Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Ricorda la storia  |      
Autore: Zomi    27/01/2012    8 recensioni
Il ragazzo si concentrò a pieno. Chiuse gli occhi raccolto, portandosi una mano al mento in profonda riflessone. Il silenzio più profondo lo circondava, nella sua camera da letto. Il ticchettio della pioggia, contro il vetro della finestra, attutito dal suo rimuginare.
-Uhm…- mugugnò pensieroso -… 1983…?-
La ragazza che gli sedeva di fronte, lo fissò sull’orlo della disperazione. Trattenne un ringhio solo per un soffio...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Drakul Mihawk, Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

ANGOLO DELL’AUTORE:
Per il mio delicato Fiorellino-Giglio: a volte servirebbe un compagno di studi con un buon metodo di studio…

Zomi
 

 
 

METODO DI STUDIO

 

 
Il ragazzo si concentrò a pieno. Chiuse gli occhi raccolto, portandosi una mano al mento in profonda riflessone. Il silenzio più profondo lo circondava, nella sua camera da letto. Il ticchettio della pioggia, contro il vetro della finestra, attutito dal suo rimuginare.
-Uhm…- mugugnò pensieroso -… 1983…?-
La ragazza che gli sedeva di fronte, lo fissò sull’orlo della disperazione. Trattenne un ringhio solo per un soffio. Emise un lungo respiro con la bocca e alzò lo sguardo dal libro che reggeva in mano. Puntò gli occhi sul compagno di studi.
-Ne sei sicuro…?- tentò di aiutarlo.
Zoro incrociò le braccia al torace e aprì gli occhi, rivolgendoli serio sul tappeto rotondo rosso e bianco in cui sedeva con l’amica.
-Si, al 100%... 1983… l’accendo!!!- esclamo convinto e sbattendo un pugno sull’arazzo, ghignando sicuro di se.
Nami sospirò sconfitta e, chiuso il libro di storia che le tremava in mano, lo lanciò in piena fronte al verde che le era davanti. Il volume colpì in piena faccia il ragazzo.
-Idiota!!!- lo sgridò –La seconda guerra mondiale è iniziata nel 1938 e non 1983… Accidenti Zoro, sei ignorante quanto un asino!!! Anzi, di più!!!-
Il giovane spostò il libro di testo dal suo volto, e la guardò in cagnesco. Buttò il libro sul letto lì vicino, e si alzò in piedi offeso.
-Grazie tante eh!?! È così che cerchi d’aiutarmi? Offendendomi? Bel modo, davvero, da te non me lo sarei mai aspettato, mocciosa!!!-
Le voltò le spalle e diresse il suo profondo e nero sguardo sulla porta d’entrata della stanza. Nami volse al cielo gli occhi color cioccolato, e sospirò per l’ennesima volta in quel pomeriggio piovoso di studio nella stanza del suo ragazzo. Gli si avvicinò, alzandosi dal tappeto in cui aveva ormai messo radici a forza di starci seduta, e l’abbracciò per la vita, appiattendosi contro la sua offesa e muscolosa schiena.
Stavano insieme da un annetto circa, e quell’unione nata come semplice amicizia ma poi diventata amore, era stata un beneficio per entrambi: lei aveva imparato da lui a prendere la vita un po’ meno sul serio e a divertirsi di più, lui a prenderla invece un po’ più sul serio e a impegnarsi nello studio. Insieme erano formidabili, una squadra perfetta. La rossa la mente, il verde il corpo.
Indivisibili, erano sempre presenti nel momento del bisogno per il compagno, amandosi incondizionatamente, pronti a sostenersi e ad aiutarsi. In quest’ultimo campo, in particolare, Nami si stava specializzando. Zoro, infatti, non se la cavava egregiamente a scuola, apparte Educazione Fisica ovviamente dove era un vero è proprio atleta nato, grazie agli allenamenti di Kendo a cui si sottoponeva fin da bambino. Ma quando si trattava delle altre materie, era un caso disperato.
Nessuna nozione di una qualsiasi materia scolastica, sostava nel suo granitico cranio il tempo necessario per essere memorizzata, e Zoro era sempre sul filo del rasoio della bocciatura. Almeno, questo prima di incontrare lei.
