qualcosa.
Elijah alzò lo sguardo con espressione innocente:” Sapete… la sana curiosità di uno studioso di storia
ovviamente” rispose sorridendo, facendo finta di non notare le occhiate di
Damon.
“Allora di certo per le tue ricerche non potrai
rivolgerti a Beth. Lei aveva 4 in storia!” disse
Alice ad alta voce.
Un mormorio infastidito uscì dalla bocca di Beth e la guardò di traverso, stando però in silenzio.
Elijah quindi la fissò in modo confuso:
“Davvero? Credevo mi avessi detto che fossi
un’esperta di storia, come Jenna”
Per poco il vino non le andò di traverso; Beth cercò di ingoiare il liquido, senza affogarsi e
respirare con tranquillità:
“La storia in generale non mi interessa, ma per quella
di Mystic Falls ne vado
pazza!” rispose sarcastica con voce squillante.
Tornò a lanciare un’occhiataccia ad Alice per la sua
battuta, ma poi si intromise Mason: “Sai che roba… la storia di Mystic Falls non è poi così tanto interessante…
se non vuoi avere dei problemi ovviamente. E se ci tieni alla pelle è meglio
starci alla larga” disse convinto, dato
che proprio lui se ne era andato dalla città, pur di sfuggire alle faccende
soprannaturali del paese.
Damon all’improvviso chiese:
“Avete saputo più niente di quel gruppo fanatico che
andava in giro per la città, credendosi dei Supermen?”
“Credo che abbiano imparato la lezione e sono
convinto che non torneranno più a infastidirvi” rispose freddo Elijah.
Nella sala calò un silenzio tombale, visto che quei
fanatici per poco non li avevano uccisi, ma poi a Beth
venne in mente qualcosa: “Siete proprio sicuri che se ne staranno alla larga?
Quelli cercavano qualcosa… un oggetto…
per questo hanno preso Mason”
Stefan
alzò lo sguardo curioso: “Di che oggetto si tratta?”
“La stessa pietra di luna che mi avete rubato.”
Rispose Mason acido, anticipando la risposta di Beth.
“Perché mai dei cacciatori sarebbero interessati
alla pietra di luna? Non sono dei vampiri né dei lupi mannari. Che vantaggio ne
trarrebbero?” domandò Elena agitata.
“Non abbiamo fatto in tempo a chiederglielo, perché Mason ha messo k.o. il tizio che
lo stava interrogando e ci siamo dati alla fuga” mormorò Beth
ricordando angosciata quello che aveva passato.
“Non ha importanza cosa volevano quei pazzi, potevano
volere anche un drago in carne e ossa per quel che mi riguarda, l’importante è
che se ne siano andati e che non torneranno più” disse Alice decisa.
Beth
assentì cercando di non pensarci più, ma Elena non era della stessa opinione:
“Certo se magari qualcuno mi avesse avvertita sul
fatto che dei pazzi ci stavano dando la caccia, avremmo potuto scoprire INSIEME
cosa volessero realmente quei cacciatori…” disse
Elena, lanciando nuovamente un’occhiataccia a Alice.
Beth
non si lasciò sfuggire lo sguardo intimidatorio che Elena Gilbert stava
lanciando ad Ali, quindi decise di farla stare al suo posto:
“Non sei stata tu quella rapita da un branco di
psicopatici pronto a tagliarti le mani e Dio solo sa che altro avevano in
mente.. quindi non serve che polemizzi in questo modo, Elena”
Alice sorrise orgogliosa a Beth
per come aveva risposto a quella smorfiosa di Elena e decise di affondare il
dito nella piaga:
“E’ vero e poi dovevamo agire in fretta, se volevamo
riavere indietro Beth sana e salva. Non c’era tempo
di chiedere il tuo permesso per agire, scusami!” mormorò in tono ironico.
Elena la fissò in modo tagliente, come se volesse
accoltellarla in quel preciso istante, ma decise solo di sorriderle fintamente:
“Non volevo dire questo. Dico solo che se avessimo
collaborato tutti insieme, forse non ce ne saremmo fatti scappare 3 e magari
potevamo sapere anche che cosa volevano”
Ad un tratto Damon alzò il tovagliolo, come se fosse
una bandiera bianca: “Ehi ragazzi! E’ una cena tra amici! Non dovremmo litigare
fra noi e poi sono sicuro che se quei tre fanatici hanno un po’ di sale in
zucca, a quest’ora saranno in viaggio per andare il più lontano possibile da Mystic Falls! Non c’è niente di
cui preoccuparsi!”
Beth
sorrise, anche se era piuttosto agitata pensando a quei terribili fanatici…e qualcosa le diceva che prima o poi sarebbero ritornati…magari a finire quello che avevano iniziato. Si
guardò all’improvviso le mani temendo che qualcuno venisse a staccargliele da
un momento all’altro.
“E poi c’è pure il problema di Klaus…”
disse Elena sospirando.
“Klaus? Chi è Klaus?” domandò Beth
sorpresa, evitando di fare commenti idioti su “Santa Klaus”. Anche Alice lanciò
un’occhiata interrogativa a Damon, visto che non gliene aveva mai parlato.
Damon tossì lievemente e in breve spiegò alle due
ragazze chi era realmente Klaus e che cosa voleva: dapprima Ali e Beth lo fissarono sorprese; poi allarmate e agite, infine
con espressione shockata e terrorizzata.
Entrambe impallidirono e lanciarono un’occhiata a
Elena, che si sentì presa in causa e ricambiò lo sguardo con fare innocente:
sicuramente sia Ali che Beth pensavano di dare la
testa di Elena Gilbert su un piatto d’argento da inviare a questo Klaus, pur di
evitare simili guai e follie omicide.
