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Autore: NoceAlVento    26/01/2012    1 recensioni
« Allora domani al Giant Chasm, va bene? A che ora ci svegliamo? ».
« Mah, mezzogiorno? » propose neanche troppo spiritosamente Hilbert.
« Vada per le dieci. Se non ti svegli mando Kyurem a prenderti » Cheren tornò a guardare fuori dalla finestra « Buffo che un muro di qualche decimetro faccia la differenza tra vita e morte ».
« Buffo » gli fece eco Hilbert « Buonanotte Cheren ».
« Buonanotte Hilbert » rispose il suo amico, poi spense la luce e serrò la finestra per buona misura « Buonanotte Lacunosa ».
Genere: Avventura, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ciclo del Conflitto Globale'
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V 'Destini intrecciati'

V: “Destini intrecciati”


Il primo pensiero di Cheren fu di ordinare a Seismitoad di surfare fino a terra, ma vide quasi subito che il suo amico era ormai allo stremo delle forze, e che era anche stato scosso dagli ultimi risvolti della loro avventura. Decise quindi di richiamarlo e nuotare personalmente in direzione della riva.

Non appena arrivò sull'ampia spiaggia della baia si sdraiò supino e osservò il cielo, ancora nuvolo come la mattina a Lacunosa, respirando a pieni polmoni con ampi rigonfiamenti del diaframma.

« Devo chiamare le due » fu la prima decisione che prese, e in tutta fretta estrasse l'Xtransceiver dalla cintura pregando che la sua impermeabilità avesse retto lo stress di quel giorno. Con sommo sollievo il congegno si accese con successo e, sull'onda dell'entusiasmo, selezionò la voce “Bianca”. Vi furono un paio di squilli, poi la puntuale precisione della sua compagna di viaggio ne provocò la subitanea risposta.

« DOVE. SIETE. STATI ».

« Anch'io sono felice di sentirti, Bianca ».

« TUTTO IL GIORNO CHE CHIAMO CON L'XTRANSCEIVER CHE NON PRENDE. IO L'HO DETTO DI NON ANDARE NEL CHASM MA VOI NO, DOBBIAMO TROVARE IL NOSTRO UOMO! ».

« Mi stai facendo saltare l'auricolare, se proprio devi urlare vieni qui all'Undella Bay ».

« ALLORA È LÌ CHE SIETE! STA CERTO CHE ORA IO E HILDA ARRIVIAMO! ». Detto ciò riattaccò in un raptus d'ira.

Inizialmente Cheren rise, divertito all'idea di vedere la sua amica in quello stato, poi rifletté sul termine che aveva usato: « siete ». Invece non erano, solo lui rispondeva all'appello: Hilbert doveva ancora essere bloccato nel Giant Chasm dopo l'Assorbipugno che gli aveva rifilato. D'improvviso si sentì terribilmente in colpa per quanto in un impeto furioso aveva avuto la sconsideratezza di fare. Ripensò alla stanza in cui il ragazzo doveva essere rimasto, al labirinto che avrebbe dovuto eventualmente ripercorrere per raggiungerlo, e alle sue teorie sulle illusioni. « Cosa mi è saltato in mente? » si domandò sconvolto.

In lontananza, frattanto, si delinearono le silhouettes di Bianca e Hilda che rapidamente camminavano verso di lui. Cheren sapeva già quale sarebbe stata la prima domanda, che infatti arrivò puntualmente dalla bocca della prima « Solo tu? Dov'è Hilbert? ».

« Al Giant Chasm, penso... ».

« L'HAI LASCIATO LÌ? ».

« Eh, no, calma. Eravamo lì entrambi ed eravamo bloccati, così abbiamo visto questa stanza strana con un lago » il giovane si arrestò, vagliando l'ipotesi di non menzionare il veemente litigio che avevano avuto « Hilbert è idrofobico, ed è rimasto là mentre io esploravo ».

La versione raccontata apparve convincente abbastanza a Bianca da smorzare qualsiasi sospetto, se mai ne aveva nutriti verso quello che era uno dei suoi migliori amici « E nel lago che c'era? ».

« Sono sceso un po' e ho imboccato un condotto stretto e lungo. Poi sono sbucato in una stanza fosforescente con incisioni assurde in quella lingua strana, sai quella che abbiamo studiato a scuola tempo fa per un mesetto... ».

« Ardeco? ».

« Sì,quella. Ho riconosciuto giusto qualche parola, non ci ho capito niente, se non–– » si fermò nuovamente, ricordando che le due non sapevano niente del musicista e quindi nominare il pentagramma sarebbe stato controproducente « Dicevo, niente. Poi è sbucato un turbine che mi ha trascinato, e quando ho capito dov'ero stavo riemergendo qui vicino ».

« Bianca » intervenne Hilda « dici che c'entra con quello che ha detto Lawrence? ».

« Ogni cosa a suo tempo » disse quella di rimando « Prima di tutto c'è da occuparsi di Hilbert. Cheren, è possibile che quel vortice di cui parli abbia risalito il lago fino al Giant Chasm? ».

« Non mi sento di escluderlo ».

« Allora è meglio controllare se anche lui è qui in giro. Manda Seismitoad, dovrebbe localizzarlo facilmente ».

« L'ho appena ritirato, era esausto a momenti ».

« La riprova che una società maschile si rivelerebbe fallimentare, al solito devo fare tutto io. Vai, Samurott ».

Il pokémon fuoriuscì dalla sfera, e Hilda la imitò liberando Archeops perché perlustrasse l'area dall'alto. I due, dunque, partirono alla ricerca del disperso.

« Speriamo sia ancora vivo » commentò il ragazzo « Hilda, che dicevi prima? ».