Lei, che così testardamente si era impegnata in quel caso disperato di buco nero assorbi principi matematici e non, qual’era il suo ragazzo. Ogni santo pomeriggio, da quando si erano conosciuti al primo anno di superiori, e ancora oggi, ormai al quinto, Nami passava le ore vespertine con Zoro, svolgendo i compiti per casa assieme e aiutandolo a studiare. Il sostegno e la compagnia nello studio davano i loro frutti, infatti il verde ora non aveva difficoltà a mantenere una abbastanza soddisfacente media nelle materie scolastiche e ad avere qualche ora buca da passare con la rossa a divertirsi piuttosto che tra i libri e quaderni d’appunti vari. Di gran lunga, era più bello passare quelle ore del dopo scuola a correre in giro per il paese con la sua motocicletta assieme, sentendola aggrapparsi con forza alla su vita, impaurita dalla velocità, che invece sentirla urlare per la sua ignoranza e essere picchiato ripetutamente.
Ma, si sa, scuola che vai, professore odioso che trovi. E c’è ne sempre uno…
Infatti, i netti progressi scolastici di Roronoa, non erano ben visti da tutto il corpo docenti. Se il professor Iceberg appezzava il miglioramento nelle sue materie matematiche, e pure la professoressa Califa si rallegrava per i preferibili voti del ragazzo nelle lingue straniere, il professor Mihawk non si capacitava di quello strano miglioramento nello studio di quell’alunno scavezzacollo, ne lo stimava.
Durante i compiti in classe delle sue materie, lo teneva sott’occhio continuamente, fulminandolo ad ogni ben che più minimo movimento, quasi che perfino il suo respirare fosse sospetto e indirizzato al copiare il compito del vicino, e durante le interrogazioni cercava in ogni modo di metterlo in difficoltà,  domandandogli cavilli e dettagli impensabili dell’argomento richiesto.
Zoro non sopportava l’ostinazione del professore.
-E che cavolo!!!- si lamentava con il compagno di banco, nonché migliore amico, Rufy, anche lui bersaglio di quelle torture scolastiche.
-Per una volta che studio, subito dubita del mio impegno, insinuando che mi faccia suggerire dal posto… da chi poi? Da te? O meglio, da Usop? No, no… dal biondino!!! Certo, da quel cretino che pensa solo alle donne e a nient’altro… Ma che mi faccia il piacere… siamo in quattro e non riusciamo nemmeno a formare mezzo di cervello funzionate in modo decente…-
Erano vane le dimostrazioni di impegno nei compiti sufficientemente svolti bene o le interrogazioni sostenute con buona volontà. Drakul Mihawk continuava a dubitare di quell’alga con completo scolastico e dei suoi compari, e perseguiva i suoi tormenti interpellandoli senza motivo o semplicemente dando a tutta la combriccola, un bel 5 senza nemmeno guardare di striscio l’ultima prova svolta.
Deigli occupanti dell’ultima fila rumorosa dell’aula, no aveva pietà. Usop, Rufy, Zoro e Sanji quindi erano rassegnati alle sue angherie.
D’altro canto, quei 4 bravi ragazzi non la smettevano un attimo di parlottare per sotto vie o lanciare aeroplanini di carta nelle ore di lezione, annoiati dal ciarlare del professor Occhi di Falco.
Ma il colpo di grazia, era arrivato quella mattina.
La lezione di storia era ormai giunta al termine. Pochi secondi mancavano al suono della campanella e al sospiro di sollievo di Rufy e compagni, nel vedere quell’odioso docente lasciare l’aula. L’uomo, con sguardo aquilino e volto serio, si era alzato dalla cattedra, rimescolando tra le mani gli ultimi test sostenuti dalla classe.
-Come il solito ci sono stati degli alti …- borbottò, guardando compiaciuto le sue allieve predilette Robin e Nami, sedute nelle prime file da brave alunne, -… e dei bassi…- un’occhiataccia di fuoco incendiò l’ultima fila di banchi della classe, dove Rufy, Usop, Zoro e Sanji cercavano di mimetizzarsi con la polvere del pavimento.
-Inutile dire che il quartetto di fondo ha raggiunto la sufficienza non si sa con quale intervento divino…- i ragazzi avevano riso beffardi.
