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Autore: franceachira    26/01/2012    6 recensioni
Il sole,il mare e quella vacanza fatta per distrarsi da tutte le preoccupazioni, porterà Fannie a pensare proprio a lui.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Senza una madre, e con un padre quasi assente nella sua vita, Fannie ha sempre dovuto cavarsela da sola. Per fortuna qualcuno è arrivato a salvarla, qualcuno  le ha ricordato che la vita non è poi così male e che ci sarà sempre un motivo per cui mostrare un sorriso invece che delle lacrime. Lui ha il viso di un angelo, un cuore immenso e per lei darebbe la vita.
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Esco di casa prendendo lo zaino.                                                                                                                                                       
Cammino lungo il marciapiede lentamente, faccio un lungo respiro.                                                                                   
L’aria comincia ad essere piacevole, sugli alberi fanno capolino le prime delicate foglioline e il sole risplende.                                                                                                                                                          

Porto le mani tra i capelli, cerco tra i vari ciuffi scompigliati la molletta e me la tolgo, lasciandoli cadere morbidi sulle spalle.                                                                                                                                  
Guardo la mia immagine riflessa nel vetro di una macchina, faccio un paio di facce strane e poi sorrido. Dovrei imparare a mostrare più smesso quell’espressione del mio volto, ma semplicemente non ne sono capace, non mi viene spontaneo.
Arrivo davanti al cancello della scuola. Passo indisturbata fra la gente.                                                                                               
Sono una campionessa nel passare inosservato.  Per una come me non è difficile, cammini a testa bassa, non ascolti le ragazze  più carine di te che parlano alle tue spalle e in classe non ti metti in mostra, semplice ed efficace.                                                                                                                                                                                    
Mi avvicino al mio armadietto, inserisco la combinazione e prendo i libri. Sento un paio di mani tapparmi gli occhi. Il suo profumo mi invade , lui è l’unico che riesce a farmi sorridere anche solo con
queste piccole azioni. “Ciao Niall” dico sussurrando.                                                                                                                                                                                                       
Lui toglie le mani e mi viene davanti “Che palle indovini sempre” dice sbuffando io gli do un bacio su una guancia. Mi fermo un attimo a guardarlo, i suoi occhioni color del cielo brillano di una luce che solo loro riescono ad avere. “Ti sei fatto i capelli?” gli dico felice, notando la nuova pettinatura.                                                                                                                  
Lui annuisce e sorride, lui odia il suo sorriso, io trovo che sia la cosa più bella al mondo. “Dai andiamo in classe” lo prendo a braccetto e attraversando il corridoio entriamo nell’aula di biologia. Ci mettiamo seduti al nostro solito banco. Il professore entra, chiude la porta alle sue spalle e inizia a fare l’appello. “Niall Horan” lui alza la mano annoiato “Fannie Moore” faccio lo stesso svogliatamente.  La lezione passa lentamente tiro fuori il telefono per controllare l’ora.                                                                                                
Leggo quei numeri che si confondono tra i colori del mio solito sfondo: una foto di me  e Niall da piccoli insieme a mia madre. Chiudo un attimo gli occhi, quelle immagini attraversano i miei pensieri ed io le lascio scorrere nella mente.

“Niall, facciamo finta che siamo sposati e questa è la nostra casa?” lui mi guarda con il suo sguardo dolce e annuisce. Vedo mia mamma uscire di casa. Non capisco cosa le sta succedendo, ma le vedo invecchiata in questo periodo, è spesso fuori casa e non fa altro che andare ed uscire dall’ospedale. Io e Niall ci rifugiamo nel ripostiglio del suo giardino, è il nostro posto segreto, qui siamo al sicuro. Mamma mi sorride e dopo pochi istanti esce anche mio padre. “Bambini venite qua, che vi faccio una foto!” dice lui entusiasta indicandoci mamma. Io e Niall ci avviciniamo a lei, che ci prende in braccio, sorridiamo fino a che l’immagine non viene impressa nel rotolino della macchinetta. Papà e mamma, ci salutano e spariscono in macchina.

Quella è stata l’ultima volta in cui mia mamma entrò in quell’ Ospedale.                                                                                   
Era malata, molto malata.                                                                                                                                                                      
I medici dissero che doveva restare lì perché riuscisse a vivere, ma mentivano: sarebbe morta comunque. Mi ricordo così nitidamente il giorno in cui entrai in quella stanza, tutti piangevano, io non capivo cosa succedeva avevo solo cinque anni e mio padre mi aveva detto che la mamma sarebbe guarita, solo bugie. Quando la vidi su quel lettino, i suoi occhi erano chiusi ed il suo cuore non batteva.                                                                                                                               
Non piansi, non dissi niente. Mi limitai solo a mandarle un bacio e dirle che le volevo bene.                                                                                              
Tornammo a casa, ma io quella sera non dormii nella mia stanza, Niall mi venne a cercare e passammo la notte nel nostro posto, abbracciati, in silenzio, piansi e lui pianse con me.                      

