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Autore: Akagage9195    27/01/2012    0 recensioni
Ormai Roma è nel totale potere della famiglia Borgia.Ezio incaricato di uccidere Cesare si appresta ad compiere tale missione ritrovandosi però difronte non il Borgia ma la bellissima Lucrezia.Angelice,diafana,bella e altrettanto pare a lei l' Auditore.Sul punto di ucciderla qualcosa cambia,scatta bella mente di entrambi,ed inizia un gioco dove preda e predatore hanno pari livello d' intelligenza.E se la donna non fosse ciò che appare?Se Ezio decidesse di far durare il gioco fino a stremarla?E se decidesse di non riportarla viva a palazzo per usarla come trappola per attirare Cesare?Lo saprete solo leggendo..
Genere: Avventura, Erotico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ezio Auditore, Nuovo personaggio
Note: Lemon, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Le indicò una torre,che lei a vista riconobbe subito la struttura e quando le disse che quello era il suo obbiettivo,non si sentì raggelare il sangue ma bensi si trovò d' acordo con lui.Saltò giù stringendola a se,in un movimento perfetto che per un attimo le sembro di volare assieme ad un aquila.Quando atterrarono la posò delicatamente a terra stringendole la mano,con altrettata forza strinse le sue dita intreciandole.Aveva saltato senza preavviso ma si era divertita troppo,gli sorrise guardandolo.
"No ma che figata!!!Lo rifaremmo vero?"
Lo abbracciò spontaneamente baciandogli le labbra velocemente,sarebbe voluta tornare alla notte prima e al risveglio,ma c' era tempo per poter stare nuovamente assieme cosi.Corsero tra la folla,sempre uniti,sempre uno attento all' altro,entrarono tra vicoli e strade più grandi fino ad arrivare sotto la torre.
Il suo obbiettivo,uccidere il capo del Quartiere,capo che lei conosceva molto bene.
"Allora,questa torre  è una delle più piccole appartenenti alla mia famiglia,mio cugino Stefano,ci abita con la moglie e i figli.Solitamente,la compagna non c'è dovrebbe essere oa messa con i bambini o alle letture del mattino nella Sala ricreativa dell' Istruzione.Quindi,non credo sia presente.Poca servitù,le dame accompagano la moglie di mio cugino per tutto il tragitto,rimangono solamente i cuochi e qualche guardia.La torre  composta al suo interno da 4 piani.Non è la più alta difatti,il potere di Stefano è nettamente minore a quello di mio fratello che ha come quartier generale qui la Torre nel cetro di Roma,più alta di questa a significare che lui è il più forte dela famiglia.Comunque,verrò con te.C'è una porta sul restro nel loggiato e dell' edera rampicante può esserci d' aiuto,vieni!"
Lo condusse lei stavolta correndo davanti a lui e portandolo davanti alla porta.L' edera si arrampicava sulle pietre,fino quasi al tetto.Lasciò la mano dell' Auditore per arrampicarsi,sapeva quale era la camera del cugino e consceva le sue abitudini,doveva dormire ancora,amava svegliari a pranzo pronto.
A bassa voce parlò quasi sospirando.
"Starà ancora dormendo stai pronto ad entrare,la finestra la lascia sempre aperta quando fa caldo,il l' aprirò maggiormente e tu entrerai,io ti copro le spalle"
Gli sorrise per procedere spedita fino alla finestra,come aveva detto era socchisua e quando Ezio l'ebbe affiancata aprì la finestra maggiormente e lui con no scatto slenzioso entrò nelal camera.Lo seguì cercando di non fare rumore,quando fu dentro Stefano era sdraiato supino tra le coperte bianche,completamente spoglio di vestiti.Chissà quanto l' aveva soddisfatto la moglie,o una delle sue puttane.Ezio si stava avvicinando a lui,sarebbe stata una cosa veloce,si muoveva come un leone che sta per attaccare una povera gazzella dormente e tranquilla.I movimenti,il camminare,lo scatto della lama.Rimase incantata e improvvisamente quel lato vogliosi di lei si risvegliò.Ma quando gli fu vicino,cosi tanto da farle battere il cuore per l' imminente assassinio,la porta si spalancò e si ritrovò a sobbalzare all' indietro.