-Ciò nonostante, la vostra media è comunque al di sotto del 6, e ciò vuol dire solo una cosa: debito scolastico di metà anno, e corso riparatore obbligatorio-
Un’enorme gocciolona di disperazione era apparsa alle spalle dei sfortunati alunni, vittime preferite del sadico insegnante, che infossavano gli scuri occhi al pavimento, battendo il capo sconfitti sul banco placcato.
-Ma…- la sillaba gli aveva fatto risollevare il volto dalla fossa di disperazione in cui stavano lentamente scivolando, -Sebbene non mi aggradi molto l’idea, il corpo insegnati vuole che dia un’ultima chance a quegli asini ignoranti che si ostinano a venire a scuola a farmi perdere tempo, piuttosto che andare a ragliare in qualche stalla, prima della fine del quadrimestre…-
Il tono era glaciale, e i 4 ragazzi del fondo aula, pregavano che la campanella mettesse fine a quell’incubo infernale il più presto possibile. Non gli importava di un’altra occasione per rimediare alla loro media. Di certo, quel professore diabolico, aveva in mente per loro chissà quale tranello.
-Ecco quindi perché, domani pretendo che gli alunni Roronoa, Monkey, Sogep e Blackleg si presentino come volontari all’interrogazione finale sull’ultimo capitolo oggi da me spiegato… non sono ammesse assenze: se domani non ci sarete siete condannati al corso di recupero…-
Il trillare della campana non era servito a molto nel rianimare i ragazzi.
-Rufy… Rufy… Rufy, di qualcosa ti prego!!!!!- lo scrollava per le spalle Franky disperato per la sanità mentale del compagno, mentre Brooke faceva oscillare una mano davanti agli occhi vitrei e senza anima di Sanji.
I loro Nakama si erano precipitati ai loro banchi, approfittando della pausa di metà mattina per consolare gli amici.
-E dai ragazzi… e solo un’interrogazione… se siete stati attenti oggi, metà studio è già fatto…- aveva cercato di consolarli Nami, sedendomi leggiadra sulle gambe fossilizzate del suo ragazzo che non dava segni di vita.
-Attenti? Ma ci vedi?!? Noi attenti a quello che dice quel coso là, non ci stiamo mai…- aveva piagnucolato Usop, piangendo lacrimoni enormi tra le braccia della sua ragazza Kaya.
-Interrogazione… bocciatura… studiare… corso… recupero…- farneticava il biondo, dondolando sulla sedia, mentre l’amico dalla capigliatura afro lo usava come metronomo per una sua nuova canzone.
Robin se ne stava silenziosa dietro le spalle di Rufy, accarezzandogli la zazzera mora. Si abbassò quel tanto che le concesse di baciarlo sulla fronte e rianimarlo del tutto.
-Robin…- frignò -… mi dai una mano vero?!?-
La mora aveva annuito seraficamente.
-Ma certo!!!-
Nami era saltata sulle gambe di Zoro, che tremò rianimato dal sobbalzo della rossa.
-Vi aiuteremo noi: Robin con Rufy, Kaya e Usop, Sanji con Brooke e Franky, e io con Zoro. Studiando in piccoli gruppi, assimilerete meglio le informazioni e domani sarete pronti per il patibolo… ops, pardon, per l’interrogazione!!! La faremo vedere noi a Mihawk!!!!-
-EHI!!!! Perché io devo studiare con questi due cosi, mentre gli altri con le mie Dee?!?- aveva urlato contrariato Sanji.
-Perché le tue Dee, in verità sono nostre!!!!- gli aveva tirato la lingua Zoro, stringendosi a se la rossa che aveva in braccio. -E smettila di chiamarle Tue Dee!!!!- aveva aggiunto, atterrandolo sul banco con un pugno.
Ecco perché quel pomeriggio era speso ancora una volta tra i libri di scuola, invece che a guardare un bel film dell’orrore sul divano.
-E dai Zoro…- posò la ramata testolina Nami, contro le scapole tese del verde.
