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Autore: MartyMartuzz    07/09/2006    1 recensioni
la protagonista è una mia amica e questa storia sarà basata sulla coppia Mary(la ragazza che conosco) e Ron. Sotto sua richiesta la pubblico! E presto farò un continuo. Spero sia di vostro gradimento cm lo è stato per lei ed è la mia prima pg13!=)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“La mia bella stella, chiamata Marianne”

TITOLO= “La mia bella stella, chiamata Marianne”

AUTORE= MaRtY_90

SERIE= Harry Potter

RATING = PG 13, one-shot

GENERE= Romantico

PAITING= Ron+ Nuovo personaggio (Mary, una mia amica)

NOTE= Lettori cari, recensite ve ne prego!!In oltre la prima frase in francese, quella che dice Mary vuol dire “Arrivederci mio bel passato, non ti dimenticherò” e l'altra frase, quella alla fine che dice Ron “Si dice che il vero amore si scopra solo quando si sbaglia persona da amare, ora so cosa vuol dire”.

DISCLAIMER= Questa fan fiction non è nata a scopo di lucro, ma è stata scritta solo per divertimento. I diritti appartengono a JKRowling, tranne il personaggio Mary che è una ragazza reale che qui avrà 16 anni.

RINGRAZIAMENTI= Ringrazio Mary, la mia musa ispiratrice, così spacchi meno le scatole quando faro le mie scenette lemon di “Hermione in love” con protagonista Ron XD Me ti vuole benissimo, e spero che ti soddisfi pienamente! ^^ Ho cercato di essere più fedele possibile alle tue richieste.

Una pecorella... due pecorelle... quattro pecorelle, no tre pecorelle... no aspetta...ma poi perché devono essere proprio delle pecorelle? E se fossero delle mucche? O delle galline? ... E io dico che sono delle papere!...Comunque ero a tre, no quattro...

Con il viso posato sopra le braccia rannicchiate sul piccolo davanzale, Mary cercava di passare quell'interminabile viaggio in treno facendo la conta più vecchia del mondo. E' incredibile quanto possa sembrare senza logica per lei anche la cosa con significati più elementari. In fin dei conti perché essere costretti a pensarla come tutti gli altri? Lei non voleva le pecorelle, ma delle papere e anche se non poteva capire il motivo di questa scelta, così era per Mary e così rimaneva finché avesse voluto. Il conformismo non era proprio nei suoi piani... anzi, non comprendeva nemmeno il significato di questo vocabolo, se solo non fosse stato riportato nei dizionari e così inciso nella storia.

Se gli alberi , dicevano, erano degli esseri noiosamente amebici, lei poteva immaginarli come dei superbi esseri viventi mascherati da innocui bambocci pronti all'attacco!

E' stravagante? Beh, si un pochino... un po' molto... in certi punti di vista... Diciamo che lei era un po' singolare come spirito (pienamente libero) , non si scoraggiava se gli altri le dicevano di tornare sul pianeta Terra e di crescere... Lei era lei, lei non sarebbe cambiata per nessuno al mondo, lei sola poteva decidere se condividere o meno le idee altrui...

Lei era cosi, eccheccacchio!

Comunque torniamo alla nostra storia...

dove eravamo? A sì... Mary annoiata che meditava sulla conta delle pecor... papere, in uno scomparto di un espresso scolastico che per ovvi motivi non aveva mai nemmeno visto, sola soletta ad attendere ... di arrivare a destinazione? No, meglio il carrello dei dolci...

Cioooccooooraaaneee... baaaccheeeetteee di gustosissimo zuccheeerooo... aaahhhh....

... meglio sorvolare questo pensiero della nostra protagonista...

Ma parliamo di cose più coerenti, del tipo... lei, chi cavolo è?

Sì, giusto, ottima domanda. La donzella in questione di nome voi sapete quale, è una giovane di sedici anni appena compiuti con dei bellissimi capelli biondo-castani lisci e lunghi fino sopra le spalle, con la frangia raccolta all'indietro con una spillina e due meravigliosi occhi castani purtroppo sormontati da occhiali con una montatura alla moda.

Non immaginatevi una super figa stra-mega sexy rubacuori... Avete presente le ragazze che non sono né splendide né orride? Sì esattamente la rifilerei in quella cerchia.

Ma ora non sottovalutate il suo giovane e bel fisico. I suoi 170 cm circa e il suo corpo slanciato non sono proprio niente male...

Questa giovane fanciulla, consapevolmente, ha deciso di mutare la sua vita o almeno le sue abitudini. Una delle migliori studentesse di Beauxbatons ha ricevuto un invito dal Preside della Scuola di magia e Stregoneria di Hogwarts per frequentare gli ultimi due anni di studi in quel luogo, invece che terminarli nella Scuola Francese.

In quel momento i suoi pensieri ritornarono a una sera di due mesi prima, quando arrivò quella lettera così inaspettata. Lei era nella sua camera sul proprio letto con altre sue amiche e in un sol momento la sua vita ebbe una svolta.

Sapeva di essere una studentessa modello, forse la più qualificata di tutta la sua scuola, ma non ci dava troppo peso a questa sua dote. Una volta che riceveva il massimo dei voto si sentiva appagata e perciò null'altro si aspettava. Il suo compito era stato eseguito.

Sul momento pensò ad uno scherzo, ma era troppo ufficiale la presentazione e il timbro di ceralacca.

Egregia Signorina Bote

la informiamo che è stata invitata presso la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts per terminare il suo impeccabile titolo di studio bla bla bla...

