Anime & Manga > Pokemon
Segui la storia  |       
Autore: Afaneia    26/01/2012    0 recensioni
Chi è Luisa? Un tempo non era nessuno, era solo una piccola ragazza di provincia, una piccola allenatrice di Borgo Foglianova partita all'avventura come tanti, come tutti. E ora? Ora è la Campionessa di Kanto e Johto, dopo aver superato sfide e pericoli e aver sconfitto, dopo anni di viaggio e allenamento, Lance e Rosso, il Presidente della Lega Pokémon e il vero Campione delle due regioni.
Ma la vita continua a cambiare. La piccola ragazza di provincia ora è quasi una donna e i suoi nemici (Rosso, Argento, quel ladro che conobbe il primo giorno del suo viaggio) stanno cambiando e le loro relazioni mutano con loro. E soprattutto, ciò che cambierà definitivamente la sua vita sarà l'arrivo di Ho-Oh, la fenice di fuoco delle leggende, che discenderà dal cielo ad annunciarle una grande verità...
Genere: Avventura, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Lance, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Saga della Prescelta Creatura'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

“Ci aspettavate?” chiese Luisa, stupita, quando i tre sbarcarono a Torre Latta.

Ho-Oh assentì. “Sospettavamo che sareste venuti. Hai sconfitto la Lega, Prescelta Creatura. Quale posto migliore per celebrare la vittoria?”

Era vero. Da quale altro posto valeva la pena guardare un mondo su cui si era vincitori, se non dalla Torre di Latta?

Mew fluttuò attorno alla ragazza.

“Siamo felici che tu abbia vinto, Prescelta Creatura. E siamo felici che, finalmente, voi tre abbiate trovato la vostra strada e siate sereni.”

“Grazie di esserti mostrato al Pokéfanatico, Mew” disse Lance. Il piccolo Pokémon si volse verso di lui e scivolò attorno al suo corpo.

“Siamo qui per aiutarvi. Siamo qui per voi. Chi vi è di aiuto, ci è gradito.”

“Quell’uomo” disse Argento. “L’uomo che ci ha salvati. Era scritto da qualche parte? Sapevate che saremmo andati da lui?”

“In parte” disse Mewtwo. “Sapevamo che quel vecchio saggio si sarebbe in qualche modo rivelato utile. Ma non sapevamo come.”

“Resterete qui tutta la notte?” chiese Mew scivolando attorno ad Argento.

Rimasero sulla Torre di Latta, finché non fece alba, finché tennero gli occhi aperti, e furono felici. Poi i tre giovani si addormentarono, bagnati dal sole, sul tegolato sacro di quella torre, pacifici come bambini; allora, perché la luce non li disturbasse, Mewtwo li sollevò e li condusse al piano inferiore, dove riposarono, tra le statue e gli arazzi, per molte ore fino al pomeriggio inoltrato.

Alle quattro si destarono e capirono di doverli lasciare.

“Grazie” disse Luisa quando furono sul punto di prendere il volo.

“Siamo stati felici della vostra presenza” rispose Ho-Oh. “Che questa possa essere la vostra seconda casa.”

“Tornerete quando lo vorrete” soggiunse Zapdos.

“Grazie” ripeté Lance. “Torneremo.”

“Abbiate cura di voi” disse Suicune.

I Prescelti presero il volo e si diressero verso l’Altopiano Blu, ma con calma, senza fretta. Giunti, salirono a lavarsi prima di cena.

“Quando sarete pronti” disse Lance “Salite su da me.”

Luisa salì nella propria stanza e riempì d’acqua la vasca del piccolo e grazioso bagno celeste. Si spogliò e s’immerse e restò a mollo a lungo. Poi uscì, si asciugò i capelli e indossò la maglia che aveva comprato ad Azzurropoli.

Salì le scale e raggiunse l’undicesimo piano. Non poteva aprire la porta dall’esterno, così si limitò a bussare e ad attendere che Lance le aprisse la porta magnetizzata. Argento era già lì, seduto sul divano bianco, splendente nella maglietta e nei jeans strappati acquistati ad Azzurropoli. Lance, che venne ad aprirle, era sereno negli abiti che più gli erano usuali: maglia scura, giacca blu e jeans.

Erano felici di aver riscoperto quel divertimento, piccolo e naturale, del vestirsi, del vivere alla giornata. Alle sette e mezza, un campanello suonò a informarli che la cena era pronta. Scesero al quinto piano.

Attorno al tavolo erano già raccolti i Superquattro. A quella vista, Luisa e Argento si fermarono, preoccupati.

“Lance…”

“Cosa c’è? Avete paura?”

“Sì.”

“Non preoccupatevi. È tutto a posto. Rispondete tranquillamente alle domande. Comportatevi normalmente.”

Era la prima volta che cenavano tutti assieme. Nei giorni precedenti, nonostante Luisa e Argento fossero sempre stati lì, tra i vari preparativi per la Lega, pranzi e cene erano sempre stati fatti a vari orari. Ora che tutto era concluso, finalmente avrebbero di nuovo cenato normalmente.