« Oggi siamo state al museo mentre voi eravate al Giant Chasm » replicò lei « Abbiamo conosciuto il padrone, Lawrence Meyer. Ci ha parlato di alcune anfore che ha trovato nelle Abyssal Ruins, e lui e Bianca si sono detti qualcosa sulla fosforescenza. Non ho capito tutto, forse lei sa dirti di più ».

« Ha parlato di fosforescenza delle pareti » proseguì l'altra « Corrisponde a quanto hai visto tu? ».

« Decisamente. Ma cosa sarebbero queste Abyssal Ruins? ».

« Stando a quanto il signor Meyer ci ha raccontato » rispose Bianca « dovrebbero essere delle rovine che appaiono e scompaiono a ritmo casuale ».

Cheren ripensò alla comparsa quasi spontanea di quella luminosità mentre si trovava ancora nel cunicolo « Questo spiega un po' di cose che ho notato mentre ci ero dentro. Ha detto niente sulle iscrizioni? ».

« Lui non aveva neanche capito che era ardeco, quindi non ha decifrato niente ».

« Erano in braille ».

« Braille? Cioè, punti e tutto il resto? Forse semplicemente il signor Meyer non sa leggere il braille? ».

« Dubito. Ho faticato un po' a capire che fosse braille, e sai che ho una vista superiore alla media. All'apparenza erano solo segmenti, i punti erano stati incisi a livello microscopico ».

« Miopia acuta. Gli Ardi potevano saperlo già ai loro tempi? ».

« O loro o qualcuno che conosce perfettamente la sintassi che usavano ».

« Che sarebbe come dire che sono stati gli Ardi a scriverlo » concluse Bianca « Non ci è arrivato praticamente niente della loro civiltà ».

« Per l'appunto » commentò Cheren « Quello è Samurott? ».

Il giovane stava indicando una figura che a tutta velocità si stava dirigendo verso di loro. « Pare di sì » replicò la proprietaria una volta che i contorni si furono ben delineati « e sembra avere qualcuno con sé ».

Era vero: il pokémon si era caricato sulle spalle un corpo in apparenza esanime – più probabilmente privo di sensi – e stava tornando rapidamente a riva, accompagnato in linea d'aria dall'occhio vigile di Archeops. Non appena la creatura fu approdata i tre corsero verso di lei curiosi. Cheren non sapeva se tirare un sospiro di sollievo oppure trasalire al pensiero del futuro: Samurott presentava sul proprio dorso Hilbert, così come l'aveva lasciato nel Giant Chasm. Il ragazzo si riprese quasi subito, tossendo acqua per qualche istante; poi, resosi conto della presenza del suo compagno di viaggio, si alzò a fatica sulle proprie gambe e gridò « MA CHE CAZZO FAI? ».

Cheren osservò distaccato i suoi capelli, ancora gocciolanti, e il suo umido vestiario, quasi il brutale attacco non fosse nei suoi confronti, come se Hilbert stesse accusando qualcun altro « Cazzo faccio che cosa? ».

« Mi lasci da solo in quella fossa dopo avermi colpito e hai il coraggio di fare domande? ».

« Colpito? » domandò stranita Hilda, ma Bianca fece imperiosamente segno di tacere fino a nuovo ordine, evidentemente per assistere allo sviluppo della vicenda.

« Lo stavi per fare anche tu, non avevo scelta ».

Questa risposta silenziò momentaneamente Hilbert. Tuttavia la calma fu solo temporanea, infatti trovò subito le parole per ribattere « Questo non giustifica il tuo quasi annegarmi! ».

Cheren rimase stordito da questa affermazione: non ricordava di aver fatto niente di simile con lui. Per sicurezza vagliò tutto ciò che aveva compiuto dal litigio in avanti. No, non aveva decisamente idea di quello che intendeva « Ma che vai dicendo? ».

« Dopo quell'Assorbipugno che mi hai rifilato sono svenuto, e rinvenuto nell'acqua. Fai due più due ».

« Io... io non capisco... io non sono più rientrato nel Giant Chasm ».

« Ah, no, ci sono arrivato da solo in mezzo alla Undella Bay! ».

« IO non ti ci ho portato di certo! Sono sceso giù nelle Abyssal Ruins mentre tu ancora dormivi beato! ».

Hilbert tentò uno scatto verso Cheren, ma Bianca si accorse della gravità della situazione in anticipo e ordinò a Samurott di dividere i due con una Protezione. Come risultato questi si voltarono verso di lei, che iniziò a parlare « Calmatevi entrambi ».

Una volta ottenuto il silenzio che pretendeva, proseguì. « Le vostre due versioni devono entrambe essere rivedute. Prima di tutto, se ho ben capito avete litigato e Hilbert è stato colpito da un Assorbipugno. Quindi, Cheren, la tua di prima era platealmente una bugia ».

Questi si sentì trafitto da un'occhiata talmente sdegnosa da parte della sua amica da abbassare il capo nella vergogna. Hilbert fremeva.

« Tuttavia, in nessun modo avresti potuto descrivere tanto precisamente gli effetti della corrente correlata alle Abyssal Ruins senza sperimentarli. Questo, in ragione del racconto del signor Meyer, mi porta a giudicare affidabile il resto della tua versione. Il che » Bianca si voltò verso Hilbert « significa che lui non è più tornato in quella grotta. O qualcuno ti ha spinto giù per il lago e tu hai intercettato il turbine, oppure il turbine stesso è venuto da te ».

« Ma sei fuori? » proruppe Hilbert con voce rauca « Questo mi fa perdere i sensi, a momenti mi uccide e tu neanche ci credi? Perché racconta stronzate su rovine abissali? ».

« Per te sono stronzate! Su una di quelle incisioni c'era la musica del musicista! ».

« Oh, sì, tu trovi delle rovine che vengono visitate da mezza persona da quando esistono e cosa c'è? Note musicali! Molto realistico ».

