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Autore: Ami For a Dream    26/01/2012    3 recensioni
Ogni volta che mi riprometto di troncare la nostra storia ormai alla deriva, succede qualcosa che mi ferma, come quando inizia a piangere facendo svanire tutte le mie convinzioni.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aoi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve, salvino! *si sente Ned Flanders*

In questo capitolo mi sono cimentata nel furto, ma uno di quelli clamorosi e ben visibili U_U

Guardate cosa non si fa per l’ispirazione XD Ma lascio a voi la scelta, se condannarmi o meno >_<

Amo fino al midollo questa melodia, lo so che lo dico praticamente di tutte, ma questa è il centro nevralgico dell’intera fan fiction <3

Moonlight  di Yiruma (ancora per poco u.u)  Link: http://www.youtube.com/watch?v=99GyFmnH59s

 

Second Life

Capitolo X – Moonlight

 

Aoi

Sono agitato, ora come non mai avrei bisogno di avere i miei amici al mio fianco; questa mattina siamo arrivati presto in ospedale, qui c’è il miglior reparto oncologico di tutto il Giappone.

Non è stato semplice prendere un appuntamento, ma ho impiegato tutte le mie forze per ottenerlo, non potevo fallire.

 I ragazzi continuano a chiamarmi e a mandarmi messaggi, se fosse stato per loro sarebbero venuti ma era inutile, avrebbero comunque dovuto attendere fuori.

Guardo di nuovo l’orologio che ho al polso, sono le sei di sera e ancora non si vede nessuno; è tutto il giorno che attendo nel corridoio, faccio avanti e indietro, ho bevuto un quintale di caffè e ho una voglia matta di una sigaretta, facciamo due, anzi no, meglio tutto il pacchetto.

Sono riuscito a vedere Moe sì e no per una mezz’ora, poi tornava qualcuno a portarla a fare qualche altra visita, è stressante per me figuriamoci per lei; l’unica cosa che ancora non mi fa disperare è la speranza che ci diano una buona notizia, una speranza a cui aggrapparci.

Finalmente dal fondo del corridoio vedo arrivare un’infermiera che spinge la carrozzina dov’è seduta la mia amata; mi alzo andandole incontro.

« amore mio » sussurro inchinandomi di fronte a lei, sul volto i segni della stanchezza sono visibili « mi dispiace » aggiungo.

Lei sorride e mi carezza il volto « sciocco, ho voluto farlo anche io » mi rassicura come sempre.

Le prendo la mano e ne bacio il dorso, poi la riporto sul mio volto per sentire ancora quel contatto che tanto amo.

L’infermiera ha un dolce sorriso in volto, ma gli occhi sembrano molto tristi.

« mi scusi » le dico mentre mi riporto in piedi, in modo da lasciare libero il passaggio.

« ma di nulla, si figuri. Se vuole venire con me, il Dottore vi riceverà tra poco » mi dice con tono gentile.

« certo » rispondo con lo stesso tono e afferrando la mano di Moe, mi dirigo insieme a loro nell’ufficio del Primario.

Una volta dentro l’infermiera ci congeda senza mancare di farci i suoi migliori auguri, una volta uscita resto solo con Moe.

I suoi occhi si fermano nei miei, vorrei toglierle il peso che porta su quelle esili spalle.

« qualunque cosa ci dirà, lo accetteremo e lo affronteremo insieme » sussurro, ma sto cercando di convincere più me stesso che lei.

« si » mi risponde.

La porta si apre e fa il suo ingresso il Dottore che per tutto il giorno, ha fatto gli esami a Moe, ci saluta prima di sedersi al suo posto al di là della scrivania e incrociare le mani su di essa.

Prendo la mano di Moe nella mia, la stringo forte cercando di essere pronto per le parole che ci saranno pronunciate ora.

 

Nell’abitacolo regna il silenzio più assoluto, il volume della radio è talmente basso che sembra quasi spenta; fino a poco fa si sentiva il dj che continuava a blaterare cose senza senso, senza senso almeno per me. 

Poi Moe si è addormentata quindi ho abbassato tutto per non disturbarla, è crollata poverina, oggi è stata una giornata stressante.

 

“ mi dispiace… “

Le ultime parole pronunciate dal dottore prima di abbassare lo sguardo afflitto, mi tornano in mente come una bomba.

Anche lui è d’accordo con la conclusione degli altri medici, il tumore è troppo diffuso per eliminarlo, un intervento sarebbe inutile e dannoso; l’unica cosa che possiamo fare è aspettare, quando esso si farà vivo penseremo alla cura per il dolore.

