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Autore: SereILU    26/01/2012    1 recensioni
Sirius Black e Mary McDonald.
Ho immaginato la loro storia in quattro tappe, una per ogni stagione dell'anno. Dal freddo inverno, alla rinascita della primavera e dalla calda estate fino al silenzio dell'autunno.
Questa raccolta nasce per una sfida, spero ne sarà all'altezza.
Prima Shot: Winter.
Genere: Commedia, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mary MacDonald, Sirius Black
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Titolo raccolta: Four Seasons.
Personaggi: Sirius Black/Mary MacDonald
Prompt: Caffè – Sopraffatti – Maschere – Eclissi
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo, Triste
Avvertimenti: Missing Moment, What If?
Rating: Verde
NdA: Rispondo ad una sfida/richiesta di June, che mi ha anche suggerito i quattro prompt.
 
 

Questa raccolta è dedicata a June e Wynne
Perché senza la loro ‘guerra’ Dorcas VS Mary
Queste storie non sarebbero mai nate.

 
 
 

1. Winter

 
 
 
Il vento soffiava leggero sulla superficie scintillante del lago; era bello da guardare, così pieno di riflessi, anche nel freddo sole invernale. Mary si strinse nel pesante mantello di lana quando una folata più forte le scompigliò i lunghi capelli castani. Poi sospirò e si stese sull’erba ancora coperta di rugiada, i rami spogli del grande faggio che disegnavano strane ombre accanto a lei.

Chiuse gli occhi e si perse nelle forme che il sole faceva comparire sulle sue palpebre. Il silenzio era quasi completo, spezzato ogni tanto dai rumori della foresta o dalle risate di quanti, dall’altra parte del lago, passavano quella domenica a godersi quella giornata quasi primaverile.

Mary avvertì un leggero movimento a pochi passi da lei e si riscosse. Riaprì gli occhi in tempo per vedere una figura sedersi accanto a lei. Si tirò su, la vista appannata dall’improvvisa luce del mattino.

“Black, che ci fai qui?”

Sirius si voltò verso di lei, un leggero sorriso sul volto.

“Mi sentivo solo” rispose.

Mary sollevò un sopracciglio.

“E perché saresti venuto proprio qui?” era evidentemente perplessa.

“Te l’ho detto” disse Sirius. “Mi sentivo solo, e mi annoiavo.”

Mary rimase in silenzio alcuni secondi, dapprima cercando un senso logico in quelle parole, poi, persa nei riflessi che il sole disegnava sui capelli scuri del ragazzo.

“Continuo a non capire” disse quindi, riscuotendosi dai suoi pensieri.

Sirius sbuffò ma il sorriso non scomparve dal suo viso.

“È semplice, no? Mi serviva qualcosa per distrarmi, tu eri qui tutta sola, ed ecco il risultato.”

Mary si rilassò.

“E perché mai non sei con Potter e gli altri?” era una domanda più che legittima, ora che aveva risolto il dilemma.

“Perché” ripose Sirius col tono di voce che si usa per spiegare qualcosa di estremamente semplice ad un bambino un po’ sovreccitato. “James ha invitato la Evans a uscire e io non voglio essere il terzo incomodo.”

Mary gli lanciò un’occhiata e per poco non scoppiò a ridere: sembrava davvero orripilato a quell’idea, ma i suoi occhi esprimevano anche un altro sentimento. Forse affetto. Forse incrollabile lealtà.

“E Remus e Minus?” altra domanda legittima.

Prima di rispondere, Sirius chiuse gli occhi e si stese sull’erba, la pelle chiara baciata dal sole sempre più alto.

“In biblioteca e in punizione” disse semplicemente.

Logico.

“Perciò, in mancanza dei tuoi compagni e di Lily, hai deciso di…” Mary cercò le parole più adatte. “Hai deciso di sfogarti su di me?”

Sirius ridacchiò.

“Secondo me passi troppo tempo con la Evans…” mormorò.

“Scusa?”

“Beh, è così no?” continuò lui. “Ti ha contagiata, sei diventata lunatica proprio come lei!”

Mary si sentì arrossire, anche se non avrebbe saputo dire il perché. Decise comunque di cambiare discorso, onde evitare discussioni spiacevoli.

“Ad ogni modo” disse. “Cosa ti fa pensare che io voglia passare la mia mattinata insieme a te?”

Sirius si tirò su e si appoggiò sui gomiti.

“Il fatto che non sei fuggita via urlando?”

“Non sono così codarda.”

“Il fatto che non mi hai lanciato contro una maledizione?” tentò di nuovo Sirius.

“Non sono così cattiva.”

“Il fatto che sono trenta secondi buoni che ti sto accarezzando una mano e non te ne sei ancora accorta?”

Mary sbatté le palpebre.

“Tu… cosa?!” quasi urlò, accorgendosi solo in quell’istante che, effettivamente, le dita di Sirius scorrevano tranquille sulla pelle della sua mano. La chiuse a pugno e la ritirò in fretta.

Sirius si stese di nuovo nelle spalle.

“Ecco” disse.