« MA CHE COSA VUOI! » la voce di Cheren si fece densa di violenza e di rabbia « NON È CHE LE TUE FARNETICAZIONI SIANO MIGLIORI! Il musicista che ci manda a morire da Kyurem senza che lo conosciamo è una TUA idea! ».

« Ma la mia non è una scusa per uccidere qualcuno, è solo un ipotesi! Tu invece hai usato questa storiella per–– ».

« ORA BASTA, ORA BASTA! BRAVIARY! » la protezione lanciata da Samurott si intensificò di reazione, ma il giovane non appariva intenzionato a combattere « Andiamo via. Se qualcuna di voi mi cerca, sa dove trovarmi ». Detto ciò salì in groppa al suo pokémon e si involò. I suoi tre amici rimasero a osservarlo librarsi in aria fino a svanire nel grigio delle nuvole.

« Che esibizionista » disse aspramente Hilbert ancora con lo sguardo al cielo, poi si voltò verso le altre due spettatrici « Non abbiamo tempo per compiangerlo. Prima di tutto localizziamo Kyurem ».

« Localizzarlo? » chiese dubbiosa Hilda.

« Cheren potrà anche avermi quasi ucciso » il giovane gettò un'occhiata che sapeva di frecciatina a Bianca « ma che Kyurem sia apparso a Lacunosa ieri notte è fuor di dubbio ».

« Capisco » la ragazza ignorò la provocazione a lei rivolta « Quel drago dev'essere ancora in giro. Ma dove potrebbe essere? ».

« Stando alla testimonianza di Cheren che questa mattina l'ha visto nel Giant Chasm – e se non è certo è quantomeno altamente probabile –, potrebbe essere passato in questa direzione o al contrario verso Unova nord ».

« Dunque cosa proponi? ».

« Io mi recherò a Lacunosa, poi andrò a settentrione seguendo la strada fino al Village Bridge, e da lì verso Opelucid City » sentenziò con fare sicuro Hilbert « Chiederò agli abitanti se hanno visto qualcosa. Voi fate lo stesso da qui in giù, la prima tappa è Black City ».

Detto ciò chiamò in campo Hydreigon e, salitogli sulle spalle, decollò alla volta del Route 13.

« Che brutto vederli litigare così » esordì Bianca.

« Davvero » le fece eco Hilda « Per una ragione così, poi. Perché non ci fidiamo l'uno dell'altro? ».

« Perché siamo troppo egocentrici. Vediamo le nostre imprese come una vetrina personale che non va macchiata, come se noi fossimo state pronte a processare Cheren per aver abbandonato Hilbert. Magari sul momento lo attacchiamo, ma lo sa che poi il tempo che sbolliamo e torna tutto come prima ».

« Che si fa? Black City? ».

« Non ancora » replicò Bianca « Prima devo andare al Route 3 ».

« Route 3? Guarda che è lontano, dobbiamo rifare il viaggio di ieri. Perché di preciso? ».

« C'è una cosa che devo fare ».


Anville Town è una piccola cittadina situata nella zona nordoccidentale di Unova, immersa completamente in un'ampia macchia verde che la separa dal resto della regione di cui è senza dubbio uno dei luoghi meno popolati che si possano trovare. Sebbene infatti a prima vista possa sembrare un per certi versi tipico villaggio isolato sul modello di Cianwood City a Johto, con occhio critico si possono rilevare molti aspetti che rendono Anville un posto quasi da evitare per i più giovani. In primo luogo è assente qualsiasi struttura simile a un Pokémon Center, il che repelle in automatico gli allenatori per i quali tali edifici sono fondamentali; in secondo luogo è impossibile raggiungerla attraverso percorsi, rendendo difficile non solo arrivarci ma soprattutto partire per un viaggio da lì: l'unico modo per lasciare Anville è volando o salendo su un treno della Battle Subway, che oltre ad essere poco apprezzato dai passeggeri (un lettore attento ricorderà le opinioni che i protagonisti avevano espresso durante la tappa al mercato di Driftveil) si ferma a Nimbasa, città che già richiede una certa conoscenza delle basi delle lotte pokémon e che quindi è poco indicata come punto d'inizio di un'avventura come quella che gli allenatori intraprendono. Per una ragione o per l'altra, dunque, Anville è il luogo ideale per isolarsi dal mondo.

Cheren era accasciato sull'erba verde, assaporando la brezza che gli accarezzava il viso. Era molto ridotto in intensità rispetto al giorno prima, ma il ragazzo riconobbe il maestrale che aveva tenuto in apprensione Hilda per tutto il viaggio di andata. Il cielo era ancora nuvolo, e in quel bianco con sfumature perlacee l'adolescente rivedeva la sua idea di infinito, un qualcosa di indefinibilmente sconfinato senza ostacoli delineati a suggerirne una possibile stima di ampiezza. La cupola celeste, per quanto azzurra e limpida possa essere, ospita sempre qualche nuvola di disturbo, qualche gabbiano svolazzante, lo stesso brillante sole: elementi atti a obbligare l'osservatore ad assumere quanto vede come un ambiente soggetto in qualche modo a regole spaziali. Gli strati di nembi grigiastri, invece, non presentano niente di tutto ciò: rendono il cielo unicamente un indistinto soffitto monocolore, e ciò lasciava Cheren libero di vederlo come infinito.