Delle lacrime calde scendono dai miei occhi, non mi curo né di asciugarle né di fermarle; il dolore che provo è senza pari, sono disperato.

Mi sento così inutile.

Stringo la presa sul volante fino a sbiancarmi le nocche, sapevo che sarebbe arrivata e che sarei stato incapace di controllarla, la rabbia per l’impotenza in cui mi trovo, la rabbia per la perdita che dovrò affrontare.

 

– Moe

Mi dispiace, sono veramente dispiaciuta, avrei preferito risparmiargli questa tortura inutile; ma so che se non avesse sentito con le proprie orecchie, ciò che io già sapevo, lui non avrebbe smesso di sperare.

È brutto da dirsi, ma prima smetterà di credere che sopravvivrò, prima inizierà a rassegnarsi; non è facile per me, ho paura di morire però, devo farlo, devo essere forte per non impazzire.

Siamo arrivati da poco a casa, stiamo aspettando che arrivino gli altri per cenare tutti insieme; nel frattempo, anche se Yutaka si è raccomandato di non preparare nulla perché ci avrebbe pensato lui, sono in cucina a fare tutto e niente.

La verità è che non riesco a guardare Yuu negli occhi, anche se sorride e fa di tutto per apparire normale, so che soffre, glielo posso leggere attraverso le iridi scure.

Mi sento in colpa come non mai, forse ho sbagliato a buttarmi in questa storia, forse avrei dovuto seguire i miei propositi di sempre e allontanarlo da me quando ero ancora in tempo.

Ormai è tardi, non posso rimediare a ciò che abbiamo fatto.

Le note del piano mi giungono alle orecchie, la melodia è dolcissima e non l’ho mi sentita prima d’ora; piano senza disturbarlo mi affaccio dalla cucina, vedo la sua figura elegante muoversi a tempo con la musica.

Le sue dita scorrono sicure sui tasti, mi sposto da dove mi trovo per raggiungerlo e una volta al suo fianco gli poso una mano sulla spalla, non si ferma ma continua a suonare fino a che la melodia non termina la sua storia.

« l’hai scritta tu? » gli chiedo.

« mhm » annuisce « ti piace? » mi chiede guardandomi negli occhi.

« è bellissima, molto dolce e un poco triste » queste sono le sensazioni che ho provato, dolcezza mista a tristezza.

« è per te, l’ho scritta pensando a te »

Non so cosa dire, gli occhi mi si inumidiscono di gioia, dolore, tristezza e felicità; se dovessi descrivere lo stato d’animo in cui mi trovo ora, avrei difficoltà.   

Lo vedo alzarsi e prendermi tra le sue braccia, mi dondola respirando sul mio collo; vorrei che questo attimo non avesse fine, vorrei poter dare di più a questo uomo che merita tanto, vorrei renderlo più felice di così, vorrei poter sopravvivere e godermi la vecchiaia insieme a lui, in modo da vedere i suoi capelli divenire grigi e le rughe farsi presenti sul suo volto.

Vorrei così tante cose dalla vita, ma lei, cinica e incapace di mutare il mio destino, ha già deciso per me senza interpellarmi.

« si chiama moonlight » sussurra piano, entrambi restiamo uniti in questo abbraccio.

« moonlight.. » ripeto, cercando di concepire a fondo il titolo che ha scelto per la melodia.

« sì, perché tu sei proprio come la luce della luna, delicata, romantica, forte ed illumini la strada ai viandanti nel buio della notte in modo che non si perdano, tu sconfiggi il buio amore mio » la sua voce si incrina, non riesco a vedere il suo volto, ma riesco a percepire le lacrime che lo solcano.

Stringo la presa sulle sue spalle, talmente tanto da inglobarlo dentro di me, far sì che i nostri corpi divengano uno solo.

« non ti lascerò mai amore, sarò sempre con te… sempre… » riesco a dire tra i singhiozzi.

È difficile, tutto ciò che verrà sarà difficile da affrontare ma so che insieme ci riusciremo; so che quando io non ci sarò più, lui non sarà solo, i suoi amici non lo lasceranno e il suo pubblico lo aiuterà ad andare avanti, sostenendolo e incoraggiandolo.

Il suono del citofono ci trova ancora abbracciati, piano mi scanso da lui per andare a rispondere; nel frattempo vedo Yuu scomparire in bagno, deve ricomporsi.