Stranamente Alice, sentendo la storia di Klaus,
della maledizione del sole e del sole e di tutto il resto, sentì un brivido in
tutto il corpo…come un campanello d’allarme e ne fu
fortemente turbata. La mano con volontà propria si alzò a toccare la collana,
come se fosse il suo ultimo appiglio di salvezza e sospirò rumorosamente.
Elijah vedendo la sua reazione preoccupata, prese la
parola:
“Tutto bene Alice? Sembri agitata…
hai ricordato qualcosa forse?” domandò in tono misterioso.
Lei alzò tremante il viso e chiese:
“Perché questa domanda?”
Elijah alzò le spallucce sorridendole:
“Soltanto curiosità…”
Alice deglutì fortemente continuando a mangiare,
mentre lo stomaco di Beth si era stretto in una morsa
micidiale: più la serata andava avanti meno le piaceva.
Il vampiro alzò il viso incuriosito e poi disse
ancora:
“Davvero graziosa quella collana che porti al collo… un cimelio di famiglia per caso?” domandò bevendo il
vino.
Questa volta Alice si lasciò sfuggire un mormorio
infastidito e sbatté indignata la forchetta sul tavolo. Che farabutto! Già una
volta le aveva fatto delle allusioni poco rassicuranti sulla sua collana e ora
faceva finta di non averla mai vista, solo perché era a tavola in mezzo ad
altra gente! Si ricordava perfettamente cosa le aveva detto Elijah quel giorno… “Dovresti toglierti la collana, non farà altro che peggiorare
in futuro.”
“No. Me l’ha regalata la nonna di Bonnie” rispose acida, fissandolo.
Elijah sembrò davvero apprezzare quel pendaglio:
“Davvero graziosa, fai bene a non toglierla mai. In fondo è una collana
appartenente a una strega. Chissà cosa potrebbe succedere se la togliessi…!! Non si può mai essere veramente al sicuro, coi
tempi che corrono!” rispose in tono ironico, anche se Alice aveva percepito un
lieve minaccia nella sua voce.
Agitatissima Alice bevve tutto il vino che le era
rimasto nel bicchiere e Beth vedendo che stava per
scoppiare le mormorò all’orecchio:
“Tieni, scolati anche il mio!!” disse dandole il
proprio bicchiere, che era già ricolmo di vino.
Poi Damon, vedendo che occhiate glaciali si
lanciavano Alice e Elijah, disse:
“C’è qualche problema per caso?”
“No no… tutto a posto”
sussurrò Ali, trattenendosi dal buttarsi addosso al vampiro Originario per potergli
togliere quel sorriso da bastardo che aveva stampato in faccia.
“Forse delle persone qui presenti hanno problemi a
trattenere la rabbia, cose che capitano. Soprattutto per chi ha degli scheletri
nell’armadio.” Rispose Elijah freddamente, noncurante degli sguardi assassini
che gli lanciava Ali, che digrignò fra i denti mentre Beth
guardava con ansia Elijah negli occhi.
Perché le lanciava certe frecciatine? Le sue domande
ambigue facevano presumere che lui sapesse ogni cosa, aspettando solo l’occasione
buona per urlarlo ai 4 venti e sembrava godere dell’agitazione della povera
Ali, che stava per scoppiare come una bomba atomica.
Ma perché? E soprattutto come, pensò Beth. Nessuno sapeva cosa era realmente successo, quando
Alice si era tolta la collana l’estate scorsa; che cosa la perseguitava
nell’oscurità e cosa le aveva veramente spinte a tornare a Mystic
Falls.
Certo, Beth si era
lasciata scappare qualcosa quando Damon le aveva imprigionate nella cantina, ma
niente di così scottante da far quadrare il puzzle intero e scoprire tutto… ma Elijah a quanto pare sembrava a conoscenza di
ogni cosa.
Elisabetta prese il vassoio del pane per scacciare
l’agitazione, ma inconsapevolmente incontrò la mano gelida di Elijah che stava
per fare la stessa cosa; quando sentì le sue dita fredde sulle sue, avvampò di
calore e subito scacciò via la mano, mordendosi il labbro e facendo finta di
niente.
Ma Mason si accorse del
suo imbarazzo e la guardò con un’occhiata strana, per poi fare la stessa cosa
con Elijah ma il vampiro fece finta di niente e continuò a mangiare.
Nessun altro osò parlare, dato che la serata non
stava andando come avevano previsto.
Intanto Damon vedendo che Alice era parecchio
agitata, si alzò lievemente dalla sedia e le posò una mano sul braccio per
rassicurarla:
“Tutto bene? Spero non sarai traumatizzata per la
scarsità della cena, che ho cucinato con le mie mani!” disse con il suo sorriso
rassicurante.
Ali si lasciò sfuggire una risata e rispose che era
onorata che Damon avesse cucinato per loro quella sera e che era tutto
squisito.
Elena Gilbert sembrò infastidita da quello scambio
di sguardi e complimenti, notando che quei due erano parecchio in confidenza.
Troppo forse. Ma avendo Stefan vicino cercò di
nascondere il suo disagio.
Anche lo sguardo arguto di Mason,
notò che Damon sembrava davvero in sintonia con la ragazza, come se davvero gli
importasse e lanciò una battuta:
“Cos’è? Hai già adocchiato una nuova preda Damon? Mi
ero dimenticato che eri un mangiatore di donne!” rispose facendosi una risata.
