Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: A g n e    27/01/2012    5 recensioni
Piccola parodia delle Hermy/ChiunqueNonSiaAbbastanzaVeloceDaScappare.
Nessun intento di offendere nessuno, solo il mio piccolo no all'ooc insensato.
A questo punto Fred avrebbe dovuto farsi venire qualche dubbio, soprattutto sul color cioccolato. Ma insomma, sapete come sono gli uomini, no? Per cui, il giovane buttò alle ortiche le sue remore cromatiche e si precipitò dalla fanciulla, profondendosi in una convincente imitazione di Mr Commesso 2012.
Genere: Comico, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Note pazzoidi: questa storia non vuole offendere nessuno, l'ho scritta giusto per farci due risate. 
So che ci sono tantissime parodie di Hermione/ChiunqueRespiri in cui la nostra secchiona preferita diventa improvvisamente una stangona tuttecurve ma beh, ci ho provato anch'io ;)
Verity è tratta da questa storia che siete moralmente obbligati invitati caldamente a vedere.
C'è qualche neologismo sparso in giro, ma è tutto ad usum fabulae, come dicono i latini i classicisti sopravvissuti.
Enjoy ;)
Scritta per la Maritombola, prompt 87





“Beh?!’” esordì George con tutta la delicatezza di cui era capace, piantandosi con le mani sui fianchi davanti ad un tavolo della Testa di Porco. 

Al suddetto tavolo era seduto, in stato di evidente prostrazione, Fred Weasley; stringeva tra le mani quello che sembrava un bicchiere pieno di Firewhiskey e ghiaccio e non sembrava molto intenzionato a reagire a qualsivoglia stimolo esterno che non avesse un grado alcolico sufficientemente alto.

George attese per qualche secondo che il fratello dismettesse quello sguardo vacuo e lo degnasse di attenzione, ma senza grandi risultati.
Così, con un sospiro rassegnato, si sedette al tavolo, accanto al desolato gemello, e gli concesse un “Su, racconta”, sperando di cavarsela con poco e di convincere Fred a tornare ai Tiri Vispi Weasley. Ehi, d’altra parte era il suo turno di lavoro.

Così, Fred cominciò a raccontare.

***

Era una mattina come tutte le altre, a Hogsmeade, quando ai Tiri Vispi Weasley entrò lei.

Fred era solo in negozio; George stava rovistando nello scantinato alla ricerca di qualcosa che vi aveva nascosto (e improvvidamente reso Inappellabile) e Verity, la loro commessa, aveva chiesto qualche giorno di ferie. Sentì la pernacchia che sostituiva graziosamente il banale campanellino d’entrata, ma non si girò subito, impegnato a sistemare delle scatole su uno dei ripiani.

“Sono subito da lei… un istante solo… ecco. Come posso aiut-“
Poco mancò che si ribaltasse dalla scala su cui si era arrampicato; davanti a lui c’era… una Veela.
No, non era una Veela, né tutta né in parte, si corresse, o avrebbe avuto i capelli biondi, presumibilmente. Invece, la soave creatura che era appena entrata era dotata di una fluente e boccolosa chioma castana e di grandi occhioni color cioccolato, nonché, naturalmente, di un fisico degno di una modella.

A questo punto Fred avrebbe dovuto farsi venire qualche dubbio, soprattutto sul color cioccolato. Ma insomma, sapete come sono gli uomini, no? Per cui, il giovane buttò alle ortiche le sue remore cromatiche e si precipitò dalla fanciulla, profondendosi in una convincente imitazione di Mr Commesso 2012.

“Come posso aiutarla, signorina?”
A questo punto la soave creatura scoppiò a ridere e disse le ferali parole: “Ma dai, Fred, non fare queste scene!”

Fred guardò con aria un po’ stranita la donzella, chiedendo: “Ma… uhm, ci conosciamo?”
La suddetta donzella ridacchiò ancora e rispose: “Il solito burlone! Certo che ci conosciamo, Fred! Sono Hermione! D’accordo che non ci vediamo da qualche giorno, ma un tale vuoto di memoria…”

Ad onor del vero, Fred tentò di reagire in maniera normale -normale per lui, s’intende- e di rispondere a tono con una battuta come ‘Ehi, ma chi ti riconosceva più, pettinata come una principessa! Hai la carrozza che ti aspetta o vuoi anche un principe che ti accompagni al ballo?’ o qualche idiozia simile; peccato per lui che Hermione non aspettò affatto una sua qualsivoglia reazione, ma si avvicinò con aria ammiccante, cincischiando qualcosa a proposito di Pozioni d’Amore e altre diavolerie.

Fortunatamente, si era ormai attivato nel cervello di Fred quel segnale di pericolo mortale imminente che, nella mente degli uomini, scatta solo in condizioni di particolare emergenza. Cominciò ad indietreggiare verso il bancone, con gli occhi puntati alle unghie laccate di Hermione (o di qualsiasi cosa avesse preso il possesso del suo corpo, perché quella non era di certo la fidanzata di Ron), che stava evidentemente tentando di afferrarlo per il camice e di portarlo dietro gli scaffali a fare cose indicibili.

Per fortuna -o almeno così pensava lo sventurato- l’appena ricordato fratello minore fece il suo ingresso nel negozio proprio in quel momento.
Bastò la visione della sua promessa avvinghiata in modo sconveniente al povero Fred a trasformarlo in una belva feroce; sguainò la bacchetta, urlando insensataggini come ‘Proprio tu, mio fratello! Traditore!” e lanciando incantesimi a caso.

A quel punto, Fred dimenticò di avere una qualsiasi dignità (e di qualsiasi capacità di Smaterializzazione) e riuscì ad infilare la porta, fuggendo via alla massima velocità sostenibile urlando come una donnetta.

***

Le risatine di George mal soffocate sotto la sciarpa non servirono a migliorare l’umore di Fred, che strinse la presa al suo bicchiere come ad un’ancora di salvezza.

“Suvvia, fratello” azzardò George, una volta recuperato un minimo di serietà, “Sono convinto ci sia sotto qualcosa… uno scherzo, un incantesimo… chissà!”

Fred scosse la testa, tirando su col naso e immaginandosi scenari apocalittici di varia portata.
A qualche chilometro di distanza, Ron ed Hermione (che aveva appena pronunciato il contro incantesimo adatto a tornare quella di prima, senza curve né capelli dalle acconciature improbabili) si stavano stringendo la mano con un ghigno stampato sul volto.
“Ah, che soddisfazione! Ora sì che mi sono vendicato di quell’orribile scherzo col mio orsacchiotto…”
“Puoi ben dirlo, Ron… li avevo avvertiti che mi sarei rifatta in qualche modo di quell’anno in cui ero Prefetto e loro continuavano a vendere le loro stupide merendine…”

Continuarono a ridacchiare per un bel pezzo, del tutto insensibili ad un poverino coi capelli rossi che dovette passare il pomeriggio ad assistere un gemello in preda a crisi di panico.

 

   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: A g n e