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Autore: Il_Genio_del_Male    28/01/2012    9 recensioni
Nuovi imprevisti minacciano (beh, vabbè) di turbare la quiete di Camelot. Riusciranno i nostri eroi a vivere per sempre felici e contenti? E soprattutto, l'ammmòòòre trionferà una volta per tutte?
[Seguito di "A midsummer night's dream... in Camelot"]
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
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- Questa storia fa parte della serie 'Once upon a time...'
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NOTE: Ebbene sì, siamo giunti al termine di quest’avventura! *gaudio e tripudio* E’ il tanto -da me- agognato ultimo capitolo. Agognato perché, finalmente, avrò parecchio tempo a disposizione per plottare altre amenità (tipo il seguito di ‘sta roba, il cui titolo provvisorio è Much ado about nothing) e avventurarmi in altri fandom, per esempio quello di Sherlock (BBC). In caso non sappiate di cosa sto parlando, provvedete a rimediare prima che chiudano tutti i siti di sharing e download, perché trattasi di un telefilm fighissimo e slashosissimo.

I saluti e ringraziamenti finali sono rimandati nell’angulus. Già che ci sono, ne approfitto per autospammare giusto due cosucce che ho scritto nel frattempo, ovviamente sempre sulla coppia Arthur/Merlin (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=925421&i=1 e http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=931842&i=1).

Detto questo, spero davvero che il capitolo sia all’altezza delle vostre aspettative.

Buona lettura!

 

 

 

 

 

“Chi non muore si rivede, Emrys” lo salutò una vocina metallica.

In nome degli zigomi di Benedict Cumberbatch, perché? Perché proprio lui?

“Mordred” esalò il mago.

Il suo sguardo si posò sull’accompagnatore nerovestito del ragazzino. A giudicare dall’altezza e dalla corporatura doveva essere coetaneo del piccolo druido. Il suo volto era di un pallore mortale, i lineamenti perfettamente cesellati (se non si fosse capito, in codesta storia la fauna maschile di età compresa tra le dodici e le quaranta primavere è composta da individui invariabilmente fighi). Sulla veste lunga sino ai piedi, gemella di quella indossata da Mordred, un distintivo all’altezza del cuore con ricamata una serpe nei toni del verde e dell’argento mandava fiochi bagliori serici.

“E tu devi essere il famoso Tom Riddle” ipotizzò Merlin, rivolgendogli un sorriso nervoso.

“Ssisssignore, precissamente. Lieto di conosscervi, ssovrani di Camelot” si presentò il ragazzino, sorprendentemente compito.

“Amore, me lo sono sognato o quel Tom sibila?” gli sussurrò all’orecchio un Arthur incredulo.

“Credo sia uno dei motivi per cui è stato smistato a Serpeverde” bisbigliò lui in risposta.

“Chiedo perdono” si inserì nella conversazione Sherlock. “Non vorrei risultare indelicato o ficcanaso, ma dato che ci troviamo nella stessa barca… Chi sono codesti virgulti di gioventù e donde provengono, Maestà?”

“Oh, è una lunga storia, Sir Holmes. Diciamo che Mordred è un baby druido con tendenze emo cui Arthur ed io abbiamo salvato la vita. Da circa un anno vive a Hogwarts, dove ha conosciuto Tom”.

“Ssono il ssuo compagno di sstanza, per esssere precissi” puntualizzò Tom pieno di sussiego.

“Aspettate un momento” intervenne Edward mani di forbice. “Hogwarts? Tom Riddle? Come diavolo è possibile? Sono opere di fantasia: vengono da un libro, per amor del Cielo” protestò indignato.

“Non pronunciare un’altra parola, creatura di Sstephenie Meyer” lo zittì quegli, sprezzante.

Al povero vampiro non restò che incassare e rifugiarsi tra le braccia muscolose del suo Jacob che (tanto per cambiare) ringhiò.

“Beh, Mordred, quanto tempo! Merlin ti ha fatto sapere che Aithusa è letteralmente impazzita per Nagini? Sono come sorelle. Mai regalo di nozze fu più azzeccato, davvero” esclamò con giovialità Arthur per smorzare la tensione, arruffando i capelli del bambino.

“Mi fa piacere” mugugnò lui visibilmente in imbarazzo, non abituato a simili manifestazioni d’affetto.

“Arthur, Asino del mio cuore, non credo che Mordred si trovi qui per discutere di Nagini. Tieni a bada il tuo istinto paterno e lascialo parlare, ok?” lo richiamò all’ordine Merlin, non senza una certa dolcezza.

“Umpf, vabbè” si imbronciò Arthur. “Hai dei capelli morbidissimi, sai? Come quelli di Merlin” si complimentò con Mordred.

“Arthur”.

“Scusa, scusa. Sono gli ormoni, abbi pazienza” e di malavoglia lasciò la testa del ragazzino.

