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Autore: Eire    25/01/2012    3 recensioni
Per Aspera sic itur ad Astra. [ Cit. Seneca]
E' considerato un ragazzo straordinario, il migliore in qualsiasi cosa lui faccia: a scuola ha voti altissimi, un asso del calcio, senza disdegnare il Basket o l'Atletica. Fastidiosamente perfetto, sempre sorridente e di buon’umore. Stranamente, invece di essere nello spietato mirino dell'odio di tutti, non c'è anima viva che parli male di lui.(2민) 2Min
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Minho, Quasi tutti, Taemin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2MIN PARTE IV EFP
RINGs ... Ding Dong
Parte IV





Non so nemmeno io perché ho preso la metropolitana, ma so che non avrei dovuto. E ho anche aspettato mezz'ora, prima che arrivasse.
La testa mi fa troppo male, sento le vene delle tempie pulsare spasmodicamente, e qui c'è troppa gente affinché riesca a sedermi da qualche parte, dovunque mi giri ci sono persone.
Salgono ancora, ma quanti sono?
Nemmeno pochi secondi che mi ritrovo schiacciato contro un'asta di metallo, quelle che solitamente fungono da sostegno. Forse non è proprio una disgrazia, chiudo gli occhi e poggio la fronte sulla superficie gelata, sentendomi già un po' meglio.
Maledetta Anemia! Maledetta testa!
E la mente corre ancora lì da dove sono scappato.
- Perché... perché si comporta così? – chiedo più a me stesso che a qualcuno capace di rispondermi, anche perché dubito che qualche essere umano sarebbe capace di capire i ragionamenti contorti che quel ragazzo, sicuramente, fa.

... il fatto di avere due anelli dello stesso Design mi da davvero sui nervi!

Forse, anche lui prova la stessa cosa. Forse, perché ne sono il proprietario? D’altronde, non una volta si è sforzato di essere gentile con me.

... pensi che Minho Hyung ti odi sul serio, Tae?

All'ennesima fermata, una scossa mia fa riaprire gli occhi facendomi trovare a tu per tu con tutte le disgustosissime impronta sull'asta.
Okay, questa è la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Un conato di vomito mi sale fino alla gola, sento la forza venirmi meno e le gambe pian piano cedere. Non adesso!
Non so se le mie preghiere sono state accolte, o forse sono già svenuto e quindi è tutto frutto della mia immaginazione, ma improvvisamente non mi sento più tanto pesante, qualcuno mi ha sorretto evitando che mi schiantassi contro il vetro del finestrino.
Riesco a sentire il suo calore mentre mi stringe a se, interrompendo ogni mia eventuale caduta. Il suo profumo sa di qualcosa di buono. Il contatto con le sue mani è fresco, una manna dal cielo per me che stavo per sciogliermi vivo, a Dicembre.
- Taemin Goon, ti senti male? - mi chiede gentilmente il mio soccorritore, alzo leggermente la testa per guardarlo in volto, curioso di sapere come faccia a conoscere il mio nome.
Quando incontro il suo sguardo sbarro gli occhi, sorpreso.
Che cosa ci fa lui qui?
Mi tiene saldamente contro il suo corpo, stringendomi leggermente un fianco in modo che non mi accasci ancora, non mi piace stargli così vicino, lo strattono leggermente sperando di liberarmi senza, però, riuscirci.
Altra fermata. Vedendo alcuni passeggeri scendere spero in un po' più di spazio dove muovermi, ma un'altra ondata di persone ci travolge costringendomi, questa volta, a stringermi volontariamente a lui, senza respiro. Manca poco e sarò a casa.
- Scendiamo alla prossima, starai meglio se prenderai un po' d'aria! - dice apprensivo.
- No, sto bene. - mento sapendo già che non funzionerà, e infatti un leggero sorriso strafottente si delinea nel suo viso, facendomi venire una gran voglia, la solita, di prenderlo a schiaffi, mi ero illuso che si stesse preoccupando per me.
- Taemin Ah - inizia allentando leggermente la sua presa e, quando gli finisco addosso, riprende - sei pallido, non ti reggi in piedi e io così ... - ma si interrompe ancora, notando quelle gocce che anche io sento solcarmi incessantemente il viso. Quando ho iniziato a piangere? Perchè mi sento così?
- T-Ti prego, lasciami ... - singhiozzo nascondendo il viso tra le mani - Perchè adesso sei così gentile con me? -

Io non ho bisogno di nessuno.

