Seguimi.
Tutto per te.
L’alba era
quasi giunta e quell’uomo sul
pilastro ora piangeva disperatamente,cercai di avvicinarmi sempre di
più
sorprendendomi del suo pianto,quasi volevo che fosse stato il mio
adorabile
gatto randagio peccato che lui non avrebbe mai pianto se non sotto
tortura,e
magari ora era sotto tortura per colpa mia. Alzai lo sguardo rendendomi
conto
per la prima volta di quanto un metro e cinquanta fosse così
poco in confronto
ad un enorme pilastro alto forse metro,forse due o quattro non lo
sapevo,non
ero mai stata brava in matematica. Dopo qualche minuto di estrema
riflessione
su come arrivare in cima mi ricordai di saper volare grazie alle bolle
d’aria
che creavo sotto di me,e piano piano con estrema precisione e
equilibrio che
non avevo, mi avvicinai perfettamente all’uomo osservandolo
bene rimanendo
quasi impaurita dalla sua magrezza,aveva gli occhi infossati e un
enorme
cicatrice sul petto e il basso addome,avrei voluto parlargli ma temevo
della
sua risposta.
“Da quanto tempo che
non ricevo una visita,cosa ci fai qui bella signorina?”Chiese
il vecchietto
spostandosi la lunga barba con un lieve movimento di testa.
“Sto cercando
un
ragazzo,ma tu cos’hai fatto per stare qui?”
“Ho aiutato
gli
umani. Ma sai non me ne pento,si sono evoluti grazie a me.”
“E
cos’hai fatto per
aiutarli?”
“Gli ho donato
il
fuoco.”
“Wow”mi
finsi
sorpresa e entusiasta non volendogli dire che bastava avere un
accendino per
avere il fuoco,mi guardò con sguardo curioso prima di
emettere qualche suono
ingarbugliato che sembrava una sotto specie risata.
“Ma
è successo tanto
tempo fa. Tu invece cosa ci fai qui?” Mi chiese continuando a
guardare il sole
aspettando con timo che sorgesse.
“Cerco un
ragazzo,lo
ha per caso visto?E’ alto più di me,ha i capelli
scuri,gli occhi verdi luminosi,non
sorride mai ghigna sempre ed è incostante. Lo hai forse
visto?”Chiesi
gesticolando con le lacrime agli occhi solo ora,e dico solo ora mi ero
accorta
di quanto mi mancasse dormire assieme a lui o anche solo far finta di
litigarci
per sciocchezze.
“Mi sembra sia
al
palo più avanti”concluse l’uomo con uno
strano ghigno lo guardai con segno di
riconoscenza ma non me andai.
“Vuoi che ti
taglio
le catene?”Mi offrii facendo diventare di fuoco le mie mani
per sciogliere la
sua prigionia;
“no. Pandora
mi ha
promesso che sarebbe venuta a liberarmi prima o poi.”
Finì l’uomo con un dolce
sorriso sul viso al nome della sua –probabilmente-
amata,finii anch’io col
sorridere assieme a lui e quasi dispiaciuta mi allontanai da quel
pilastro
scendendo goffamente a terra cadendo col curo per terra.
“PERFETTO”
urlai
ancora per terra,guardando meravigliata il sole sorgere e un aquila
piombarsi
sul petto dell’uomo,incominciai ad urlare spaventata prima di
rialzarmi nella
mia specie di volo e cercar di far ghiacciare l’aquila mentre
continuava a
beccarlo seppur con le zampe congelate.
“Vai via,il
tuo
ragazzo probabilmente sta ricevendo lo stesso
trattamento”sussurrò lui
guardandomi preoccupato facendomi sbiancare vedendo le viscere
dell’uomo
uscirgli fuori dalla pancia,incominciai ad urlare volando via mentre
imprecavo
impaurita.
“RIOOOO a che
palo
stai?” Mi ritrovai ad urlare mentre correvo ad una
velocità super sonica
sentendomi ad ogni passo più stanca e più
avvilita,quando finalmente lo trovai.
Gli occhi chiusi,smorfie di dolore e pugni chiusi per non urlare,mentre
l’aquila forse la stessa di quell’altro uomo gli
perforava il petto;incominciai
ad urlare parole incomprensibili contro quell’animale.
“Ora ti
UCCIDOO”continuai ad urlare fuori di me facendo aprire
finalmente gli occhi a
Rio che mi guardò sbalordito dimenticando per un attimo il
proprio dolore che
volevo addossare anche io. Senza accorgermene piangevo,volevo
abbracciarlo ma
non potevo perché c’era quella cosa che lo
mangiava.
“Non fargli
male è
immortale.”Mi spiegò lui con il suo solito tono
freddo,volevo raccontargli
tutto,volevo dirgli di non aver sposato suo fratello,volevo
raccontargli tutto
ma la sua espressione distaccata anche mentre un mostro uccello lo
mangiava mi
ricordò che Rio non era mai stato tutto dolce e zucchero.
“Alyce che
sorpresa.
Ramanzu basta.” Commentò Atena facendo smettere il
mostruccello,mentre le
ferite di Rio guarivano a vista d’occhio.
“Alyce sai che
non
puoi stare qui?”Mi chiese lei con tono meccanico sotto lo
sguardo arrabbiato del
gatto.
“Si lo so,ma
voi
avete preso lui!”Urlai in contrasto facendo sgranare gli
occhi al gatto che
mostrava il suo solito ghigno strafottente,sarebbe potuto piovergli il
mondo
addosso e lui avrebbe fatto un semplice ghigno e un alzata di spalle.
“Alyce,dopo
discuteremo. Ma vuoi che Rio sia libero?”Mi chiese la dea
ammiccando un
sorriso,vidi Rio iniziare ad agitarsi e mimarmi con le labbra no.