Beh mica tanto 'bla bla bla'! Per tutte le bacchette, sarebbe andata in Inghilterra, il paese madre dei suoi gruppi musicali preferiti come le Sorelle Stravagarie!! Yhap! Che fortuna!!... Beh sì, anche per via del suo proseguimento studentesco ad Hogwarts, in fin dei conti non doveva essere tanto male se era ritenuta l'Accademia di Magia migliore di tutta l'Europa...

In Francia, diciamolo, non averebbe potuto ottenere un ampia conoscenza delle discipline magiche come in quella Inglese e perciò sarebbe stata sprecata una mentalità di così efficiente potenziale.

E ora, in quello scomparto dell'Espresso che le avevano detto serviva solo per trasportare gli studenti ogni anno ad Hogwarts, si stava dirigendo ad una nuova scuola, ad un nuovo Paese, ad una nuova vita.

La cosa che più rimpiangeva erano le sue amicizie... la lontananza poteva dividere loro le strade e così perdersi. Nemmeno era arrivata che già sentiva nostalgia della sua Scuola, della sua Francia...

Au revoir mon bel passè, je ne t'oublierais jamais...

Eh no Mary, aggiunse poi lei, ad Hogwrats non potrai parlare in francese...

Ebbe un momento di sconforto. Si rese conto che le sue abitudini sarebbero cambiate radicalmente ... Come aveva potuto solo immaginare che non sarebbe stato così? Beh, nemmeno ci aveva pensato se vogliamo proprio dirla.

Tra i suoi pensieri nemmeno si rese conto che fuori dal finestrino il paesaggio naturale che pareva sfrecciare davanti ai suoi occhi, diventava sempre meno visibile per via del crepuscolo.

Era già giunta la sera e tra poco più di un'ora sarebbe stata ora di cena o almeno secondo quello che aveva scritto il professore Silente nella lettera.

Si stava quasi addormentando quando il treno cessò la sua apparentemente interminabile corsa.

Con un soprassalto per via della frenata, Mary si svegliò e di fretta indossò il mantello così differente da quello della sua divis... vecchia divisa.

Prese il suo baule e lo fece appoggiare a terra per poi trascinarlo per il corridoio e poi giù dal mezzo di trasporto.

Intanto che passeggiava diretta all'uscita, il suo sguardo si concentrò fuori dai vari finestrini per scorgere quello che poteva del paesaggio.

L'oscurità presto rese impossibile la visuale del luogo, ma venne colpita da un castello in lontananza che mai aveva visto.

“E'... bellissimo...”

Disse la ragazza con occhi sgranati, nel mirare un tale splendore di raffinatezza architettonica illuminata da luci interne che facevano così possibile notarlo nell'oscuro manto della notte.

Quell'impressionante castello non aveva nulla di cui invidiare alle cattedrali o costruzioni gotiche che era abituata a vedere.

“Signorina!... Mademoiselle!” udì Mary, riportata nella realtà da quel richiamo alquanto privo di accento francese. Sorrise ridendo brevemente e nella direzione della voce disse

“Non si preoccupi, so parlare l'inglese...” ma non terminò la frase per lo stupore di chi si trovò dinnanzi a lei stessa.

Un uomo di grandezza spaventosa e ampiezza tale, l'aveva raggiunta goffamente. Aveva una ispida barba scura con uguali capelli e un vestiario che di elegante aveva ben poco.

Le ricordò incredibilmente per dimensioni la sua ex-preside, Madame Maxime.

“Meno male! Ci avrei messo una vita a parlarti allora!” rispose il gigante, ridendo.

Sembrava tutt'altro che minaccioso e Mary capì immediatamente che poteva fidarsi di quell'individuo così originale. Sorrise apertamente

“Buonasera. Piacere di conoscerla mi chiamo Marianne. Mi chiami Mary”

Il gigante velocemente per darsi un contegno, si tirò su la cinta e poi rispose sorridendo ancora

“Piacere mio Mary! Benvenuta ad Hogwarts! Io sono il Custode e Guardiacaccia della scuola. Il mio nome è Hagrid.” Mary allegramente porse la mano e lui la prese con il mignolo.

Lei rise e poi aggiunse

“Mi sembra quasi di parlare con Madame Maxime! Sa, era la mia preside “

A quel nome Hagrid divenne rosso fuoco e balbettò

“ Oh, c-come sta? T-tutto bene spero!”

Mary parve confusa

“certamente... Ma lei la conosce? Ma certo che sbadata! Qualche anno fa era venuta qui per via del Torneo Tremaghi!”

Lui parve sognante e sorrise da ebete, annuendo. Tornò in sé scuotendo la testa e si sbrigò a dire

“ Perbacco Mary! Stiamo facendo aspettare l'intera Hogwarts! Meglio muoversi!” e detto questo fischiò con le dita e ben presto una carrozza senza qualcuno che la trainò arrivò.

Mary come sotto indicazione di Hagrid salì a bordo e la salutò dicendole che sarà sempre la benvenuta nella sua capanna, ai limiti della Foresta Oscura. Lei stava per chiedere cosa fosse questa foresta, che la carrozza partì.

In pochi minuti arrivò davanti all'ingresso della Scuola e rimase di nuovo sbigottita nel mirare un tale spettacolo di raffinatezza della struttura.

Sorridendo scorse una lanterna proprio alla soglia del portone chiuso e mentre si avvicinava, sentendo la carrozza allontanarsi, scorse un vecchio uomo con sguardo alquanto minaccioso che la squadrava.