« La prossima fermata effettuata da questa vettura è Sindorim. »
- Come faccio a lasciarti andare, se non ti senti bene? - risponde ignorando la mia ultima domanda e trascinandomi, a fatica, fuori dalla metro, un attimo prima della chiusura delle porte. Non mi ero nemmeno accorto che fossimo giunti ad una fermata.
Ci dirigiamo verso le panchine, con lui che mi stringe ancora la mano. Figuriamoci, con la fortuna che possiamo avere messi insieme le troviamo tutte occupate da una massa di studentesse che probabilmente attendono anche loro di tornare a casa; alcune sorridono languide verso lo Hyung, lui sembra non accorgersene. Ovvio, ci è abituato.
- Adesso lasciami. - mi lamento, improvvisamente infastidito da non so nemmeno io cosa, provo solo una spiacevole sensazione al centro del petto.
Mi ignora.
- Mi dispiace! La panchina è occupata, dovrai resistere un po' ... - Si sta scusando per le panchine occupate!? - ... però, puoi appoggiarti a me, finché non starai meglio! - mormora piano stringendomi a se, quasi fossi un bambino in procinto di addormentarsi.
E vorrei dirgli che no, non penso di migliorare e che farebbe meglio a lasciarmi lì se non vuole inutili problemi, ma non ci riesco.
Sto ancora piangendo ma le lacrime, quelle, non le sento più. Sento, invece, il corpo da cui sono saldamente sorretto, il profumo che emana la sua pelle, i muscoli leggermente tesi nello sforzo di tenermi su, la scapola pronunciata su cui poggio la fronte ...

Perchè mi sento al sicuro?

- Tranquillo Minie, ci sono io ... - mi sussurra dolcemente all'orecchio. Chiudo gli occhi.

Grazie.


A svegliarmi è l'orribile scena di un brutto incubo che avevo avuto fino a quel momento. Cerco di sistemarmi nel mio giaciglio, trovandolo piuttosto scomodo. Cerco di ricordarmi come ho fatto ad arrivare lì, sopra un letto, ma nulla. Ricordo di essermi sentito male e che qualcuno è corso in mio soccorso, ma non ricordo niente di tutto ciò che è accaduto dopo, da quando ho chiuso gli occhi.
Mi guardo intorno ancora assonnato, sono disteso su un lettino non molto alto, ecco perché era scomodo, osservo per alcuni secondi il soffitto immacolato, occupato per la gran parte dalle luci al neon già accese. Sono al centro di una stanza, le pareti bianche sono adornate da due foto di paesaggi, è quasi vuota se non per due mobili messi in croce, dalla finestra alcuni raggi, che timidamente illuminano una serie di vasi di piccole piantine poggiate sopra una piccola credenza. L'ambiente è semplice e accogliente ma mi trasmette una brutta sensazione d'angoscia, di solitudine, non sento provenire rumori oltre la porta, un silenzio così religioso da farmi concludere di trovarmi in un ospedale.
Ovvio.
L'altro lato della stanza è occupato da una grande finestra che probabilmente si affaccia al cortile interno della struttura, ma non mi soffermo abbastanza da intravedere e godere del panorama, giro lo sguardo verso il comodino accanto al letto per controllare se ci sono i miei vestiti visto che addosso ho solo un leggero camice, noto distrattamente una poltrona posizionata all'angolo della stanza su cui giace un ragazzo.
Rigiro così velocemente la testa da provare una fitta al collo, un ragazzo forse è un appellativo troppo generico.
E' raggomitolato in modo innaturale su se stesso, con il capo poggiato alla spalla; una mano gli copre il viso quasi a difendersi dalla mia figura.
Sento una strana fitta al petto quando riesco a mettere perfettamente a fuoco la sua figura.
Perchè sei ancora qui con me, eh Hyung?
- Minho? Stupido Minho? RanaRanocchia? Girino? - mi viene da ridere, se dovesse sentirmi da sveglio me la farebbe pagare per questi appellativi così affettuosi.
- Ah, avevo sentito bene allora! Ben svegliato signor Lee Taemin! - l'uomo che ha appena fatto irruzione nella stanza, parlandomi, mi sorride cordialmente.
Sono stato colto sul fatto, mi ha beccato mentre insultavo lo Hyung.
- B-Buon pomeriggio ... - lancio un'occhiata alla finestra accanto alla poltrona per dissimulare l'imbarazzo che mi ha investito, tingendomi le guance di porpora.
- Io sono Kim Kyung-Soon, il Primario di questo ospedale. - entra nella stanza richiudendosi alle spalle la porta scorrevole.
- Primario?! Ho qualcosa di grave? - chiedo allarmato. Da quando un Primario dovrebbe preoccuparsi di visitare un ragazzino che molto probabilmente è svenuto a causa della stanchezza?!
Sorride di un sorriso che mi è vagamente famigliare.
- Non ti preoccupare, ragazzo! A portarti qui è stato mio nipote, era la prima volta che lo vedevo così preso dal panico che non ho potuto non venire a ridere di lui. - finisce con una risata che mi fa rabbrividire. Questa risata ...
- Papà, il piccolo Taemin Ah si è svegliato? - riconoscerei quella voce, oltre la porta, anche tra un miliardo di cori da stadio, e infatti la testa variopinta di Kibum Hyung fa capolino dal corridoio.
Sempre più colorato, penso, mentre ammiro gli abiti che gli fasciano perfettamente il corpo asciutto.
Sorride alla mia vista e si getta su di me con una tale irruenza da moltiplicare per dieci il suo peso, perchè altrimenti non saprei spiegarmi come faccia questa piuma a pesare così tanto.
Fungo mi sono preoccupato così tanto! Per fortuna c'era Minho Ssi! - mi sussurra dolcemente, stringendomi al suo petto. L'improvvisa dimostrazione d'affetto mi lascia senza parole, mettendomi ancora più a disagio. Non sono abituato da tempo ad abbracci così materni e mi sento fuori posto.
- Kibum, lasciamo il ragazzo riposare ... è molto debilitato! -
Sorrido alla scena dello Hyung che facendomi un piccolo sorriso prende a braccetto il dottore ed escono insieme dalla stanza.
Sospiro. Di nuovo solo. Quasi.


