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Autore: The Edge Of Darkness    27/01/2012    4 recensioni
AU/What if. Anakin scopre il piano di Sidious e farà di tutto per mettergli i bastoni tra le ruote. Questo però vuol dire sacrificare sè stesso per salvare la moglie e il figlio non ancora nato. Con l'aiuto di Obi-Wan, riuscirà a cambiare i piani del Signore dei Sith, a costo della sua libertà e rischiando di perdere la vita, nonchè la sanità mentale. Sette anni dopo la sua incarcerazione, inizierà il viaggio per ritrovare la sua famiglia. Un viaggio più lungo e più difficile di quanto potesse pensare. Un viaggio che lo segnerà profondamente, durante il quale crescerà e maturerà. La sua piccola Odissea personale. (Rating Arancione per sicurezza, alcune scene sono un po' forti)
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anakin Skywalker/Darth Vader
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 31 – What It Means To Be Free

Anakin!"

Il
mio nome riecheggiò nella stretta cella per quello che rembrò un'eternità mentre ce ne stavamo fermi, uno di fronte all'altro. Mi sembrava di essere stato fulminato. Non potevo muovermi, parlare o respirare, ero completamente ammutolito. Accidenti, l'avevo trovata. Finalmente, dopo così tanto tempo...

Non
riuscivo a crederci. Era come essere in un sogno. Sapevo che era in quella base, ma dopo tanti anni devo ammettere che avevo quasi perso quello che era rimasto della mia speranza di trovarla. Dopo tanto tempo separarti, ero venuto a patti con il fatto che la galassia era troppo ampia e c'era sempre una possibilità che non li avrei mai potuti trovare e quell'idea era ancora radicata nella mia testa, una cosa che rese quel momento surreale. Ma lei era lì, viva e vegeta, proprio davanti a me, così vicino che eravamo a un passo l'uno dall'altro. Ed io ero piantato lì. Non potevo muovermi, come se qualcuno mi avesse inchiodato gli stivali al pavimento. E non solo ero bloccato ad un passo dalla soglia, ma sono sicuro di aver avuto stampata in faccia l'espressione più idiota della mia vita. I capelli bagnati non aiutarono.

"Che
la Forza sia con me..." Sussurrai, con la voce così bassa che dubito mi abbia sentito.

"Anakin
" ripeté, sul punto di piangere. Fece un passo verso di me e mi atterrò tra le braccia, abbracciandomi più stretto che poteva. "Non ci credo..."

Seriamente,
avevo quasi dimenticato quanto fosse meraviglioso esserle così vicino.

"Credici
o no..." Quasi scoppiai a ridere mentre la stringevo tra le mie braccia. Diavolo, era più piccola di come me la ricordavo. "Ti ho trovato!"

"Mi
sei mancato così tanto ..." sussurrò. Sapevo che stava piangendo, e presto l'avrei seguita. "Io non..."

"Calma
Angelo mio, sono qui adess. E non vado da nessuna parte!"

Sentii
le sue dita stringere forte il tessuto zuppo del mantello sulla mia schiena come se la sua vita dipendesse da quanto forte era la sua presa su di me. Fu forse l'abbraccio più bello della mia vita. Tutto in una volta,. Per attimi interminabili, rimanemmo lì, stretti l'uno all'altra, così... non lo so. Mi stavo ri-sintonizzando e riabituando alla sua presenza rassicurante, e lei... beh, non potrò mai ammetterlo, ma stavo come un bambino.

E
anche se era un momento terribile, fermi al piano di detenzione di una base militare imperiale con altri cinque ribelli di scortare in sicurezza, beh, assaporammo quell'attimo a fondo come se fossimo da soli. La sensazione era magica. Improvvisamente, la presenza di Darth Vader in qualche modo fu smorzata dalla sua vicinanza, mi sentivo in pace per la prima volta dopo anni, probabilmente da quando ho lasciato Tatooine 21 anni prima. Fu stato davvero la sensazione più potente che avessi mai provato, averla così vicina di nuovo. Ed era sempre meglio, ogni secondo che passava, come se fossi un serbatoio vuoto che si riempiva di carburante. Sembrava veramente che mi stessi ricaricando. E credetemi, se fossimo stati in una situazione completamente diversa, se fossimo stati sicuri e lontano dall'Impero e non per salvare altri sei ufficiali di alto grado della ribellione, avremmo fatto qualcosa di completamente diverso...