“Altri marmocchi sudicioni che mi rovineranno la vita... “ boffonchiò Mastro Gazza.

Mary capì che con lui mai e poi mai si sarebbe fermata per una chiacchiera. Hagrid incominciò a mancarle!

Senza una parola di più, l'uomo fece aprire il portale e solo allora si rese conto che non erano soli: un gatto si stava strusciando contro le gambe del vecchio, ringhiando quando la fissava.

Il bagliore che uscì dall'ingresso la travolse troppo velocemente e fu obbligata a serrare gli occhi. Quando lì riaprì si trovava in un Salone d'Ingresso degno di un castello importante qual'era. Delle fiaccole appese ai muri illuminavano lo spazio e mentre si girava attorno per scorgere una grande scalinata di marmo, varie porte tra cui una sulla destra più grande e infine quattro enormi clessidre sui lati della soglia contenenti strane pietruzze, si domandò eccitata come sarebbe stata la sua vita d'ora in poi.

“Mi segua” sbottò l'uomo che le pareva alquanto irritato.

“Alla faccia della mancanza di amore nella sua vita...” disse senza pensarci la ragazza, alzando gli occhi al cielo.

“Come?” chiese lui, senza aver udito bene.

Mary sbarro gli occhi e sorrise istericamente scuotendo le mani.

Gazza si voltò brusco e si avviò verso il portone più immenso.

“Resti quì”  e poi lo aprì tanto quanto bastava per entrarci per poi richiuderlo dietro di sé.

Quello che intravide la spiazzò. Sentì fin da quando era entrata nel castello del vociare che però pareva distante, ma invece era tutto contenuto a pochi metri da lei, proprio in quella stanza che da quello che aveva visto pareva immensa.

Ci saranno stati almeno una centinaia di ragazzi della sua età e non, che sedevano a cenare. Il panico la travolse quando immaginò se stessa avventurarsi in quella Sala.

“ Mary, stai calma, Mary stai calma... “ ripeté lei con il battito cardiaco incredibilmente veloce.

Non ebbe il tempo di ripeterlo una terza volta che l'anziano signore era tornato per poi avviarsi verso lei.

“Mi segui, prego” e riluttante si avviò di nuovo verso la stanza, ora con Mary alle spalle terrorizzata. Se c'era una cosa che odiava era essere al centro dell'attenzione! E ora?!

Con una forte spinta aprì la prima anta della porta e poi l'altra. Davanti agli occhi della giovane parvero molte più persone che prima aveva potuto solo pensare.

Quella stanza enorme, i presenti così diversi da quelli di Beauxbaton... Era tutto così diverso...

Gazza le indicò il termine della sala e scorse un tavolo orizzontale  rispetto gli altri, con al centro un elegante mago in piedi che sembrava aspettare solo lei. Il silenzio piombò pesante e quasi insostenibile sulla povera ragazza, non appena si accorsero di lei.

Mary dopo aver ripreso l'autocontrollo, o almeno tutto quello che poteva, con passo elegante e deciso si avviò verso quell'uomo dalla lunga barba bianca e dall'elegante vestito medievale.

Tutti gli sguardi erano su di lei, li sentiva suoi e ciò non le piaceva. Ogni passo sembrava eterno, ogni passo sentiva nuovi sussurri da ragazzi che mai aveva visto, ogni passo non sapeva dove la volesse portare.

Era quasi arrivata quando Silente sorrise nella sua direzione e allargò le braccia

“Cari studenti, quest'anno abbiamo l'onore di avere tra noi una nuova giovane, appena giunta da Beauxbaton per unirsi, come da me richiesto. L'intelletto altamente presente di questa graziosa ragazza, l'ha portata qui sotto mio invito, per poterle far terminare i suoi studi tra noi. Benvenuta, a nome di tutta Hogwarts! Vedrai che ti accoglieremo calorosamente ragazza mia. Bene. Penso che sia ora di smistarti nella tua Casata. Come ti ho spiegato nella lettera che ti ho inviato, quì ad Hogwarts è molto differente il sistema rispetto alla tua vecchia scuola e Madame Maxime presumo te lo avrà spiegato, come da me chiesto. Accomodati sullo sgabello che vedi, per favore”

Il discorso era pieno di calore e questo rilassò la giovane francese alquanto tesa per la situazione. I modi del preside le davano molta fiducia e ne fu felice. Si avviò su per i pochi gradini e giunse alla piccola piattaforma dove stava lo sgabello indicato.

Si accomodò e sentì una sedia scorrere sul pavimento, per poi vedere una donna che dal tavolo degli insegnanti si stava avvicinando a lei. Sembrava severa dato il suo portamento, ma non trovò in lei nulla di minaccioso come quell'uomo che aveva appena lasciato sulla soglia di quella sala. Fece comparire dal nulla, con un movimento della bacchetta, un altro sgabello con su un cappello molto rovinato e sgualcito.

Stava per fare una smorfia di disgusto, ma poi per educazione si trattenne, ma quando lo vide avvicinarsi alla sua testa per mano di quella impostata signora quasi le venne da urlare.

Strinse gli occhi e dopo pochi secondi percepì che il cappello da mago sulla sua testa si stava muovendo e... parlando!!

“Mhh... Molto intelligente questa mente, veramente un intelletto formidabile! Sei coraggiosa, ragazza mia, infondo nessuno con poco coraggio avrebbe accettato una tale proposta... molta difficoltà ho nel smistarti... Tra i Corvonero la tua abile mente acuta avrà giustizia, eppure quella tua innata dote di pozionista ti indirizzerebbe di più verso i Serpeverde... Ma quel coraggio, oh sì, un grande coraggio e bisogno di avventure pericolose sono degne per un Grifondoro... ma dove ti colloco?”