Andarono a sedersi e cominciarono a mangiare.

“Siete stati molto bravi entrambi, durante la Lega” disse Agata rivolta a Lance. “La nostra abilità, in confronto alla vostra, è certamente di poco valore.”

“Non devi dire così” rispose Luisa. “Questo non è vero.”

“Lo è” replicò Agata. “Credi che non lo sia, forse? Molto bello, detto dalla più forte allenatrice di Pokémon del mondo.”

“Dove siete stati?” domandò Lorelei. “Siete ricomparsi alle quattro dopo una notte e quasi un giorno!”

“Siamo stati a festeggiare” rispose Lance, sorridendo dolcemente.

Era tranquillo, voleva mostrarsi distratto. Lorelei lo guardò infuriata.

“Lance, sono stanca di questi segreti. Perché non vuoi mai dirci nulla?”

“Perché lavorate per me” rispose Lance. Sollevò un calice di vino e ammiccò verso Lorelei. “Perché vivete qui. Ma non potete leggere nella mia vita.”

La ragazza scosse il capo. “Ci conosciamo da anni, Lance. Perché non vuoi fidarti di noi?”

Fu il turno di Lance di scuotere il capo. “Ho fiducia in voi, Lorelei. E vi amo molto, ma no, non posso rivelarvi ciò che nascondo.”

“Possiamo smettere di parlarne?” domandò Argento in tono petulante. “Nessuno di noi dirà nulla riguardo a questo, perciò non potremmo cambiare argomento?”

Per quanto bello restava un bambino capriccioso. Lorelei lo guardò.

“Sei solo un ladruncolo. Hai anche il coraggio di parlare?”

Le sue parole suscitarono un’indignazione generale. Argento arrossì di rabbia, ma non ebbe il tempo di reagire, perché Lance, infuriato, si alzò a mezzo sbattendo le mani sul tavolo.

“Lorelei! Non ti permettere mai più!, mai più di dire una cosa del genere alla mia tavola, mai più! Mai più, hai capito? Non ti permetterò d’insultare i miei amici in casa mia, è chiaro?”

“Forse non è vero, Lance?” lo sfidò Lorelei, il mento orgogliosamente alzato. Forse non era un ricercato, prima che la Campionessa lo prendesse per pietà?”

“Lance, lascia stare. Lance!” disse Argento a bassa voce, ma Lance non lo ascoltò.

“No! Lorelei, io non ti permetterò oltre di ingiuriare i miei amici, va bene? E se non accetti le mie compagnie, puoi lasciare Indigo Plateau, stanotte stessa! Vuoi andartene? Vattene!”

Lorelei mantenne lo sguardo fisso. Era una sfida.

“Non puoi cacciarmi, Lance.”

“No? I Superquattro sono un marchio registrato della mia società. Se non rispetti le persone che, d’ora in avanti, frequenteranno la mia casa, puoi andartene quando lo desideri. Ma non ti permetterò mai più di dire una cosa come questa alla mia tavola, sotto questo tetto!”

Fremeva di rabbia. Lorelei non abbassava gli occhi.

“Lance, lascia perdere” mormorò Argento “Non è nulla di grave, non è successo niente…”

“D’un tratto si udì bussare alla porta della sala da pranzo. Sorpresi, tutti si voltarono per vedere l’infermiera Joy far capolino.

“Signor Lance, è arrivato il signor Blu. Vuole che lo faccia aspettare?”

“No” rispose Lance, sospirando. “Lo ricevo immediatamente.

“È andato a parlare con Rosso.”

“Lo so. Dev’essere distrutto” rispose Luisa.

“Per questo dobbiamo riceverlo ora.”

Lance si alzò in piedi e sbatté con rabbia il tovagliolo sul tavolo. “Non finisce qui, Lorelei. Se vuoi dimetterti, fammi avere le tue dimissioni sulla mia scrivania. Andiamo da Blu, ora.”

Si diresse a grandi passi verso la porta. Gettandosi uno sguardo, Luisa e Argento si alzarono e lo seguirono.

Blu li attendeva al piano terra, silenzioso e pensieroso. Balzò in piedi quando entrarono nella sala.

“Capo, perdonami, non sapevo che foste a cena, non…non sapevo che ora fosse.”

Lo guardarono impietositi, vedendo gonfi i suoi occhi tanto belli, rosse le sue labbra fine e tremanti.

“Stavate cenando. Non volevo disturbarvi.”

“Non avevamo molto appetito” rispose Lance. “Sei andato da lui, Blu?”

Blu esitò. Torcendosi le mani, rimase seduto.

“Ho…ho perso la cognizione del tempo” mormorò senza guardarli. “Sono stato là. E sono stato da altre parti. Per tutto il giorno. Ma non mi ricordo dove. Allora sono venuto qui.”