“Bene. Mordred, adesso vorresti gentilmente spiegarci il perché del tuo -vostro- coinvolgimento in questa epidemia di gravidanze maschili?” chiese Merlin con voce pacata.

L’interpellato sospirò teatralmente.

“E sia” disse. “Riflettori, prego”.

Un fascio di luce artificiale proveniente non si sa da dove lo investì.

“Riflettori? Alle cinque del pomeriggio, con un sole che spacca le pietre?” fu il commento, quanto mai perplesso, di Caspian.

“Lo sai come son fatti i maghi, caro. Se non c’è un minimo di atmosfera non riescono a concentrarsi” replicò tranquillamente Peter.

“Ma non dovrebbe essere impedito ai minorenni  eseguire magie al di fuori di Hogwarts?” osservò Merlin, un filino apprensivo.

“Emrys, non ci ammorbare con la tua pedanteria da mamma chioccia, grazie” lo freddò all’istante il piccolo druido.

“Ma io-” pigolò, voltandosi verso Arthur in cerca di appoggio.

“Giovane mago, forse è meglio se gli dai retta. La stiamo tirando un po’ troppo per le lunghe e dopo nove capitoli è ora di giungere alla conclusione della storia, a mio avviso” intervenne Kilgharrah.

“Grazie, sommo drago. Adesso, se nessuno altro mi interrompe, svelerò per filo e per segno tutti i retroscena di codesta incresciosa e bizzarra faccenda” annunciò con aria solenne Mordred.

I presenti -draghi compresi- ammutolirono, impazienti di ricevere delucidazioni in merito.

“Molto bene. Dovete sapere, spettabile pubblico, che tutto ebbe inizio la notte di Beltane. Immagino che Emrys ed Arthur vi abbiano narrato a grandi linee di come si sono innamorati” esordì, rivolgendosi ai non camelottiani.

Edward e Jacob, Sherlock e John, Peter e Caspian e Castigo (Kilgharrah l’aveva informato quando ancora si trovavano ad Ellesméra) annuirono.

“Eccellente. Sicché sapete già che, anche dopo che l’Amortentia ebbe esaurito i suoi effetti, altre quattro coppie -oltre a quella formata da loro due- rimasero unite. Questo, come spiegai allora, fu possibile perché il filtro era servito unicamente ad aprirgli gli occhi sui loro veri sentimenti. Erano destinati a stare insieme, ecco. Tutto il popolo brindò al trionfo del vero ammmòòòre, ed anch’io mi unii alla sua gioia. Se ben ricordate, le ultime parole che pronunciai prima di Smaterializzarmi furono: ‘Auguri e figli in abbondanza’. Ebbene, il mio era solo un augurio, una di quella frasi fatte che si dicono in questi casi. La sorte tuttavia ha voluto che Genio -l’autrice, per chi non l’avesse ancora afferrato- ascoltasse le mie parole e decidesse di tramutarle in realtà. Ecco spiegato il fiorire di mpreg” concluse Mordred.

A Merlin scappò una bestemmia di quelle potenti (che non riporteremo, per non incorrere nell’ira del Moige e perché il rating della storia non lo permette) mentre gli altri si guardavano attorno, evidentemente spaesati.

“Ci sono un paio di cose che non mi tornano, però. Se fosse come tu affermi, Mordred, perché mai -delle cinque coppie camelottiane unite da vero ammmòòòre- solo Merlin ed io abbiamo figliato? E poi”, ragionò Arthur, aggrottando le sopracciglia per lo sforzo cui erano sottoposti i suoi neuroni, “Gaius ha calcolato che siamo rimasti incinti nella seconda metà di marzo, non dopo la festa di Beltane. Come è possibile?”

“Domande pertinenti, Sire; la gravidanza giova al vostro intelletto, non c’è che dire” replicò il ragazzino, favorevolmente colpito. “Tuttavia l’autrice aveva previsto che ad uno di voi non sarebbero sfuggite tali incongruenze, sicché mi ha scritto su un post-it la risposta da darvi. Tom, me lo passeresti?”

“Ssubito, mio caro” rispose zelante il Serpeverde, porgendogli un foglietto color verde smeraldo.