La mente di Mary a quelle parole pensò

Intelligente, ma che ragazza brillante... ma che palle basta!Voglio l'avventura, voglio mettere alla prova me stessa e voglio avere l'opportunità di capire i limiti del mio coraggio...

“Oh oh, ma che caratterino deciso! E va bene, allora sia per Grifondoro!“

Mary arrossì, ma quando un boato di applausi esplose da uno dei tavoli alla sua sinistra sbarrò gli occhi allibita. Si chiedeva come mai tutto quell'entusiasmo e senza nemmeno chiedersi dove andare ad accomodarsi, si diresse verso quella tavolata così felice di accoglierla.

Sarà una sorta di rituale annuale per i nuovi arrivati... pensò lei mentre si incamminava verso un posto lasciato visibilmente libero per lei dai Grifondoro.

Si sentì un poco in imbarazzo a scavalcare la panca poiché portava una gonna che era molto corta rispetto a quella che indossava a Beauxbatons e irritata si chiese perché accidenti non potevano esserci delle comode seggiole singole.

Si sedette quasi dimenticandosi di trovarsi tra persone che mai aveva visto, ma ben presto dovette tornare nel mondo reale

“Benvenuta! Io essere Colin!” esclamò tutto allegro il fotografo dei Grifoni, mimando nel tentativo di farsi capire. Mary alzò un sopracciglio e gli rispose sorridendo

“Guarda che non sono dislessica” e gli strizzò l'occhio, scherzando. Il più grande dei Canon arrossì e i presenti che avevano assistito risero di gusto.

“ Non preoccuparti, so l'inglese quanto il francese. Comunque grazie mille per il benvenuto Colin. Io mi chiamo Mary” e porse la mano al giovane.

Lui la strinse raggiante e altri esclami di benvenuto le arrivarono da altri della sua Casata, presentandosi in modo molto caloroso, cosa che ringraziò mentalmente ognuno di loro.

Un battito di mani dal fondo della Sala prese l'attenzione di tutti.

Il preside incominciò a parlare

“Bene, ora che lo smistamento del nostro giovane acquisto è giunto al termine, sono felice di augurarvi buon appetito”

In quello stesso istante sotto gli occhi di tutti e quelli sbigottiti di Mary, apparvero ogni pietanza esistente.

Cercava ancora di capire quale sorta di incantesimo potesse essere tanto potente per far questo, per poi credere che microscopici folletti e fatine erano sparsi nell'aria circostante e con la loro magia avevano creato tutto ciò, che una ragazza riccia più o meno della sua età si stava sporgendo per salutarla.

“Piacere di conoscerti. Mi chiamo Hermione! Sono sicura che ti troverai benissimo quì con noi...” e si interruppe per scambiar posto con una ragazza del primo anno di fronte a Mary

“Se hai qualsiasi dubbio o vuoi sapere qualcosa di Hogwarts basta che chiedi” e le strizzò l'occhio.

Mary sorrise apertamente e rispose

“Allora Hermione, mi sa proprio che inizierò subito a massacrarti! Ma perché qui siete divisi in... beh... Grifondoro, Corvoscuro...”

Hermione la interruppe con una piccola risatina

“Corvonero. Beh, tutti gli studenti sono divisi in casate: Grifondoro, Corvonero,Tassorosso e... Serpeverde” schifata sull'ultimo nome dei quattro fondatori.

“Tutto deriva dai quattro fondatori di questa scuola e decisero così di dividere i futuri studenti per i loro caratteri e potenzialità in una di queste.”

Mary parve un po' confusa ma poi annuì

“A... Invece a Beauxbaton è molto diverso il sistema di amministrazione scolastico... Beh, sarà per me una novità!” concluse alzando le spalle.

Hermione poi decise di chiederle come mai si trovasse ad Hogwarts

“ Mary, ma come mai ti sei trasferita quì? “ e intanto prese una coscia di pollo dal suo piatto e la tagliò.

La ragazza francese ingurgitò il suo succo di zucca e rispose

“Nella mia vecchia scola avevo dei voti esorbitanti... Non penso di aver mai preso meno del massimo, ma lì non sarei riuscita a valorizzare come si doveva le mie 'potenzialità strabilianti' come le definiva Madame Maxime e perciò... eccomi qui” concluse allargando le braccia.

Hermione fece un sorriso a trentacinque denti ed esclamò

“Anche io tengo al massimo in tutte le materie!Merlino, sono troppo felice di non essere più l'unica secchiona in questo posto!” le prese le mani e Mary sorrise felice. Anche lei non si sentiva più sola. Stava per dirglielo, ma l'arrivo di due ragazzi che scambiarono il posto con quelli più vicini a Mary e Hermione, la fece tacere.

“Eddai Herm!Scherzavo prima, perché non capisci che non facevo sul serio?” disse uno dei due ragazzi che erano appena giunti.

Era veramente alto, aveva i capelli rossi, gli occhi azzurri e la pelle del naso tempestata da lentiggini. Accidenti se era carino, pensò Mary arrossendo.

“Ronald, non è uno scherzo copiare di continuo i miei compiti! Dio santo, ma non puoi farteli da solo?!” sbottò irritata la ragazza riccia.