"Ma che??Lucrezia?"La donna che non doveva essere li con gli occhi corse ai propri,e poi in cerca di quello del compagno,quando inquadrò l' Assassino intento ad uccidere Stefano urlò,cosi tanto da farle stringere gli occhi.Sentì subito le guardi muoversi ai piani inferiori.Stefano si svegliò di soprassalto,lo capì quando le senti parlare in catalano,imprecare precisamente e nell' istante in cui si voltò ebbe la conferma che i due uomini stavano lottando.
Non poteva permettere che Stefano uccidesse Ezio,la donna,moglie del cugino afferrò un candelabro a sette punte e a corsa la sorpassò cercando di arrivare dove i due stavano lottando.Quando le sfrecciò accanto sebbene più grande in tutto di lei,altezza,massa,si sentì potente tutto dun'tratto,come se la forza le fosse stata donata da chissà quale entità divina e le stesse scorrendo nel copro.Nel preciso istante in cui le sfrecciò accanto scattò voltandosi ad afferrarle i capelli pettinati finemente,li strinse tirandoli,cosi tanto da fare urlare la donna e farla voltare compeltamente.Quando capì che era stata lei a strattonarla incredula la guardò da terra.
"Lucrezia..Tu?Perchè?"
Non le interessava se era sconvolta,se stava piangendo.Quelle lacrime le diedero la forza di continuare,non avrebbe avuto compassione.Con il candelabro la donna cercò di colpire la bionda,ma ebbe i riflessi cosi pronti che le bloccò il movimento con il piede,l' altro lo posò sullo sterno di essa affinche con tutto il peso seppur leggero,la bloccasse.Scivolò con la punta degli stivali fino alla gola della donna nel tentativo di strozzarla,ma essa l' aferrò per la caviglia con l' altra mano in uno scatto buttandola con se a terra.La situazione si ribalto,le vesti vaporose di lei però ne limitavano i movimenti,era più lenta e impacciata.Afferrò i biondi capelli della giovane tirandoli,tipico del "cobattere" tra donne,tirare graffiare si limitavano sempre a quello,ma lei.no!Quando i capelli furono tirati bastò seguire l' andatura in avanti del gesto e con fora tirò una testata alla donna direttamente sul naso,il crok fu cosi forte che non se lo sarebbe mai scordato per niente al mondo.Il sangue prese a colare quasi subito,la donna da dolore aveva lasciato la presa sui capelli,fu allora che scattò ribalstando la situazione nuovamente e a differenza di lei,la colpi con tutta la forza in più punti del viso,con cazzotti, cosi precisi che sembarava fosse il suo mestiere.
"Perchè?Lu-Lucrezia?"Le labbra sanguinati della donna ormai inerte la supplicavano di rispondere.
Afferrò il candelabro li affianco stringendolo,lo alzò sopra la propria testa a caricare il colpo.
"Perchè,tutto questo doveva finire,perchè Borgia  è solo una dannata maledizione,perchè...perchè adesso vivo davvero,perchè adesso sò cosa voglio veramente!"Un colpo deciso sulla tempia,la testa si voltò di lato,la donna divenne immobile.La fissò,non ricordava niente di lei,niente,non aveva avuto legami con essa,e l' averla uccisa per proteggere Ezio non le dava nessun senzo di colpa,tutt' altro.Non aveva nemmeno fatto caso a quello che i due uomini avevano combinato,cosi fissa a guardare il volto macchiato di sangue della donna,non si accorse che anche i due avevano volto al termine lo scontro,una mano calda le si posò sulla schiena.

Si erano lanciati ed erano usciti dal carretto, quando ad Ezio spuntò un sorriso di divertimento.
"Oh si, non lo metto in dubbio"
Aveva saltato senza preavviso ed era divertito dalla reazione della donna. Assieme corsero, uniti, per le strade e i vicoli.
Dovevano raggiungere la torre, e Lucrezia sembrava conoscerla molto bene. Per questo durante il tragitto, Lucrezia gli parlò dicendogli praticamente tutto a riguardo. La torre era comandata da un certo Stefano, suo cugino. Era una delle più piccole e meno potenti. Gli spiegò anche la planimetria della torre, e come raggiungere ogni luogo di questa. Erano arrivati sotto la torre dopo essersi nascosti alla vista delle Guardie, infondo non tutte erano ancora state avvisate della scomparsa di Lucrezia quindi le guardie non le avrebbero detto nulla nel caso l'avrebbero riconosciuta.