Ma
anche se avevamo trovato il nostro piccolo momento di puro paradiso, sapevo che il tempo correva e dovevamo muoverci. Non potevamo permetterci di perdere secondi preziosi, considerando quello che stavo sentendo attraverso il ComLink imperiale.

"Lo
so che non è il momento migliore per dirlo, ma Padmé, dobbiamo andare. Non abbiamo molto tempo!"

Fece
un passo indietro, tirando su col naso pesantemente, e annuì. "Lo so. È solo..."

Sorrisi
per la prima volta dopo mesi, con tutto il cuore. "Non c'è bisogno di dirmelo. So come ti senti!"

Lei
sorrise di nuovo, finalmente alzando il viso e guardando dritto negli occhi. Dannazione, era ancora più bella dell'ultima volta l'avevo vista. Non potevo davvero credere ai miei occhi.

"Ti
amo..." sussurrò.

"Ti
amo anche io Angelo. Non sai quanto." Risposi, abbracciandola di nuovo per un attimo troppo breve ma incredibilmente forte. "Ora dobbiamo davvero di andare. Prima usciamo e poi parliamo, che ne dici?"

"Sembra
ragionevole. Troppo ragionevole per te..." fece un sorrisetto storto, e sentii un pizzico di ironia nella sua voce.

"Ehi,
la gente cambia sai!" La spinsi gentilmente in modo che facesse un passo indietro, così da poterla guardare in faccia. "Adesso proviamo ad uscire da questo posto. Non ci vorrà molto prima che gli Imperiali notino che siete tutti fuori e vagabondate nella base".

Non
disse una parola, accettò, senza fare storie. Potevo immaginare che ne aveva abbastanza di quella cella, era sempre stata uno spirito libero, gli spazi angusti non le si addicevano, almeno non per troppo tempo. Entrambi uscimmo da quella cella. I Ribelli erano già armati con i fucili dei soldati morti e stavano cercando di capire dove si trovavano.

Usando
la Forza, tirai verso di me uno dei blaster rimasti e controllai in che condizioni era. Aveva ancora la sua cella di energia completamente carica, visto che il soldato non aveva nemmeno avuto il tempo di sparare un singolo colpo. "Ecco". Dissi mentre lo consegnavo a Padmé. "Sai come si usa?" chiesi.

Lei
mi guardò come se avessi appena insinuato che non era in grado di fare il più semplice lavoro di routine. "Certo, che domande. È un blaster, niente di più."
 

È un fucile di ultima generazione, piuttosto diverso da quelli con cui sei stata addestrata!" il che era la mia preoccupazione principale. Essendosi nascosta per così tanto tempo ero convinta che avesse perso i contatti con le più recenti tecnologie. Io stesso avevo dovuto studiare quella cosa per un po' quando Dakk mi aveva spiegato come usarlo. Non avevo voglia di spararmi ad un piede.

Scuotendo
la testa prese il blaster dalla mia mano e rilasciato il pulsante di sicurezza, caricò il fucile con 300 colpi. Poi, senza mai staccare lo sguardo, tirò la leva per la modalità di fuoco pesante. Il fucile emise un sibilo basso, segnalando che era pronto a sparare. Mi lanciò uno di quegli sguardi ho sempre odiato, quello sguardo che significa "con chi ti credi di essere tu che fare" in un tono sarcastico che pungeva come un ago.

"Va
bene, sai come usarlo." Sospirai, sconfitto su tutta la linea. "E voi?" Chiesi agli altri.

"Anche
noi, Maestro Rosh". rispose uno di loro.

"Bene.
Ora ascoltate!" Dissi mentre mi dirigevo verso la porta, di fronte a loro. "Ho preparato alcune trappole sulla via di fuga. Ci sono delle mine di prossimità, sei, appiccicate ai muri vicino all'ascensore e fino alla porta di accesso che collega questa parte della base e la parte che l'Alleanza è riuscita a prendere sotto il suo controllo. Voglio che tutti voi stiate molto attenti, sarà molto probabile incontrare dei soldati, visto che siamo nel bel mezzo del territorio nemico. Vado in testa al gruppo e cercherò di difendervi al meglio. Ci siamo capiti? "

Annuirono
tutti. "Io resto in coda al gruppo". disse uno di loro, una piuttosto grande, un Mon Calamari, se non ricordo male si chiamava Colonnello Ackbar. "E controllo nel caso arrivino da dietro."

"Improbabile,
considerando il percorso che ho deciso, ma comunque va benissimo. Siete pronti?" 

"Sì,
Maestro". 