“E io credevo che tu fossi un lupo solitario! Ma a
quanto vedo…” rispose lui lasciando la frase in
sospeso, guardando Beth che sentì le guance andare in
fiamme, ancora una volta, visto che la frase riguardava lei.
Si sentì strana, visto che Mason
l’aveva ignorata per quasi tutta la sera, forse per caso o per sua spontanea
volontà e si stupì del carattere così lunatico e imprevedibile del ragazzo,
dato che solo l’altro ieri sembravano aver instaurato un rapporto di fiducia. E
magari qualcos’altro, pensò una vocina all’interno di Beth,
che subito scacciò via.
Nel frattempo Elijah non aveva più rivolto ad Alice
delle frasi ambigue e la situazione si era rasserenata per fortuna.
A fine serata Damon si alzò e chiese a tutti:
“Qualcuno di voi vuole del cognac? Ho delle
bottiglie che conservo da anni!”
Gli altri si alzarono da tavola mentre Stefan subito acconsentì allo sguardo che gli aveva
lanciato Damon, così i due fratelli si avviarono verso la cantina, quando
all’ultimo Damon si voltò e disse in tono saccente rivolgendosi ad Elijah: “Elijah intanto se vuoi andare nel salotto,
dove tengo altri vini pregiati che ho tirato fuori apposta per la serata,
sarebbe davvero grandioso!”
L’Originario sorrise:
“Certamente… Ah Beth? Vuoi farmi l’onore di unirti a me?” chiese
gentilmente, avvicinandosi al suo fianco e continuando a fissarla.
Nell’istante in cui Elijah gli fece quella proposta
la faccia di Beth diventò un peperone e abbassò la viso,
cercando di non far notare il suo imbarazzo, mentre le bocche di Alice e Mason si spalancarono in una espressione scandalizzata della
serie “Se lo fa è morta!”
Le orecchie di Beth
fischiarono come se fosse un treno a vapore e debolmente assentì alla richiesta
del vampiro, seguendolo nel salotto mentre Alice e Mason
continuavano a fissarla imperterriti.
Anche Alaric lanciò
un’occhiata titubante verso Damon e Stefan, ma
decisero di non dir nulla per il momento e si diressero verso la cantina.
Elijah andò nel salone con passi eleganti e decisi,
mentre Beth sembrava stesse sul punto di svenire da
un momento all’altro e dovette appoggiarsi alla spalliera della scala per non
inciampare.
“Spero non ti dispiaccia per averti staccata da
Alice. Volevo restare da solo con te per qualche minuto” disse Elijah
misterioso, prendendo delle bottiglie di vino e mettendole sul tavolo. Non la
stava guardando, eppure Beth scommise che i suoi
occhi neri erano su di lei anche quando le dava le spalle o guardava un punto
indefinito davanti a sé.
“Davvero? E perché…?”
Sussurrò Beth a malapena.
Elijah si voltò all’improvviso verso di lei e le
indicò il divano accanto a lei:”Siediti prego” disse galante.
La ragazza titubante lo fece, anche perché le gambe
ormai non le reggevano più, per colpa degli sguardi intriganti che le lanciava
Elijah, e sospirò silenziosamente per calmarsi.
“Non pensi che Alice sia pericolosa per una ragazza
come te?” chiese lui improvvisamente. Questa sua domanda le fece alzare il viso
bruscamente, credendo che lui stesse scherzando, ma notò che il viso del
vampiro era terribilmente serio:
“Cosa vuoi dire?”
“Quello che ho detto…sai
prima o poi i piccoli segreti vengono scoperti” rispose sempre misterioso,
alzando lo sguardo.
Beth
deglutì nervosa: “Non so di cosa parli”
Il debole tentativo della ragazza di difendere la
sorella nonché migliore amica, fece sorridere lievemente il vampiro: “E’
davvero ammirevole la tua infinita lealtà verso Alice e l’affetto che le
dimostri, peccato che non ti porterà da nessuna parte.”
Beth
si alzò velocemente e non sembrava più la ragazzina sperduta e imbarazzata di
qualche attimo prima:
“Perché stai facendo delle allusioni su di me, su di
lei? Sai qualcosa che noi non sappiamo?”
Elijah tuttavia sembrò non voler rispondere alla sua
domanda e infatti voltò il viso girovagando per la stanza, come se lei non gli
avesse chiesto nulla.
“Non mi hai risposto alla domanda che ti ho posto
prima della cena…” mormorò lui girando metà faccia
verso la sua direzione. Bastò quello per capire la risposta affermativa sul
volto angosciato di Beth. “Immagino che la risposta
sia: sì” rispose Elijah sorridendo, voltandole di nuovo le spalle.
“Visto che pensi di sapere tutto, come hai fatto a
scoprirlo? E perché a cena hai fatto quelle domande allusorie”
chiese Beth volendo una spiegazione.
Elijah rise, notando la sua testardaggine e si girò
completamente verso di lei: “E’ ancora presto per sapere tutto…
fidati di quel che dico” disse avvicinandosi a lei.
Beth
deglutì emozionata, sentendo i suoi passi avvicinarsi e cercò di rilassarsi:
“Non saremmo mai dovute ritornare… era meglio
starcene in Italia lontane dai guai di Mystic Falls” sussurrò fra sé e sé.
“Dato che ci siamo avvicinati ultimamente, ti dirò
che fareste meglio ad andarvene il più in fretta possibile. Prima che Klaus
appaia in città” rispose andandole più vicino, tanto che Beth
riuscì a percepire il suo respiro fresco e delizioso sul viso. Di nuovo il
cuore perse qualche colpo e stranamente non avvampò dall’imbarazzo; il sangue
le si era di colpo raggelato fin dentro le viscere, guardando il viso
bellissimo, eppure anche così intimidatorio, di Elijah.