Erano davanti alla porta e la camera del cugino si sarebbe trovata lì, lungo l' edera che scorreva in verticale sulle mura e le pietre del palazzo. Facile per arrampicarsi. Lucrezia fece strada, facendo così entrare Ezio al segnale dopo che si erano messi d'accordo. Al segnale dell' apertura della finestra, Ezio si arrampicò sui rovi per entrare e rimettere la finestra com'era prima, non voleva che nessuna guardia magari si accorgesse dello spostamento e gli venissero dubbi.
Entrò nella stanza osservandola un pò, poi si avvicinò piano, con passi lunghi e silenziosi alla sua "preda", mentre aprendo la mano fece uscire la sua lama nascosta. Notò anche lui che molto probabilmente spoglio dei suoi vestiti e rintanato tra le coperte bianche, appena reduce da un rapporto avuto con la moglie o con una delle sue cortigiane.
"Una morte nel sonno sarà una morte più piacevole per te, considerati fortunato... Stefano."
Mentre era vicino disse queste parole, per poi alzare il braccio e mirare al cuore con la sua lama. Proprio mentre questo accadde, la porta si spalancò facendo apparire una donna che osservò Lucrezia ed osservò la scena, gridando e facendo svegliare Stefano.
"Merda. Non ci voleva, adesso ricominciamo..."
La donna, che sembrava essere la moglie del cugino Stefano riconobbe Lucrezia. La donna partì dunque all' attacco verso con un candelabro. Ezio, che osservava la scena, per prevenire l' attacco che se fatto male poteva colpire lui, si allontanò da Stefano che ebbe il tempo di prendere dal cassetto un pugnale, quasi come se fosse una daga. Era senza vesti e mettersele l' avrebbe sicuramente penalizzato nel tempo, per questo scese dal letto ricoperto dalle sue lenzuola bianche. Lucrezia afferrò per i capelli la donna che attaccava col candelabro, facendola cadere per terra e tentare di finirla ma anche lei fece cadere Lucrezia per terra. Iniziò una serie di lotta tipica tra donne, con Lucrezia però che non rinunciava ogni tanto a qualche bel pugno. Difatti proprio una sua testata riuscì a rompere il naso alla moglie del marito che sembrò rompersi il naso. Il combattimento invece tra Stefano ed Ezio ebbe inizio, dal momento in cui Ezio tentò di attaccare ma appunto Stefano prese la sua daga deviando il colpo. Per essere più veloce e reattivo allora, Ezio estrasse anche la lama nascosta del braccio sinistro. Era troppo tardi per cambiare arma, per mettere la spada o impugnare anche lui la sua daga, per questo tentò di combattere con le due lame nascoste. Non doveva essere poi così difficile. Con sguardo rivolto al Borgia da uccidere e cercando di mettere dubbi sia con espressione che con finte per attaccare, cercando di far abbassare la guardia a lui. Dopo varie finte in determinati e precisi punti del corpo, Ezio partì a mirare al suo collo, con un attacco dall' alto, quando la daga del suo avversario andò però a posarsi prima sulla lama bloccandola. Ezio sfruttò quel momento per attaccare con la sua lama del braccio sinistro la parte destra di Stefano, mirando al centro tra Anca destra e pettorale destro, quasi mirando verso il fegato. Un rapido movimento però di pugnale fece sì che anche quel colpo venne parato, e per Ezio la situazione si fece difficile. Non per nulla era un capo di uno schieramento, il capo di quella torre. Qualcosa infondo la valeva.
L' Assassino continuò a fare finte e tentare di pugnalare ad affondo con le sue lame il capo guardia, ma fallendo in tutti i tentativi per colpa dello spostamento veloce della daga che bloccata tutti gli affondi. Continuando così, le lame dell' Assassino si sarebbero seriamente danneggiate se non proprio spezzate. Notò con la coda dell' occhio che anche se era lui ad attaccare, con molta intelligenza Stefano si stava indirizzando verso l' angolo della stanza dove erano presenti la sua armatura e accanto le armi. Molto probabilmente voleva prendere la sua spada, ma con ciò ad Ezio gli venne un idea. Fece sì per allontanarsi facendo rientrare le sue lame, sfruttando e offrendo a Stefano il tempo per gettare la daga e afferrare quindi la sua spada per attaccarlo poi subito. L' Auditore aspettò che fece la sua mossa, sfruttando nel tempo che Stefano impiegava a gettare l' arma e afferrare la sua, di riuscire le lame nascoste e avventarsi su di lui, senza paura di spingerlo e gettarlo per terra o urtare al muro, aprendo la mano destra e mirando alla zona superiore destra della schiena. Un colpo che riuscì ad eliminarlo, a farlo fuori al primo colpo bloccandolo e facendolo cadere per terra.