Ron sorrise da angioletto e rispose

“Se ti dissi che sei la più bella delle bellissime di tutta Hogwarts?”

“Scordatelo” rispose lei, ignorandolo.

Lui fece una faccia addolorata e disgustata

“Ma sono il tuo migliore amico! Tutti quegli anni di pura amicizia, non ti hanno lasciato nulla in quel cuore di pietra?!”

“Sì, tutti i ricordi di quanto tu mi abbia sfruttato nel copiarmi i temi, appunti e ricerche!”

Il ragazzo arrivato insieme a Ronald, o almeno così pensava che si chiamasse,  per la prima volta parlò

“Hermione farglieli copiare o Ron non la smette più!” disse sfinito.

Dovette ammettere che Hermione conosceva proprio dei bei ragazzi.

Mary inconsciamente rise a bocca chiusa per quel battibecco e solo allora i due parvero accorgersi di lei.

Ron alzò lo sguardo e la fissò con i suoi stupendi occhi azzurri in quelli marroni di lei...

Oddio ora svengo... pensò Mary sconvolta.

“Oh, Mary scusami! Non te li ho presentati, comunque loro sono Ron e Harry”

Non riusciva a distogliere lo sguardo da quello del rosso e quando lui le sorrise e le porse la mano, arrossì violentemente.

“Piacere di conoscerti Mary! Benvenuta tra noi!” e le fece l'occhiolino.

“P-piacere mio “ rispose timida e anche l'altro le strinse la mano e le fece il benvenuto.

Dopo pochi minuti la Sala Grande, così le disse di chiamarsi la sua nuova amica, si svuotò di tutte le persone e uscì al fianco dei tre ragazzi.

Stavano ridendo di un avvenimento buffo che stava raccontando Harry a loro, quando senza volerlo Mary sbatté contro un ragazzo davanti a lei. Mentre si rimetteva a posto gli occhiali e Hermione le chiedeva se stava bene, quello si girò.

Mary quando aprì gli occhi si ritrovò davanti un bel ragazzo biondo con occhi azzurri più alto di lei di due spanne.

“Scusami, non guardavo dove mettevo i piedi e ti sono volata addosso!” si scusò lei, notando solo in quel momento che sul suo viso non c'era proprio alcun segno amichevole.

“Mezzosangue, ti conviene dire alla tua amichetta che se non starà più attenta passerà seri guai” e la guardò con occhi di ghiaccio.

Il trio pareva arrabbiato e Ron rispose sprezzante tanto quanto il biondo

“Sta zitto Malfoy. Torna nel tuo covo di serpi”

“Non ho bisogno dei tuoi inviti, pezzente”  e detto questo riguardò Mary dritta negli occhi ancora glaciale e si girò elegantemente, raggiungendo altri, non dopo aver terminato il suo sguardo in un sorriso maligno.

La giovane francese sembrava shokkata da quel bel ragazzo. Era possibile che per un così sciocco incidente fosse talmente sprezzante nei suoi confronti? E poi cos'era quel sorriso?

Harry parve accorgersi di ciò che pensava Mary e le posò una mano sulla spalla.

“Tranquilla, quell'idiota è fatto così. Ignoralo e mi raccomando, non ti avvicinare mai a studenti Serpeverde;sono peggio delle pustole”

Lei sorrise e si avviarono fuori, per poi raggiungere varie scalinate.

Venne informata da Hermione dei vari trucchetti delle scale, ma si dimenticò la cosa più importante.

Mary colta alla sprovvista dal movimento delle scale, perse l'equilibrio e finì contro Ron tra le sue braccia.

Lui sorrise e l'aiutò a rimettersi in piedi

“Attenta. Le scale amano spostarsi.”

Mary diventò rossa come un peperone e chiese scusa.

Arrivarono davanti ad un ritratto dopo poco tempo con altri studenti e lì tutti si fermarono.

Quella signora nel dipinto parlò e chiese la parola d'ordine.

Stava per domandare ad Harry quale fosse, che un ragazzo più avanti di loro la disse.

“Devi ricordartela o non riuscirai ad entrare nella Sala Comune”  gli disse lui. Lei annuì e vide il ritratto aprirsi su un'entrata circolare.

Hermione le fece da cicerone e alla fine, quando giunse ai dormitori, si fermò pensierosa.

“Mary, ma tu quanti anni hai?” le chiese

“Ne ho sedici appena compiuti, perché?”

“Meno male abbiamo la stessa età! Altrimenti non saresti stata collocata nel mio dormitorio”

I quattro si fermarono in Sala Comune per un'ora, dove comodi sui divani si conobbero.

Si stavano per addormentare quando Ron disse sbadigliando

“Beh, io ora me ne vado a letto, và...” e si alzò stirandosi, mentre gli altri annuivano intontiti dal sonno.

“Buona notte ragazze. Mary è stato un vero piacere conoscerti.” disse poi Ron quando salì per i gradini salutandola con la mano.

Lei ricambiò sorridendo e salutò anche Harry.

Quando fu nella sua camera da letto che divideva con altre ragazze, si guardò intorno e scoprì una stanza circolare con sei baldacchini con le tende tirate. Le altre già dormivano dati i respiri regolari e qualche russata che si sentiva.

Hermione le disse che il letto vicino a lei era per Mary e poi indossarono i loro pigiami.

Si diedero la buona notte e tirarono le tende dei loro letti per poi addormentarsi.

Mary prima però tornò con la mente al giorno appena trascorso, così nuovo e fantastico.

