-Sana, Sana!-
-Cosa c'è?-
-Sbrigati, faremo tardi!-
-Sì, sì, arrivo Rei!-
"Uff, non ce la faccio più."
La diciassettenne scese le scale della villa con calma, aggiustandosi i capelli con due elastici, legandoli nei due codini soliti dell'infanzia.
Il suo agente stava sbraitando qualcosa vicino all'ultimo gradino, ma lei non se ne preoccupava. Camminava lenta, come se fosse su un prato di fiori. Il suo sguardo era vuoto. Ormai la sua vita era solo lavoro-lavoro-lavoro.
Akito era sparito. Non partito, o pieno d'impegni, o cosa. Sparito. Puf. Così, tutt'un tratto. E dire che lei voleva dichiararsi a lui! All'improvviso il cellulare di lui non prendeva, non era tornato a casa da quella sera in cui era stata così vicina a dichiararsi, non la chiamava, non si faceva sentire. Non aveva sue notizie da circa quattro mesi.
Il volto di Sana era scavato, il suo corpo magrissimo. In macchina, mentre andavano allo studio di una pubblicità di un prodotto per la pelle, Rei le fece una predica.
-Insomma, Sanachan! Devi mangiare di più, guarda che viso sciupato che hai! Devi metter su un po' di grasso, o almeno uno strato di pelle! Ancora un po' e ti si vedono le costole! Cos'è, non hai fame?-
-Non è una questione di fame, Rei, è stress...-
-Stress? Stress?? Oddio e me lo dicevi prima! Non mi ero accorto che ti stavo ammazzando con il lavoro!-
-Infatti il lavoro non c'entra, Rei, non c'entra... è stress per la vita... è un'altra cosa, non ti preoccupare...-
-Sana io... non ti capisco più, accidentaccio.-
-Lo so, Rei, non mi capisco più neanche io.-