Il ragazzo aveva una concezione particolare dell'infinito stesso che esplicare è utile a comprendere la precedente analisi psicologica: per lui l'infinito non era sinonimo di illimitato, bensì di impossibile da misurare. Per afferrare al meglio questo pensiero non comune può servire un'esemplificazione: secondo la geometria euclidea un piano è dato da un infinito insieme di rette, ovvero – essendo le rette composte da essi – di punti. Tuttavia un punto non ha dimensioni, di conseguenza non possono averne neanche due o tre punti allineati l'uno attaccato all'altro, perché non puoi attaccare il niente al niente: quindi non dovrebbe essere concepibile qualcosa come una retta, che dall'unione di elementi a zero dimensioni ne crea uno che ne presenta una, né tanto meno un piano che ha come proprietà intrinseca quella di averne due. Nei fatti definire il punto un'entità geometrica priva di dimensioni è inesatto: il punto è in realtà infinitamente piccolo. Questo essere infinitamente piccolo è indefinibile: non è 1-2000, non 1-3000000, è semplicemente 1-n. Questo 1-n a differenza dell'entità senza dimensioni esiste, su questo non c'è dubbio: pertanto un allineamento di copie di questo genera un'entità con dimensioni, eccome. Stesso discorso per il piano, che a questo punto appare ovvio avere due dimensioni e quindi un'estensione, ma un'estensione impossibile da stimare. Questa ampiezza era vista da Cheren come l'infinito: una grandezza che dipende da elementi più piccoli che la compongono ma che, indipendentemente dalla dimensione degli stessi, risulta non quantificabile (il che non è affatto scontato: si pensi a un segmento finito diviso in infinite parti infinitamente piccole).

Tornando a Cheren, questi era come abbiamo detto immerso in una meditazione sugli avvenimenti odierni, in particolare sulla disputa avuta con Hilbert: all'interno della sua mente esaminò ogni singola affermazione proferita dal suo amico, eppure non trovava alcun indizio che svelasse una dinamica dei fatti in grado di spiegare insieme quella versione e la propria.

Mentre era assorto nelle sue ipotesi udì un rumore di passi dalla cadenza nota dietro di sé acquietarsi dopo essere risuonato nell'aria per pochi istanti. « Come mi hai trovato? » domandò con voce amareggiata e sommessa al tempo stesso.

« So che cercavi di evitarmi, quindi sono andato nel posto che meno mi piace in Unova ».

« Ero convinto che solo Bianca avrebbe potuto capire il significato della mia frase ».

« Infatti l'ho decifrata cercando di mettermi nella sua ottica. Non è stato facile, mi meriterei quantomeno un applauso » Hilbert gli si sedette vicino.

« Che sei qui a fare? ».

« Sono stato al Giant Chasm ».

« A fare cosa? ».

« Cercavo tracce di Kyurem ».

« Risultato? ».

« L'entrata era scomparsa ».

A quelle parole Cheren parve illuminarsi: sebbene ancora seduto torse il busto per guardare in volto il suo compagno « Scomparsa? ».

« Ho percorso tutto il perimetro esterno della grotta. Non ve n'è traccia ».

« E quindi cosa hai concluso? ».

« Forse non eri così pazzo quando dicevi delle illusioni ».

« … e? ».

« … e verosimilmente qualcosa di soprannaturale è in gioco. Non so come sia finito in acqua, ma non penso che sia stato tu a gettarmici ».

Cheren sorrise, in parte perché riteneva buffo che il suo amico fosse giunto alla sua stessa conclusione con ore di ritardo, in parte perché era felice di aver risolto il litigio « Quindi? ».

« Quel musicista è comunque in giro ».

« Pensi c'entri qualcosa con le rovine? ».

« Può essere » rispose Hilbert « L'obiettivo principale è capire dove si trova ora ».

« Cioè? Tornare a Castelia? ».

« Potrebbe essere controproducente. Io ho un'ipotesi più funzionale ».

« Dimmi ».

Il giovane per tutta risposta distolse lo sguardo dal suo vicino e osservò il vuoto di fronte a sé « Maestrale, vero? ».

« Beh, sì, quindi? ».

« Siamo sotto un cumulonembo in questo momento, a quanto ho sentito. È probabilmente la nuvola più pericolosa che ci possa essere, è portatrice di forti tempeste ».

« Continuo a non vedere il punto ».

« Secondo le previsioni sarà un temporale tra i più forti mai registrati a Unova. Non è strano che questi eventi siano coincisi con una situazione meteorologica virtualmente senza precedenti? ».

« Perché mai il musicista dovrebbe c'entrare qualcosa? ».

« Se Kyurem è al suo servizio è possibile che anche altri pokémon che pensavamo inesistenti siano in realtà in suo potere. Sappiamo come durante il Conflitto Globale queste creature siano state utilizzate per manipolare l'ambiente in modo da ottenerne vantaggi di natura bellica ».

« In pratica la tua ipotesi è che questa tempesta sia direttamente collegata con lui? ».

« L'idea è quella ».

« E come pensi di agire? ».

« Come hai detto tu è un maestrale, viene da nord-ovest. Se tu volessi controllare una tempesta al suo inizio e che si abbatterà su Unova da nord-ovest dove andresti? ».

Cheren consultò la Mappa Città « La Dragonspiral Tower? ».

« Precisamente. È alta abbastanza da poter essere messa in relazione con nuvole di bassa quota come i cumulonembi, quindi se il musicista ha davvero in mente di fare quello che pensiamo noi quasi certamente si troverà là ».

« Quindi la tua idea è andarci? ».

« Sì ».

Cheren scrutò il cielo come per trovarvi un qualche indizio « Per quando è previsto l'inizio del temporale? ».

« Fammi controllare, me l'ero segnato » Hilbert frugò per pochi secondi nella sua tasca « Ah, eccoci, tre e mezzo circa ».

« E ora sono... ? ».

« Le tre e due minuti ».

« Stai scherzando, spero. Venti minuti se ne vanno solo per arrivarci, e oltretutto se davvero ci sarà questa tempesta il vento si alzerà e noi voleremo sul mare aperto per tutto il tempo ».

« Dobbiamo rischiare, non possiamo permetterci di rimandare una cosa del genere ».

« Capisco » Cheren afferrò una sfera dalla cintura « Braviary, esci ». L'aquila apparve in un lampo di luce bianca e dopo un breve volo si presentò dal suo padrone.