Aveva anche conosciuto nuovi amici molto simpatici e validi, anche se le dispiaceva ancora per quel ragazzo biondo Serpeverde di nome Malfoy e poi... beh sì, c'era sempre Ron...

Arrossì quando ripensò a lui e si tirò le coperte fin sopra la sua testa, emozionata.

I suoi occhi, i suoi sorrisi, la sua spontaneità... Oddio, se ne stava innamorando?!

Sorrise e poi si addormentò.

Il giorno seguente scoprì che aveva le stesse materie dei tre e perciò avrebbero anche trascorso il loro tempo nella stessa classe.

I primi giorni si sentì disorientata ma presto si abituò alle novità che aveva in serbo quella scuola. Era vero, la ragazza era una cima nello studio e ben presto si distinse in ogni materia come Hermione.

La prima volta che vide Piton non si fece abbattere l'animo dal suo severo e molte volte ingiusto comportamento. Disse ai tre amici che di professori così nella sua vecchia scuola ce n'erano a palate.

Il professore per la prima volta trovò un'allieva Grifondoro all'altezza delle sue aspettative e Mary conquistò la sua simpatia. Quando poi ammise ai suoi amici che Piton era il suo professore preferito, loro stentavano a credere a ciò che stava succedendo! Piton che non odia un membro dei Grifoni?! Mon Dieu! Come direbbe Mary.

I giorni passavano e con loro le settimane e la ragazza si stava ambientando benissimo in quel nuovo posto. Con l'aiuto di Harry, Ron e Hermione era riuscita a sopportare la lontananza dalle sue amiche francesi e ora sapeva bene che era innamorata di quel ragazzo rosso dal carattere così allegro e un po' imbranato.

Tutto stava andando alla meraviglia, ma proprio la giornata che doveva essere la più divertente, la sua prima uscita a Hogsmeade,  fu però un vero disastro. Vide davanti ai suoi occhi la più brutta delle cose che potesse vedere: Ron stava baciando Calì Patil sotto un albero fuori città.

Il ragazzo era sparito misteriosamente e allora i tre lo cercarono e questo fu il risultato.

Mary sentì tutto d'un tratto freddo; percepì il vento tagliente anche se era solo l'inizio di Ottobre e percepì qualcosa che dentro di lei andava in frantumi. Le lacrime rigarono il suo viso silenziose. Ron fece appena in tempo ad accorgersi della loro presenza che vide Mary correre nella direzione opposta il più veloce che poteva. Non appena fu lontana abbastanza da quella tremenda visione, si raggomitolò sotto un pino con le ginocchia verso il petto a piangere cercando di non fare troppo rumore. Singhiozzava e le lacrime imponevano prepotentemente di uscire e nemmeno si accorse che un ragazzo era arrivato davanti a lei.

Subito pensò a Hermione o Harry, i suoi amici più veri come poi era Ron

“Vattene via!” sbottò cercando di mantenere il controllo anche delle lacrime. Il suono della voce che rispose la sbigottì.

“Che cos'hai bambolina? I tuoi cari amici pezzenti ti hanno scaricata?” la derise lui inginocchiandosi davanti a lei, per poi raggiungerla sotto l'albero sorridendo sarcastico.

Lei non alzò il viso per via del pianto, ma riconobbe assolutamente quella voce con grande suo rammarico

“Sparisci Malfoy, non ho voglia di discutere con te.” rispose lei, arrabbiata.

Lui rise e poi le accarezzò la nuca.

“Sai cosa penso? Che sei sprecata tra quegli idioti dei Grifoni.” disse lui con voce pacata.

Mary non capiva dove volesse andare a parare.

Quando sentì le fredde mani diafane di Draco sulla sua testa che cercava dolcemente di alzarla, smise di piangere all'istante per non dargli vittoria.

Pensava che la volesse deridere, umiliarla, ma quando incontrò i suoi occhi non vi era traccia di sarcasmo. Le asciugò con i pollici le lacrime e le sorrise.

Poi si avvicinò a lei e le loro labbra diventarono sempre più vicine finché non si incontrarono.

Mary era stupita all'inverosimile. Non credeva a quello che stava succedendo.

Era un bacio dolce lento... bellissimo...

Mary chiuse gli occhi e partecipò al bacio, felice di sentire quel ragazzo così vicina a lei. Draco l'avvolse tra le sue braccia e poi si stacco dalle sue labbra abbracciandola.

“Dimenticati di quei tre. Non credi che ti stiano facendo del male gratuitamente?”  le chiese lui cullandola.

Lei non rispose ma non riuscì a non pensare ad un 'sì'.

Lui sorrise e la guardò negli occhi, mentre con le mani scivolava sulla sua giacca autunnale marrone. Lentamente incominciò a sganciarle i primi bottoni e Mary si pietrificò per quello che stava facendo. Che intenzioni aveva?!

“Dimenticatelo Malfoy!” e lo colpì in pieno viso con un pugno tanto forte quanto giusto.

Strisciò fuori da sotto il pino e dopo essersi abbottonata la giacca, guardò il ragazzo disteso per tessa con il naso sanguinante che pareva molto doloroso

“Va dalla Parkinson per questo genere di 'servigi' dato che lei è l'esperta in materia” e dopo avergli fatto un gesto poco carino, si incamminò verso i negozi poco distanti, con sottofondo gli urli trattenuti di dolore puro del giovane.

Si era dimenticata di ciò che l'aveva sconvolta e ora pensava solo a come era stato facile per quel demente abbindolarla così facilmente per usarla. Si diede della cretina e già pensava a come si sarebbe pavoneggiato nella sua stupida sala Comune con i suoi amici.