“Perché è così importante che ce ne andiamo?”
rispose titubante. Tutti ormai avevano capito che quel Klaus era pericoloso, ma
scappare non sembrava una soluzione plausibile, anche perché ormai lei e Alice
c’erano dentro fino al collo in quella situazione drastica.
Elijah le sorrise affascinante:
“Non ci siamo avvicinati così tanto” sussurrò
sviando la risposta. All’improvviso furono interrotti da qualcuno che era
appena entrato in salotto e la sua voce sembrava confusa: “Tutto bene Beth?” domandò Mason,
affacciandosi nel salone e lanciando un’occhiata ostile a Elijah.
Evidentemente ci avevano messo più tempo del
previsto ed era meglio tornare dagli altri; Beth se
ne approfittò per lasciare dietro di sé la presenza fascinosa, ma allo stesso
tempo inquietante di Elijah e tornò a respirare normalmente, senza tremare come
una bambina.
Quando si avvicinò a Mason,
notò che lui stava ancora fissando Elijah e lo scosse piano per il braccio
cercando di tranquillizzarlo: non aveva voglia di ulteriori discussioni o
domande spiacevoli.
Chissà come sarebbe terminata la serata…
Tutti e tre rientrarono nella sala da pranzo mentre
gli altri si erano già accomodati ai loro posti.
“Devo dire che il cibo è stato buono, quasi quanto
la compagnia” mormorò Elijah delizioso, ponendo il vino al centro del tavolo,
fissando entrambe le ragazze attorno alla tavola ma il suo volto restò in
sospeso verso Beth per qualche secondo in più.
Alice tossì indispettita, avendolo notato e si voltò
a guardare Beth, come se volesse una chiara
spiegazione su quello che era successo in
salotto, ma l’amica aveva lo sguardo basso e non volle dire nulla al
momento; così Ali dovette arrendersi però sarebbe ritornata all’attacco quando
sarebbero state sole a casa.
All’improvviso, Alaric si
alzò dal tavolo per andare a prendere qualcosa dalla borsa, mentre Stefan ne approfittò per chiedere a Elijah come intendeva
uccidere Klaus.
Elijah non sopportò quell’intromissione arrogante
nei suoi piani e infatti mise subito le cose in chiaro, per far valere la sua
autorità:
“Signori, ci sono un paio di cose che dovremmo
chiarire a questo punto.” Alzò la mano per rivolgersi a Damon, che cercava di
far finta di niente. “Ti ho permesso di
vivere solo per tenere d’occhio Elena e ho permesso a Elena di restare nella
sua casa e vivere con i suoi amici, per gentilezza. Se doveste creare ostacoli
ve la porterò via e non la rivedrete mai più.” Rispose glaciale senza
tentennamenti.
Elena non disse niente, anche se stavano parlando
della sua vita e Ali notò con disgusto che il vampiro Originario tutto
sembrava, tranne che gentile. Beth invece non riuscì
a districare un pensiero logico, visto che sembrava ancora in panne dopo il
colloquio con Elijah.
Stefan
cercò di tornare subito all’attacco ma le sue domande furono terminate da un
urlo agghiacciante.
Era l’urlo di Elijah: Alaric
gli aveva appena conficcato un pugnale nel cuore, prendendolo alla sprovvista.
Alice sgranò gli occhi inorridita alzandosi
immediatamente, mentre Beth gridò spaventata in preda
al terrore, cadendo dalla sedia; guardò con occhi angosciati il corpo di Elijah
che si stava rinsecchendo, facendo svanire tutta la sua brillante bellezza.
Anche Elena si era alzata di colpo dalla sedia,
cercando di non gridare e sembrava sconvolta e perplessa quanto le due ragazze;
persino Mason non riusciva a crederci.
“Ma… ma…
L’AVETE UCCISO!!” Urlò Beth isterica cercando di
alzarsi.
“Certo! Era l’unico modo per salvare Elena, lui
voleva darla in pasto a Klaus per i suoi scopi e non potevamo permetterlo”
rispose Alaric avvicinandosi ai suoi amici.
“Voi siete pazzi! SIETE DEI PAZZI!! Uccidere un uomo
così, a cena sotto i nostri occhi! Perché l’avete fatto?!” domandò Beth con gli occhi spalancati e pallida come un fantasma,
andando vicino al cadavere di Elijah.
“Era l’unico modo per un attacco a sorpresa. Non si
può uccidere un Originario con un semplice paletto, solo quel pugnale può
ucciderlo e doveva farlo un umano… Alaric era la persona giusta. Ora abbiamo un guaio in meno
a cui pensare!” Rispose Damon sollevato.
Alice però era rimasta anche lei traumatizzata vedendo
una persona morire, anche se si trattava di una persona arrogante e diabolica
come Elijah; così si avvicinò a Damon per chiedergli una spiegazione:
“Ti rendi conto che poteva accorgersene? E come
sarebbe andata poi? Ci avrebbe uccisi tutti per vendetta!” gridò agitata. Lui
cercò di calmarla, facendole notare che era andato tutto bene e che non c’era
niente di cui preoccuparsi; Alice sospirò ascoltandolo e cercò di capire che le
sue intenzioni erano buone… per proteggere Elena… Già quella fastidiosa di Elena!