-Lo faccio per te… lo sai che ti amo e che farei di tutto per aiutarti, per questo voglio che ti impegni ancora per oggi per l’ultimo test… se ottieni un bel voto domani, poi nei prossimi pomeriggi potremmo dedicarci ad altro…- e così dicendo strusciava maliziosamente il suo prosperoso petto contro la schiena del ragazzo.
Zoro ridacchiò, e tornò seduto sul tappeto della sua camera, tenendo la ragazza sulle gambe. La strinse tra le sue braccia e la baciò teneramente sulla bocca.
-Anch’io ti amo mocciosa… e lo so che lo fai per me… ma non riesco proprio a farmi entrare in testa questa stupidissima guerra. Le date non riesco a memorizzarle, e nemmeno gli altri eventi…-
Nami gli accarezzò la guancia. Era così tenero, con quella piccola ruga d’espressione che gli attraversava la fronte e il labbro inferiore della bocca che pendeva in un accenno di rabbia. Sorrise addolcita.
Zoro non era stupido, era in grado di memorizzare perfettamente gli avvenimenti che avevano portato alla Seconda Guerra Mondiale e ciò che essa aveva comportato. Quello che gli mancava era uno stimolo per impegnarsi…
La ragazza sfregò ancora una volta il capo sul mento del giovane, sentendo che lui rafforzava l’abbraccio intorno alle sue spalle.
-Sai…- lo sentì mormorare -… i miei tornano solo stasera alle 8… potremmo…-
Nami lo interruppe alzandosi dalle sue gambe e andandosi a sedere dalla parte opposta del tappeto.
-E no, buzzurro… siamo qui per studiare e non per fare l’amore…- incrociò decisa le braccia al petto e riprese il libro di storia in mano. Zoro sbuffò scontento e imprecò sottovoce.
-Io ne ho voglia…- mugugnò -…è da troppo che non lo facciamo…-
A Nami si illuminarono gli occhi. Eccolo lo stimolo…
-Facciamo così…- propose, chiudendo momentaneamente il volume e guardando suadente il ragazzo che la fissava incuriosito.
-Ora tu studi per un’oretta i miei appunti sulla Seconda Guerra Mondiale, e poi io ti interrogo…-
-Entusiasmante…- ironizzò il verde, facendo roteare gli occhi al cielo.
-A ogni domanda a cui risponderai esattamente, io mi toglierò un capo del mio abbigliamento…- Zoro riportò subito l’attenzione sulla conversazione e non più all’intonaco del soffitto -… mentre a ogni risposta errata, tu ti toglierai un vestito… vince chi resta con più vestiti addosso, e chi vince decide che fare dopo lo studio…allora, accetti la sfida?-
Il verde la guardò diabolico, per poi rubarle di mano il suo quaderno degli appunti.
-Dai qua…- sghignazzò, già con l’acquolina in bocca per i pensieri poco casti che gli roteavano nel cranio.
L’ora stabilita per lo studio individuale di Zoro, passò in fretta.
-Avanti chiudi il libro…- lo richiamò Nami, porgendo una mano in sua direzione. Il ragazzo le passò il quaderno e si mise seduto a gambe incrociate, pronto a rispondere alle domande della sua mocciosa. Un ghigno sadico sul volto.
-Allora… quando è iniziata la guerra?- domandò la rossa, facendo roteare le pagine del libro di testo.
-Sta volta ne sono certo: 1938!!!-
-Bravo…- ridacchiò lei, sfilandosi le lunghe calze di lana marroni che le arrivavano al ginocchio.
-Quale stato fu invaso per primo da Hitler?-
Il giovane si grattò un poco il capo. –Polonia?!?- disse incerto.
-No… Austria, 1938… via i calzini prego…-
Zoro si sfilò in modo poco aggraziato le calze, lanciandole poi sul libro aperto che teneva in mano la sua ragazza.
-Ehi!!! Vacci piano con ste scorie radioattive… Buzzurro!!!!- lo sgridò la rossa, spostando disgustata quei calzini maleodoranti. L’altro ridacchiò divertito.
-Umpf… in che anno vengono occupate Danimarca e Norvegia?-
Un minuto di riflessione.
-Millenovecento…- il verde fissò pensieroso Nami -… quaranta…?!?-
-Bravo!!! Vedi che se ti impegni, riesci a ricordarti anche le date più difficili…-
-Si, si… non divagare e togliti la gonna…- la interruppe.