Quella notte, fra me e lui  si creò un legame, qualcosa di magico.                                                                                                                                                                              
Fu lui che mi ospitò, quando avevo undici anni e  mio padre non era mai in casa  a causa del lavoro, fu lui insieme alla sua famiglia che per il mio compleanno mi preparava una torta e mi faceva sentire speciale, fu lui che mi aiutò a tornare a dedicarmi alla mia vita e non pensare al passato ed è anche lui, l’unica persona di cui posso fidarmi ciecamente.                                                                                                                                                                                                           
Una lacrima mi riga il viso,  me l’asciugo subito con la felpa. Lo guardo, nella sua perfezione mentre fissa la lavagna si volta a guardarmi e mi sorride. Appena vede che ho gli occhi lucidi, fa una faccia strana. Prendo velocemente una penna e scrivo sul banco “non ti preoccupare pensavo alle solite cose, ti voglio bene amico mio” lui segue con lo sguardo quello che scrivo e sorride. Mi accarezza la mano e torna ad ascoltare.                                                                                                    
Finalmente la campanella scandisce il termine delle lezioni. Butto velocemente tutti i libri nella borsa, lo stesso fa Niall. Ci dirigiamo verso l’uscita in silenzio.                                                                                                                                                          
Questi momenti in cui nessuno dice niente, potrebbero essere definiti imbarazzanti, ma ormai siamo talmente abituati a stare insieme che non ci facciamo più caso.                                                                                                                                           
Passiamo davanti alla bacheca dove sono affissi volantini che pubblicizzano i vari eventi scolastici. Mi avvicino e guardo quello più grande, colorato di viola, con scritte argentate. Sento Niall venirmi accanto, io scorro con gli occhi quelle parole scritto in un carattere elegante.                                                                                                                       
“Fannie non essere masochista, andiamo” mi prende per un braccio e mi trascina dietro di sé, io scuoto la testa e mi libero dalla sua presa.                                                                                         
Mi sono promessa di cambiare, un poco alla volta e questo è il primo passo “Voglio andarci” dico  bisbigliando, lui si volta e mi guarda stupito “Aspetta non ci credo, dillo un’altra volta” dice tendendo l’orecchio per sentire meglio le mie parole. Sbuffo e lo guardo male “Sentimi, non complicare le cose. Voglio andarci. Mi sono stufata di stare in casa a piangere, mentre tutte sono al ballo e si divertono. Quest’anno ci andremo anche noi” dico convinta.                                          
Niall mi guarda e poi mi fa uno dei suoi sorrisi.                                                                                                                                                
Mi si avvicina e mi abbraccia. Io ricambio con entusiasmo.                                                                                                                             
Credo che nessuno sappia abbracciare come fa lui, con quel semplice contatto riesce a trasmettermi tutto l’affetto che prova verso di me.
“Dovrai essere bellissima” dice staccandosi e prendendomi sottobraccio. “Spero che riuscirò a soddisfare il mio cavaliere” gli faccio l’occhiolino e  lui mi da una leggera spinta.                                                                                     
Percorriamo la strada verso casa scherzando e immaginandoci cosa accadrà appena arrivati alla festa. Entriamo in casa, salutiamo i suoi genitori e Niall rimane in cucina.                                                                                                                                           
E’ più forte di lui, quando vede cibo in giro non riesce a resistere.                                                                                          
Sorrido leggermente e corro in camera. Il profumo di Lavanda riempie la stanza, appoggio lo zaino in un angolo e  mi butto sul letto.  Guardo il soffitto candido e il lampadario viola. La mamma di Niall, ha messo tutto l’amore del mondo nel sistemare questa stanza, per renderla un posto accogliente e ora grazie a lei, non sono costretta a vivere da sola.                                                                                

Non smetterò mai di ringraziare quella famiglia, mi ha salvato, lo devo solo a loro se ora nella mia vita c’è un po’ di luce e non la totale oscurità.                                                                                                                                                                                                           
Sento un profumino delizioso provenire dal piano di sotto, così mi alzo, vado in bagno per lavarmi le mani e raggiungo gli altri al piano di sotto.                                                                                                                                                                                    
Niall è seduto sul divano, mi fa segno di raggiungerlo. Quel ragazzo è semplicemente un angelo. I suoi occhi, i suoi capelli il suo sorriso, non c’è niente di più bello.                                                       
Mi metto accanto a lui e guardiamo un po’ di TV aspettando che sia pronto il pranzo.

 

Buonasera  a tutti :3
                                                                                                                    E' la mia prima storia qua su EFP, quindi siate buoni cwc
Mi bastano due recensioni, giusto per sapere quello che pensate, se vi incuriosisce, se vi fa schifo, accetto anche le critiche.
Pubblicherò il prossimo capitolo al più presto :D
Grazie mille per aver letto♥
Se volete seguirmi su Twitter sono @shelovehissmile.
UN BACIO, FRANCI.
 

  
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