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Autore: Nimunye    25/01/2012    3 recensioni
Il mistero cala su due viaggiatori dagli Occhi Viola.
Il Buio divorerà la Luce, o sarà il contrario?
Tutto dipende da quello strano sigillo nascosto.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Pervinca Periwinkle, Un po' tutti, Vaniglia Periwinkle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un nero uccello vola nel cielo

 

L’associazione Internazionale Per La Cattura Di Demoni, Anime e Streghe Cattive In Circolazione era in crisi, perché l’organo principale era in crisi. L’associazione di solito sceglieva acccuratamente i Propri missionari, ma se il Capo avesse sbaglaito categoricamente la propria scelta per problemi sentimentali?

 
Una giovane donna dai capelli rossi tagliati a caschetto era seduta alla sua grande scrivania. Teneva le mani proprio su di essa e fissava le varie scartoffie posate sopra. Passò lo sguardo anche sui diversi fogli accartocciati e buttati per terra. Non era di certo una maniaca dell’ordine. No, cioè, l’ordine le piaceva, ma non si metteva di certo a piangere per se una minuscola macchia di caffè le cadeva sul divano beige dello studio.
La donna sospirò e cominciò a massaggiardi le tempie con due dita, lasciando andare un profondo sospiro di frustrazione. Aveva un gran mal di testa ed in più il pensiero di quei due imbecilli che aveva mandato in missione non la faceva di certo stare meglio. Sarebbe stato meglio se fosse andata di persona, ma lei doveva rimanere lì, incollata a quella vecchia scrivania di mogano mangiata dalle tarme, ad aspettare.
-Mh, capo?- una voce stanca e decisamente seccata provenì dalla grande porta dello studio di Kristèn Red, che alzò piano gli occhi rossastri per guardare l’uomo biondo in piedi sulla porta, con le mani dietro la schiena.
-Hai un regalo per me?- chiese, sarcastica, alludendo alle mani di Glen che rimasero per pochi secondi ancora dietro la sua schiena, per poi essere lasciate libere lungo i suoi fianchi dritti.
-No, non mi pagano abbastanza, Red- rispose l’altro, mentre gli occhi dorati scintillavano, come se sperasseche Kristèn potesse convincere il suo capo ad aumentare lo stipendio del Cercatore di Anime.
La donna batté un pugno sulla scrivania e poi, con voce tremante, chiese: -Si sa nulla di Dragonfly e Celsius?-.
Sperò in un freddo sì di Glen, che però fece un passo indietro, storcendo la bocca. Kristèn si abbandonò contro lo schienale della sedia, sospirando e scuotendo la testa.
-Credi che ce la faranno?- continuò sempre lei e Glen fece un debole sorriso e entrando nello studio a grandi passi.
-Ma sì. Infondo, se li avete mandati, capo, eravate consapevoli che ce l’avrebbero fatta!-
Lei alzò lo sguardo stanco. –Veramente no-
Glen fece una faccia allarmata. –Ma allora perché diavolo li hai mandati lì, Red?-
Red lasciò cadere la testa sulla scrivania e sospirò. –Non lo so-
-Potrebbero mandare a monte la missione!- gridò Glen, la voce stridula come quella di una donna.
Red alzò un po’ il capo e osservò Glen: aveva i capelli biondi arruffati, il volto arrossato e gli occhi dorati spalancati.
La rossa sbuffo e poggiò il mento sulla scrivania e osservando un foglio con diversi appunti di sopra e lesse qualche frase, senza capire sul serio il significato.
Glen mise le mani sulla scrivania e si piegò verso Red, che non lo degnò di uno sguardo.
-Ti ricordo che senza occhiali non leggi bene- sibilò lui, con sguardo seccato. Lei si accigliò a quella affermazione.
-Mi chiedevo che c’entrasse la parola “rombone” con un rapporto riguardante l’ultima missione- sbuffò lei.
Glen spostò lo sguardo da lei al foglio, poi di nuovo sulla donna. –Direi che gli occhiali, per te, sono di vitale importanza. Ci metteresti tutti nei guai, senza-
Red storse il naso. –Sta zitto, razza di imbecille, e portami una bella tazzona di caffè invece di stare qui a lamentarti!-
Glen si mise a braccia conserte e poi fece un sorrisetto. –Subito, Madame Red-
-Ah, Glen?- la voce di Red fermò il biondo, che si voltò piano.
-Sì, capo?- fece lui titubante.
-Prendimi carta e penna e prepara Horabath per volare. Poi preparati una sacca. Mi sa che si parte- la donna scattò in piedi. –Non possiamo lasciare la missione in mano a quei due imbecilli-
-Ma Red, Dragonfly non è poi così imbecille!- esclamò Glen, mettendosi le mani sui fianchi.
-Ma Celsius sì!- esclamò la donna esasperata –Tu comunque preparami quello che ti ho detto, mentre io riordino-

Il capo passa all’azione, pensò Glen allarmato. Poi sorrise e uscì dallo studio. 

