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Autore: Esaul    27/01/2012    0 recensioni
Iside è un Elhanter, una guerriera specializzata nelle arti magiche, impegnata insieme ai suoi simili nella difesa della terra di Athagon. Ella si dimostra precisa e abile nell'eseguire il suo compito. Ben presto però le sue certezze vengono disintegrate dall'arrivo di Esaul, un uomo mosso da una profonda malvagità e da una follia senza fine, deciso a gettare nel caos la società in cui Iside viveva, con il solo intento di dimostrare che tutti, persino le personalità più forti e pure, possono essere portati a commettere atti atroci.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Inkaerthe

Il Male scivolava tra le profonde ombre di una notte densa e immortale.

Il Male, anch'esso denso e immortale, aveva le sembianze di un uomo, una figura talmente labile e fugace dal sfuggire alla luce stessa.

A quell'ora tarda la gente dormiva profondamente. I più forti dormivano su giacigli di paglia, dentro case di legno. Chi aveva la possibilità, dormiva in palazzi in marmo, credendo che le soffici e comode coperte potessero proteggerli. Tra di loro c'era chi aveva manie, ossessioni e paura, e quelli dormivano con le armi affianco, consci che quello che loro consideravano il Male, ma che forse non lo era, avrebbe potuto affondare il loro ego con spade e pugnali, senza sapere che l'oscurità li aveva già assoggettati con mezzi assolutamente subdoli e molto più discreti.

Il Male aveva un nome, ma non vi verrà rivelato. O meglio, vi verrà rivelato il nome che indicherà il ruolo della persona, ma non il vero nome.

La figura passeggiava con calma tra le strade della città di Hanaruì, senza produrre il minimo rumore, almeno finché non cominciò a fischiettare, in maniera impercettibile, un motivetto che, sebbene allegro, sembrava avere dentro di sé qualcosa di puramente perverso.

La notte puzzava di bruciato anche nel quartiere più ricco della città, dove la figura stava serpeggiando alla ricerca della sua vittima.

Avvertì una presenza. Era una strana presenza, quasi onirica, ma infondo, anche lui era onirico. Il mondo era onirico. Quello era un sogno. Di chi, impossibile dirlo.

La figura si voltò e vide la Presenza. Questa era un'immagine distorta e confusa, di cui era difficile distinguere i tratti anche a distanza ravvicinata. Appena lo vide, la presenza si inginocchiò per terra. Il Male la fissò truce per un attimo, poi le si avvicinò lentamente e appostò la sua bocca a quello che doveva essere il suo orecchio.

"Cosa intendi fare?" sussurrò. La voce tradiva una calma innaturale e inquietante.

"Non puoi punire altri per ciò che ho fatto io" rispose. Aveva la voce di un maschio.

"Punire? Cosa significa punire?" chiese il Male, con voce ingenua. "Questo non è punizione, questo è bilanciamento".

"E' solo caos, e tu lo sai".

"Ma vedi, il caos è la migliore bilancia al mondo" rispose il Male. Non era difficile immaginarsi un sadico ghigno dipinto sul suo viso. "Sei inutile, Presenza".

Al Male piaceva chiamare così quello spirito. Dava una precisa idea della sua debolezza, e lei sembrava soffrirne ogni volta che ci pensava.

"Tortura me. Getta il tuo caos su di me. Sai bene che l'essenza di un uomo è infinita" disse lei. "Ti prego".

Il Male si allontanò di nuovo e si parò davanti a lei.

"Potrei farlo" sibilò. Aveva una voce talmente terrorizzante che avrebbe potuto privare del sonno un demonio soltanto salutandolo. Ci fu una pausa.

"Ma vedi... ciò che potrei farti ti farebbe implorare pietà in ginocchio, supplicando di mutilare altre centinaia, migliaia di essenze. Ti ho torturato abbastanza, Presenza, e ti ho rimodellato, ma se facessi come mi dici tu, anche un Dio impazzirebbe. L'essenza di un uomo è infinita, bene". Ispirò con forza. "L'infinito non mi basta. Non mi basteranno le infinite essenze di tutte le persone di questa terra, e morirò esattamente come sono stato generato. Come Male".

La presenza lo guardò supplicante. "Perché lo fai? Cosa ti ha fatto il mondo di così male?".

"Lo faccio per dimostrare alla vita quanto è patetica e insignificante" rispose il Male. "Ma non importa, non importa... parliamo di te. Cosa intendi fare?".

La presenza abbassò di nuovo lo sguardo. "Non lo so".

"Io lo so, ed è qualcosa di bellissimo".

Il Male scattò in avanti ed immerse la mano nell'essenza della figura, che urlò dal dolore, per poi paralizzarsi.

"Ora verrai sottoposto all'ultima prova, Presenza" sussurrò il Male. "Non posso più riversarmi su di te. Ora tu entrerai nella mia essenza. Sei troppo debole per combatterla, ma non scomparirai. Non scomparirai mai. Entrerai in me e conoscerai solo dolore. Dolore!".

E fu così che il Male fagocitò lo spirito di chi l'aveva generato.

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Ok, questo brano è strano. Ogni cosa ha un suo significato, andando avanti con la fanfic sarà tutto un po' più chiaro. Io, personalmente, non mi sono preoccupato di rendere chiari i contenuti, ma credo che questo prologo dividerà i lettori in chi dirà "Vabbè, è troppo una cosa complessa, mi rompo di leggerla" e chi invece farà "Wow! che strano! però è figo, sono curioso di vedere cos'ha in mente questo tizio". Ogni opinione è ben accetta.

Che il Rock sia con voi.

Esaul

 

  
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