« chi è? » chiedo alzando la cornetta e poggiandola sull’orecchio.

Dall’altra parte mi giunge un caos senza pari, se non sbaglio erano le voci di Kouyou e Takanori; apro senza attendere oltre, accosto anche la porta di casa attendendo paziente il loro arrivo.

Quando sento le loro voci farsi vicine apro del tutto la porta e mi sporgo verso di loro, in volto hanno dei sorrisi raggianti ed io li accolgo con lo stesso affetto ed entusiasmo.

« ciao! » dico a tutti loro.

Un coro di saluto mi accoglie caloroso e chiassoso, come riescono a rallegrarmi loro in pochi ci riescono.

Una volta che tutti entrano in casa e si mettono a loro agio in salone, io li lascio per andare in cucina, subito Yutaka mi si affianca pronto a darmi una mano.

« grazie » dico in sua direzione, subito le sue fossette affiorano.

« amo cucinare ed è un piacere aiutarti » risponde mentre afferra già gli utensili di cui necessitiamo.

Mentre preparo le spezie, lui è occupato con la portata principale, entrambi lavoriamo in silenzio accompagnati solo dalle risa che provengono dal salone.

Un leggero bussare mi fa voltare verso la porta della cucina, poggiato allo stipite con il pugno ancora alzato trovo Kouyou.

« scusate il disturbo ma Yuu è uscito? » mi chiede, domanda giusta e sensata la sua.

Gli sorrido « è in bagno, tra poco vi raggiunge » non credo di essere stata tanto rassicurante quanto avrei voluto, perché i suoi occhi divengono tristi, anche se le sue labbra continuano a sorridere.

« il solito vanesio » dice cercando di scherzare. 

La risata di Yutaka rallegra davvero l’atmosfera e dopo un mezzo inchino, la figura di Kouyou sparisce dai nostri occhi.

Sospiro osservando la lama del coltello, non che sia interessante ma non so dove altro guardare.

La grande mano di Yutaka si poggia sulla mia stringendola, è calda e confortevole.

« mi dispiace… » sussurro, una lacrima cade raggiungendo la sua mano, subito con quella libera l’asciugo.

« ci siamo noi e ci saremo anche in futuro, non lo lasceremo solo, di questo devi esserne sicura » ha capito, le sue parole riescono a rinfrancarmi, ha donarmi uno spiraglio di luce.

« grazie » gli dico guardandolo negli occhi, lui sorride e mi asciuga le lacrime.

« dobbiamo arrenderci a ciò che non possiamo cambiare, ma lui non lo lasceremo, non farà nulla di stupido perché non glielo permetteremo, ok? » adesso ho capito perché lo hanno scelto come riida, quando parla riuscirebbe anche a farti credere che le mele siano viola; ma so che ciò che sta dicendo ora è verità. 

Annuisco tornando al mio lavoro, lo stesso fa lui, mentre dal salone non provengono più le risa di poco fa, qualcosa mi dice che Yuu è uscito dal bagno.

 

Aoi

Sento le voci dei miei amici provenire dal salone, sono tutti allegri e pieni di vita come al solito; in questo periodo poi sembra che facciano di tutto pur di vedermi ridere, li ringrazio dal più profondo del mio cuore.

Comprendono ciò che mi sta accadendo, anche se mi sto per sposare con la donna che amo di più al mondo, c’è sempre quell’ombra scura e maledetta all’orizzonte, la quale non si può ignorare.

È come un temporale che riusciamo a scorgere da lontano, le nubi scure, il rumore dei tuoni lontani e ovattati; anche se cerchiamo di capire quanto tempo ci voglia prima che arrivi su di noi, non si può sapere comunque con certezza.

Sospiro spengendo la luce del bagno e aprendo la porta, mi sono sciacquato il volto e ho cercato di assumere un’espressione tranquilla, non sono certo però di riuscire ad ingannarli.

Entro nel salone e tutti si voltano verso di me, ognuno di loro mi dona la sua occhiata ma nessuno parla ed io prego, prego che qualcuno inizi a dire qualcosa, altrimenti rischio di scoppiare in lacrime, seduta stante.

« e questo sarebbe il risultato di due ore di bagno? Stiamo invecchiando è Yuu » ecco il mio piccolo vocalist, lo guardo ringraziandolo di cuore per ciò che ha fatto.

« voglio vedere te alla mia età » sto al gioco io, sorridendo di cuore.

« ce lo sapremo ridire » fa lui con aria di sufficienza.

