Libri > Wicked Lovely
Segui la storia  |       
Autore: Kelley    25/01/2012    1 recensioni
Eve è una ragazza come tante altre, fino a quando non incontra Irial ex Re del Buio, che le aprirà le porte di un nuovo mondo.
Genere: Dark, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La mattina seguente Eve si svegliò frastornata. Aveva la mente annebbiata. Il sole filtrava attraverso le tende e questo voleva dire che era ora di alzarsi per andare a scuola. Stava temporeggiando oziando tra il piacevole tepore delle coperte. La sveglia suonò e la spense gettandola a terra. Voleva rimanere ancora nel letto, ma si impose di alzarsi. Il freddo pavimento la fece rabbrividire. Si avvicinò alla finestra e la aprì. Era una giornata splendida, ma fredda. Era l’opposto di come si sentiva lei. Sentiva che le tenebre la stavano avvolgendo, ma allo stesso tempo sentiva un piacevole calore nel petto.

Si preparò e scese le scale. Stava per uscire quando venne fermata da sua nonna.

“Non fai colazione?”

“Non ho fame. Prenderò qualcosa al bar della scuola.”

“Ti vedo turbata. È successo qualcosa?”

“La mamma le avrà raccontato di ieri sera. Non sono mai state così assillanti. Vorrei solamente che mi lasciassero in pace.” pensò Eve roteando gli occhi e disse “Sono solamente spossata per le prove del saggio che si sommano alla montagna di compiti e le lezioni di musica. Ho solo diciassette anni. Come dovrei stare secondo voi?” si pentì subito delle parole dette. Non aveva mai risposto in quel modo a sua nonna. Si aspettava che si infuriasse iniziando a gridare sull’ educazione e cose del genere, ma invece le accarezzò i capelli e disse:

“Hai ragione, bambina mia. Io e tua madre ci stiamo solamente preoccupando. Non vorremo mai assillarti. Se ti senti stanca puoi rimanere a casa per oggi.”

Eve rimase scioccata da quella reazione, sentì un brivido lungo la schiena nel pensare che sua nonna aveva ancora una volta capito cosa le passasse per la mente come se riuscisse a leggerle nel pensiero.

“Ho un importante compito in classe e non posso mancarlo.”

“Ho una cosa da darti. Avevo pensato di dartelo a natale, ma penso che ti sarà utile ora.” le porse una piccola scatoletta. Eve la aprì e al suo interno trovò una collana d’oro con un ciondolo di resina verde a forma di quadrifoglio.

“Apparteneva ad una nostra antenata ed è passato di generazione in generazione fino ad arrivare a me. Ora voglio che lo abbia tu. Se lo indosserai ti porterà fortuna.”

Eve lo indossò e si sentì libera come se quel ciondolo le avesse risucchiato ogni nebbia formatasi nella testa . “Ti ringrazio. È molto bella.”

“Promettimi che non te la toglierai mai per nessun motivo.”

“Te lo prometto, nonna. Ora devo andare. Ci vediamo al rientro.”

Eve si avviò con molti dubbi che riguardavano gli strani atteggiamenti di sua nonna. Arrivò in anticipo a scuola e decise di riscaldarsi bevendo una fumante tazza di cappuccino.

Strinse il medaglione tra le sue mani. Il quadrifoglio era circondato da una sottile linea d’oro lungo i bordi, era verde ma trasparente e alla luce del sole aveva riflessi dorati. Eve rimase incantata da quel piccolo oggetto.

Si sentì spingere verso avanti e si girò per dire qualcosa a chi l’aveva importunata e si ritrovò davanti Sophie che le sorrideva.

“Ciao, come mai da queste parti a quest’ora? Di solito arrivi qualche minuto prima del suono della campanella.”

“Mi sono svegliata presto. E tu che ci fai a quest’ora a scuola?” disse mettendosi il ciondolo sotto il capotto.

“Io vengo sempre presto. Vengo a piedi e faccio colazione qui. Sto andando al bar, vuoi venire?”

“È dove stavo andando.” le rispose sorridendo

“Dopo la scuola avevo pensato di andare al Rath end Ruins, se non hai impegni puoi venire anche tu. È venerdì sera e staremo fuori fino a tardi. Se hai problemi con tua nonna puoi dire che resti a dormire da me come una volta.”

Conosceva Sophie da molti anni. Da piccole erano state grandi amiche, ma era stato tanto tempo fa. Crescendo erano cambiate molte cose, compreso il rapporto con colei che considerava la sua migliore amica, per questo motivo il suo invito la sorprese.