"Requiescat in pace."
Velocemente disse mentre chiuse gli occhi, per andare verso Lucrezia e osservare che anche lei aveva reso immobile e piena di sangue la sua avversaria. Gli posò una mano sulla schiena.
"Stai bene? Dobbiamo scappare."
Le disse alzandola e accompagnandola per mano alla finestra, pronta per farla uscire. Arrivarono però subito 3 guardie nella camera, che osservando la scena con le spade già sguainate si avventarono contro Ezio.
"Va! Ora! Corri!"
Ezio aspettava che Lucrezia uscisse dalla finestra per poi fare lo stesso, nel frattempo però doveva coprirla e quindi combattere le guardie. Appena entrate dalla porta afferrò l' elsa rotta della sua spada, ma riuscì comunque ad estrarla. Lui arretrò ma aveva comunque le guardie che si avventavano su di lui, e senza paura xkè oramai abituato Ezio andò come al solito ad attaccare con la sua spada mettendosi in posizione adatta. Un attacco obliquo, poi un fendente, poi altri vari attacchi da altre direzioni. Le spade di Ezio si incrociarono a turno con quelle delle 3 guardie. Non poteva attaccare, sarebbe stato troppo scoperto e doveva quindi solo difendersi per arretrare e riuscire a scappare dalla finestra. Non appena Lucrezia fu giù, anche Ezio facendo passi all' indietro saltò sulla finestra per poi mettere velocemente la spada a posto e calarsi giù, per poi saltare per terra a distanza adeguata quando non si sarebbe troppo fatto male. Le Guardie da sopra seguivano i suoi movimenti, e in un niente sarebbero scese per inseguirlo assieme ad altre guardie. Una volta arrivato giù afferrò la mano di Lucrezia, e assieme a lei iniziò a correre lontano.
"Corri veloce, e non ti voltare indietro. Ci prenderanno. Saliamo su un tetto, assicuriamoci di averli seminati e poi nascondiamoci. Oppure troviamo un carretto di fieno. Andiamo."
I passi dell' Auditore cercavano di essere veloci ma allo stesso tempo di non correre troppo per far sì che anche Lucrezia riuscisse a tenere il passo. Stefano era morto, loro stavano scappando. Non riuscirono ad incendiare la torre ma solo ad eliminare il suo capo. Sarebbero tornati dopo con calma, adesso dovevano rendersi irriconoscibili e scappare dalle guardie.
 
Ormai le guardie li stavano inseguendo,un ennesima volta,lui sembrava davvero preoccupato e metteva nella corsa incessante tutta la sua pesantezza,prima infatti non aveva corso cosi "male",i rumori dei suoi passi,descrivevano alla perfezione il peso dell' armatura che indossava,la intimava ogni tanto voltandosi a non guardarsi indetro e a correre più che poteva.Seguiva i suoi ordini alla lettera ma non pot fare a meno di notare che aveva tutte le mani insanguinate e che stava imbrattando anche quelle dell' Auditore.Sangue,rosso,scarlatto,vivido e viscoso,caldo sulle proprie mani fredde.Aveva ucciso una sua prente,aveva reciso una vita donata da Dio,si era macchiata di una colpa identica a quella che caratterizzava Ezio,era diventata un Assassina per proteggerlo.Invece che commiserarsi,una strana forza,una consapevolezza le prese il cuore e la bocca dello stomaco,era forte,era capace di essere libera in modo eccelso,era capace di amare e uccidere per amore,e anche se sbagliato,si sentiva felice,viva per la prima volta.Strinse la mano dell' Auditore a confermare che era li con lui,che stava bene,prese a correre con maggior velocità come se i piedi andessero da soli,si sentiva quasi sollevare dalle tegole dei tetti come se volasse,e lo affiancò decisa,correva veloce come lui e non si stancava.Non si voltò mai indietro,si fidava di lui,lo avrebbe seguito in quella folle corsa anche sino in capo al mondo.