Ma perché aveva partecipato al bacio? Perché in fin dei conti lo desiderava?... poi si ricordò di Ron, di quanto le piacesse... Aveva pensato che fosse il suo amico a coccolarla. Lo desiderava da così tanto essere solo di quel ragazzo che la disperazione per quell'orribile spettacolo le distrusse ogni sogno d'amore. Ecco, ora ricordava Ron avvinghiato a Calì... le venne ancora da piangere, ma quando sentì il suo nome chiamato da Hermione si trattenne

“Mary!... Mary ma dove eri finita?! Sono dieci minuti che ti cerchiamo! Ma perché sei fuggita?!”

Hermione pareva sfinita dalla corsa. Lei si rattristì e tornò a piangere

“Hermione, ho fatto una cazzata...” confessò lei disperata.

L'amica l'abbracciò e la prese per mano per portarla in un vicolo isolato.

Una volta raggiunto, Hermione le chiese cosa le era successo e lei raccontò del bacio con Draco.

L'amica sbigottita non riuscì a parlare per più di cinque secondi

“Con... Draco Malfoy?” richiese per la terza volta.

Mary senza alzare lo sguardo da terra annuì dispiaciuta.

“Mary...ma perché?” chiese dolcemente lei, appoggiandole le mani sulle spalle, triste.

“Herm mi ha distrutto quello che ho visto prima! Ron e Calì... io... mi sentivo sola, tradita... Maledizione , mi sono innamorata di Ron!” finì con il dire, scoppiando a piangere con tutte le sue forze.

Hermione la cullò cercando di capire con esattezza tutto e calmò con le sue carezze l'amica.

“Perché non me l'hai mai detto?” chiese lei triste guardandola negli occhi.

“Perché avevo paura che tu glielo dicessi o che lo dicessi a Harry e che lui lo riferisse a Ron” svelò, vergognandosi per la mancanza di fiducia nella prima ragazza che ritenne vera amica in quel mondo così nuovo per lei.

“Lo sai che ti averi aiutato e non tradito, Mary... Se tu me lo avessi detto non avrei mai e poi mai escogitato un piano per far mettere quei due insieme!” sbotto lei ora arrabbiata per ciò che aveva fatto.

Mary spalancò gli occhi e capì che tutto era perduto. Il suo cuore disse addio al primo ragazzo di cui si era perdutamente innamorata.

Rimase per quasi mezz'ora tra le braccia dell'amica per cercare di calmarsi e quando ci riuscì tornarono ad Hogwarts insieme, senza i due ragazzi che prima di allora erano sempre con loro.

“Il problema ora è Draco. Dubito che facesse sul serio... Secondo me era solo un modo per usarti e staccarti da noi. Perdonami, ma Draco nemmeno l'ama Pansy eppure ci va a letto ogni sera da quando ha scoperto cosa ha in mezzo alle gambe.”

Se doveva farla sentire meglio, quello era un vero e proprio tentativo non riuscito. Ma non sempre le cose giuste e vere sono consolanti.

“Vedrai che dopo un po' di giorni si sarà già dimenticato di oggi e i pettegolezzi smetteranno. Mi raccomando, domani mattina non stupirti se i Serpe ti fisseranno e ti bisbiglieranno dietro...”

Mary annuì e dopo aver salutato la ragazza si diresse nel suo dormitorio. Non era in vena di cenare...

Quando Hermione si sedette al tavolo dei Grifondoro, Harry venne preceduto da Ron che tutto preoccupato le chiedeva di Mary

Dato che Calì non c'era, giudicò giusto dirgli la verità

“Ron, davvero ti piace Calì?”

“Beh, si credo di sì...” rispose lui, senza capire cosa centrasse con Mary.

Hermione sospirò e si avvicinò a lui

“Mary è innamorata di te, ecco perché oggi quando ha visto tu e Calì attaccati come piovre se n'è andata... e la cosa peggiore...” si fermò, mentre Ron cercava ancora di mettere a fuoco la situazione... Mary innamorata di lui?!

“Hermione ma ne sei sicura?!” chiese lui stupito

“Sì, me lo ha detto lei oggi pomeriggio quando l'ho trovata... Ron, stava malissimo...” rispose lei, triste per l'amica.

Il ragazzo chiuse gli occhi capendo il casino che aveva fatto e disse una cosa che mai averebbe svelato

“Anche a me piace Mary, Herm... Ma lei è una mia cara amica e non volevo mettere a repentaglio la nostra amicizia... E' troppo importante per distruggerla con forse una storiella...”

Hermione arrabbiata sbottò

“Ti conviene mollare immediatamente Calì o giuro che te lo annodo intorno al collo!!” e detto questo, furiosa si diresse verso l'uscita della Sala.

Una volta che non fu più visibile, Harry disse

“Cosa ti avevo detto per tutte queste settimane?! Ron, guarda che il tuo sentimento è ricambiato ma tu noooo!” e anche lui si alzò e sparì dietro il portone della Sala Grande.

Solo, unì le braccia sul tavolo e ci immerse la faccia, deluso da sé stesso per aver ferito quella ragazza di cui era innamorato.

Quando ebbe finito di sbocconcellare qua e là, almeno per saziare quella fame che era sparita di botto, si diresse a passo lento verso la sua Sala Comune... aveva ignorato chiunque avesse voluto intraprendere con lui un discorso, poiché era troppo a terra per parlare. Imboccò un corridoio più lungo per arrivare dal ritratto della Signora Grassa e quando si accorse che era deserto si sedette sul davanzale di una delle finestre del corridoio.