Hilbert scambiò con il suo amico uno sguardo d'intesa, poi chiamò in campo Hydreigon e vi salì in groppa « Andiamo alla Dragonspiral Tower ».

I due compagni, finalmente riuniti, decollarono insieme a tutta velocità verso est mentre le nubi nere che per quasi due giorni erano rimaste sempre addensate all'estremo della regione con innaturale immobilità si espandevano nella grigia cupola che sormontava Unova.


La Dragonspiral Tower è una delle più vecchie costruzioni della regione. Non è noto con certezza quando fu costruita né la vera ragione, sebbene alcune leggende la facciano risalire agli Ardi e al mito del Drago Originario; tuttavia il suo significato simbolico per Unova, a differenza per esempio del Giant Chasm, è universalmente riconosciuto. Quando Hilbert e Cheren giunsero ancora in volo nei pressi della torre il maestrale ormai si mostrava in tutto il suo vigore, ragion per cui i due furono costretti ad atterrare e raggiungere la meta a piedi. Quando giunsero alla base dell'imponente costruzione si fermarono un attimo, guardandosi attorno.

« Ci siamo » disse Cheren.

« Decisamente ».

« Quanto manca all'ora stabilita? ».

« Dieci minuti » replicò Hilbert « C'è tutto il tempo per salire là sopra ».

« Buona fortuna ». Un tuono rimbombò nell'aria, segno che il temporale si apprestava a cominciare.

« Anche a te. Siamo agli atti finali ».

« E se il musicista non fosse là sopra? ».

« Più ci avvicinavamo a questo posto più le mie certezze sulla sua presenza si confermavano. Sono più che convinto che sia lassù ».

« Allora prepariamoci alla battaglia » commentò Cheren « Non si lascerà fermare troppo facilmente ».

« Su questo non c'è dubbio. Se ha Kyurem al suo servizio non so se saremo davvero in grado di sconfiggerlo ».

« Ma Bianca e Hilda? Perché non le abbiamo chiamate ».

« Sono sulle tracce del nostro drago in direzione di Black City, il loro compito è importante quanto il nostro. Noi siamo stati in grado di respingerlo, ma non sono sicuro che possano farlo gli altri abitanti di Unova » replicò Hilbert « Sta a noi fermare quel pazzo. Entriamo? ».

Cheren inspirò profondamente il vento che soffiava impetuoso « Entriamo ». Un altro tuono risuonò nell'atmosfera.


Il pianterreno della torre ospitava un'insolita vasca ripiena d'acqua con un'ampia colonna al centro che ai due amici ricordò, complici le piastrelle che ricoprivano il pavimento, una piscina. Cheren fu sorpreso da questo ornamento, dal momento che non capiva da dove provenisse il liquido: poi intuì che doveva trattarsi del risultato di recenti infiltrazioni piovane dovute al clima di Icirrus e si sorprese del fatto che gli Ardi avessero previsto una tale eventualità. Dal momento che non vi era niente di importante, lui e Hilbert proseguirono al piano superiore.

Questo era ben diverso dal precedente, ospitando quelle che parevano rovine di un antico tempio, come si poteva evincere da colonne in marmo bianco disseminate sul pavimento.

« Cosa potrebbero essere queste? » domandò Cheren.

« Rovine, direi. Di cosa non ne ho idea ».

« Questo posto è stato costruito dagli Ardi, dico bene? ».

« Probabilmente » replicò Hilbert.

« Dovevano avere conoscenze architettoniche mica ma–– » Cheren fu colpito alla schiena da qualcosa di indefinito. Hilbert d'istinto mise mano a una Poké Ball « VAI, SERPERIOR! ».

Il serpente rispose alla chiamata fuoriuscendo immediatamente e l'offensore si rivelò: un Mienshao con diversi Mienfoo a supportarlo. Cheren si rialzò a fatica, accusando un dolore lancinante al punto in cui era stato colpito.

« Tutto intero? » domandò il suo amico.

« No. Quello stronzo ha usato Assorbipugno ».

« Riposati un attimo, me ne occupo io ».

« Non se ne parla » il ragazzo si issò e portò il braccio alla cintura « Braviary, divertiti ».

Frattanto Serperior era già partito all'attacco verso uno dei Mienfoo: tuttavia, sul punto di colpirlo con Fendifoglia, il colpo fu parato da Mienshao.

« Ma che... ? » Cheren osservò l'azione stranito e ancora barcollante.

« Sta usando Bodyguard » disse Hilbert « Finché quel Mienshao è in campo non potremo colpire nessun altro ».

« Quindi... Braviary, Eterelama! ». L'aquila fendé l'aria con l'ala destra e scatenò un vento tagliente che colpì in pieno Mienshao e i suoi compagni.

« Ci siamo. SERPERIOR, VAI CON LACCIOERBOSO! ». Il pokémon usò la propria coda per sgambettare il nemico maggiore e poi colpirlo ripetutamente, lasciandolo privo di sensi. I seguaci, già indeboliti da Braviary, si ritrassero impauriti e fuggirono.

« Non è stato troppo difficile » commentò Hilbert. D'un tratto due tonfi risuonarono nella sala dietro agli adolescenti che, voltatisi, videro due Golurk. L'imboscata che si erano aspettati per tutto il giorno era arrivata.

« Hilbert! » Cheren gridò all'indirizzo del suo amico, che si voltò « Non possiamo sconfiggerli tutti! Continuiamo a salire! ». Il giovane annuì di rimando, e lasciando i due pokémon dietro a usare Protezione per coprire loro le spalle corsero verso le scale.