Taemin! Lee Taemin!
Apro gli occhi, decisamente confuso.
Pensavo di star sognando, invece qualcuno mi stava realmente chiamando.
Quando mi sono addormentato?
Minho Hyung mi fissa apprensivo, al che mi nascondo sotto le coperte, in imbarazzo nel farmi trovare semi cosciente.
- Esci fuori! - ride divertito - Se non vuoi va bene lo stesso, ma io devo andare ... si è fatto tardi. -
- Come? Che ore sono? - chiedo allarmato, cercando il mio cellulare.
- Sono le dieci di sera, tra poco passerà un'infermiera con la cena ... - spiega, stranamente imbarazzato. - E-Ecco, ho pensato che sarebbe stato meglio non svegliarti alle otto pe-perché stavi dormendo così bene. - lo vedo indossare di tutta fretta il piumino ed imboccare la porta affacciata sul corridoio.
- A-Aspetta! - lo supplico, stranamente spaventato. Lo vedo ritornare sui propri passi e fermarsi in piedi di fronte al mio lettino. Perchè sta così lontano?
- E' vero, ti devo delle spiegazioni. - inizia, sistemandosi una ciocca inesistente di capelli -  ... sei stato ricoverato, domani hai degli esami per accertarsi che una cosa come quella di oggi, - rabbrividisce - non succeda più. -
E' il discorso più lungo che io gli abbia mai visto fare.
- Io sono minorenne, senza il permesso dei miei ... -
- Ho rintracciato io i tuoi genitori – mi interrompe, assumendo uno strano colorito tra il fuxia e il bordeaux - ... cioè, ho chiamato Kibum Hyung che ha il numero del tuo amico e lui chiamandolo a sua volta ha avuto il numero dei tuoi genitori. - finisce tutto d'un fiato, con aria colpevole.
Un mio amico? Come faceva lo Hyung ad avere il numero di un mio amico?
 - Quale amico? -
- Kim JongHyun - replica asciutto - quello che non mi sopporta. - conclude, sorridendo leggermente.
Come fa a saperlo?
- Non è vero che JongHyun Ah non ti sopporta ... è solo che ... -
- Mi Hi Lim - mi anticipa, quasi a leggermi nella mente, per l'ennesima volta.
 - Ma come?! - esclamo piuttosto stupito.
- Si è dichiarata a me - replica con nonchalance.
Mi zittisco.
Non ho null'altro da dirgli, solo tanto da chiedere. Ma mi spaventano talmente tanto, queste domande, che non riesco a trovare né il coraggio di avanzarle tantomeno di pretenderne una risposta.
- Io vado. - non alzo lo sguardo per vederlo andar via, non ci riesco.