“Avrei la lezione di piano, ma se la salto per un giorno non penso che sia una tragedia. Basta che chiamo mio fratello e ci penserà lui a convincere mia nonna. Quanti siamo, oltre noi due?”

“Benissimo. Ci saranno anche Susan e sua sorella Melanie.” poi aggiunse. “Melanie ha conosciuto il barista del locale ed è riuscita ad avere degli inviti.”

Eve passò il resto della mattinata assieme a Sophie. Aveva dimenticato come era piacevole la sua compagnia e si sentiva bene assieme a lei. Non ricordava più quando era stata l’ultima volta che si era sentiva così.

Il resto della giornata passò senza che se ne accorgesse.

Prima di uscire Eve e Sophie andarono in bagno dove incontrarono Susan, lì quest’ultime si cambiarono.

Arrivate al locale con Melanie, mostrarono gli inviti al buttafuori che le fece entrare.

Eve rimase per un attimo ad osservarlo. Aveva la sensazione che c’era qualcosa di strano in lui, ma non sapeva dire cosa. Distolse lo sguardo ed entrò con le altre.

Irial si trovava nel Rath end Ruins assieme a Aibhill. La banshee stava facendo il resoconto della sua missione e lui la ascoltava distrattamente sorseggiando un bicchiere di vino fatato.

La banshee parlava ma non la stava ascoltando. Il suo corpo si trovava nel locale ma la sua mente vagava libera, intorno gli si era formato una bolla dove i rumori e suoni arrivavano attutiti dall’esterno. Stava fissando il bancone senza realmente vederlo.

Il locale era affollato di persone. C’erano molti umani ed esseri fatati provenienti dalle tre corti, mancavano solo le creature della corte dell‘inverno.

Da una parte seduto, circondato dalle sue ragazze dell‘estate, c’era Keenan il re dell’Estate. Molto tempo fa aveva aiutato la madre Beira, ex regina dell’Inverno, a bloccargli i poteri. Non si era mai pentito di quella decisione. Trovava Keenan alquanto odioso per i suoi gusti.

In quel momento entrarono delle ragazze e Keenan gli andò incontro.

Da prima Irial non si interessò alle nuove arrivate, ma quando esse raggiunsero il tavolo del re dell’Estate si accorse di una fluente chioma cremisi che attirò la sua attenzione. Si rese conto che era Eve. Non si era neanche accorto della sua vicinanza. Di solito irradiava una splendente luce nera, era stata quella ad attirare la sua attenzione su di lei. Quel giorno era fievole ma allo stesso tempo abbastanza forte da attirare l’attenzione degli esseri fatati che la circondavano.

Keenan si era avvicinato a quella oscura creatura. Non poteva permettersi che il reuccio si interessasse ad una sua preda, ma allo stesso tempo non poteva fargli capire che era interessato alla ragazza. Keenan era attratto da ciò che non poteva possedere e avrebbe visto la cosa come una sfida.

Irial si alzò, si avviò con passo felino verso il gruppo con occhi fissi dinanzi.

Quando Eve entrò nel locale la prima cosa che le venne in mente fu caos.

C’era una strana atmosfera in quel locale. Si sentiva a disaggio, come se centinaia di occhi fossero puntati su di lei. Pensò che era dovuto al fatto che non era mai stata in un pub prima di allora.

Si guardò in giro, c’erano persone che ballavano, parlavano o semplicemente erano sedute con un bicchiere davanti. Riusciva a sentire una strana energia proveniente da alcune persone e da altre no, era come una scarica elettrica o magica. La definì soggezione, la magia non esisteva e si girò verso le sue amiche.

Melanie si era avvicinata ad un ragazzo alto, con capelli lunghi biondi e occhi azzurri.

“Non aveva conosciuto il barista?” chiese.

“È quello che mi aveva detto o molto probabilmente ho capito male io.” disse Susan.

“O non voleva essere scoperta dai vostri genitori.” disse Sophie scherzando.

“Avviciniamoci prima che si dimentichi della nostra esistenza.” disse Susan ed Eve annuì.

Quando Melanie fece le presentazioni il ragazzo biondo fisso intensamente Eve negli occhi. La stava guardando come se fosse un esemplare di animale raro. Le venne in mente il modo in cui la guardava Irial la prima volta che si erano incontrati, ma il modo in cui la guardava il ragazzo era più uno sguardo di curiosità che di passione.

Si avvicinò a lei e disse “Che piacevole e incantevole creatura. Potrei sapere il tuo nome?”

“Eve.” rispose lei timidamente.

“Un bellissimo nome per una ragazza altrettanto bella. Incantato di fare la tua conoscenza.” le prese la mano e la sfiorò con le labbra. “Ma che sbadato non mi sono ancora presentato. Io sono Keenan e sarei onorat …”

“Vuole concedermi l’onore di questo ballo, signorina?”

