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Autore: Lunkas    26/01/2012    1 recensioni
 La gente spera nel paradiso dopo la morte.
Io il paradiso lo raggiungo ogni momento.

 
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Heaven's sins
 






http://www.youtube.com/watch?v=22ut_pzoWgY&feature=related




  http://www.youtube.com/watch?v=22ut_pzoWgY&feature=related 

 Il paradiso è troppo lontano per quelli diversi da me.
 

Io sono solito perdermi.
Lasciare il sentiero è il mio mestiere, e non me l’ha insegnato nessuno.
Mi ci hanno costretto.

strappa inietta

Quando guardo il sole gli occhi non mi fanno male. I miei sono gli occhi di un morto, talmente dilatati che la sola pupilla copre il colore dell’iride.
Per la gente sono un morto che cammina.
Per mio padre sono morto.
Per mia madre sono morto.
Per Dio sono morto.

tira fuma striscia scoppia

Il mondo è pieno di neve.
Le mie mani sono piene di neve.
Sento la neve scoppiarmi nel cervello, insieme a quei neuroni che tengono collegato tutto. Sento che mi chiama, non resisto. Mi piego.
Neve, neve dappertutto. Bianco, candido, immacolato.
Paradiso.

scoppia sniffa tira inietta

Quando ero un bambino mia madre mi teneva sulle ginocchia.
Poi mi ha sbattuto la porta in faccia.
Sono un cane, il mio corpo non tiene per se nemmeno un briciolo di calore.
Mani scheletriche.
Bocca semiaperta.
Naso che cola.
Mi perdo di nuovo.

INIETTA INIETTA INIETTA

La gente spera nel paradiso dopo la morte.
Io il paradiso lo raggiungo ogni momento.
Quando sento il mio sangue ribollire mi sento vivo.
Deve essere così, la pace eterna.

tira fuma inietta scoppia

E’ assordante questo rumore.
La voce grida, la voglio far tacere.
Da dove vieni, voce?

trita trita trita

I cristalli gialli scoppiano ed il tubetto brucia
Il sangue mi ribolle.
La neve va e viene, troppo preziosa.
Un fuoco mi scende giù per la gola.
Lo stomaco lo accoglie con piacere.
Un'altra parte di me si allontana.

tira tira tira

Nebbia.
Quand’ero un essere umano mi piaceva.
Quando qualcuno mi parlava di libertà.
Mi raccontava storie, il mio papà.
Poi anche lui mi ha chiuso la porta in faccia.

tira sniffa inietta

Quando credevo in Dio avevo paura.
Ora anche Dio mi ha abbandonato, e sono rimasto con la paura dell’uomo.
Dio, dove sei?

TIRA TIRA TIRA TIRA

Non mi piace farlo.
Ma la voce mi costringe.
Ero libero quando ero imprigionato.
Ora sono imprigionato dalla libertà.
Mamma.

tira sniffa inietta scoppia

Quando cammino per strada c’è un abisso davanti a me.
Spero sempre di centrarlo con i piedi.
Cadere
Cadere
Cadere
Cadere

inietta inietta inietta

Ho bisogno di aiuto, ma nessuno mi vuole bene.
Mamma.

Inietta tira sniffa scoppia MUORI MUORI MUORI

Volevo morire, quando ero vivo.
Ora sono morto e voglio vivere.
Devo dare retta alla voce. Lei mi vuole bene.

MUORI MUORI MUORI

Mia mamma mi voleva bene.
Dove sei, mamma?
Mamma.
Mamma?
Mamma, ti prego.

INIETTA TIRA SCOPPIA SNIFFA

Sta arrivando.
La mia pupilla può vederlo. E’ lì, mi aspetta.
Devo correre, oppure andrà via.
Ma le mie gambe non ci sono più.
Mamma, ti prego, salvami.

MUORIMUORIMUORI

La neve torna a cadere.
Bianco.
Bianco dappertutto.
La neve mi piaceva, quand’ero un essere umano. La neve creava cose belle.
Ora le distrugge.

INIETTASCOPPIATIRASNIFFAMUORI

Devo obbedire?
Ti ricordi, Mamma, quando mi sgridavi perché ti disobbedivo?
Mi sgrida anche questa voce, Mamma.
Mamma, cosa devo fare?

INIETTAINIETTAINIETTA

Il sangue bolle, la testa è pesante.
Non ce la faccio, mamma.
Mamma, che succede?
Mamma, è notte.
Mamma, non voglio andare a dormire. Nel buio torna a cadere la neve.

TIRATIRATIRATIRA

Nebbia. Nebbia scura.
So cosa vuol dire, ma l’ho dimenticato.
Mamma, ti prego, sgridami.

SCOPPIASCOPPIASCOPPIA

Eccoli, i cristalli d’oro.
Hanno una loro melodia di vita.
E portano morte.
Mamma, ti prego, raccontami una storia.

MUORIMUORIMUORI
La voce, mamma, la voce.
Abbassa la voce, mamma.
Abbassati, voce.

muorimuorimuori

Non sapevo badare a me stesso.
Lo sapevo.
Ora devo badare ad un morto
Il morto ha tante necessità.
Tante, tante.
Troppe.
Mamma, mi serve il tuo aiuto.

MUORI

Il respiro soffocato dalla neve.
Claustrofobia.
Ho paura.
Ma i morti non hanno paura.
I morti fanno paura.
A me fanno paura i vivi.
Forse sono ancora vivo.

MUORISNIFFATIRASCOPPIAMUORI

Occhiaie.
Occhiaie, le mie. Ho trovato uno specchio.
Sul mio volto ci sono solo occhiaie.
Ho ricordato ciò che sono.
Non sono morto.
Non sono vivo.
Non voglio dire cos’è quel riflesso.

INIETTASNIFFATIRAMUORI

Mi fa male il cuore.
Mi fa male la testa.
La voce vuole prendermi del tutto.
Io non sono più forte come quando ero piccolo.

MUORIMUORIMUORI

I bambini sono forti.
Da grande ho cominciato a morire.
Ricordo il dolore di quelle porte chiuse in faccia.
Ricordo la gioia della neve.

sniffasniffasiniffa

Mamma.
Mamma, le madri non chiudono le porte in faccia.
Mamma che mi teneva sulle ginocchia.
Il rumore secco di quella porta.
Il paradiso raggiunto dopo l’inferno.

INIETTAINIETTA

Oh, lo ricordo.
Lo ricordo il dolore.
Quella sensazione agrodolce.
Dov’eri, mamma?

INIETTATIRASNIFFASCOPPIAMUORI

Mamma, non venire.
Hai sempre tanto da fare, mamma.
Lo so che sono stato importante per te.
Ma mai più importante delle tue tante cose, mamma.
Non ci sei, mamma. Mi volto.
Sono a terra con il respiro assente.
Mamma, mi ricordo il dolore di quella porta sbattuta in faccia.

muori


 

   

















[Angolo autrice]
Ho esitato molto a pubblicare questa storia perché la sento molto mia. Praticamente mi ci sono riversata dentro, Dio mio!
Non credo sia intelligibile, per la forma principalmente; ma mi è uscita così ed ho voluto lasciarla invariata. Il link che ho inserito all'inizio è un Requiem (ma va?) e, insomma, ha ispirato un po' tutto questo.
Se vorrete, una recensione sarà ben gradita.
-Alopex_







  
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