“Allora, testuali parole: ‘Miei adorati personaggi, vogliate perdonarmi se non mi sono potuta recare di persona nella ridente Camelot per portarvi i miei saluti (ho una vita anch’io, sapete) ma confido nell’efficienza dei miei emissari. Lasciando da parte i convenevoli, rispondo alle vostre più che legittime obiezioni. Perché solo Arthur e Merlin si sono riprodotti? Semplicemente perché bastavate ed avanzavate voi, ragazzi. Passi pure per i sovrani incinti, ma anche quattro dei migliori cavalieri, l’orafo e il suo apprendista, due uomini di veneranda età come Uther e Cenred...! Sarebbe stato troppo, cercate di capirmi. Soprattutto perché i miei piani riguardavano i vostri nuovi amici che, proprio durante la notte di Beltane, in mondi diversi dal vostro, erano impegnati a concepire. Voi vi eravate già dati da fare in quel senso -era destino che diventaste genitori- sicché le parole di Mordred hanno avuto effetto solo su di loro. Ma come?, vi starete chiedendo, hai appena detto che non volevi complicarti la vita! E’ vero, è vero; ma la donna è mobile, miei cari. Non ho saputo resistere alla tentazione di realizzare dei crossover mirabolanti. Bien, spero di essermi spiegata a sufficienza. Adesso lascio la parola a Tom, che ha da farvi alcuni spoiler molto interessanti sul futuro dei vostri pargoli. Statemi bene, miei cari! Un bacio e tanto ammmòòòre a tutti,
Il Genio del Male’
”.

Merlin non sapeva più quale Santo scomodare, ma a salvarlo da una crisi di nervi ci pensarono i discorsi ragionevoli degli altri.

“Suvvia Altezza, non cadete preda dello sconforto. Poteva andarci peggio, no?” fu l’osservazione ottimistica del dottor Watson.

“Un figlio è un dono di inestimabile valore” gli diede manforte Caspian.

“Non esiste gioia più grande, per me, che poter dare alla luce il frutto del nostro amore” affermò Peter, gli occhi fiammeggianti di passione puntati sul marito.

“Io non vedo l’ora che nasca” aggiunse Edward, entusiasta.

“Ti dispiace così tanto portare in grembo nostro figlio, pulcino mio?”

Arthur lo guardava con l’espressione da cucciolo abbattuto più spupazzabile del suo repertorio, con tanto di labbro inferiore leggermente tremolante. Merlin non seppe resistergli.

“Certo che no, testa di legno. Ti amo e amerò i nostri figli più della mia stessa vita. Non potrei essere più felice, credimi” lo rassicurò con ardore, prendendogli il viso con entrambe le mani e fissandolo dritto negli occhi. “Mi irrita il fatto che Genio si diverta a manipolare le nostre vite a suo piacimento, per capriccio”.

“Non direi che lo fa per capriccio, Merlin. Certo, si diverte immensamente a fangirlare su di noi -ti do ragione- ma in fondo è il suo modo di volerci bene. Ha tolto di mezzo Gwen, ci ha fatti innamorare e poi sposare e adesso aspettiamo due bambini! Desidera vederci felici, ecco tutto” cercò di convincerlo.

“Umpf, se lo dici tu” borbottò Merlin un poco rabbonito.

“Ehm. Potrei avere la vosstra attenzione, di grazia?” si schiarì la voce Tom. “Non ci ressta molto tempo. Sse quello sscasssapalle del nosstro Prefetto nota la nosstra asssenza, ssiamo fottuti”.

“Tom, modera i termini: abbiamo solo dodici anni” lo rimbrottò l’amichetto.

“Sscussa. Dicevo, ssignori, che dovrei giusstappunto Divinare il futuro dei vosstri figli per il climax finale, ssapete com’è” spiegò.

“Mi sembra giusto. In quanto re di Camelot ti autorizzo a procedere” lo accontentò Arthur.

Il ragazzino non perse altro tempo: chiese e ottenne silenzio in sala, ma rinunciò volentieri a luci scenografiche ed altre amenità. Chiuse gli occhi e rimase così, immobile, per diversi minuti. Quando infine si riscosse dal torpore in cui era caduto e recuperò l’uso della vista, i presenti constatarono, non senza un brivido di inquietudine, che le sue iridi erano diventate purpuree e le pupille si erano assottigliate, incredibilmente simili a quelle di un rettile.

“Merlin Emryss”, proclamò con voce stentorea, “il figlio che porti in grembo è un masschio. Avrà capelli neri come l’ebano, pelle più candida della neve e occhi blu come gli abisssi dell’oceano. Ssi chiamerà Casstiel, ssarà bello come un angelo e dotato di poteri ssoprannaturali. Il giorno del ssuo quindicessimo compleanno incontrerà uno sstraniero bello, biondo e macho di nome Dean, proveniente da un altro mondo, e sse ne innamorerà perdutamente. Arthur Pendragon, tu invece metterai al mondo una bambina rosssa di capelli come la tua prozia Muriel, essile e con l’osssatura ssottile di tuo marito. Avrà un’indole indomita e competitiva, nonché un cervello ssopraffino e fasscino da vendere. Non erediterà alcun potere magico, ma in compensso ssarà la prima donna a regnare in Britannia. Il ssuo nome ssarà Elizabeth”.

I due genitori, frastornati, si guardarono. Qualcosa di molto simile all’orgoglio paterno (o materno?) baluginava nei loro occhi.

