-Figliolo... Dov'è finita la tua sete di potere, vuoi dirmelo? Tu eri un valoroso combattente. Il migliore dei Sayan. Il più puro di tutti. Eri invincibile. Possedevi una tale potenza da suscitare il timore di chiunque incontrassi per la tua strada. E ora... ah, guardati. Cosa sei? Eh? Un terrestre? È così che dovrei chiamarti? Beh, hai una famiglia. Hai una... moglie. Hai due figli. Tutti terrestri. O peggio, per metà Sayan. Scusami tanto, ma non ti riconosco più. Non sei altro che un rifiuto. Più ti guardo, più mi viene da ridere. Ah ah ah!-
Vegeta aveva lasciato cadere la mano lungo il fianco. Chi gli parlava non era il padre, non poteva essere lui. Il padre era morto. Eppure, quelle parole gli fecero male, riuscirono a toccare il suo orgoglio più profondo e a fargli vibrare il cuore. Avevo uno sguardo impaurito. Quando un secondo, improvviso, mal di testa lo costrinse a portare di nuovo la mano alle tempie e stavolta dovette farsi aiutare anche dall'altra.
-Ah ah ah!-
Sentì una risata profonda. Con uno scatto andò alla ricerca della fonte di quel suono fastidioso.
-Vegeta. Tu. [...] Sai, forse, sarebbe stato meglio se i tuoi amici non ti avessero riportato in vita... quella volta che ti ho ucciso. […] Ti avrebbero senz'altro risparmiato parecchie umiliazioni, come... questa.-
Freezer apparve accanto a Bulma, che sembrava non notare la sua presenza.
-Oh, guardala, è così... carina. Ma forse il suo viso sarebbe ancora più bello se gli provocassi un po' di... queste.-
Disse, mentre causava delle ferite sul viso della sua compagna. Il sangue cominciò a scivolare giù per il viso della donna. Vegeta strinse le sue mani in due pugni e scattò. O meglio, provò a scattare. In realtà, non riuscì a muoversi. Teneva la mascella serrata e, per lui, era già un grande sforzo.
-Oh, dimenticavo. Ci sono anche i due mocciosi, qui con noi.-
-No!-
Gridò Vegeta.
-Cosa c'è?-
Domandò Freezer, avvicinatosi ai due ragazzi.
-Aspetta, credo di aver capito. Credo di aver trovato il tuo punto debole.-
Vegeta aveva lasciato cadere la mano lungo il fianco. Chi gli parlava non era il padre, non poteva essere lui. Il padre era morto. Eppure, quelle parole gli fecero male, riuscirono a toccare il suo orgoglio più profondo e a fargli vibrare il cuore. Avevo uno sguardo impaurito. Quando un secondo, improvviso, mal di testa lo costrinse a portare di nuovo la mano alle tempie e stavolta dovette farsi aiutare anche dall'altra.
-Ah ah ah!-
Sentì una risata profonda. Con uno scatto andò alla ricerca della fonte di quel suono fastidioso.
-Vegeta. Tu. [...] Sai, forse, sarebbe stato meglio se i tuoi amici non ti avessero riportato in vita... quella volta che ti ho ucciso. […] Ti avrebbero senz'altro risparmiato parecchie umiliazioni, come... questa.-
Freezer apparve accanto a Bulma, che sembrava non notare la sua presenza.
-Oh, guardala, è così... carina. Ma forse il suo viso sarebbe ancora più bello se gli provocassi un po' di... queste.-
Disse, mentre causava delle ferite sul viso della sua compagna. Il sangue cominciò a scivolare giù per il viso della donna. Vegeta strinse le sue mani in due pugni e scattò. O meglio, provò a scattare. In realtà, non riuscì a muoversi. Teneva la mascella serrata e, per lui, era già un grande sforzo.
-Oh, dimenticavo. Ci sono anche i due mocciosi, qui con noi.-
-No!-
Gridò Vegeta.
-Cosa c'è?-
Domandò Freezer, avvicinatosi ai due ragazzi.
-Aspetta, credo di aver capito. Credo di aver trovato il tuo punto debole.-