Stefan
circondò le spalle della sua ragazza con fare protettivo, mentre lei fissava il
cadavere di Elijah con sgomento; Beth invece si
avvicinò lentamente al vampiro sussurrando di continuo “Mio Dio, mio dio” e
automaticamente accarezzò il pugnale che aveva colpito il cuore di Elijah.
“Ferma! Non toccarlo! Appena si toglie il pugnale
dal cuore di un Originario, questo ritorna a vivere…
meglio essere prudenti quindi” mormorò Damon prendendo il cadavere fra le
braccia e trascinandolo a terra. Beth allora ascoltò
con attenzione quella notizia, che le apparve molto utile e cercò di non
dimenticarsene mentre fissava ancora con occhi spalancati il corpo di Elijah,
che veniva trascinato senza alcun ritegno verso la cantina.
Elena si staccò dall’abbraccio di Stefan, girovagando di continuo per la stanza come se non
riuscisse a calmarsi:
“Dovevate dirmi quello che avevate in mente… cosa vi è saltato in testa? Vi ho dato quelle informazioni,
ricavate dal diario dei miei antenati solo per avvertire Damon del pericolo,
visto che da tempo voleva uccidere Elijah, ma non pensavo arrivaste fino a
questo punto!” gridò sconcertata, per essere stata messa da parte.
“Dovresti ringraziarci invece Elena…
lo abbiamo fatto per te, per proteggerti, visto che saresti sicuramente morta,
se avessi seguito il piano di Elijah!” rispose Damon, entrando nella sala dopo
aver scaricato il cadavere nella cantina.
“Vi avevo detto di non fare niente! A me bastava
quello: la sicurezza che le persone che amo vivessero dopo il sacrificio…e ora?! Cosa faremo??” domandò isterica.
“Smettila di farne sempre un dramma! Penseremo a un
altro piano, contenta?” rispose Damon con sarcasmo.
“No Damon!” gli ringhiò contro Elena mettendosi
davanti a lui “Ti avevo chiesto di mettermi al corrente di ogni vostro piano,
di non nascondermi più niente! Avevo detto che d’ora in poi si faceva a modo
mio! Ma come al solito hai fatto di testa tua, ignorando ciò che ti avevo chiesto…”
Damon restò ad ascoltare le offese di Elena senza
battere ciglio e assunse un espressione seria e dura, non più ironica, mentre Stefan abbassò lo sguardo senza fiatare.
Alice lanciò un’occhiataccia verso Elena, perché non
le piaceva come parlava, come se si sentisse la padrona di tutto e tutti e per
di più verso Damon, che aveva fatto tutto questo per proteggerla. Bel
ringraziamento! Scosse la testa disgustata e si avvicinò a Beth
che sembrava ancora in trance.
Mason
sbuffò spazientito:” Ok basta con i litigi da piccioncini; io direi che la
serata finisca qui, prima che qualche altro pugnale voli in mezzo ad altre
schiene” sussurrò Mason, fissando Damon con un
sguardo che non tralasciava dubbi, sul fatto che non si fidasse della buona
fede del vampiro e l’avvisò che stava ancora in guardia, nel tentativo di non
farsi cogliere impreparato, come aveva fatto Elijah.
Alice lo guardò e gli chiese se poteva portare lui a
casa Beth, visto che lei voleva rimanere lì ancora un
po’; Mason guardò Beth
titubante, ma poi acconsentì e prese la ragazza delicatamente per un braccio.
Sentendo quel contatto, finalmente lei ritornò nel
mondo dei vivi e le sue guancie ripresero un po’ di colore, non più il bianco
cadaverico di prima. Gli sorrise debolmente mentre si avviarono verso la porta,
salutando distratti il resto degli ospiti. Alice aveva accompagnato Beth fino all’uscio della porta, assicurandosi che stesse
meglio, ma anche laggiù sentì delle altre grida. Era ancora Elena, che se la
prendeva con Damon.
Ali allungò le antenne per sentire meglio la
conversazione.
“E poi un’altra cosa…
spiegami ancora per quale motivo Alice Summers è
venuta a chiedere il tuo aiuto per andare a salvare Beth!
Cosa c’entrano loro in questa storia?” replicò Elena acida.
Damon sbuffò perdendo la pazienza: “Cosa dovevo
fare?? Dire << Oh mi dispiace non posso venire a salvare una ragazza da
un branco di psicopatici, solo perché Elena non ritiene che la situazione sia
così grave da chiedere un mio intervento personale?! >> Credo di aver
sopravvalutato la tua generosità, sai?”
“Non sto parlando se era giusto o no salvare Beth e Mason da quei cacciatori,
dico solo che tu e Stefan potevate rimanerci secchi,
solo perché tu volevi fare la figura dell’eroe davanti a LEI!”
“Cos’è ti da fastidio che tu non hai più l’esclusiva
su di me?” chiese ironico Damon.
“Non fare l’idiota, dico solo che era pericoloso e
potevate parlarne con me o con Alaric, prima
d’intervenire da soli! Potevate morire, e per cosa poi..?”
Così Alice, quando ascoltò le parole odiose di Elena
Gilbert, sentì una rabbia sconfinata montarle in tutto il corpo pronta a
scoppiare; decise di intervenire per darle una bella lezione. Ormai aveva
sentito abbastanza.
Si diresse con passi lunghi e affrettati verso il
soggiorno, dove si trovavano Damon e Elena soli, e si rivolse a quest’ultima:
“Fin dai tempi dalla scuola avevo sempre pensato che
fossi soltanto una smorfiosa in cerca di continue attenzioni e adulazioni… e ora stai cercando di soffocare Damon, che non
ha fatto nulla di male se non proteggerci, solo per tenerlo al guinzaglio come
fai con tutti!” gridò Alice furiosa, lanciandole un’occhiata di fuoco.