Akira scoppia a ridere, così come noi due e Kouyou, che bello sentire le loro risate, riescono a far sembrare quel temporale solo una piccola pioggerella lontana.

Mi siedo sul divano di fianco ad Akira, lui mi passa un braccio intorno alle spalle e mi stringe a se.

« non siete soli » sussurra mentre Kou e Taka, bisticciano per finta su chi deve alzarsi per andare a prendere le birre.

Entrambi però mi donano un’occhiata che è tutto un programma, so che non sono solo, so che mi saranno accanto in silenzio durante tutto il brutto periodo che ci attende.

So che quando allungherò la mano, ne troverò altre quattro pronte a tenermi stretto, forse è solo questa certezza che mi fa andare avanti.

« vado io a prendere le birre, scansafatiche » li congedo così, mentre già mi avvio verso la cucina.

Appena entro un profumo inebriante mi attende, insieme alle due figure della mia futura moglie e del mio batterista intenti a cucinare. Tutti e due indossano dei grembiuli che non ho mai visto, sono carini conciati in questo modo.

« e questi? » chiedo ad entrambi, prima di baciare le labbra di Moe.

« li ho portati da casa, so che tu non li hai » mi delucida Yutaka.

« mhm » rispondo, afferrando quattro lattine di birra dal frigo.

Mi volto verso di loro e prima di lasciarli soli, gli auguro un buon lavoro, entrambi sorridono e si rimettono all’opera.

« questa sera cena con i fiocchi » dichiaro porgendo le birre ai miei amici.

« mi brontola già lo stomaco » si massaggia la pancia Taka.

Noi tre scoppiamo a ridere, non si direbbe mai guardandolo, quanto sia capace di mangiare a tavola.

« abbi un po’ di pazienza » lo coccola Kouyou, che non si fa sfuggire l’occasione.

« ho bisogno di una tua maglia » mi dice Aki guardandomi in faccia.

Resto un attimo basito da ciò che ha detto « mia? » chiedo per essere sicuro.

« si » risponde sicuro.

Allora non avevo capito male, lui che vuole una mia maglia? Da quando in qua, lui si veste come me?

Vedo Taka alzare gli occhi al cielo e Kouyou scuotere leggermente la testa, ora forse sto cominciando a capire qualcosa.

« avanscoperta è? » dico con il sorriso sulle labbra, è proprio una bertuccia quando ci si mette.

« sei cretino » il tono sicuro e disperato di Takanori, fa ridere tutti tranne Akira, il quale lo guarda male.

« non fumo, non sono chitarrista, che dovevo dire? » si difende lui, non essendo capace di trovare una scusa per parlarmi da solo.

« potevi » inizia Takanori, ma lo fermo prima che si scateni una guerra vera e propria.

L’ultima volta che hanno iniziato così, mi sono ritrovato con il tavolino di cristallo rotto il mille piccolissimi pezzi.

« vieni, ti faccio vedere le maglie » dico alzandomi dal divano.

Akira mi segue facendo la linguaccia a Takanori, tutta questa scenetta per farmi ridere, che baka!

Una volta arrivati nella stanza da letto mi siedo su di esso, aspettando che Akira chiuda la porta e si sieda vicino a me.

Quando lo vedo al mio fianco non aspetto che dica nulla, so che è in difficoltà e non sa cosa dire.

« non c’è nulla da fare Aki, anche questo dottore ha confermato la diagnosi… » dico piano, quasi avendo paura di sentire queste parole pronunciate dalla mia stessa voce.

« mi dispiace » sussurra.

« lo sapevate già, vero? » gli chiedo.

« lo avevamo intuito dalla tua faccia… »

« grazie di tutto, il vostro appoggio è fondamentale per noi.. » dico sincero, sia per me che per Moe è importante sapere che loro ci sono.

« non dirlo nemmeno per scherzo » mi ammonisce lui, con gli occhi troppo buoni per mettere paura davvero.

« non ne parliamo più, dillo anche agli altri Aki, non voglio più parlare della sua malattia, fino a che essa non si farà viva. Da oggi in poi voglio vivere serenamente e renderla felice, solo questo conta »

Lui ascolta in silenzio e annuisce quando ho finito « certo, mi sembra l’unica cosa sensata che hai detto in tutta la tua vita » sghignazza, a quanto pare ha cominciato da subito.

Sorrido « grazie »

In compenso mi prendo uno scappellotto sulla nuca « che ti ho detto? » mi punta un dito contro.