Quella sbuffò e si alzò in piedi per sfilarsi la gonna a pieghe marrone, e lasciare libere le gambe. Si inginocchiò sul tappeto, coprendo la visione delle sue mutandine chiare con il bordo della felpa bianca che ancora indossava.
-Ehi, quelle non te le ho mai sfilate…- commentò lussurioso il giovane, incurvandosi verso le diafane gambe della rossa.
–Andiamo avanti…- lo fulminò esasperata lei.
-USA e Gran Bretagna, nell’agosto 1940, sottoscrissero... che cosa?-
Accidenti, questo Zoro proprio non lo ricordava. Cercò nella sua mente la risposta, setacciando le varie date memorizzate e i diversi accordi stretti tra gli stati alleati. Ma si arrese ben presto non trovandola. Sbuffando sconfitto, si tolse di torno la felpa verde che indossava, rimanendo a dorso nudo, puntando gli occhi irritati contro il vetro bagnato della finestra. Nami sorrise visibilmente compiaciuta.
-La Carta Atlantica…- rispose a suo posto, lasciando scorrere lo sguardo sulla muscolatura ben definita del torace nudo che le era davanti. Zoro tossicchiò, facendola ritornare alla realtà.
-Il Patto Tripartito era stretto tra quali stati?-
-Uhm… Italia, Germania e… Cina?!?- tentò.
-Te la sei inventata o cosa? Italia, Germania e Gippone, ignorante… avanti, via anche i pantaloni, che iniziano a darmi fastidio a vederteli addosso…- ridacchiò Nami, vedendo il suo ragazzo sfilarsi i pantaloni neri della tuta e dandole bella vista dei suoi boxer neri attillati. Vederlo semi nudo la soddisfò molto, convincendola che l’idea di quel metodo di studio era stata azzeccatissima.
Riportò l’attenzione sul testo scolastico che aveva abbandonato sulle sue gambe nude.
-Ancora una domanda e mi sa che avrò vinto io…- bisbigliò sadica.
-Non è detta l’ultima parola…- ringhiò agguerrito Zoro. E no, lui a perdere non ci stava. Doveva impegnarsi, spremersi le meningi, far riaffiorare le informazioni che aveva studiato prima e riuscire a vedere la sua mocciosa nuda. Era una questione di principio. O meglio, una questione di sesso…
-Allora, allora, allora… Dove si tenne la conferenza a cui parteciparono Roosvelt, Churchill e Stalin?-
-Questa la so: a Teheran, primavera dell’44 per decidere i dettagli dello sbarco in Normandia…-
Nami rimase sorpresa. Cavolo, allora aveva studiato davvero. Si sfilò la felpa bianca, fingendo di non notare il sorriso beffardo del verde, sorridendogli di rimando compiaciuta del suo impegno.
-Tutta fortuna…- borbottò, stringendosi nelle spalle. –Data della resa senza condizioni dell’esercito tedesco?-
-Facile: 7 Maggio 1945, una settimana dopo il suicidio di Hitler nel suo bunker  a Berlino e dell’entrata nella capitale tedesca dell’esercito russo, dopo che il 25 Aprile del medesimo anno, sul fiume Elba, si era incontrato con l’esercito degli alleati…-
La rossa restò a bocca aperta. Accidenti, aveva studiato sul serio!!!
Deglutì sorpresa nuovamente.
-Prego… togliti il reggiseno…- la punzecchiò il ragazzo, che si avvicinò a lei in modo preoccupante. Nami arrossì imbarazzata, si tolse il reggi petto bianco ricamato, coprendosi poi velocemente il petto. Era una ragazza orgogliosa tanto quanto il suo amante, e non si sarebbe arresa tanto facilmente. Non gliela avrebbe data vinta senza farlo penare ancora un po’. Si coprì il torace con il libro di storia, tornando inginocchiata sull’arazzo rosso e bianco.
L’ultima domanda.
Una sola e unica domanda.
O rispondeva bene o no.