Elena la guardò indispettita per quella sua
intromissione e allora Alice ricaricò la dose, per farle capire cosa pensava
veramente: “Attenta Elena, se non sapessi che stai con Stefan,
potrebbe sembrare che tu sia gelosa del rapporto che si è creato tra me e Damon… non si può tenere il piede in due scarpe!” sussurrò
giudiziosa alzando il sopracciglio.
Elena serrò le labbra per non urlarle delle atrocità
in faccia, mentre Damon guardava Alice sbalordito per le sue parole; finalmente
qualcuno lo difendeva e non lo giudicava! Ma comunque la difesa di Alice non
bastò a scacciargli via il malumore per essere stato così offeso e denigrato
proprio da Elena… la persona per la quale sarebbe
stato capace di tutto pur di farla felice… Ogni cosa
che faceva non andava mai bene, per nessuno.
Decise di togliere il disturbo, anche se stava in casa
sua e andò in camera sua con una velocità sovrumana, dissolvendosi nel nulla.
Era chiaramente arrabbiato, pensò Alice tristemente.
Le due ragazze all’improvviso si fissarono con
un’occhiata piena di odio, come se si stessero lanciando dei fulmini, ma il
loro litigio interiore venne interrotto da Stefan,
che apparve nel salone chiedendo cosa fosse successo.
Elena sospirò rumorosamente andandosene via, non
prima di aver lanciato un’altra occhiata furibonda ad Alice, che contraccambiò
il favore. Poi ad un tratto lei alzò lo sguardo in direzione della scala, dove
Damon era scomparso nel nulla.
Nel frattempo in macchina, Beth
continuava a fissare di nascosto Mason, intento a
guidare verso casa sua: sembrava tranquillo, non aveva niente di strano però aveva
notato, che si era parecchio allontanato da lei senza alcuna ragione… eppure le era sembrato di essere stata chiara nel
dirgli, che non era una spia dei vampiri e che poteva fidarsi di lei quando
aveva bisogno di aiuto.
<< Valli a capire sti
uomini… prima ti cercano, poi ti fanno domande
ambigue e dopo non ti calcolano più! >> pensò Beth
sospirando e appoggiando la fronte sul finestrino fresco. Il ricordo di Elijah
che veniva accoltellato alla schiena, era ancora vivo in lei e non si
capacitava del perché avessero fatto una cosa del genere…
in cuor suo non le sembrava giusto, è vero, in fondo Elijah può incutere una
fifa nera a chiunque solo semplicemente guardandolo, ma aveva dato la sua
parola che li avrebbe protetti da quel Klaus… senza
contare che aveva fatto delle allusioni su Alice e sembrava sapere qualcosa su
di lei… magari dei dettagli di cui loro due non erano
a conoscenza e avrebbe tanto voluto fargli delle domande in più…
I suoi pensieri furono distolti dalla voce di Mason: “Lo sapevo che non dovevamo accettare l’invito di
quell’infido di Damon Salvatore e che c’era sotto qualcosa…
sicuramente il prossimo coltello che avrà fra le mani, lo userà su di me”
sussurrò con ironia, anche se doveva essere preoccupato per ciò che aveva
detto.
Beth
si girò verso di lui: “Perché dici così? Credevo aveste fissato una tregua… niente più casini no?”
Mason
rise di gusto: “E tu davvero gli credi? Che non farà un'altra mossa per
colpirmi? No fidati, meglio che lo anticipi io”
Beth
sobbalzò preoccupata: “Che vuoi dire? Vuoi utilizzare un pugnale magico anche
tu?”
“Dico solo che devo difendermi e voglio riavere
indietro ciò che è mio.” Rispose risoluto.
“La pietra di luna… perché
è così preziosa? Tutti la vogliono inclusa…” <<
Inclusa me >> Pensò in quel momento, ricordando che aveva chiesto a Tyler
di dargliela, per sapere se quell’oggetto poteva aiutare Alice…
Mason
la guardò confuso e sembrò fosse sul punto di dirle qualcosa, ma decise di
tacere e di guardare verso la strada; sembrava come se fosse indeciso su cosa
dirle e come comportarsi… era letteralmente a
disagio.
Infatti Beth notò i suoi
muscoli tendersi e irrigidirsi per l’agitazione, e osservò come il suo braccio
si gonfiava, quando inseriva la marcia quasi con violenza. Beth
cominciò a diventare ansiosa quanto lui:
“Ti prego Mason non fare idiozie… E non lo dico per difendere i vampiri, come
sicuramente starai pensando in questo momento, ma solo perchè
non vorrei ritrovarti morto sul tavolo della cucina con la testa spiaccicata”
rispose sincera guardandolo negli occhi.
Mason
sentendo la preoccupazione nella voce della ragazza, si girò a fissare il suo
bel viso con espressione dura ma poi le sorrise: “Mi fa piacere che ti
preoccupi per la mia incolumità, ma riuscirò a cavarmela, te lo assicuro. E poi… ormai non penso più che tu sia una spia dei vampiri o
una minaccia” rispose a bassa voce, abbassando lo sguardo.
Beth
lo guardò pensierosa, quando all’improvviso lui si girò di scatto verso di lei
e chiese:
“Se io ti dicessi che tu interessi a mio nipote… cosa risponderesti?”