"Ezio,ormai non possiamo tornare indietro dobbiamo sparire da Roma.Ci cercherano ovunque e anche se  è una grande città prima o poi ci scoveranno,metteranno una taglia sulla tua testa e una ricompensa a chi mi porta sana e salva da Cesare,non possiamo più stare qui o tornare a cancellare le tracce.Dobbiamo partire!"Il suo non era un semplice suggerimento era un ordine,un ordine per entrambi.Le guardie correvano scaltre sui tetti,non li vedeva perchè non si voltava ma ne sentiva i passi,le cadenze,i rumori metallici di armi e armature.Improvvisamente qualche cosa,un altro rumore a lei sconosciuto le passo vicino all' orecchio,uo schiocco o un fischio cosi acuto da farle pensare al verso di un acquila.Quando però capì cosa fosse in realtà vedendola conficcarsi in una delle tegole,concepì che stavano cercando di fermarli con una pioggia di frecce.
Una,due,tre,scagliate contro di loro,a quanto pare non volevano cessare di fare "fuoco".
"Ezio le frecce!"Si strise a lui,era l'unico dei due ada avere delle protezioni,si nascose sempre correndo sotto al suo abbraccio.
"Ma sono impazziti mi vogliono portare a Cesare morta?Dannazione sono degli idioti!"
Si strinse a lui,dovevano trovare una via d' uscita,ma come?Dove?Passarono a corsa su un tetto in legno,quando il piede si posò su una delle travi scricchiolò.Di colpo si fermo costringendo anche l' Auditore a fare altrettanto.
"Aspetta ho un idea...Fidati di me!"Si strinse a lui abbracciadolo nuovamente."Salta,dai!Con me salta se saltiamo la trave marcia andrà giu,e potremmo correre per strada non ci beccheremo frecce e potremmo correre più facilmente verso uno dei carri"Saltò sperado che lui seguisse il suo ragionamento.

Correvano assieme. L' Auditore poteva sentire sulle mani fredde della donna del sangue appiccicoso, oramai secco. Sentì sulla propria mano il sangue, che a contatto tra la sua pelle e quella di lei gli dava  una strana sensazione. Il pensiero poi, l' idea che la donna avesse ucciso qualcuno legato a lei per lui, non sapeva se renderlo felice o colpevole, triste per aver fatto fare alla donna un azione del genere per lui.
"Fuggire da Roma? Lucrezia, dobbiamo conquistarla! Non voglio che sia più sotto il controllo dei Borgia! Fuggire? Dove potremmo andare allora?"
Con fiatone, una mal espressione uscì da Ezio, che continuava a correre con Lucrezia. Da lontano i passi diminuivano e le guardie che erano sul tetto per non perdere la loro posizione di guardia mirarono loro da lontano, puntandogli e sparando senza farsi alcun problema una pioggia di freccie a loro addosso. Per fortuna le frecce cascarono intorno e distanti , e anche se sembravano voler mirare Ezio non erano distanti da Lucrezia. Perchè rischiare ad attaccarlo sapendo che poteva essere coinvolta anche Lucrezia? Per Ezio non avevano pietà neanche di lei, che se pur loro comandante in un certo senso, veniva lo stesso presa di mira per ordini superiori. Erano Borgia, bisognava aspettarsi di tutto. In compenso però, una freccia riuscì a trapassare il braccio di Ezio, prendendolo però per fortuna e non danneggiando ossa od altro, ma solo lacerandolo.
"Bastardi! Mi hanno preso!"
Passarono di corsa su un tetto di legno che scricchiolò. Lucrezia fermò Ezio stringendosi a lui come se avesse paura di perderlo. Voleva che saltassero assieme.
"Sarà meglio sbrigarsi allora. 1 ... 2 ... 3!"
Al tre entrambi saltarono per cadere di nuovo sul posto piegandosi un pò su sè stessi, cercando di concentrare la loro forza tutta in un punto e dare più peso possibile per cascare di sotto. Il tetto si ruppe, e loro cascarono per terra atterrando sulle gambe, poi di corsa fuggirono per deviare un pò le guardie. Il braccio di Ezio era ancora dolorante, ma non vi era tempo per fermarsi a curare le ferite. Dovevano fuggire, ora e subito se volevano scamparla.
"Argh... Non c'è tempo per curarmi, fuggiamo. Dobbiamo nasconderci."