"Bene.
Andiamo allora, e che la Forza sia con noi!" Dissi mentre premevo il pulsante dell'ascensore.

Quando
la porta si aprì, salirono sulla piattaforma di carico e mi aspettarono. Stavo per fare la stessa cosa quando ebbi un'idea. Mentre stavo aprendo le porte avevo visto un contenitore di armi appeso nel muro. Forse, se mettevo in scena un incidente con le armi all'interno del blocco celle...

"Tenete
aperto l'ascensore, ho un'idea". Mi diressi verso l'armadio correndo e lo aprii.

"Che
cosa stai facendo?" chiese Padmè, un po' preoccupata.

"Un
diversivo. Se insceno un malfunzionamento di una di queste armi e riesco a creare un'esplosione abbastanza grossa, forse possiamo muoverci inosservati. Non voglio perdere nessuno di voi!" risposi.

All'interno
dell'armadio trovai un comparto pieno di celle di potenza e batterie, ma non esplosivi. Dovetti manomettere un paio di batterie per ottenere il tipo di esplosione che volevo. E dovetti fare in fretta. Afferrai una delle batterie e la aprii, rivelando il circuito stampato e un paio di fili. Beh, almeno le batterie Imperiali erano di quelle vecchio stile, con fili e tutto. Feci lo stesso con un altra poi tagliai i quattro fili e collegai le due batterie per chiudere il circuito. L'alimentazione è pronta. Mi mancava solo qualcosa da far esplodere. E la cella di potenza per blaster avrebbe dovuto funzionare.

"Maestro,
dobbiamo fare in fretta!" mi fece pressione uno dei ribelli in ascensore. Guardai verso di loro e vidi cinque volti preoccupati e in mezzo a loro, Padmé che sorrideva mentre lavoravo. Sapeva quello che stavo facendo.

"Aspetta
un attimo!" Risposi mentre strappavo i fili della cellula di alimentazione e li collegavo, in un modo piuttosto barbaro, ai fili scoperti delle due batterie avevo attaccato. Poi misi la granata rudimentale vicino ad altre celle ad alto potere infiammabile, dopodichè strappai il filo di sicurezza, così le due batterie iniziarono a sovraccaricare la cella. Fatto questo, mi misi a correre come se avessi gli inferni dei Sith proprio dietro al fondoschiena. La piccola folla in ascensore si separò e mi lasciò abbastanza spazio per fermarmi impattando contro la parete un secondo prima che Padmé premesse il pulsante e la porta si chiudesse.

Subito
dopo, sentimmo un botto piuttosto forte dal lato opposto. Non è stato un'esplosione molto forte, ma era sufficiente per essere sentita attraverso la pesante porta di duracciaio. Lasciai passare un secondo, aspettando che le orecchie smettessero di fischiare, e inserii la chiave che il tenente Piet mi aveva dato "dato" nel suo alloggiamento e premetti il pulsante del piano desiderato.

"Tutto
bene?" mi chiese Padmè mentre facevo un respiro profondo per calmarmi un po'.

Feci cenn di sì. "Sì,
sto bene. È solo che non amo troppo bombe ed esplosioni, tutto qui". Risposi stringendo la mano attorno l'elsa della mia spada e avvicinandomi alla porta. Avevo la sensazione che avremmo incontrato gente non proprio amichevole nel momento stesso in cui le porte scorrevoli si sarebbero aperte.

"Non
piacciono nemmeno a me..."sussurrò qualcuno dietro di me.

"Nessuno
ama le esplosioni, ad eccezione di cacciatori di taglie e specialisti degli effetti speciali dei film!"rispose un'altra voce sconosciuta.

Questo
breve scambio mi fece pensare a come me, Darrick e Jax amavamo piazzare piccole trappole qua e nelle stanze dormitorio dei Padawan. Piccoli petardi, niente di serio, ma la reazione degli altri bambini è sempre stata incredibilmente divertente. Una volta riuscimmo a spaventare il Maestro Windu. Era venuto nelle stanze del dormitorio per controllare un Padawan ferito e attivò accidentalmente uno dei nostri trabocchetti e la piccola esplosione (niente più che un botto un po' rumoroso con delfumo, nulla di pericoloso, eravamo piccoli, non totalmente senza cervello) lo fece sussultare un po' e fermare sui suoi passi. Peccato che fummo abbastanza stupidi da ridere così tanto che fummo presto scoperti e puniti. Dovemmo pulire l'intero sistema di ventilazione del Tempio come punizione. Ci sono volute sei settimane per finire e non avete idea di quello che ci abbiamo trovato là dentro. C'erano dei piccoli tesori in quei condotti, fu incredibile.

