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Autore: bulma_89    27/01/2012    10 recensioni
Caroline Forbes si sentiva strana.
Era passata circa una settimana da quel suo pessimo diciottesimo compleanno e lei non riusciva a lasciare andare le sensazioni e le emozioni che aveva provato quel giorno.
...Da quel momento in poi non aveva potuto fare a meno di pensarci. Klaus era sempre nei suoi pensieri, ogni volta che accarezzava distrattamente il bracciale di diamanti...
Genere: Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Adesso sei mia'
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Quando il professore di storia Alaric Saltzman chiamò il suo nome per Caroline fu come svegliarsi da un sogno. A tutto pensava meno che a farsi interrogare in storia. A proposito, a che epoca erano arrivati?

― Caroline ―, disse Alaric, ― Che ne dici di illustrarci le cause che portarono allo scoppio della seconda guerra mondiale? ―.

Caroline batté gli occhi, confusa, e lo guardò con aria implorante.

“ Ti prego, non a me, non a me…”. Alaric distolse lo sguardo, era dispiaciuto per il suo evidente imbarazzo ma non poteva farci niente, anche Caroline doveva subire un interrogazione così come gli altri suoi compagni di classe.

Bonnie ed Elena le lanciarono delle occhiate rassicuranti.

Caroline deglutì e cercò qualcosa da dire. Non aveva mai aperto libro, non aveva mai ascoltato una parola di quello che Alaric aveva detto. La sua mente era decisamente impegnata in tutt’altri meandri.

― Ecco… ―, iniziò, ― Si, le cause della seconda guerra mondiale, dunque… ―.

Improvvisamente un’immagine le baluginò nella mente attraverso la sua confusione e titubanza. In realtà più che un’immagine era una strana consapevolezza di sapere. Si, lei sapeva cosa doveva dire!

― La Seconda Guerra Mondiale scoppiò il 1° Settembre 1939 in seguito all’invasione della Polonia da parte della Germania. È questo l’ultimo anello di una catena di atti aggressivi con i quali Hitler realizzava i suoi progetti di espansione verso i territori dell’Europa orientale. Lo scoppio dunque della Seconda Guerra Mondiale avvenne in conseguenza della politica imperialistica posta in atto da Hitler per la ricostruzione della potenza continentale della Germania. Tuttavia il discorso sulle origini della Seconda Guerra Mondiale non può limitarsi all’azione del dittatore tedesco, ma comprende anche in modo implicito le varie crisi attraverso le quali passarono gli stati europei nel ventennio che intercorre fra il trattato di Versailles e l’invasione della Polonia… ―, iniziò Caroline tutto d’un fiato.

Alaric cercò di limitare il suo stupore e con un gesto della mano la bloccò.

― Va bene Caroline, ho capito che tu sei molto preparata, basta così ―.

Bonnie ed Elena la guardarono a bocca aperta, così come il resto della classe. Caroline arrossì e cercò di celare l’imbarazzo con un sorriso.

― Storia in fondo è la mia materia preferita ―, sussurrò al suo vicino di banco.

Quando finì la lezione Caroline cercò di dileguarsi, non voleva parlare ne con Elena ne con Bonnie, temeva che la sua faccia avrebbe tradito quello che stava pensando. Klaus.

Era colpa e merito suo se aveva saputo ripetere la ramanzina di storia a pennello, lui quelle cose le aveva vissute di persona. Per questo forse avrebbe dovuto ringraziarlo.

“ No, mai!”, pensò.

― Caroline ―. A chiamarla era stata Elena. La bionda, che se la stava svignando, si girò sorridendo e stringendo lo zaino tra le mani.

― Elena! ―, ― che c’è? ―.

Elena la guardò stranita. ― Niente, è solo che… Complementi per la tua interrogazione, sei stata forte ―. 

― Davvero? Oh grazie mille ―.

Elena scrollò il capo come a voler scacciare un pensiero fastidioso.

― Volevo solo dirti di fare attenzione domani sera alla festa di Klaus. Non ho idea di cosa lui abbia in mente ma sicuramente non è un cortese invito ―.

Caroline impallidì a sentire nominare Klaus.

― Tutto bene? ―, chiese l’amica.