« di non dirlo? » chiedo con il sorriso sulle labbra.

« bravo, vedi che quando ti applichi ci riesci a capire? » scherza lui, alzandosi dal letto per raggiungere gli altri.    

 

I ragazzi sono andati via da una buona mezz’ora, la serata è stata divertente; non abbiamo smesso di ridere per un secondo, con Akira che faceva di tutto per indispettire Takanori.

Ora sotto minaccia ho mandato Moe a farsi un bagno prima di dormire, non voglio che si stanchi troppo e poi, sono abituato a fare i piatti e sistemare la cucina; ho sempre vissuto da solo da quando sono ragazzo, quindi non mi pesa.

Ripongo l’ultimo piatto al suo posto dentro la credenza, mentre appendo il canovaccio mi guardo intorno per vedere se mi sia dimenticato di qualcosa; sembra che tutto sia a posto, quindi spengo la luce e vado in salone.

La luce è ancora accesa in questa stanza, ma anche qui regna l’ordine più assoluto; sono un maniaco dell’ordine e credo che mai nessuno riuscirà a cambiare questo mio lato.

Carezzo il pianoforte passandogli di fianco e subito dopo spengo anche questa luce, facendo calare in questo modo il buio in casa.

L’unica luce che vedo, è quella che filtra da sotto la porta della stanza da letto, sicuramente Moe ha finito di fare il bagno e mi sta aspettando.

In effetti, quando apro la porta la trovo stesa sul letto, la luce dell’abagiour è fioca e romantica in questo caso, la pelle nivea e liscia della mia piccola, è come un richiamo per me.

Piano mi avvicino a lei e mi stendo al suo fianco, subito cattura le mie labbra in un bacio che sa di amore e passione, del bisogno che abbiamo l’uno dell’altra.

Piano toglie uno ad uno, i bottoncini dalle asole, aprendo in questo modo la mia camicia nera, che poco dopo finisce lontano da noi.

La stessa fine la fanno i pantaloni, gettati vicino la poltroncina che tengo in questa stanza e a fargli compagnia anche i boxer.

Quando sono completamente nudo mi infilo sotto le coperte, trovando il suo corpo, nudo anch’esso, ad attendermi fremente.

Lentamente i nostri corpi iniziano quella danza che ci fa sentire uniti, completi e amati; il sudore che imperla le nostre fronti, le bocche ansimanti che si cercano di continuo sentendo la mancanza per soli due secondi di distacco, l’orgasmo che ci trova abbracciati stretti l’uno all’altra.

Niente al mondo riesce a farmi sentire in questo modo, nemmeno la musica che è fondamentale per me o, il pubblico per il quale provo un amore infinito; questo è diverso, è qualcosa di indescrivibile.

Piano bacio le sue guance rosee e calde, il suo nasino, l’occhio destro e poi quello sinistro, il mento, la fronte e il capo. Continuerei all’infinito, ma so che è stanca come lo sono io, che l’orgasmo sta facendo il suo effetto facendola piombare in uno stato di torpore.

Esco dal suo corpo e con movimenti lenti mi adagio al suo fianco, facendole passare un braccio intorno alle spalle e portandola sul mio petto per fargli da cuscino; mi ha detto che gli è più facile addormentarsi sentendo il battito del mio cuore ed io, glielo donerò ogni giorno ed ogni notte, perché tutto ciò che sarò in grado di darle glielo darò, costi quel che costi.

Restiamo in silenzio, a farci compagnia solo i nostri respiri che pian piano si fanno più lenti, più cadenzati, fino a che il sonno non si impadronisce delle nostre menti.

« buona notte » sussurro e solo un piccolo mugugno ricevo in risposta, si è addormentata e le mie labbra si stendono in un sorriso.

 

 

Note: ho rubato “ Moonlight “ ad Yiruma, spero che non si arrabbi con me, in fondo è per una giusta causa no? U_U

È che sentendo questa melodia, ho capito che era Moe, non so, ogni nota è come se riuscisse a raccontare qualcosa di lei ^_^

Niente da fare, anche le ultime speranze sono state spezzate, non c’è nulla da fare e mi sento cattiva é_è ma questo lo sapete già vero? >_<

Ma perché ogni volta che scrivo qualcosa di quella bertuccia di Reita, mi strapazza il cuore? XD lo adoro u.u

Visto che sto decisamente delirando, vi saluto con un forte abbraccio e ci vediamo al prossimo capitolo, non perdetevelo è! °(*^*)/°

 

 

 

 

 

   
 
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