Il piano superiore era costituito da diverse piattaforme separate da spazi più o meno spessi che gettavano sul burrone sottostante. I ragazzi le percorsero in tutta fretta, una dietro l'altra, e Hilbert fu il primo ad arrivare a quella che sorreggeva la scalinata successiva, principalmente perché il suo amico era stato fiaccato da Mienshao. « Hydreigon! » chiamò tenendo d'occhio Cheren « Usa Dragobolide su di loro! ».

La creatura si concentrò e scagliò delle piccole meteore – considerevolmente più piccole rispetto a quelle utilizzate da Kyurem in occasione della battaglia per il Giant Chasm – che colpirono la piattaforma su cui i nemici si trovavano distruggendola in un turbinio di polvere. Frattanto, Cheren raggiunse il suo compagno.

« Grazie ».

« Di niente. Questo dovrebbe averli tolti di torno ».

Dal fondo del baratro, invece, uscirono nuovamente i due Golurk che, dopo qualche istante di puro fluttuare, atterrarono a loro volta sull'ultimo sostegno.

« VOLANO? » chiese incredulo Hilbert.

« A quanto pare dovremo affrontarli » uno degli avversari tentò un pugno verso Cheren, neutralizzato però da una Protezione di Braviary « Di che tipo sono? ».

« Terra-Spettro, stando al Pokédex » il giovane sorrise « Non sarà difficile. Serperior, Verdebufera! ». Una tempesta di foglie affilate si scagliò sul Golurk di sinistra che, colpito, traballò.

« Vai, Cryogonal! » gridò Cheren cogliendo la palla al balzo « Usa Geloraggio! ». L'attacco centrò l'oppositore che, già menomato da colpo del pokémon Regale, perse definitivamente le forze scivolando nel precipizio retrostante.

« Tutto qui? » domandò Hilbert con voce trionfale. Per tutta risposta il Golurk rimanente parve accennare un pugno – Serperior approntò una Protezione – salvo poi portare la mastodontica mano al petto e rimuovere lo strano sigillo che ivi era agganciato. Il suo corpo si illuminò di una luce anomala e la piattaforma iniziò a tremare.

« E questo cosa dovrebbe essere? » Cheren parve confuso.

«––se rimuove il sigillo che ha sul petto sprigiona una energia incontrollabile–– ».

Hilbert abbassò il capo verso il Pokédex che ancora aveva in pugno e che di sua spontanea iniziativa aveva emesso quelle parole con voce meccanica. Un'espressione terrorizzata si dipinse sul suo volto e subito iniziò a correre verso le scale dietro di lui. Cheren, seppur colto di sorpresa, scattò quasi in contemporanea.

Il piano superiore era costituito da alti pilastri collegati da gradini in pietra. I due giovani tentarono di percorrerlo il più in fretta possibile, ma il basamento tremò nuovamente e con esso le la parete circolare che li avvolgeva: un attimo dopo il pezzo di pavimento che ospitava il passaggio di entrata crollò e Golurk ne uscì per poi atterrare oltre il foro creatosi. La prima cosa di cui i ragazzi si accorsero fu che era cresciuto enormemente in dimensioni in concomitanza con la rottura del sigillo, e quasi subito dopo realizzarono che stava emettendo un'illuminazione propria. Non appena li ebbe inquadrati il pokémon portò indietro il braccio e serrò il pugno: Serperior preparò una nuova Protezione, ma quando il Martelpugno di Golurk colpì la distrusse senza problemi spedendo a terra la creatura. Hilbert osservò la scena sconvolto.

« Hilbert! » gridò Cheren d'un tratto « Richiamalo! ». Il suo amico si risvegliò dal suo stato estatico e riportò nella sfera il pokémon Regale.

« Ora tocca a me » proseguì poi, avendo ormai preso il comando della situazione in seguito alla perdita di controllo del suo compagno « Emboar! Esci! ».

Il Suincendio obbedì, mostrandosi subito pronto a combattere « Usa Zuccata! ». La creatura si lanciò contro Golurk tentando di sbilanciarlo, eppure la Statuanimata non risentì minimamente del colpo ed Emboar rimbalzò all'indietro stordito.

Il suo nemico non perse tempo e, dopo aver alzato entrambi i pugni, li sbatté sul terreno provocando un incredibile Terremoto che fece tremare la Dragonspiral Tower. Cheren e Hilbert – quest'ultimo sempre meno presente – furono sbalzati e finirono contro il muro mentre il suino di fuoco perse i sensi.

« Rientra » disse il suo padrone sofferente per il trauma incassato « Braviary, Cryogonal, Hydreigon, tutto bene? ». I tre fecero un rapido cenno d'assenso. Golurk, intanto, si era alzato nuovamente in volo fino a raggiungere la piattaforma che costituiva il piano superiore, una serie di circonferenze concentriche sviluppate attorno alla stessa ciclopica colonna che avevano notato al pianterreno, inaspettatamente ancora integra, e che verosimilmente reggeva la cima della struttura. Una volta in altro la luce che generava si intensificò e il pokémon iniziò a precipitare verso di loro. Cheren serrò gli occhi per non dover subire l'orrenda visione della sua morte. Un rumore di crollo cancellò il silenzio e pervase l'aria assordandolo.

Sorprendentemente, però, il suono non proveniva dal pavimento sotto di lui, e soprattutto lui non era stato schiacciato dalla mole di Golurk. Ancora timoroso aprì gli occhi: si trovava sul ripiano osservato prima, quello sotto il quale il suo avversario aveva preparato il Pesobomba. Come ci fosse arrivato restava un mistero.

Si guardò intorno: insieme a lui c'erano Hilbert, Braviary, Hydreigon e Cryogonal, tutti erano stati trasportati lì. Il suo amico in particolare sembrava essersi ripreso rispetto al suo precedente stato e aver ripreso il contatto con la realtà.

« Che è successo? ».

« Siamo stati teletrasportati, penso ».