La voce profonda e sensuale di Irial era inconfondibile e le fece venire i brividi di piacere.

Eve si girò verso di lui e vide che sorrideva in maniera beffarda e allo stesso tempo provocante e le porgeva la mano come invito a seguirlo.

Keenan tossì “Veramente la ragazza stava parlando con me e non amo essere interrotto.” gli lanciò occhiate furenti.

“Stai passando una piacevole serata, reuccio?”

“Prima che tu arrivassi si.” rispose in maniera acida.

Irial non fece caso alla sua risposta e disse “Posso prendere in prestito questa ragazza? In fondo sei circondato da tantissime e bellissime ragazze, non penso che ti dispiacerà se te ne porto via una.”

“Veramente si. La ragazza è mia ospite e …”

“Allora facciamo decidere a lei.” Irial si girò verso Eve e le disse “Cosa vorresti fare? Ballare con me o stare seduta ed annoiarti sentendo gli sciocchi discorsi di Keenan?”

Eve guardò Sophie che sghignazzava, poi guardò Keenan ed infine si soffermò su Irial.

I suoi profondi e meravigliosi occhi verdi, oscuri come profondità marine, avevano la stessa forza di un magnete che l’attiravano a se, rischiando di farla annegare in essi. Lei, senza che se ne accorgesse, mise la mano nella sua.

“Sarà per la prossima volta, reuccio. Se mai ci sarà.” disse rivolto a Keenan e lo lasciarono imbambolato.

Ballarono fino a quando Eve si sentì talmente accaldata da sentire la testa girarle, fino a farla quasi svenire. Disse ad Irial che aveva sete e si avviarono verso il bancone.

Eve si sbottonò i primi tre bottoni della camicia facendo intravedere il ciondolo a forma di quadrifoglio.

Stava sorseggiando un’acqua tonica e si mise ad osservare meglio Irial. Quel giorno indossava un jeans nero e stivaletti consunti dello stesso colore, una camicia rosso sangue semi aperta, dalla quale si intravedevano i possenti pettorali. I capelli neri e lucidi gli ricadevano in una pioggia ondulata fino al colletto della camicia, le venne la voglia, ancora una volta, di toccarli per vedere se erano morbidi come sembravano ma si trattenne.

Lui si portò alle labbra un bicchiere con un liquido dorato. Stava osservando ipnotizzata le morbide e carnose labbra con la voglia di andargli vicino e baciarlo e invece disse:

“Che cos’è la bibita che stai bevendo? Non ho visto nulla di simile.”

“È un vino speciale, ma tu non lo puoi bere.”

“Perché no?” disse lei mettendo un finto broncio.

“Perché sei ancora piccola per queste cose, forse fra qualche anno.” rispose lui ridendo mentre osservava il suo petto.

Lei stava per replicare quando lui si avvicinò allungando la mano prendendo il ciondolo. Il contatto delle sue dita, anche se era stato per un breve momento, le fece divampare un calore in fondo al centro del corpo, fino a risalirle alle guance.

Irial fissava affascinato il ciondolo che era fra le sue dita.

“È un regalo di mia nonna, mi ha detto che se lo indosso sempre mi porterà fortuna.”

“La tua famiglia è di origini irlandesi?”

“Si, perché?”

“Curiosità. È un oggetto molto antico.”

“Appartiene alla mia famiglia da numerose generazioni.”

“Allora abbine cura. Fa molto caldo qui, che ne diresti di uscire fuori a prendere una boccata d’aria?”

“È una splendida idea.”

Il locale era affollato e non avevano l’intimità che lei desiderava. Non vedeva l’ora di stare sola con lui tra le sue braccia.

Passarono davanti al tavolo di Keenan che li osservava con uno sguardo contrariato.

Fuori c’era un cielo blu scuro senza luna. Le stelle brillavano come miriade di lucciole sospese per l’aria. Eve rimase affascinata da quello spettacolo. Si girò per vedere il suo compagno. Lui l’afferrò in un abbraccio. Lei sentiva il calore del suo corpo sul suo. Sentiva i suoi muscoli contratti nell’abbraccio senza farle male. Sentì un brivido attraversarle tutto il corpo. I capelli le sfioravano il viso ed erano morbidi, proprio come se li immaginava. Lo fissò negli occhi e le sorrise, poi chiuse gli occhi aspettando il bacio.


Ringrazio chi mi ha recensito e chi ha letto. Fatemi sapere che ve ne pare questo capitolo. =)
Grazie, Kelley.

 

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Wicked Lovely / Vai alla pagina dell'autore: Kelley