Quella sarebbe stato il quesito decisivo, che avrebbe decretato il vincitore. La ragazza si spremette le meningi per formulare una domanda a cui di certo quell’ominide non avrebbe saputo rispondere. Lo guardò decisa a non voler perdere, e concentrò la sua mente alla ricerca di qualche dettaglio che aveva ascoltato durante la lezione della mattina. Zoro, intanto, la fissava in segno di sfida, pronto a saltarle addosso in caso di vittoria.
-Hitler…- iniziò la rossa -… prima di darsi alla politica, che voleva diventare?-
Zoro spalancò gli occhi. E chi lo sapeva?
Iniziò a rimuginare, in ricerca disperata della risposta. Concentrò lo sguardo sul centro del tappeto in cui sedevano, portandosi una mano al mento e incrociando pensieroso ancora di più le gambe. Il militare? Il generale? L’insegnante? Il direttore di banca? L’imbianchino? Il radrizzatore di chiodi storti?
Il verde si sfregò confuso la zazzera, imprecando contro la domanda diabolica. Accidenti, accidenti e ancora accidenti. Non sapeva che rispondere.
-E che ne so…- sbuffò sconfitto -… il pittore…- ironizzò.
Nami, che fino ad allora aveva sorriso sadica, sbiancò spalancando la bocca. I suoi occhi color cioccolato fissarono atoni Zoro. Era senza parole. Inaudito. Com’era possibile che lo sapesse?!?
Con un gesto di stizza, lanciò il testo scolastico che le copriva il seno contro la figura atletica del ragazzo, mancandolo di pochi millimetri, e incrociò offesa le braccia la corpo.
-Va a quel paese… Hai studiato non vale!!!!- gridò arrabbiata.
Zoro la guardò incredulo, -Scherzi? Quel pazzo voleva fare il pittore?-
-Ha tentato tre volte l’ammissione all’accademia delle belle arti di Berlino, fallendo tutte e tre le volte. Da lì si è dato alla politica…- bofonchiò la rossa, portandosi le lunghe ciocche di capelli mossi, scivolate in avanti sul suo voluminoso petto per il lancio del libro, dietro la spalla.
Zoro ghignò vittorioso. Rise maligno e con un balzo, saltò contro Nami, abbracciandola per la vita e stendendola a terra sul tappeto. Con forza la baciò, iniziando ad accarezzarle la schiena e assaporando il dolce sapore delle sue labbra.
-Mi sa che ho vinto…- ridacchiò, prendendola in braccio e portandola sul letto lì accanto. La rossa si infilò sotto le coperte del giaciglio, sfilandosi veloce gli slip bianchi. In fondo non le dispiaceva aver perso quella loro piccola sfida. Il premio in palio era a vantaggio di entrambi. Zoro raggiunse la rossa, saltellando su un piede mentre si toglieva i boxer. Si infilò veloce sotto le coperte e riprese a baciarla. Le piccole e delicate manine di Nami gli accarezzavano il volto e il collo, mentre le sue callose e calde, le sfioravano la schiena.
-Uhm… a che ora tornano i tuoi…?- sussurrò la rossa contro l’orecchio del  ragazzo.
-Alle 8…- buttò un occhio sulla sveglia del comodino -… ora sono le 5 meno un quarto, abbiamo quasi tre ore… ti bastano?- mugugnò in risposta, ergendosi sopra di lei.
Nami gli accarezzò il viso, incatenando il suo denso sguardo nocciola a quello profondo e tenebroso di lui. Avvicinò le sue labbra a quelle sottili del ragazzo e lo baciò con passione.
-Cercherò di accontentarmi… ti senti preparato per domani?- gli chiese accogliendolo dentro di se.
Zoro sorrise, abbandonandosi sul suo seno morbido e baciandole il collo, mentre iniziava a muoversi nel suo ventre.
-Tranquilla… il tuo metodo di studio è stato perfetto… domani non avrò problemi con Mihawk…- bisbigliò baciandola delicatamente. Si presero per mano e si strinsero nel loro abbraccio.
-Prenderò un bel voto e domani pomeriggio verrai qui a festeggiare con me…-
-E come, amore mio?- chiese ansimando Nami, sentendo il suo ragazzo sempre più vicino a lei e muoversi con spinte controllate.
-Diciamo studiando…- ridacchiò quello, iniziando ad amarla. 

   
 
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Zomi