― Certo! Comunque non temere, terrò gli occhi aperti ―, concluse Caroline.

― Adesso perdonami ma devo andare! ―, detto questo si dileguò.

 

 

Mentre guardava l’abito che aveva scelto per la serata, Caroline scosse la testa.

Odiava che Klaus potesse leggere ogni suo pensiero perché in quel caso doveva aver già capito tutto.

Doveva aver capito quanto una parte di lei lo temesse tanto da tremare e quanto l’altra parte lo desiderasse. La loro notte insieme era stata a dir poco fantastica. Ne sentiva la mancanza fisica e temeva quello che sarebbe potuto succedere se lui l’avesse indotta nuovamente per quella strada. Temeva ancora di più che le si leggessero in faccia i sentimenti che provava per lui.

La vampira scosse la testa con fervore, non doveva pensare!

Indossò l’abito, un bellissimo vestito di un colore tra l’azzurro e il grigio. Raccolse poi i capelli e lasciò che qualche morbido ciuffo le scendesse ad incorniciare il viso.

Infine era pronta, pronta per affrontare quell’incognita serata a casa del principe delle incognite.

 

Quando arrivò alla villa di Klaus notò che gli inviati erano molti di più di quelli che lei si aspettasse. Sembrava che tutta Mystic Falls si fosse mobilitata per andare a casa di Klaus quella sera.

Fece il suo ingresso leggermente agitata e cercò subito con gli occhi qualche viso conosciuto. Il primo che vide in mezzo a tutta quella gente fu Matt.

Si avvicinò a lui con passò spedito. Il ragazzo teneva in mano un drink e sembrava impacciato quanto lei.

― Matt! ―, esclamò Caroline. Il biondo si girò e la salutò. ― Ehi Care, finalmente qualcuno che conosco ―.

― Elena e Bonnie non sono ancora arrivate? ―.

Matt scosse la testa, ― Non ancora, ma arriveranno presto, spero ―.

Caroline si guardò intorno, tremando leggermente.

― Eh… Klaus? ―, chiese apparentemente come se la cosa le importasse poco.

Matt si girò ed indicò il salone. ― L’ho visto poco fa assieme a Tyler ―.

Caroline si guardò intorno, poi si volse dietro di lei. Per poco la sorpresa non la fece gridare. Klaus era li e teneva in mano due drink. Gliene porse uno con galanteria.

― Buonasera Caroline, qualcosa da bere? ―. Il suo viso era sorridente.

La ragazza non poté fare a meno di guardarlo, era magnifico e il suo corpo sussultò per quella vicinanza. L’ibrido indossava uno smoking impeccabile e tutto in lui emanava sicurezza e grazia.

Caroline si riscosse quando si ricordò che lui poteva leggere i suoi pensieri. Il labbro di Klaus si incurvò all’insù mentre la osservava. Caroline prese il bicchiere che lui le porgeva e senza guardare cosa fosse, bevve tutto d’un fiato. Solo in quell’istante si accorse che Klaus non era solo e che con lui c’era Tyler.

“ Oddio”, pensò, “Come ho potuto non accorgermi della sua presenza, non vederlo affatto?”.

Klaus ridacchiò e Caroline impallidì.

― Forse perché ci sono io ―, disse ad altra voce.

Matt aggrottò la fronte e guardò Caroline; Tyler finalmente fece sentire la sua voce.

― Ciao Care ―, disse, ― Sei molto bella stasera ―.

Caroline abbassò gli occhi, ― Grazie… Em, splendida festa, scusate vado a cercare Elena ―.

Una presa delicata sulla sua mano guantata la trattene. Era la mano di Klaus; Caroline risalì con lo sguardo fino al suo viso, leggermente sorpresa.

― Non vorrai allontanarti adesso, sta per iniziare il primo ballo della serata ―.

Caroline sembrò non capire, guardò l’ibrido, confusa.

― Vuoi concedermi il primo ballo? ―, le chiese Klaus.

Tyler fece un passo avanti, Matt rimase in silenzio, evidentemente stupito. Era ovvio che l’ibrido non si sarebbe accontentato di una risposta negativa.