In
ogni caso l'ascensore si fermò e le porte si aprirono. Non è che mi aspettassi di trovare un corridoio vuoto, ci mancherebbe, ma avevo sperato in un po' di fortuna! Ovviamente tale fortuna non si degnò di farsi vedere. Come ero riuscito a entrare di nascosto, senza fare troppo rumore, l'uscita si stava prospettando una cosa totalmente diversa. Che diavolo, quel corridoio era pieno di soldati che aspettavano l'ascensore per accedere al blocco di detenzione!

Fummo
accolti dalle canne dei fucili di sei stromtrooper e due ufficiali.

"Siete
in arresto!" gridò uno di loro.

Li
guardai, la mia presa sull'elsa della spada si fece più stretta mentre sentivo nella Forza la paura degli uomini e la donna dietro di me, e di quelli davanti a me. Era come essere intrappolato tra due pareti.

"Gettate
le armi, adesso!" ripetuto il clone, probabilmente quello in carica. "Siete tutti in arresto!"

"Seh, come no!!" Risposi accendendo la lama e
mozzando le sei canne dei fucili, rendendoli inutilizzabili.

"Oh,
merda ..." ansimò uno di loro mentre quelli dietro di me fecero cadere una pioggia di colpi su di loro, facendoli secchi in meno di un batter d'occhio.

Appena
caddero sul pavimento, molto, molto probabilmente morti, azzardai a mettere il naso fuori dall'ascensore e mi guardai intorno. Nessun clone in vista, ma sentivo, sia con le orecchie che con la Forza, un'attività frenetica in tutta la base, attorno a noi. Non avremmo dovuto attendere a lungo prima di incontrare altri soldati che andavano verso il blocco di detenzioneDovevamo fare in fretta.

A dire la verità,
appena guardai verso sinistra, vidi un'altra squadra in avvicinamento. Non era una bella cosa.

"Cazzo, stanno arrivando! Aventi, tutto fuori di lì. Dobbiamo muoverci!" esclamai, facendo cenno loro di uscire. "Da questa parte!"

Mentre
deviato i colpi di fucile in arrivo, dietro di me partivano colpi a raffica, alcuni con scarsi risultati, altri invece erano di una precisione assurda, e centravano i bersagli uccidendoli quasi istantaneamente. Come al solito, Padmé era in prima linea, e credo che la maggior parte dei colpi che andarono a segno contro il bersaglio fossero suoi. Era sempre stata bravissima a sparare, questo è certo.

"Va
bene, andiamo via di qui adesso!" gridò Ackbar da dietro.

Non
potevo essere più d'accordo. Stavo camminando davanti al gruppo e controllavo che non ci fosse nessuno sulla via che avevo preparato per uscire da lì. Dovevamo muoverci veloci, ora che sapevano che i prigionieri erano fuggiti e che c'era uno Jedi nella base. Uno ricercato per alto tradimento, tentato omicidio e una sfilza di capi di imputazione lunga come la rotta di Kessel.

Mentre
correvamo verso quella maledetta porta, contattai Ahsoka tramite il ComLink.

"Ahsoka,
mi ricevi?"

"Sì,
Maestro. Li hai presi?"

"Sì,
ce li ho. Siamo tutti qui, chiama dall'altra parte e avvertiliche stiamo arrivando!" gridai attraverso il microfono mentre deviavo un'altra pioggia di laser. "Fallo subito Padawan! Stiamo arrivando!"

Vidi un'altra squadra di soldati tre o quattro metri da una delle mine di prossimità che avevo sistemato. Usando la Forza, la feci volare in mezzo a loro e la innescai.

"Tutti a terra!" 
gridai poco prima che esplodesse, uccidendo le truppe e stordendo me. Non fui abbastanza veloce da lanciarmi sul pavimento con gli altri e l'onda d'urto mi colpì in pieno. Il bagliore mi accecò per un attimo e una pioggia di detriti mi cadde addosso. Un pezzo di quello che sembrava essere un parte di armatura di un soldato volò come una freccia e mi si infilò nel bicipite destro, sopra l'attacco della protesi.

"Merda!" esclamai
a voce più alta di quel che intendessi.

"Maestro,
stai bene?" chiese Ahsoka dall'altra parte.

Estrassi
la scheggia dal braccio. Non è stato conficcato in profondità, ma il taglio sanguinava parecchio. Quella missione diventava sempre peggio ogni secondo che passava.

