Uomo Lupo

Sta succedendo di nuovo. Sento dolore, dolore dappertutto. Nelle ossa, nei muscoli, nelle vene, nella carne. Dappertutto.

Perdo lucidità, non so chi sono, non so che cosa sto facendo.

Mi sto trasformando.

Da brillante studente Grifondoro sto diventando un lupo mannaro senza controllo né inibizioni.

E corro, corro finché non sento più le voci degli altri alunni, finché non mi lascio il Castello di Hogwarts e i suoi abitanti alle spalle.

Mi nascondo nella Foresta proibita, qui non farò del male a nessuno.

Al massimo a me stesso.

Io sono un mostro.

Ogni mese, nelle notti di luna piena, il pacato, maturo, Remus Lupin, studente modello ammirato da tutti i Professori, lascia il posto alla sua metà animale, quella che segue gli istinti primordiali della natura e che non può controllarsi né essere controllato. Come la storia del Dottor Jekill e del Signor Hyde. La differenza fra me e Jekill è, però, che lui ha consapevolmente scelto di separare la parte buona da quella cattiva, io no.

Ricordo come se fosse ieri quella notte, quando il mio Signor Hyde è venuto a bussare alla porta e si è prepotentemente inserito nella mia vita, la notte in cui sono stato morso.

***

La luna splendeva luminosa nel cielo stellato in una calda notte estiva, come fosse un grande oblò, una finestra nel cielo.

In una modesta casa, vicina ad una fitta boscaglia, una donna stava raccontando una favola a suo figlio, un bimbo di cinque anni o poco più, che la ascoltava assorto, coricato nel suo lettino.

“…E il lupo cattivo venne ucciso dal cacciatore, che liberò prima Cappuccetto Rosso e poi sua nonna. Da quel momento vissero tutti felici e contenti”

Quando fu certa che il piccolo fosse addormentato, dopo un ultimo bacio sulla fronte, uscì dalla stanza, pronta a raggiungere il marito nella stanza attigua.

Quando fu certa che il piccolo fosse addormentato, dopo un ultimo bacio sulla fronte, uscì dalla stanza, pronta a raggiungere il marito nella stanza attigua.

All’esterno, al limitare del bosco, quattro zampe vellutate e leggere solcavano il suolo, un naso fremeva, assaporando l’odore di una giovane vita, odore di sangue fresco.

Un lupo fece il giro della casa, una, due, tre volte e alla quarta spinse con cautela la porta d’ingresso che, lasciata aperta come d’abitudine, essendo quel luogo molto tranquillo e isolato, si aprì lentamente, senza far rumore.

L’animale entrò e si diresse verso l’unica luce proveniente da una delle camere della casa. Là un uomo e una donna stavano parlando, pronti per coricarsi.

Il lupo emise un sordo brontolìo, forse per sfida, forse per l’eccitazione, forse solamente per istinto. Sentendo quel rumore entrambi lo videro. La donna urlò e si rifugiò dietro al marito che dl comodino afferrò la sua bacchetta brandendola a mo’ di spada guardò dritto negli occhi la creatura di fronte a lui, mentre cercava di cacciare indietro il pon-pon del berretto da notte che continuava a ricadergli sugli occhi, come incurante della serietà del momento.       

Il lupo sembrò studiare per un attimo i due. I suoi occhi si dilatarono, il brontolìo si fece più marcato, i muscoli si irrigidirono.

Il lupo mannaro voleva una vittima, quella notte.

Il bimbo nella stanza accanto, intanto, richiamato dall’urlo della madre, entrò a piccoli passi strofinandosi gli occhi ancora pieni di sonno e fu allora che il lupo scattò.

Si accanì sul piccolo, mordendo, graffiando, dilaniando e non le urla del bambino, non il pianto della madre, ma il pesante incantesimo del padre a frenò la sua furia, facendolo scappare.

Quella notte un bambino si trasformò in mostro.

A Hogwarts, dieci anni dopo, un ululato di dolore squarciò il silenzio delle tenebre.