Pansy e il caos

 

 

 

Sorrido al pensiero di essere di nuovo in questa stanza. La camera di Pansy.

Da circa sei mesi alloggio più spesso qui che nella mia camera che condivido con due del mio anno.

Di certo, per le attività con cui ci dilettiamo io e Pansy la sera, una camera condivisa non sarebbe adatta.

Fortuna che lei è caposcuola e ha questa.

Devo dire che anche se non ci fossi mai entrata saprei che è la camera della mia ragazza.

Insomma, è il caos, proprio come lei!

Sul pavimento giacciono svariati tipi di cose, che vanno dal phon ai reggiseni, dalle carte di caramelle (Pansy le ama. Le caramelle, non le carte) ai calzini (l’unica cosa colorata che porta), dai foulard e le varie sciarpe (se Pansy non ha qualcosa intorno al collo si fa venire un attacco di panico) alla semplicissima divisa di serpeverde.

In generale sono perlopiù indumenti, piccoli rifiuti tipo cartacce e oggetti d’uso quotidiano.

Ma è sulla scrivania che Pansy si sbizzarrisce. Lattine vuote di 7up (l’unica bibita gassata che sopporta), disegnini e schizzi abbozzati su qualche foglio malcapitato, foto, biancheria, biglietti, matite, vecchi mascara e ombretti caduti nell’abbandono, braccialetti, sigarette lasciate a metà e pacchetti vuoti… di tutto e di più.

-Pansy, ma qui proprio gli elfi domestici non ci mettono piede?- le chiesi curiosa una volta, vedendo più casino del solito. Lei arricciò quell’adorabile naso appuntito e all’insù che si ritrova.

-figurati se lascio entrare feccia del genere in camera mia!- rispose. Pensai che forse erano loro che non avrebbero mai voluto avvicinarsi alla sua camera.

-però le traditrici del sangue ce le fai entrare!- scherzai io.

-per quanto mi riguarda, puoi tradire tutto il sangue che vuoi. Basta che non tradisci me.-

Adorabile il modo in cui riesce sempre a deviare il discorso.

Sento il rumore della doccia che improvvisamente cessa. Pansy esce dal bagno con solo le mutande addosso.

-mi guardi perché sono irresistibilmente sexy?- dice ridendo. Io scuoto la testa.

-no, stavo pensando che dovresti rimettere a posto la tua camera. Qui è davvero il caos.-

Lei alza le spalle.

-si intona alla mia personalità-

Verissimo.

-e poi scusa, io non ho solo tre paia di magliette e due calzini come qualcuno di mia conoscenza… quando si ha tante cose è difficile gestirle!- si difende lei, cercando di ignorare il cestino rovesciato a terra proprio davanti a lei.

È così carina con la frangia scompigliata sulla fronte, i lunghi capelli neri ancora bagnati che le gocciolano sulla pelle chiara…

La amo. Amo lei e il suo caos.