Mary rimase in silenzio per alcuni minuti. Aveva di nuovo spostato lo sguardo sul lago e, di nuovo, era rimasta affascinata dai riflessi dorati sulla superficie scura. Il respiro di Sirius, accanto a lei, era leggero e regolare, rilassante anche, e Mary si accorse che le infondeva una certa tranquillità, come se il suo corpo, fino a quel momento, avesse cercato invano un ritmo da seguire e solo allora l’avesse trovato.

“Come mai sei rimasta qui tutta sola?”

La voce di Sirius la fece sobbalzare.

“Come, scusa?”

Sirius le si fece più vicino.

“Perché non sei andata a Hogsmade?” chiese.

Mary sbatté le palpebre, confusa.

“Perché sarei dovuta andare a Hogsmade il giorno di San Valentino, se non ho qualcuno con cui andarci?” rispose, sincera.

Sirius ci pensò per qualche secondo.

“Ha senso” commentò.

Mary alzò gli occhi al cielo ma non rispose.

“Che ne dici di andarci insieme?”

Lei si voltò verso di lui tanto velocemente che si fece male al collo.

“Prego?”

Sirius sorrise senza la minima traccia di imbarazzo.

“Andiamo a prendere un caffè, o una Burrobirra, no?” propose.

Mary arrossì alla sola idea.

“No!” disse in fretta. Poi si morse il labbro, certa di averlo offeso.

Ma Sirius non aveva battuto ciglio.

“Ti vergogni di farti vedere in giro con me, MacDonald?”

La ragazza deglutì.

“No” mormorò. “Cioè... non lo so.”

Lui ridacchiò.

“Tranquilla, possiamo anche restarcene qui a guardare il lago” disse sereno, tornando a distendersi sull’erba.

Mary si sentì arrossire fino alla punta dei capelli e sbuffò.

“Sei insopportabile, lo sai?”

Sirius rise di nuovo e si tirò su a sedere passandole, inaspettatamente, un braccio intorno alle spalle.

“Me ne rendo conto” disse in tono melodrammatico. “Ma sono fatto così, che ci posso fare? Non cercare di cambiarmi.”

Lei sbatté le palpebre, perplessa dal suo gesto e dalle sue parole.

“Black... che stai facendo?”

“Perché?”

Mary sbuffò di nuovo e cercò di allontanarsi, ma lui la tenne stretta.

“Che stai facendo?!”

“Ho voglia di un caffè.”

La ragazza si bloccò a metà di un altro movimento.

“Cosa?”

Sirius sorrise e le si avvicinò ancora, il viso a pochi centimetri dal suo orecchio destro.

“Ho voglia di un caffè” ripeté.

Mary deglutì a vuoto.

“E... e questo che c’entra?”

“Nulla” rispose Sirius. “Ma i tuoi capelli hanno lo stesso colore.”

Come a sottolineare quelle parole, Sirius alzò una mano e si attorcigliò una ciocca di capelli castani attorno al dito.

Mary era rimasta immobile tutto il tempo. Ce l’aveva fatta solo continuando a ripetersi che Sirius non poteva farle niente di male e, in caso contrario, aveva la bacchetta nella tasca del mantello e poteva farlo volare in mezzo al lago in pochi secondi.

“E quindi” continuò lui imperterrito. “Volevo accertarmi che non avessero anche lo stesso profumo.”

Mary voltò appena il viso verso di lui. Non sapeva perché ma il suo istinto di sopravvivenza sembrava aver chiuso i battenti, lasciandola in balia di quegli occhi grigi.

Sirius sorrise di nuovo e, notando che non sembrava opporre resistenza si avvicinò ancora di più, le labbra che sfioravano la pelle morbida dietro l’orecchio.

“Non sai proprio di caffè” mormorò.

“E allora... di cosa?” sussurrò Mary, maledicendosi l’istante successivo per la sua inopportuna curiosità.

Sentì Sirius ridacchiare ancora prima di rispondere.

“Sai di fiori” sentenziò.

Mary non poté non scoppiare a ridere per quella frase.

“Che c’è?” chiese Sirius allontanandosi leggermente per poterla guardare negli occhi.

Lei attese qualche secondo e poi rispose.

“Cliché” disse.

Sirius alzò un sopracciglio, perplesso.

“Cliché” ripete Mary, riuscendo finalmente a liberarsi del braccio di Sirius attorno alle sue spalle e alzandosi in piedi.

Lui la imitò, in viso la stessa espressione confusa.

Mary di nuovo scoppiò a ridere.

“Lascia stare Black, andiamo a pranzo” e con quelle parole cominciò a dirigersi verso le porte del castello.

Sirius aspettò qualche secondo e poi si strinse nelle spalle.

“Ragazze...” mormorò prima di seguirla.

Mary lo sentì ma non disse niente, limitandosi a passarsi distrattamente una mano tra i capelli.
 








Writer's Corner:
Ok, questa è solo la prima Shot, naturalmente saranno quattro XD
Ogni opinione, critica o positiva è sempre ben accetta!


SereILU 

   
 
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