Ezio riprese la corsa con Lucrezia al suo fianco, il suo braccio sinistro doloeva sempre più forte. Le Guardie scesero anche loro, ma tra zone e muri non sapevano dove di preciso fossero andati i due.
"Attenzione nell' andare per strada, non dobbiamo farci vedere da altre guardie. Proseguiamo di qui..."
Disse proseguendo per una specie di vietta che non sapeva fosse una via di città o un luogo coperto perchè sopra di loro c'era una specie di soffitto che li copriva. Le porte ad arco in lontananza, una da un lato e l' altra dall' altro venivano percorse dai due, che usciti sbucarono in un piazzale aperto.
"Corri! Non facciamoci vedere, ora!"
I due corsero verso la sinistra in avanti inquadrando un carretto, e correndo Ezio si buttò dentro con la sua Lucrezia.
"Ssh... non fare rumore."
Le Guardie si avvicinarono così al piazzale tentando di scovare i due. Girovagarono di qua e di là, per poi andarsene a controllare altre zone quando poi da dentro i due sentirono qualcosa all' esterno muoversi, vicino a loro. Una spada entrò nell' ammasso di paglia e si scagliò alla sinistra dell' Auditore, che aprì al massimo le palpebre per la paura, non se l' aspettava.
"Cazzo..."
Pronunciò sottovoce, osservando che la lama tirata indietro andò a macchiarsi di suo sangue perchè gli aveva sfiorato il braccio dolorante.
"AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA"
Per il dolore, Ezio saltò fuori con il braccio destro e la lama nascosta estratta e andò a conficcare questa nel corpo della guardia, che sembrava l' ultima rimasta in quella zona.
"Lucrezia, vieni fuori!"
L' Assassino aiutò la Borgia ad uscire fuori, per mettere il corpo della guardia nel carretto per nasconderlo. Dopo ciò Ezio afferrò la mano di Lucrezia un altra volta, portandola in un piccolo vicolo nascosto e quasi buio, accasciandosi seduto per terra.
"Dannazione... mi servono medicine. Sei in grado di procurartene qualcuna?"
Chiese Ezio, seduto per terra che si stringeva il braccio per non far uscire più altro sangue. Quella ferita gli faceva molto male, aveva bisogno di medicine al più presto.
 
 
Avevano saltato e tutto era andato secondo i piani,non si era minimamente accorta che Ezio era ferito,se pur non gravemente e quando l' aveva stretta a se per entrare nel carretto pieno di fieno le aveva detto di fare silenzio.Trattenne quasi il repsiro,andando in apnea ma quando una lama di spada spuntò dagli aghi biondi che tanto si confondevano con i suoi capelli,e,andò a trafiggere nello stesso punto della freccia l'Auditore che grido,sobbalzò preoccupata.Dal conto suo lui urlò e per un attimo trovò divertente il fatto che poco prima le aveva detto di fare silenzio.Ma quando lo vide scattare con la sua lama nascosta al difuori della paglia e sentì chiaramente essa conficcarsi nella giugulare dela guardia che l' aveva trafitto,le fu chiaro che non potevano più stare e usufruire di quel mezzo,quando però vide le sue mani cercare le proprie le tese senza indugio e l' afferrò,avrebbe riconosciuto quei guanti tra un milione anche se erano pur sempre di pelle,erano i suoi guanti e prendevano la forma delle sue mani,e lei conosceva quelle mani.Sorrise afferrandole e tirandola a se la fece uscire,non ebbe il tempo di vederela ferita che la intimòdi correre nuovamente conducendola per un vicolo buio,li almeno per un po' sarebbero stati al sicuro.Fu allora che anche lui si dette pace e si sedette,la mano attorno al braccio,stava perdendo sangue.
Si abbassò alla sua altezza,ancora il fiatone,la sensazione di avere il sangue in bocca,deglutìla gola le faceva cosi male che sembrava fosse stata raschiata con un rastrello.
Gli abbassò il cappuccio guarandolo,l' espressione del viso contratta in una smorfia di dolore.Lo baciò sulla fronte,non le importava se era sudato.Lo guardò negli occhi sorridendo appena.
"Ezio,nessuna medicina...Tu sai dove siamo finiti?No!Io si..siamo nei quartieri malfamati,se ci fermiamo troppo finisce male,queste sono le bettole delle puttane e delle fattucchiere.E non ti farei ne toccare da una di loro,ne tanto meno curare.Ti ammazzerebbero più che farti del bene e non glielo permetterei mai,non lo permetterò mai a nessuno!Quindi,vecchio rimedio."