Lei lo fissò allibita, letteralmente sorpresa per
quella domanda e credeva di non aver sentito bene:
“Cosa? Tyler intendi?! Ma no figurati! Siamo amici
da tantissimo tempo e lui non mi vede in quel modo… e
neanche io se è per questo! Non vado con i ragazzi più piccoli!” rispose
ridendo per la prima volta in quella serata. Infatti i tre anni che li dividevano per Beth erano già troppi e non aveva mai pensato a Tyler come
un possibile fidanzato anche se nell’ultimo periodo erano stati parecchio
insieme. Le balenò in testa che forse il piccolo Lockwood
potesse avere una cotta per lei, ma decise di far finta di nulla per evitare
inutili casini o imbarazzi.
Mason,
dal canto suo invece, era rimasto parecchio sorpreso dalla sua risposta veloce
e decisa: quando Tyler aveva confessato che gli piaceva Beth,
non aveva messo in conto che lei magari non potesse ricambiarlo in alcun modo,
perché aveva pensato solo al bene del nipote. E poi Tyler è comunque un bel
ragazzo e due+due fa…
Tuttavia Mason decise di
non preoccuparsi più e di non crearsi inutili scrupoli di coscienza o problemi
che non esistevano…
stranamente si era sentito più rilassato, quando aveva capito che a Beth non interessava Tyler sotto quel punto di vista. Forse
il nipote lo avrebbe definito letteralmente “un bastardo”per quello che stava
pensando, ma ormai Mason era abituato a essere
chiamato con appellativi poco lusinghieri.
Beth
rise ancora sotto i baffi, ma poi lo guardò agitata, sviando il discorso:
“Comunque ti prego non fare nulla contro Damon o Stefan; finiresti solo per diventare carne da macello.
Promettimelo e… in cambio ti riempio di sigarette!!
Che ne dici?” Chiese speranzosa.
Mason
si lasciò scappare una risata sincera e calorosa, sembrava non ridesse così di
gusto da tanto tempo:
“Sei davvero strana Beth!”
Sussurrò ridendo ancora, mentre parcheggiava di fronte casa Summers.
Lei contraccambiò la risata sentendosi più serena e
si slacciò la cintura pronta a scendere e infilarsi nel letto; quella serata
l’aveva parecchio provata e la morte di Elijah ancora di più.
Pensò che doveva per forza far qualcosa a riguardo,
visto che il suo istinto le diceva che non poteva lasciare un essere così
nobile e bello, dentro una sudicia cantina! E ovviamente non era solo un fatto
personale, visto che l’altro motivo era che doveva scoprire il perché lui
sapesse tutte quelle cose su Alice…
“Non entri?” domandò Mason
confuso, visto che Beth si era immersa nei suoi
pensieri di salvataggio eroico. Si sentì davvero meschina a pensare quelle cose
con lui vicino; dato che era troppo felice di aver ricevuto finalmente un po’
di fiducia e stima da parte di Mason, per rinunciarvi
così.
Ma d’altronde cos’altro poteva fare…?
Le si stringeva il cuore, al pensiero di Elijah rinsecchito e accoltellato
senza alcun ritegno.
Sorrise timidamente a Mason,
mentre apriva la portiera dell’auto e uscì dandogli un ultimo saluto.
“Sogni d’oro Beth”
sussurrò Mason a bassa voce, ma non così tanto poiché
lei sentì benissimo quell’augurio, che la fece tremare come una foglia, visto
il tono affascinante con cui glielo aveva detto. Il suo cuore galoppò dentro di
lei, mentre girava il viso verso di lui, dopodiché tornò velocemente a
camminare fino all’entrata di casa: al sicuro dallo sguardo ammaliatore di Mason Lockwood.
Dopo aver ricevuto le mille raccomandazioni da parte
di Stefan, Alice si avviò su per le scale e iniziò la
ricerca della camera di Damon, ricerca era proprio il termine esatto, visto che
in quella casa c’erano più di cinque stanze da letto, non aveva minimamente
pensato di chiedere a Stefan quale fosse la sua
stanza, dal momento che ogni suo pensiero era per Damon.
Così si affidò al suo istinto e si avviò all’ultima
camera del corridoio, che sembrava chiamarla;
Mano a mano che si avvicinava, iniziò ad intravedere
una porta leggermente socchiusa e quando si ritrovò a pochi millimetri dalla
porta, poté intravedere la figura di Damon seduta davanti al camino acceso con
un bicchiere di bourbon in mano.
Alice vedendolo così assorto nei suoi pensieri era
indecisa se entrare o no e inoltre non sapeva, se lui avesse percepito o meno
la sua presenza, al di fuori della porta.
Damon, che aveva percepito da un bel po’ la sua
presenza e non capendo cosa la stesse trattenendo dall’entrare, decise di
toglierla da ogni imbarazzo dicendole con tono sarcastico:
“ la mamma non ti ha insegnato che spiare le persone
è da maleducati??!!”
Alice dopo aver sentito quella battuta, che non
aveva il suo solito tono sarcastico, decise finalmente di entrare, anche perché
era andata da lui con un motivo ben preciso in testa.
Si avvicinò a lui e gli si sedette di fianco e non
facendo caso alla sua battuta precedente gli rispose con tono tranquillo e
preoccupato “come ti senti??” lui,
girandosi per la prima volta verso di lei le disse “meravigliosamente!!!”, “sai
che non ti credo vero??!!” gli rispose Alice mettendogli una mano sulla spalla
per fargli sentire che se lui aveva bisogno di lei, lei ci sarebbe stata per
lui.