Com'era bella quella serata; la luna a tre quarti splendeva e solo poche nuvole la circondavano insieme a stelle luminose. Poi si accorse che una, solitaria splendeva più delle altre... Le ricordò quella ragazza sorridente e studiosa dagli occhi penetranti color marrone e bellissimi capelli setosi castano chiaro...

Un brivido gli percorse la schiena . Avrebbe dato la vita per poter sentire il dolce profumo di quei fili d'oro marroni mentre la percepiva contro il suo corpo, in un abbraccio che sapeva d'amore.

Appoggiò la testa alla parete, senza smettere di mirare il bellissimo infinito oscuro.

Di colpo dopo qualche minuto si alzò e correndo si affrettò deciso a raggiungere la Sala Comune con passo deciso.

Subito disse la parola d'ordine prima ancora che venne richiesta e si catapultò dentro alla stanza.

Affannato si guardò intorno nella speranza di vedere Mary.

Niente... de lei nemmeno l'ombra, ma non sarebbe bastato a Ron questo piccolo particolare per scoraggiarlo. Poi vide Calì che gli correva incontro felice. Quando lo abbracciò lui si divise subito

“Mi spiace, veramente sono un'idiota. Calì io sono innamorato di Mary” e vedendo lo sguardo terrorizzato e deluso di lei, dispiaciuto si affrettò a salire le scale del suo dormitorio. Dormivano già tutti, ma con la sua fretta senza volerlo gli svegliò.

“Ron... ma che casino fai?” chiese Seamus irritato, mentre si svegliava del tutto.

Mugolii sommessi si fecero largo nella stanza e anche Harry si svegliò

“Harry, mi serve il tuo manico di scopa. Ti prego prestamelo!” implorò Ron, ma Harry non capì a cosa potesse servirgli.

“Ti prego Harry, è la mia unica possibilità di dirle quanto per me è importante!” si sarebbe messo a piangere se lui non lo avesse accontentato e si inginocchiò davanti all'amico, disperato.

Harry stupito sbarrò gli occhi mentre Ron continuava con un 'Ti prego' ripetuto che lo fece sorridere e poi con la testa gli fece segno alla sua scopa e Ron gli sorrise raggiante, cambiano la fila di ripetuti 'Ti prego' in una di 'Grazie'.

Aprì la finestra e si lanciò nel vuoto per poi montare sulla scopa e dirigendosi poi verso la finestra della stanza di Mary.

Arrivò e incominciò a bussare violentemente, ma nessuna risposta.

Arrabbiato con entrambe le mani incominciò a picchiare contro la finestra e ben presto una luce si accese e vide Hermione aprire le tende della finestra e quasi le venne un infarto nel vederlo là sospeso sulla scopa di Harry.

“Ma cosa...” incominciò a dire mentre lui cerava Mary con lo sguardo. Poi vide l'ultimo baldacchino chiuso, aperto poi da una ragazza assonnata che riconosceva benissimo.

Lei intontita ancora dal sonno appena terminato si guardò intorno e quando vide Ron, stupita non riuscì a far altro che guardarlo negli occhi come lui faceva.

Senza rabbia, senza dolore... solo con quell'amore che provava per lui.

Ron aveva il cuore a mille, non gli era mai capitato nella vita

“On dit que on decouvre le vrai amour seulement quand on se trompe qui aimer, maintenan je sais quoi veut dire ça”

e rimase in silenzio ad attendere una risposta.

Mary percepì le sue guance bagnate e gli occhi rossi.

Velocemente andò ad abbracciare Ron e lui la strinse forte a sé, affondando il proprio viso tra i suoi capelli.

Ora sapeva il profumo di quei preziosi fili dorati che amava.

Ron si staccò da lei e le prese il viso tra le mani senza asciugarle le lacrime le sorrise, per poi unire le proprie labbra con quelle di lei.

Capirono immediatamente entrambi solamente in quella occasione cosa volesse dire la parola bacio.

Le loro labbra unite, le loro lingue che si cercavano che si intrecciavano, il loro amore sbocciato improvvisamente dopo tempo che cercavano di nascondere quel germoglio troppo visibile per continuare a non poter ammettere la sua bellezza.

Dopo quelli che parvero ore, Ron la prese per mano faticando a dividersi da quelle labbra che sapevano di fragola, la trascinò correndo fin fuori la Sala Comune per altri piani più in alto.

Avrebbero potuto prendere il mantello dell'Invisibilità, ma il pericolo se erano insieme scompariva magicamente. Se sapevano che di fianco a sé c'era l'altro, non poteva esistere motivo di preoccuparsi.

Arrivarono davanti ad una porta che magicamente si materializzò subito, senza attendere altri due passaggi davanti a sé e Ron un poco sbigottito non si fece comunque indietro nell'aprire la porta e accompagnare Mary dentro.

La stanza era esattamente come la immaginava.

Tranquilla, accogliente e perfetta. Tutto era rosso o oro.

Le pareti come nella sala Comune, delle poltrone davanti ad un bellissimo fuoco scoppiettante e un dolce profumo nell'aria

Perfino il letto matrimoniale aveva la trapunta bordò e le lenzuola bianche con ricami d'oro, dove Mary abbarcciata a Ron venne trasportata da quest'ultimo e baciata, coccolata, amata fin a consumare lì il loro amore uniti, insieme, come d'ora in poi sarebbe sempre stato.

Fine

  
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