"Sì,
sto bene. Ci stiamo avvicinando,loro di prepararsi!" poi chiusi la chiamata.

"Anakin
va tutto bene?" questa volta è stato Padmé. Mi afferrò per il braccio e ispezionò la ferita.

"Sì,
sto bene. Perché tutti continuano a chiedermelo? ?" Gemetti un po' quando Padmè tamponò il taglio con un pezzo di stoffa, forse un fazzoletto pulito.

"Perché
sono stai moglie e sono preoccupata!" rispose secca. "Ecco perché te lo chiedo!"

Stavo
per rispondere quando sentii dei passi avvicinarsi. "Attenzione, truppe in arrivo!" gridai riaccendendo la spada.

Prendendoli
di sorpresa li abbattemmo in pochi secondi. Non sapevano che eravamo armati, almeno questa era una buona cosa. Potevamo sfruttare il fattore sorpresa.

"Questa
si sta trasformando nella Battaglia di Theed!" disse lei appoggiandosi al muro mentre io guardavo oltre un angolo che avremmo dovuto girare, nel caso ci fosse qualcuno pronto a spararci.

"Davvero?" Domandai io mentre facevo loro cenno che era sicuro e che potevamo andare
. Eravamo sempre più vicini alla sicurezza e non vedevo l'ora di aprire quella maledetta porta.

"Sì.
L'unica differenza è che i corridoi erano enormi e c'erano droidi invece dei cloni". rispose lei. "Non ti ricordi?"

"Padmé,
è stato 21 anni fa, avevo nove anni ed ero nella cabina di pilotaggio di un caccia non avevo mai visto, e ho giusto fatto saltare in aria la nave che controllava droidi. No, davvero, non mi ricordo quella parte della battaglia!" Mi misi a ridere, prendendola un po' in giro.

Sospirò. "Va
bene, mi dispiace, avevo dimenticato che eravamo sui fronti opposti della battaglia, quella volta!"

Finalmente svoltammo
un altro angolo e finalmente riuscimmo ad arrivare alla tanto agognata porta. O meglio, botola. "Ci siamo. Andiamo, dobbiamo uscire di qui!"

Raccolsi
tutti e aspettammo che la porta si aprisse. Ci volle più tempo di quanto avrei voluto. Ero molto, molto impaziente. "Dai, aprire questa accidenti di porta!" Stavo diventando sempre più volgare a mano a mano che il tempo passava e non andava bene. Continuavo a tenere d'occhio il corridodio nel caso arrivasse qualcuno.

"Che
cosa stanno aspettando?" chiese Ackbar.

 

Non lo so. Li ho chiamati e ho detto che dovevano aprire, che eravamo quasi arrivati " replicai secco. 

Questo ritardo non era un buon segno. Più ci toccava aspettare, meno tempo avremmo avuto per trasferire tutti. La porta era più simile a un passaggio di servizio di qualche tipo, non era sufficientemente largo per essere attraversato in piedi, si doveva strisciare attraverso e ci voleva del tempo.

Dannazione. Ci misero
davvero troppo tempo. Passai la spada nell'altra mano e diedi un pugno molto, molto forte alla porta, con la mano artificiale. Il suono del metallo contro il metallo riecheggiò nell'aria, zittendo tutti . "Ehi là, dall'altra parte, cosa state aspettando? Una chiamata dal Maestro Yoda?" Gridai, piuttosto arrabbiato.

"In
ogni caso è ancora vivo?" chiesi a Padmé.

Lei
annuì. "Sì. È su Dagobah. Tiene d'occhio l'Imperatore da lì."

"Bene.
Ora vorrei poter aprire questa maledetta porta!"

Chiedete
e vi sarà dato. Beh, non sempre, ma quella volta, funzionò piuttosto bene. La porta si aprì e una faccia sudaticcia e sporca di non so che sbirciò attraverso la soglia. "Ehi, come va?" domandò. Era un saltatore, uno di quei soldati specializzati in queste cose: strisciare e distruggere.

"
Sarebbe stato meglio se aveste aperto un po' prima, ma in questo momento stiamo bene. Possiamo avviare il trasferimento, adesso?" 

"Certo.
La condotta è lunga una quarantina di metri, la abbiamo allargata un po' così ci possono passare anche due persone alla volta. Riesci a gestire il passaggio da qua?"

"Ci riesco, tranquillo.
Forza dai, portiamo questa gente al sicuro!"