Si azlò guardandolo un ultima volta,prima di allontanarsi e girare l' angolo della strada.Non gli aveva detto dove sarebbe andata ma sapeva che si fidava di lei e che sarebbe rimasto li ad aspettarla.Non aveva denaro,usò la spilla con cui si teneva la camicetta per pagare l' alcool,le bende e per farsi arroventare un pezzo di ferro in modo da renderlo sterile.Quando tornò a corsa,più stanca che mai,lo trovò ancora li che l' attendeva.
"Scusa ho cercato di fare in fretta"La camicetta era quasi del tutto spalancata,a mostrare appena ora che era piegata in avanti i seni sudati.
"Trattieniti dall' urlare o ci farai scoprire...dinuovo."Afferrò la freccia spezzandola per prima cosa,poi estrasse la punta,con delicatezza alzò la manica delle vesti e una volta guardata la ferita aprì la bottiglia di alcool e rovesciò su di essa.Poteva capire quella bruttissima smorfia che aveva,anche a lei era capitato di farsi male e di dover essere disinfettata cosi.Poi posò la lama calda su di essa,la pelle fece un rumore leggermente raccapricciante come se friggesse,ma era ilmiglior modo per fermare il sangue per disinfettare e per cicatrizzare rapidamente il tutto.Fasciò poi il tutto con le bende sterili.
"Fatto!Dovrebbe andare meglio,allontaniamoci da qui andiamocene.Ti prego Ezio asocltami.Tu sei ferito,io sono stanca ho vomitato sangue da quanto o corso e ho la gola che mi supplica di bere,di conseguenza se vuoi farti ammazzare dato che hai un braccio fuori uso,bene accomodati,ma direi che per oggi abbiamo superato il limite.Credimi,possiamo fare di meglio,Cesare tornerà a Roma,tra qualche tempo,hai già ucciso mio cugino oggi,e io ho spaccato la testa a sua moglie non credi sia abbastanza?Ti prego andiamicene da qui,lasciamo che le cose si calmino non si aspettano che torneremo crederanno che mi hai rapita e ammazzata fuori Roma,cercheranno il mio copro nei fossi e non lo troveranno,e allora cercheranno nella campagna,e quando lo faranno noi torneremo in città,che sarà meno controllata."
Non sapeva come o perchè ma sembrò fidarsi di lei,o forse aveva capito di avere ragione.Lo aiutò ad alzarsi e a percorrere la stradina fino a farlo svoltare dove prima aveva girato lei.Ad attenderli c' era un carretto con un vecchietto,aveva l' aria gentile e le sorrise,aiutò Ezio.
"Nascondetevi bene,adesso partiamo tra pochi minuti saremmo alle porte principlai.Su su bambina presto nasconditi anche tu!"
Aveva pagato il vecchietto per farsi portare fuori di li.Prese delle casse vuote dipsonendole attorno a loro poi uan coperta che puzzava posizionandola sopra.Il buio prese i due figgitivi come la notte dopo il giorno.Si strinse ad Ezio,posando la testa sulla sua spalla.
"Andrà tutto bene...Non premetterò che ti facciano del male."
Sentì chiaramente il carretto uscire dalle porte di Roma,le guardie che probabilmente non sapevano minimamente delle ultme vicende lo lasciarono passare senza cotrollare nulla.Il tempo trascorreva lento,poi una voce.
"Ragazzi miei potete uscire da quella coperta e pensare che ci coprivo i porci con quelle...Puzzano!"
Le venne da ridere e difatti scostandole la luce la illimunò mentre sorrideva felice.Si sentiva più libera che mai,vedere Roma in lontananza sempre più e avere la mano di Ezio tra le sua la facevano sentire viva.
"Prossima fermata Tivoli!"
Posò nuovamente la testa sulla spala dell' Auditore chiudendo finalmente gli occhi.
 
Cosa accadrà a Tivoli?Ezio e Lucreia falmente potranno riposare almeno un po?Riusciranno a non essere scoperti durante il tragitto da eventuali guardie?
E che cosa accadrà al Auditore ferito?Lucrezia sarà disposta ancora ad uccidere pur di rimanere con lui?Tutto questo nel prossimo capitolo...
 
   
 
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