Damon abbassò lo sguardo, ma Alice non arrendendosi
gli disse “Damon guardami” e gli fece alzare lo sguardo “per qualsiasi cosa io
ci sono e ci sarò sempre per te, perché tu ci sei stato quando io avevo bisogno
di aiuto, ed è per questo che puoi sempre contare su di me, sia per un
abbraccio che per un consiglio o semplicemente per sfogarti e mi sembra che
questo sia uno di questi casi …”
Nei suoi occhi, Alice poteva vedere una lotta
interiore in cui, da un lato c’era il suo orgoglio che non gli permetteva di
chiedere aiuto e dall’altro il suo lato umano che chiedeva solo di essere
consolato e capito.
Improvvisamente il suo viso cambiò da pensieroso a
arrabbiato e alzandosi in piedi con una velocità da vampiro la guardò negli
occhi e le disse alzando di parecchi toni la voce:
“chi credi
che io sia sentiamo, Stefan forse?? Io non sono mio
fratello non ho bisogno di queste cretinate, né di un abbraccio ne tantomeno di
un consiglio hai capito?? Quindi fai un favore a tutti e due e vattene!!”
l’ultima frase gliela disse avvicinandosi pericolosamente al suo viso, quasi ad
incuterle timore, ma Alice quasi si aspettasse questa sua reazione gli disse
avvicinandosi anche lei al suo viso e guardandolo intensamente negli occhi e
con voce decisa gli disse:
“no Damon non me ne andrò, sai puoi fare anche la
parte del grande vampiro cattivo, insensibile a tutto e a tutti, ma non
riuscirai a farmi andare via, quindi continua pure a fare pure la parte del
duro ma sappi che con me non attacca, sono venuta qui per aiutarti e non me ne
andrò senza averlo fatto sono stata chiara??”
Lui mi guardò in modo sorpreso ma riprese subito la
sua “tu aiutare me?? e in che modo
pensavi di aiutarmi si può sapere??” disse con il suo sorriso alla Damon, che
in quel momento Alice avrebbe voluto far andare via a suon di schiaffi .
“Voglio farti capire che, anche se pensi di essere
solo e di non poterti fidare di nessuno, di me ti potrai sempre fidare Damon e
dentro di te sai che sto dicendo la verità!! se me lo permetterai, vorrei
riuscire ad attraversare quello scudo, che ti sei creato per non permettere a
nessuno di ferirti” dopo avergli detto ciò, Alice gli mise la mano sul suo
cuore e alzò gli occhi su di lui.
Quello che vide, furono due occhi color ghiaccio che
la stavano scrutando nel profondo, non per soggiogarla perché non poteva, ma
per capire se tutto quello che gli aveva detto era vero.
Poteva veramente fidarsi di lei? Poteva veramente
lasciarsi andare, dopo tutti gli anni passati a stare male a causa di Katherine
e di Elena? Ecco quello che in quel momento passava nella mente di Damon; per
lui non era facile fidarsi completamente delle persone, ma quando lo faceva ci
metteva tutto sé stesso e dentro di sé sentiva che poteva fidarsi di Alice che
lei non l’avrebbe mai tradito.
“Mi permetterai di aiutarti?” chiese Alice con voce
quasi sussurrata, Damon la guardò negli occhi intensamente e avvicinandosi a
lei, le sussurrò all’orecchio “mi stò fidando di te,
non farmene pentire” .
Alice felice di essere riuscita a convincerlo, gli
prese la mano e gli disse “non te ne pentirai, te lo giuro!”;
Lo trascinò verso il suo grande e magnifico letto,
lo fece sdraiare e dopo essersi stesa di fianco a lui, i loro occhi non si perdevano
mai di vista così Alice allargo le braccia e gli disse “vieni, fatti
abbracciare lo sai che ne hai bisogno e io sono qui per te..!”
Damon ci pensò su qualche secondo, ma dopo averle
dato uno di quei suoi splendidi sorrisi, che riservava a poche persone, si
buttò fra le sue braccia, come aveva fatto lei con lui quando aveva bisogno di
conforto e amore.
E fu così che passarono la notte, l’uno fra le
braccia dell’altra, con Alice che non riusciva a smettere di accarezzare i
capelli lunghi e morbidi di Damon;
Damon d’altro canto non riusciva a smettere di
stringerla, quasi come se fosse un salvagente il suo salvagente personale, che
non gli avrebbe permesso di affogare in tutti i suoi problemi e tormenti
interiori.
Eccoci arrivati alla seconda parte di questo
capitolo come promesso ho aggiornato a tempo di record !!!! XDXDXD
Bè
che dire, ci sono stati molti colpi di scena e come molte ragazze mi hanno
chiesto ci sono state scene tra Beth e Elijah ma
anche scene tra Beth e Mason
e Alice e Damon!!!!!
Non so voi, ma a me è piaciuta un sacco la scena
della litigata tra santa Elena e Alice oltre ovviamente alla scena finale tra
Alice e Damon!!!! Per non parlare poi delle scene tra Elijah e Beth e poi chissà cosa vorrà mai dire la frase che Elijah
dice a Beth “fareste meglio ad andarvene il più in
fretta possibile. Prima che Klaus appaia in città” Mah Elijah il misterioso
XDXDXD
Che dire ringrazio tutte le ragazze che hanno
recensito gli scorsi capitoli, le lettrici silenziose e chi ha messo la storia
tra le preferite e le seguite!!!!! Vi adoro tutte dalla prima all’ultima!!!!
XDXDXD
Ci vediamo al prossimo capitolo che sarà anch’esso
pieno di colpi di scena!!!!! XDXDXD