Cheren osservò sotto di sé attraverso lo spazio tra la base circolare su cui si trovava e quella appena successiva: il corpo di Golurk aveva sfondato il pavimento del primo livello ed era caduto nella piscina, dalla quale era probabilmente stato fiaccato – essendo in parte Terra – dal momento che si trovava immobile proprio sul fondo « Sì, ma da chi? … Hydreigon? ».

« No » Hilbert prese in mano il suo Pokédex e lo consultò « Solo Elgyem e Beheeyem sono in grado di imparare Teletrasporto, e nessuno di noi ne ha uno ».

« Quindi è stato… ».

« … il musicista? Ma perché? ».

« Lo scopriremo tra poco » Cheren, richiamato Cryogonal, si alzò in piedi « Siamo al piano di sopra quindi. Se ho contato bene il quarto ». I due si incamminarono percorrendo la prima circonferenza alla ricerca di un ponte.

« Ma perché mai qualcuno farebbe un labirinto qua dentro? » domandò al suo amico.

« Si racconta che in tempi lontani vi sia stata una guerra tra due fratelli. L'uno inseguiva la verità, l'altro gli ideali. Inizialmente padroni di un possente drago, il Drago Originario, la creatura decise di non schierarsi da nessuna delle due parti e si divise in Reshiram e Zekrom, i due pokémon mitologici creatori di questa regione. Poiché il conflitto che i due fratelli portavano avanti minacciava di distruggere Unova stessa, gli Ardi sigillarono a loro insaputa le due creature in due diversi luoghi ».

« Cioè c'è un mostro leggendario nascosto in questa torre? » Cheren parve dubbioso.

« Non esattamente. Stando a quanto viene tramandato, la Dragonspiral sarebbe solo la chiave per arrivarci. Ma sono leggende ».

« Hilbert, ma tu come sai tutte queste cose? Siamo amici da una vita e nessuno a me ha mai detto niente, è una cosa famigliare? ».

« Oh, beh, io ho–– » Cheren gli fece segno di stare in silenzio.

Qualche secondo di nulla, poi un rumore sordo. « Rieccolo ».

« Rieccolo cosa? ».

« Il rumore. C'è stato poco fa, ma non ero sicuro perché tu parlavi. L'aria si fa più calda o è una mia impressione? ».


Black City è una città situata nella zona orientale di Unova, quasi sulla stessa verticale di Lacunosa e non distante da Undella. Si tratta, tuttavia, della peggiore città in cui uno possa incappare in tutto il mondo abitato. Posizionata accanto alla White Forest, paradisiaco scrigno alberato in cui pokémon e umani convivono pacificamente, sembra essere stata edificata per offrire un'alternativa agli antipodi: si tratta del più corrotto, depravato e invivibile luogo possibile, una cittadina in cui valori basilari quali amicizia, fratellanza e rispetto non sono rappresentati, lasciando spazio a un'avidità quasi radicata negli animi stessi dei residenti, al maniacale desiderio di possedere sempre più di quanto si abbia. Del resto i massicci grattacieli, la fitta nebbia che preclude al sole l'entrata, l'inflazione dei prezzi che affligge il mercato locale, la totale desolazione della piazza principale non potrebbero indicare niente di diverso.

« Che schifo » fu l'inflessibile commento di Hilda all'entrata.

« Tiene fede al suo nome. Oh, un cartello ».

« “Prosperosa e vibrante”. Non l'ho capita ».

« E siamo in estate » Bianca avrebbe sorriso, ma l'assillava il pensiero di respirare a bocca chiusa per non introdurre in gola la putrida aria della città « Chissà in autunno come dev'essere questo posto ».

« La prossima volta ci va Hilbert a sud ».

Le due attraversarono la piazza centrale, illuminata con lampioni artificiale e non con luce naturale, con assoluta noncuranza, complice l'assenza totale di persone « Un Pokémon Center. Sbrighiamoci, così poi usciamo ».

« Sperando ci sia qualcuno dentro ».

Con buona pace di Hilda, all'interno del centro vi era un trio di abitanti situato a tre diversi angoli della struttura con una parvenza comune quasi esanime. In compenso non vi era alcuna infermiera pronta a curare i pokémon; al contrario tutto ciò che era presente era una delle macchine che solitamente si trovano dietro al banco, aperta in questo caso all'uso di tutti. Due dei sei spazi adibiti alle Poké Ball erano stati rotti, a riprova dello stato di abbandono in cui versava il luogo.

« Perché mai questo posto esiste ancora? » chiese Hilda sottovoce « Dovrebbe essere stato chiuso cinque o sei volte visto come è ridotto ».

« È lo specchio della città » Bianca si avvicinò a uno dei tre, che parve destarsi dal suo stato cadaverico « Mi scusi, per caso lei ha visto un essere volare sopra Black City di recente? Dovrebbe essere passato circa a mezzogiorno di oggi ».

Per tutta risposta, l'uomo si drizzò dalla posizione semi-sdraiata in cui era a una più logica seduta « Come ti chiami? ».

« Bianca. Lei è Hilda ».

« Bene, Bianca, sei uscita da questo Pokémon Center di recente? ».

La ragazza non ebbe risposta da dare, non avendo compreso la domanda: per la prima volta in tutta la sua vita tutto ciò che riuscì a fare fu un timido cenno di assenso.

« Hai alzato gli occhi? La nebbia l'hai vista? ».

« Sì ».

« Come pretendi che qualcuno veda qualcosa nel cielo se non riesce a vedere il cielo? ».

« Capisco » Bianca si ritrasse in un sentimento frammisto di ripugno e imbarazzo, dopodiché uscì dall'edificio « Arrivederci ».

« Che scontroso » osservò Hilda.

« Qui non caviamo un ragno dal buco. Andiamocene e chiediamo alla White Forest ».

« Ah, aria pulita, mi sembra di non respirarla da una settimana ».