Caroline stava per rifiutare ma poi Klaus strinse la stretta sulla sua mano e la trascinò con sé lungo la pista. Tyler li osservò fissamente e strinse forte un pugno.

La musica era lenta, dolce. Altre coppie si avviarono per ballare, mentre Klaus appoggiava una mano dietro la schiena di Caroline.

― Non so ballare… ―, disse lei, cercando di non guardalo, cosa difficile, se non impossibile. Proprio lei che solitamente era spigliata per niente timida!

― Segui me allora, Care ―.

La ragazza alzò gli occhi verso Klaus. In quel momento non erano sarcastici, non sembravano tramare qualcosa di sinistro. Sembravano occhi accesi e soddisfatti. E le sue labbra ferme, nessun sorriso fastidioso, e il suo viso così attraente e i suoi capelli dovevano essere sicuramente molto morbidi…

Caroline deglutì mentre cercava di muoversi seguendo di passi di Klaus.

― Tyler mentiva poco fa ―, le disse l’ibrido cercando i suoi occhi.

― Non è vero che sei molto bella ―. Caroline lo guardò, all’istante piccata.

― Come ti permetti? Non dovrei stare qui a danzare, a parlare con te! ―.

Klaus rise;  ― Stavo scherzando. Volevo solo dire che sei molto di più che bella. Tu sei… ―, Klaus avvicinò la sua bocca all’orecchio di Caroline, ― Sexy… ―.

La ragazza rabbrividì al suono della sua voce che le solleticava l’orecchio.

― Smettila Klaus, smettila di farmi questo ―, biascicò Caroline.

Gli occhi dell’ibrido vagarono per un attimo lungo la stanza da ballo e in quel momento la strinse più forte contro di sé e un sorrisetto gli si dipinse sul viso.

― Che c’è? ― chiese Caroline, improvvisamente accaldata da quella vicinanza.

― Le tue migliori amiche ci stanno guardando con interesse. Così come i Salvatore, ah e anche Tyler. Sembra piuttosto adirato in effetti ―.

Caroline impallidì e non poté fare a meno di guardasi intorno; vide Elena, fasciata in un abito nero molto elegante. Era in compagnia di Stefan e la stava guardando letteralmente a bocca aperta. Così come Bonnie e Damon a pochi metri da lei. Per non parlare di Tyler, sembrava sul punto di scoppiare o di trasformarsi in lupo.

Caroline deglutì, mentre la musica andava scemando. Cercò di staccarsi da Klaus, per darsi un contegno, ma si accorse di non riuscirci. Inspiegabilmente una sua mano rimaneva appoggiata al braccio dell’ibrido.

― Non ti sto trattenendo, Care ―, disse quest’ultimo abbassando gli occhi su di lei. La ragazza rimase per un attimo immobile dentro la fissità di quello sguardo, poi scosse la testa e gli lasciò il braccio.

Si allontanò di fretta da lui, il più lontano possibile.

 

Elena la intercettò, il suo sguardo corrucciato era quello di una che aveva tante, boriose cose da chiedere.

― Caroline, poco fa… ―. Caroline socchiuse gli occhi ed alzò una mano come per fermare altre parole da Elena.

― Klaus mi ha chiesto di ballare ed io ho accettato. Tutto qua. Non è successo niente ―.

Mentiva, e questo non andava bene, soprattutto se mentiva ad una delle sue migliori amiche.

Elena rimase per un attimo sconcertata, poi scosse la testa.

― Okay, okay ti credo. Non può essere altro che così ―.

― Esattamente ―, rispose Caroline.

Un istante dopo si voltò e vide che c’era qualcuno che si muoveva in mezzo alla gente, incurante degli invitati. Tyler si stava dirigendo verso di lei e la sua faccia non prometteva niente di buono.

Pochi metri dietro di lui c’era Klaus che rideva.

Caroline si scusò con Elena e cercò di sparire tra la gente. Voleva evitare il suo ex ragazzo a tutti i costi, non era pronta a raccontare un'altra bugia, seppure a fin di bene.

Si mosse in mezzo alla sala e guardandosi le spalle imbucò un corridoi scuro. Non sapeva ovviamente dove portasse, l’importante era lontano da Tyler.