-Allora, tu ora mi prendi in braccio e mi sollevi in volo fin oltre le mura, ok?- Celsius fece il segno del pollice all’insù, e Dragonfly storse la bocca.
-Quindi ti posso lasciar cade anche a venti metri da terra, giusto?- chiese la ragazza, mentre Celsius cominciava a scuotere la testa, allarmato.
-Preferirei che mi portassi a un massimo di un metro da terra- fece lui, mettendosi le mani sui fianchi. A Dragonfly sembrò che Celsius volesse diventare un anfora, con quella posa.
-Non credi che potremmo chiedere di entrare e basta?- ora era diventata lei quella pigra e Celsius quello intraprendente. In fondo le mura erano altissime e lei poteva volare, ma Celsius no. Infondo lui volava solo di notte.
-Ma sei matta? E che gli dovremmo dire per convincerli?- Celsius fece una smorfia piuttosto brutta, come sempre. Aveva il naso arricciato, la fronte aggrottata e, a questo punto, anche le labbra.
-Sembri un cretino- sbuffò lei e Celsius sembrò offendersi. –Comunque, potremmo dirgli che siamo due viaggiatori che cercano riposo-
Celsius sembrò pensarci, poi scosse la testa. –Pessima idea-
-E invece è un’ottima idea! Sei tu che sei scemo e non capisci niente!- sbuffò lei, offendendosi e girando le spalle a Celsius.
Lui alzò gli occhi al cielo e notò un grosso corvo volare sulle loro teste.

Quello è Horabath? Si chiese Celsius, mentre il corvo atterrava sicuro sulla spalla di Dragonfly.
Pochi secondi dopo la ragazza leggeva un piccolo bigliettino.
-Che c’è scritto?- chiese Celsius, tendendo le mani per prenderlo.
-“Stiamo arrivando. Tenete duro”. Lo ha scritto Madame Red, credo. C’è scritto anche di entrare stanotte, così possiamo volare entrambi-
-Visto, avevo ragione io!- fece Celsius con una faccia sbruffona.
Dragonfly scosse la testa, sapendo che Madame Red, comunque, li avrebbe cacciati ancora più nei guai.
 

Ora di Arte. Pervinca odiava Arte.
Strisciò per il corridoio, lanciando gemiti a destra e a manca, mentre Babù e Flox chiacchieravano.
Avevano lasciato Grisam davanti alla sua classe, e, quando il ragazzo era entrato, Vì si era ricordata di avere arte.
-Che tortura- gemette lei, arrivata davanti alla classe.
-Tortura? Tu? Noi abbiamo la De Transvall!- mugolò Flox, diventando pallida come un lenzuolo.
Pervinca, senza dire niente, entrò in classe, alzando semplicemente una mano in segno di saluto.
Passò mezz’ora di noia totale. Noia “rotta” dai diversi starnuti di Acanti e dal cadere di penne e matite.
Ma la noia di Vì fu interrotta davvero nel momento in cui un grosso corvo nero beccò alla finestra vicino al suo banco.
-I covvi. Bvutto segno- aveva mormorato Acanti.
Nulla di più vero, soprattutto se il corvo in questione proviene dalla L’associazione Internazionale Per La Cattura Di Demoni, Anime e Streghe Cattive In Circolazione.

Angolo dell'Autrice!
TORNATAAAA! XDD Infondo, gente, è iniziata la scuola. Non che non sia contenta di parlare con le mie amiche e scambiarmi volumi di manga con gli altri otaku come me, ma, insomma, a me piace ronfare xDD Me lo lasciassero frae in pace D: Comunque, ringrazio a tutte voi che avete recensito, o che leggete semplicemente *_____* Siete voi che mi portate avanti *_____________*
Ci si scrive, cari miei! *ritorna nel suo buco personale*

  
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