&




Non sono riuscito a dormire, ma ormai è diventata un'abitudine.
Prima di sottopormi ad alcuni esami ho parlato con i miei genitori, non sembravano nemmeno preoccupati, potevano almeno fingere.
- Taemin! Ah non ti preoccupare, abbiamo provveduto a firmare tutti i documenti, purtroppo io e il papà non ritorniamo entro qualche giorno quindi bada a te stesso e non farci preoccupare. - poche parole e anche mia madre mi ha scaricato.

... non farci preoccupare.

Solo questo? Non devo farli preoccupare.
Non mi ha nemmeno chiesto come sto.
Pensavo di essermi abituato, ma ogni volta che vengo ignorato dai miei sento una fitta dentro, non so quale organo sia, di certo non è il cuore. Da lì sono usciti molto tempo fa.


Quando il pomeriggio torno nella mia stanza, accompagnato dal padre di Kibum Hyung, trovo un mazzo di tulipani freschi poggiati sul letto. Fiori. Adoro i fiori.
- Qualcuno è venuto a trovarti - sorride il dottore - scommetto di sapere chi è, vero Kibum Ah?! -
Lo vedo spuntare da dietro la porta mentre sorride solare, come sempre.
- Taemin Ssi come stai? Ti hanno fatto tanti buchi? - chiede leggermente spaventato.
Mi apro in un sorriso, sembra quasi un bambino da rassicurare, mi stupisce perché fino ad ora mi aveva sempre dato l'idea di essere lui la mamma.
- No, Umma. - noto chiaramente la pelle diafana tingersi di rosso, e sia io che il dottore scoppiamo a ridere.
Lo vedo spintonare il proprio padre e abbracciarlo quando quello gli tira birichinamente una piccola ciocca di capelli color grano, vorrei voltarmi dato che proprio non riesco a reggere così tanta intimità famigliare, vorrei nascondermi per non far vedere gli occhi gonfi di dolore, vorrei correre via per poter sputare fuori queste maledette lacrime che non ne vogliono saperne di alleggerirmi il cuore.
Il dottore esce salutandomi e acconsentendo a una qualche richiesta fatta dal figlio.
- Taemin Ssi, papà ha acconsentito. Puoi uscire a farti una passeggiata con me! - dice stringendomi le mani con le sue e muovendole come ali di farfalla, proprio come si farebbe con un bambino.
- Ma non fa freddo!? -
- Non ti preoccupare, l'ospedale ha un giardino interno. – spiega, aiutandomi ad entrare dentro il mio giacchetto, notandone poi la consistenza si sfila l'enorme sciarpa di lana rossa. Me l’avvolge attorno al collo come fossi un pacco regalo. Seguono i guanti del medesimo colore e un ridicolo cappellino con un enorme Pon-Pon sopra.
- Ecco fatto, Taemin Ah, posso chiamarti così? -
Non smette mai di sorprendermi.
- Mi hai dato così tanti soprannomi, adesso chiedi il permesso? -
Mi trascina con se fuori dalla stanza, rimanendo in silenzio fino alla fine del primo corridoio poi mi parla sorridendo.
 - Perchè sarà quello ufficiale.





Note: Grazie davvero a tutte per continuare a leggere :')
Da quanto avrete capito la storia sta per ricevere la svolta definitiva, come avevo già spiegato all'inizio questa è una OneShot che si è prolungata troppo oltre a causa dei troppi eventi che vi ho inserito D: contando che non sono nemmeno abbastanza soddisfatta del risultato finale.
Vi ho lasciate sul punto cruciale, lo so, ma in questo capitolo vi ho già svelato qualcosa e ricollegando tutti gli indizi che ho lasciato nei precedenti "capitoli" sono sicura che riuscirete a capire cosa c'è sotto (:
Un abbraccio a tutte e alla prossima  
  
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