Il corridoio si rivelò piuttosto lungo; Caroline si allontanò dalla sala da ballo fino a che non sentì che una leggera musica di sottofondo. Si trovò davanti ad una porta e l’aprì, richiudendosela in fretta alle spalle.

Accese la luce e vide che si trovava in una specie di studiolo, piuttosto piccolo. C’era una scrivania sulla quale era posato qualche libro; uno scaffale, una poltrona imponente e una finestra.

Guardò fuori, la stanza dava sul giardino posto sul retro della casa di Klaus. Ponderò di calarsi giù ed andarsene.

“ E dopo cosa penseranno di me? Se me ne vado darò adito ai loro sospetti…”. Questo pensava e non si accorse la che porta dello studio si stava aprendo ed altrettanto velocemente richiudendo.

Con un sobbalzò Caroline si voltò, portandosi una mano suo cuore.

Klaus era davanti a lei.

― Cosa ci fai qui? ―, chiese la vampira, arricciando le sopraciglia.

― Potrei chiederti la stessa cosa, dopotutto questa è casa mia ―.

Klaus avanzò lentamente verso di lei, lo sguardo era mortalmente serio.

― Cosa… c’è? ―, sussurrò Caroline sentendosi invasa dalla paura e… da qualcos’altro. Qualcosa di decisamente sconveniente.

― Non resistevo oltre, hai fatto bene ad allontanarti dalla festa ―, disse Klaus mentre si fermava davanti a lei.

Caroline scosse la testa; ― Hai frainteso, voglio solo starmene da sola. Ho appena mentito alla mia migliore amica, ho appena ferito il ragazzo che amo ―.

Il viso di Klaus rimase impassibile.

― E questo dovrebbe importarmi? ―.

Caroline strinse i pugni; ― Ovvio che no. Lasciami stare, torna alla tua festa ―.

Klaus spinse Caroline contro il muro della stanza, lasciandola senza fiato.

― Tyler stava incominciando a diventare petulante. Voleva a tutti i costi sapere se c’è qualcosa tra di noi ―, disse l’ibrido.

Caroline sbarrò gli occhi; ― Cosa gli hai detto? ―.

Klaus sorrise; ― Che tra il servo e il padrone, tu hai scelto il padrone ―.

La ragazza inorridì e batté una mano sul petto di Klaus per tentare di scostarlo; ― Io non ti ho scelto! ―.

― Ma io si ―.

Gli occhi di Klaus si fecero pressanti e si posarono sulle labbra di Caroline.

― Adesso baciami ―.

― Mai. Ti odio Klaus, ti odio! ―, sbraitò Caroline con fervore.

L’ibrido non si scompose.

― Adoro questa emozione, è così forte, così audace, niente di paragonabile al pallido sentimento che provi per il caro Tyler. Amo l’odio che provi per me ―.  

Caroline sussultò; non poteva muoversi, non poteva andarsene. Ed erano soli, in quella piccola stanza ed il volto di Klaus era troppo vicino al suo.

Sospirò e socchiuse gli occhi, mentre la bocca di lui arrivava alla sua.

Si sorprese dell’ardore con cui rispose al bacio del suo nemico, senza rifletterci un secondo. Le labbra di Klaus divorarono le sue senza tenerezza, mentre le loro mani cercavano il modo per rendere quel contatto ancora più intenso, per fondere i loro corpi. L’unico rumore della stanza era quello delle loro lingue che si incontravano e non riuscivano a staccarsi.

Caroline ansimò; mentre Klaus scendeva con la sua lingua sul suo collo bianco. Poi le sue mani cercarono di infilarsi sotto al vestito di Caroline e la ragazza provò a fermalo.

― No, aspetta, non possiamo… ―, sussurrò, mentre il calore le inondava il ventre.

― Dici una cosa ma ne pensi un'altra ―, rispose Klaus sorridendole furbescamente.

Caroline arrossì e Klaus la sollevò in braccio e l’appoggiò poi sulla poltrona dello studio.

Si inginocchiò davanti a lei e la guardò .

― Adesso a noi due ―, disse.

Caroline gettò indietro la testa e sospirò di piacere, sconfitta.

 

   
 
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