Dopo pochi passi fuori dal centro, però, le due si fermarono mentre una dolce voce risuonava nell'atmosfera attorno a loro. La melodia, molto orecchiabile, sembrava provenire da ogni lato indistintamente, come se decine di gole la stessero eseguendo nel medesimo momento e al medesimo tempo. La serie di note echeggiò per una trentina di secondi, poi si spense di colpo lasciando di nuovo spazio al ritorno del silenzio mentre la sua scia sonora sbiadiva e svaniva.

« Cos'è stato? ».


Di nuovo un tonfo sordo, questa volta un tremolio.

« VAI VIA! » gridò Hilbert all'improvviso scattando verso il ponte più vicino. Cheren lo seguì d'istinto, mentre il rumore si ripeteva più forte.

Poi un boato. La sezione centro-destra del quinto livello collassò centrando il cerchio su cui i due ragazzi poggiavano i piedi e troncandone un arco. Al pezzo roccioso seguì una creatura mostruosa che atterrò sulla parte integra del sostegno appena colpito, facendolo inclinare dal suo lato. Cheren ebbe i riflessi pronti e saltò la parte di corona circolare di precipizio più vicina, arrivando direttamente sulla circonferenza più esterna soltanto con le mani e lasciando il resto del corpo dondolante sul burrone. Hilbert non ebbe una reazione altrettanto svelta e rimase su quella che sopportava anche la massa dell'intruso. Quando questi alzò il capo e si mostrò, i due sobbalzarono: era un Druddigon.

Il peso del drago continuò a fare inclinare il sostegno e, di riflesso, anche quelli adiacenti che erano collegati mediante ponticelli lignei.

« BRAVIARY! » ordinò Cheren « Iper Raggio! ».

Un fascio bianco fuoriuscì dal becco del pokémon Baldanza; tuttavia il giovane osservò con orrore che anche la bocca di Druddigon stava facendo lo stesso. Tentò di arrestare il colpo ma era troppo tardi: i due attacchi si scontrarono non lontano dalla postazione di Hilbert e produssero un flash accecante. Un nuovo tremore investì Cheren sbilanciandolo e lasciandolo di nuovo appeso di fortuna al sostegno ligneo. Quando il fumo si dissolse le tre parti erano ancora vive, ma il drago era stato nettamente avvantaggiato dall'esito.

« TUTTO BENE? » domandò Hilbert ancora in condizione precaria.

« Non c'è male ».

Il corpo della creatura si illuminò di luce rossa « CHE STA FACENDO? ».

In un attimo Druddigon volò nella sua direzione con un Oltraggio spaventoso. Cheren si abbassò di riflesso e sfiorò il busto del drago che, di conseguenza, fallì il colpo e andò a schiantarsi contro la parete di pietra della struttura: il tremore risultante sbalzò il giovane dall'altro lato del cerchio, il cui angolo di inclinazione era frattanto diminuito a causa dell'assenza del peso del loro avversario « OLTRAGGIO? MA HA USATO L'IPER! DOVREBBE ESSERE ESAUSTO! ».

Il drago si riprese e scattò nuovamente verso Cheren, che ancora una volta ebbe pochi istanti per reagire « BRAVIARY, PROTEZIONE! ».

Lo scudo fu infranto senza grosse difficoltà dal nemico, ma conferì al ragazzo quell'attimo in più necessario a scansarsi. Per la seconda volta, Druddigon centrò la parete ricurva della Dragonspiral.

La base lignea intanto si era quasi completamente raddrizzata e Cheren poté rialzarsi e correre verso il lato opposto, cercando di raggiungere le scale il più in fretta possibile; Hilbert fece lo stesso.

Il drago era invece atterrato sul sostegno adibito a punto di appoggio per le scale che erano crollate insieme ai piani inferiori. Sotto lo sguardo dei due amici, che proseguivano la corsa verso l'incrinato ponte della salvezza, questi si rialzò e riprese a brillare.

« Muoviti! Dobbiamo salire subito! » gridò Cheren, ma Hilbert appena assestatosi sul cerchio si arrestò a guardare « Ma che fai? ».

« Siamo finiti ».

« Se stai lì, di sicuro! ».

« Lo vedi? » indicò Druddigon, poco a destra del pilastro centrale, mentre stava barcollando disorientato « È confuso ».

« Meglio! ».

« Sta puntando noi, ma quasi sicuramente prenderà la colonna ».

Cheren comprese « Quella regge tutto ».

« Esatto ». La creatura intensificò la luce emessa.

« E ora che–– » il ragazzo subì una possente spinta da parte di Hilbert che gli fece spiccare un involontario salto verso il ponte, passandolo del tutto. Druddigon quasi contemporaneamente balzò sulla circonferenza lignea, provocandone nuovamente l'inclinazione. Cheren tentò di raggiungere nuovamente il suo amico, ma notò quasi subito che il raccordo tra la pietra su cui stava e il legno che aveva appena lasciato era prossimo a crollare.

« CHE FAI? SALTA SUBITO ANCHE TU! ».

Hilbert, per tutta risposta, si voltò verso di lui e sorrise « Hydreigon, Dragobolide! ».

Il suo amico avrebbe voluto reagire, fermarlo, salvarlo, ma non poté fare niente: Hydreigon forse si aspettava quell'ordine, perché scatenò una pioggia di meteoriti in un tempo brevissimo, tanto da anticipare Druddigon com'era nei piani di Hilbert. La serie di cerchi crollò insieme al pezzo di pietra oltre lei lasciando dietro di sé una nube di polvere che impedì a Cheren la visuale. Quando essa si diradò, ciò che il giovane fu in grado di vedere fu solo il pilastro ancora intatto, e nient'altro. Due terzi della Dragonspiral Tower erano definitivamente stati distrutti, e con loro il suo compagno d'infanzia.

   
 
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