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Autore: l_s    27/01/2012    1 recensioni
C'è qualcosa che va al di là del mondo. Daniela contro l'universo.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C'è qualcosa che va al di là del mondo.
Daniela nella macchina degli sbirri che la riportano nella sua casa di periferia. Quello al volante ciancia. L'altro fischietta i Placebo con ironia.
-Di questi tempi è pericoloso girare da sola la sera, per una signorina, senza contare che fa anche un freddo cane e le strade sono ghiacciate, senza andare tanto lontano saresti inciampata...
Furto, è l'accusa. Furto della sua notte di solitudine suprema.
-Che poi, a quell'ora, di notte, da sola, che ci stavi a fare sul ponte?
Faceva prendere aria ai capelli, la pancia appoggiata al parapetto, le gambe sospese, la testa riversa al di là, verso il fiume.
Daniela non risponde, perché sa che cosa pensa il grassone, e vuole lasciarglielo credere, non se ne cura.
Se ci fosse rimasta ancora un po', i capelli avrebbero raggiunto l'acqua e vi avrebbero creato nuove, più forti radici?
Le parole del vecchio sbirro si confondono, per lei, e la sua stessa anima si perde fuori dal finestrino, nella notte che appartiene ormai a qualcun altro.
-Dici che il tuo vecchio mi offrirà almeno un bicchierino per avergli riportato la figlia a casa?
- Credo che non ci sia- mente.
-A quest'ora?
C'è qualcosa che va al di là del mondo. Questa notte gliel'avrebbe spiegato, se avesse potuto. Sarebbero cresciuti rubicondi boccioli lì dove avesse piantato le punte dei suoi capelli, e numerosi amanti li avrebbero colti, e numerosi suicidi coccolati.
-Tornavi da qualche discoteca? Ti piace ballare?
-Mi piace il fiume.
L'uomo grasso ride di una risata grassa.
Il sussurro del fiume è flebile. Devi avvicinare l'orecchio per capire le sue parole e questa notte lei l'ha fatto.
C'è qualcosa che va al di là del mondo, le ha detto. Oltre i parapetti, le macchine della polizia e il bicchierino serale di suo padre.
-Sai, quand'ero giovane, era davvero un bel fiume, ma ora puzza di piscio e di inquinamento. Pensa che un mio amico mi ha detto...
Il fiume dice il vero, Daniela si fida dei fiumi. Ma il fiume non parla di dio, i fiumi non sono mai religiosi, secondo la sua esperienza. Forse parlava dei boccioli dei suoi capelli, che cresceranno fino al cielo, oltre gli aquiloni e le piogge acide...
-D'altronde, allora nella zona dove abiti tu non esistevano palazzi, solo erbacce. Campi giganteschi, sai, e noi da piccoli ci venivamo a raccogliere le margherite e quei fiori che nascono spontanei. Capito, quelli che crescono sempre nei prati, quelli gialli...
C'è qualcosa che va al di là del mondo. Daniela contro l'universo.
-Giocavamo ancora con le trottole. Eh, voi ragazzi di oggi, che non sapete più neanche cosa sia l'aria aperta, sempre dietro al computer e ai vari giochini elettronici! Pensa che Gianluca...
Daniela nella notte ritta su parapetto, in piedi faccia a faccia con le stelle, le braccia tese sopra la testa, in una sfida palese e decisiva insieme: Daniela contro l'universo, Daniela contro le stelle, Daniela contro i ponti, Daniela contro le auto, Daniela contro le parole, Daniela contro i fiumi, persino!
Il momento della vita, la sua sentenza contro il mondo, la sua decisione contro le paure, il suo schiaffo, i suoi schiaffi!

-Svegliati, ragazzina. Siamo arrivati a casa.
Daniela apre gli occhi lentamente.
Il sorriso untuoso del grassone.
Le sue gambe dormienti, una alla volta, fuori dall'auto.
Alzarsi.
Chiudere lo sportello.
Lo sbirro giovane canta ormai apertamente.
Segui gli sbirri a casa, Daniela, segui gli sbirri a casa.










Note dell'autrice:
Ho dato il titolo della canzone dei Placebo a questa storia, benché non sia affatto una songfic.
Come si può facilmente notare, la citazione è fuori dal contesto e, per di più, del tutto ribaltata.
   
 
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