“Oh no,sono
venuta
fin qui per portargli un po’ di latte. Sai ne va pazzo e
avevo paura che non ne
bevesse abbastanza.”Commentai acida
e
gelida,non mi fidavo degli Dei.
“Allora
uccidi”continuò lei mettendo Rio in secondo
piano,mentre continuava a sillabare
no.
“Cosa?”Chiesi
impaurita che la mia testa mi stesse giocando brutti scherzi.
“ Se tu
muori,qui,ora,lui sarà libero per sempre. Senza vincoli ma
solamente libero.
Invece se non ora non è libero è tutta colpa
tua.”Commentò acida guardandomi
con sdegno.
“Affare
fatto.”Dissi
io sicura di me,non girandomi verso di lui sapendo che avrei cambiato
idea e mi
sarei fatta legare assieme a lui.
“Micetta”mi
chiamò
con voce sensuale attirandomi a se,mi persi nei suoi occhi verdi fluo
trovandoci dentro un vecchio rifugio dov’era scontato per me
ripararmi,
“non lo
fare,se
morirai troppi ti piangeranno”sussurrò serio ma io
lo amavo e volevo che fosse
libero.
“Rio?”
“Che
c’è?”
“Ti
amo.” Sussurrai
cancellando lo spazio tra di noi unendo le nostre labbra,un bacio a
bocche
schiuse che mi permise di assaggiarlo e di assaporarlo come un leone
mangia la
propria gazzella;presi il suo viso fra le mani sentendomi le gambe di
gelatina.
“Ok,ora
basta.”Commentò
acida Atena imprigionandomi le mani per posizionarmi dinanzi a
lei,aveva una
lunga asta d’acciaio una di quelle che se ti prende ti fa
davvero male,sapevo
che voleva infilzarmi con quella ma feci finta di non saperlo e attesi
di
liberare Rio mentre mi sentivo sempre più strana e
assonnata.
“Bene,ora
puoi moriree”urlò la dea quasi
arrabbiata lanciando l’asta contro di me,girai lo sguardo
verso Rio che urlava
e inutilmente cercava di tagliare le catene,si era trasformato
completamente e
continuava ad urlare.
“Alyce ti
prego no!”Urlò
un’altra voce troppo familiare alle mia spalle,capelli
castano scuro occhi
freddi sorriso spietato,”Josh”sussurrai prima di
chiudere definitivamente gli
occhi;mi ero sempre chiesta in che modo volevo morire e penso che
morire per la
persona che ami sia la morte più bella.
“chissà
dov'era casa mia,e quel bambino che giocava
in un cortile”
Mi svegliai con uno
strimpellare di chitarra e parole sconnesse di chissà quale
canzone,appena
aprii gli occhi venni accecata da una luce bianca come le pareti della
stanza;mi alzai da terra guardandomi in giro,sconvolgendomi per
l’enorme
scritta in blu “attesa”
,ma cosa
dovevo aspettare?
“C’è
l’hai fatta a
svegliarti”commentò un ragazzo dietro di
me,capelli rosso fuoco,occhi scuri
crudeli,e sorriso tra la metà dello spietato e il dolce;Josh?
“Josh
perché hai i
capelli rossi e una chitarra in mano?”Chiesi mentre
continuava a suonare
tranquillamente,fece solamente un’alzata di spalle.
“Forse
perché prima
di vampirizzarmi avevo i capelli rossi,e la chitarra l’ho
trovata accanto a me.”
Mi disse come se mi stesse confidando il segreto
dell’universo.
“Ti fai la
tinta?”Chiesi
sbalordita,
“si,non esistono vampiri con i capelli rossi no?!”Urlò facendo il finto indignato mentre continuava a canticchiare:
“Poi una notte di
settembre me
ne andai il fuoco di un camino non è caldo come il sole del
mattino.”
Non ricordavo le
parole di quella canzone eppure scatenava in me strani
ricordi,finché non presi
a parlare del ricordo stesso.
“Eravamo su
una nave
vero?” Chiesi timorosa prendendo coraggio quando lo vidi
annuire;
“tu avevi
persino le
lentiggini rosse,eri timido e gi occhi erano persino più
chiari. Tutti
cantavano vagabondo che sono solo io,un qualcosa del genere e nel
frattempo la
nave si allagava;ma io volevo giocare le paperelle e più
l’acqua saliva più mi
divertivo. Finché mi ritrovai sola e impaurita mentre
piangevo perché non
trovavo più nessuno,e avevo paura. Era tutta acqua non
riuscivo più a
respirare,le lacrime si confondevano con l’acqua e pensavo di
morire poi però
un bimbo con gli occhi dolci e un sorriso rassicurante mi prese la mano
e mi
portò da una signora con i capelli biondi.”
Confessai mugolando a bassa
voce,strana la morte era così simile al passato. Mi venne
vicino e con un dolce
sorriso rassicurante mi abbracciò indicandomi una donna che
veniva verso di me
con un adorabile collana che voleva darmi;aveva i capelli scuri del mio
stesso
colore portati ondulati ad accarezzarle i fianchi,e infine mostrava due
enormi
bellissimi occhi castani forse la sua pecca era l’altezza
essendo si e no uno e
cinquantacinque.
Angolome:MI SCUSO per non aver
aggiornato prima!Ma
non ne ho avuto davvero tempo e prometto che da ora in poi
aggiornerò
costantemente ogni sabato T_T
Scusatemi
>_<
Ho poco tempo,ma vorrei ringraziarvi a voi che leggete sempre e
recensite,se
non ci foste voi penso che non avrei più aggiornato!
A sabato allora!E
fatemi sapere cosa ne pensate ;D