Incredibilmente
lentamente, due dei prigionieri cominciarono a strisciare fuori di quel ripostiglio. Quelli rimasti aspettarono il loro turno all'ingresso, mentre io e Padmè facevamo la guardia.

Stavo
controllando il corridoio quando qualcuno mi toccò la spalla. Era Padmé, che sorrideva mentre aspettava il suo turno per mettersi in salvo. Come al solito, aveva scelto di lasciare che gli altri andassero prima di lei, così altruista com'era era. Avrei dovuto prevederlo, dopo tutto.

"Stai
bene?"

Annuii. "Sì.
La ferita da un po' fastidio ma è sopportabile. Voglio solo che tutti voi siate al sicuro, ecco tutto."

Lei
sorrise di nuovo. Mi si scaldò il cuore a vederla sana e salva. Beh, quasi. "In ogni caso, perché sei inzuppato e coperto di fango?"

Ridacchiai
per un momento. "Ho dovuto strisciare attraverso un canale di servizio. Era un po' fangoso e decisamente bagnato." risposi tranquillamente. "Ecco perché io non ti ho baciato prima, perché non sono in condizioni di farlo!"

"Oh,
andiamo a chi importa di un po' di fango!" disse, afferrando il lembo della mia tunica e tirandomi giù per baciarla.

Dovetti
trovare un supporto ad una parete in modo da tenermi in piedi e non cadere sul pavimento. Era... perfetto! Voglio dire, dopo otto anni potevo baciare mia moglie. Sembrava un sogno. Un sogno fantastico, uno di quei sogni da cui nessuno vorrebbe mai svegliarsi. Con tutto quello che stava succedendo intorno a noi, quello fu un momento di perfetta beatitudine. Peccato che finì in fretta.

Quando
lei fece un passo indietro interruppe il bacio, avevo addosso probabilmente l'espressione più idiota del mondo perché improvvisamente scoppiò a ridere fragorosamente. "Dai, chiudi la bocca. Sembri un pesce spiaggiato!"

Obbedii. "Mi
dispiace. È solo che dopo tanto tempo sembrava un sogno!"

"Lo
so. Ne parleremo poi, ora dobbiamo andare!"

"Ehm, io avevo
altri piani per dopo, sai cosa intendo ..." la pungolai un po'.

Sospirò. "Sì,
so molto bene cosa vuoi dire, ma prima preferirei di uscire di qui!"

L'ultimo
dei ribelli aveva attraversato il tunnel di servizio, si inginocchiò accanto all'ingresso gridò che il passaggio era libero. A quel punto aiutai Padmè ad entrare nella condotta e feci per seguirla.

Aveva forse fatto un metro dalla soglia quando sentimmo un forte sibilo e il suono di un'esplosione sopra di noi. Qualcosa non andava. Qualcosa stava andando molto storto.

Agii per istinto
istinto, le afferrai la caviglia e la tirai fuori dl tunnel un momento prima che una carica esplosiva saltasse, mandando fiammata alle estremità del tunnel. Ebbi appena il tempo di trascinarla fuori dalla linea del fuoco e sentii le pareti di roccia crollare per l'effetto dell'onda d'urto che spazzò il tunnel. Per poco non ci rimanemmo entrambi carbonizzati. Per proteggerla la spinsi lontano dall'imboccatura e le feci scudo col mio corpo. Sentii il calore delle fiamme contro la schiena, ma ero riuscito a lanciarci abbastanza lontano in modo tale che i miei vestiti non prendessero fuoco.

Prima di lasciarla andare, aspettai e feci una smorfia quando sentii il rumore del tunnel che si sgretolava progressivamente finchè non crollò anche l'imboccatura dietro di me.

Ci scambiammo
uno sguardo in preda al panico.

"Ho
un brutto presentimento!"


Sono cattiva. Sono molto, molto cattiva. Lo so, è la mia natura, non so che farci, mi piacciono i cliffhanger, vado nei matti nei telefilm quando ci sono gli episodi divisi in due, sto aspettando come una pirla il 15 della quarta stagione di Castle perchè a quanto pare ce n'è uno bello peso...insomma, ormai credo che sia il mio marchio di fabbrica l'interruzione di questo tipo!
Oh bene, anche questa pratica è stata archiviata. Ora mi viene male solo a pensare che il prossimo è lungo 12 pagine. Quello dopo 14. L'ulltimo prima dell'epilogo 13. Ahia. 
Ah sì, poi ho da tradurre anche le outtakes... dolore atroce!
Vabbeh, ci si vede alla prossima! Ciau belli!
   
 
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