“Hai fatto bene” disse Argento.

“Posso parlare con Luisa?” chiese Blu. Solo allora si rese conto che la ragazza era già lì.

“Cosa devi dirmi, Blu?”

“Stanotte sfiderai Rosso.”

“Sì.”

“Cerca di sconfiggerlo.”

Confusa, Luisa sbatté le palpebre. “Cosa intendi dire?”

“Rosso tornerà da me solo dopo essere diventato il più forte. Ma non lasciare che ti sconfigga solo perché hai pietà di noi.”

“Non lo farò” rispose Luisa.

Blu sospirò e scosse il capo. “Rosso deve diventare il più forte, ma deve diventarlo realmente, non deve solo illudersene. Sai…credo di amarlo troppo per permettergli di rinunciare al suo sogno.”

Avrebbe pazientato. Avrebbe atteso finché Rosso non fosse tornato. Tornato con le sue gambe, per sua volontà.

Blu si alzò e abbozzò un inchino nei confronti di Lance, poi si avvicinò alla porta. Tremava. Lance lo richiamò.

“Blu…resta qui per stanotte.”

“No, Lance. Tornerò alla mia palestra.”

“Non puoi andare in questo stato, Blu.”

Il Capopalestra scosse la testa. “Non voglio restare, Lance. Voglio andarmene.”

Era ormai sulla porta. L’aprì e uscì. Si fermò prima di richiudere. Ma non disse niente e volò via.

“Ho pietà di lui” mormorò Argento quando furono soli.

“Lo so” rispose Lance a bassa voce. “Non pensiamoci ora. Stanotte andremo a Monte Argento. E io ho ancora fame. Non abbiamo mangiato quasi niente.”

Argento sospirò. “Lance, mi dispiace per quello che è successo.”

“Chi manca di rispetto a voi, manca di rispetto a me” rispose Lance voltandosi. “E io esigo che mi si porti il rispetto che mi è dovuto, in questa casa. Torniamo a finire di mangiare. Più tardi ci metteremo in marcia.”

 

Quella notte quindi lasciarono Altopiano Blu e raggiunsero il Monte Argento.

“Vuoi che veniamo con te?” chiese Lance.

Luisa guardò la cima del monte.

“Sì” rispose infine. “Sì, venite con me. Non voglio stare senza di voi.”

Scalarono il Monte, dunque. Raggiunta la cima, entrarono nella grotta.

Rosso era seduto a terra, la schiena appoggiata contro la parete rocciosa della grotta, gli occhi chiusi che si aprirono immediatamente quando i tre entrarono.

In quegli occhi rossi, Luisa vide un pianto che era durato tutta la notte.

“Bene, Luisa. Ci siamo, infine” disse alzandosi. Era strafottente, odioso, incredibilmente bello. “Sei venuta. Credevo che non ce l’avresti fatta a trovare il coraggio.”

Luisa non rispose. Camminando altera, percorse la grotta e salì i gradini di pietra che la condussero alla solida piattaforma rialzata, fino a trovarsi di fronte a Rosso.

“Io non ho paura, Rosso.”

“No. Lo so che non ne hai. È per questo che ti dico che faresti bene ad averne.”

“Iniziamo, Rosso. Non ho tempo da perdere con te.”

E iniziarono a combattere. In entrambi mancava quell’eleganza che contraddistingueva Lance: combattevano soltanto. Selvaggi, violenti, rabbiosi.

“TUONOSHOCK!”

“LANCIAFIAMME!”

“Non credere di poter andare avanti così per sempre!”

“E per quanto, allora?”

“GETTO D’ACQUA! Tu sei l’unico ostacolo che mi separa da Blu!”

“RUOTAFUOCO! Solo tu sei il tuo ostacolo, Rosso! Perché potresti tornare, se lo volessi!”

“FOGLIELAMA! Ma io dimostrerò a Blu che posso farcela, che posso dargli qualcosa!”

“BRACIERE! Smettila di parlare e combatti, se è questo che vuoi!”

E lottavano. Semplicemente. Perché era l’unica cosa che sapevano fare.

Perché era l’unica cosa che sapevano fare.

E Luisa vinse, ancora una volta. Rosso rimase a guardarla, in silenzio.

“Sono ancora troppo debole, Luisa.”

“Lo so.”

“Ma l’anno prossimo, io sfiderò la Lega Pokémon. E allora, sarò forte abbastanza per sconfiggerti.”

Luisa lo guardò freddamente.

“Ci conto” disse, e se ne andò con i suoi compagni.

 

Un caloroso ringraziamento a TokorothX3 per la cortese recensione. Colgo l’occasione per ribadire che sarebbe ben accolto qualsiasi genere di commento, positivo o negativo: sebbene questa sia una storiella da nulla, scritta solo per divertimento, avrei ugualmente piacere di sapere cosa ne pensate.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Pokemon / Vai alla pagina dell'autore: Afaneia