“Peter Pevenssie”, continuò Tom, “dall’unione tra te e Casspian di Telmar nasscerà un masschio. Erediterà la vosstra nobiltà -d’animo e di ssangue- i tuoi capelli chiari e i tratti eleganti del padre. Ssarà un figlio di cui andare fieri: cortesse e cavalleressco, coraggiosso ed eccellente guerriero. Giovine equo e molto ambiziosso, fonderà il Ssacro Romano Impero. Passserà alla sstoria con il nome di Carlo Magno e ssi prenderà una sscuffia per una bella e ritrossa regina”.

Peter ebbe un giramento di testa per la troppa emozione.

“Edward Cullen, il figlio concepito con il licantropo che ami è un masschio, ma quessto già lo ssapevi. Ssarà anch’egli un vampiro, ma ssomiglierà molto al nonno Carlissle: fluenti capelli d’oro, occhi azzurri (rosssi durante i periodi d’asstinenza, ovviamente) e pallido come la morte. A quindici anni ssi imbatterà in un mortale di nobili natali, tale Louis, e ne rimarrà immediatamente conquisstato. Ah, quassi dimenticavo: si chiamerà Lesstat”.

Jacob ringhiò soddisfatto. Non gli dispiaceva l’idea di avere un altro vampirello in giro per casa.

“Ed infine mi rivolgo a te, John Watsson. Partorirai una bambina di nome Jesssica, bionda e con gli occhi cerulei come te e ssciroccata -pardon, intendevo sstravagante- come il tuo compagno. Da lui erediterà la propenssione ad invesstigare, a ficcare il naso e ad attirare guai come il miele con le mossche, mentre da te prenderà l’abilità nel prossare, tanto che diventerà una giallissta di fama mondiale”.

Sherlock gongolò: la sua eccezionale materia grigia non sarebbe andata perduta!

“Quessto è quanto. Cossì parlò Zarathusstra” terminò Tom,  le iridi tornate alla loro abituale sfumatura nocciola.

“Tom, evita di copiarmi le battute, eh? Signori, il nostro compito si è esaurito. Dobbiamo lasciarvi, ma vi manderemo presto un gufo per tenerci in contatto. Invitateci ai battesimi dei bambini; mi offro in anticipo come padrino del tuo, Emrys” si congedò sbrigativamente Mordred.

Prese una mano dell’amico tra le sue ed insieme recitarono una litania (che a Merlin suonò tanto come ‘Ambarabà ciccì coccò’, ma preferì illudersi di essersi sbagliato) e si Smaterializzarono avvolti da volute di fumo.

“Beh”, ridacchiò Castigo, “non si può certo dire che a Camelot ci si annoi. Che farete adesso?” domandò.

Bella domanda. Come agire? Merlin esitò giusto un attimo, prima di avanzare una proposta che, se lo sentiva, avrebbe potuto cambiare radicalmente la vita di tutti loro.

“Io un’idea al riguardo ce l’avrei e spero che il mio consorte sia d’accordo con me. Ascoltandovi raccontare le vostre esperienze mi è parso di capire che, per un motivo o per l’altro, nei vostri mondi non riusciate ad essere completamente felici e vivere il vostro amore alla luce del sole –Susan che briga per separare Peter e Caspian, la rivalità tra il clan di Jacob e quello di Edward, la morale vittoriana e bigotta che condanna il legame tra Sir Holmes e Sir Watson...”

Si fermò, voltandosi con cautela verso Arthur. Quasi arrossì di gioia nel vederlo rivolgergli un sorriso incoraggiante e complice. Erano in simbiosi totale.

“Così, stavo pensando: perché non rimanete a vivere a Camelot? E’ una città tranquilla e sorprendentemente all’avanguardia per l’epoca (benedetti anacronismi), l’aria è buona e la gente di mentalità aperta. Il lavoro non manca e i salari sono piuttosto alti, ci sono tanti bambini con cui far giocare i vostri figli; e campi da gioco, scuole, impianti sportivi. Saremmo felici di assegnarvi degli appartamenti nel castello (marcondirondirondello) o di procurarvi un’abitazione indipendente e confortevole, come preferite” offrì il mago con una tale e sincera generosità da commuovere un po’ tutti, draghi compresi.

“Mi unisco all’invito di Merlin, naturalmente” disse Arthur. “Sarebbe un onore, nonché un grande piacere, invecchiare e crescere i nostri figli con voi accanto”.

Gli altri si scambiarono qualche occhiata. Sorridevano contenti, nessuno escluso, perciò la risposta data da Sherlock Holmes, improvvisatosi portavoce del gruppetto, non stupì troppo i due sovrani.

“Ne saremmo lieti, Altezze Reali”.

La decisione venne accolta con battimani e risate, pacche sulle spalle e strette di mano cameratesche. Kilgharrah e Castigo ruggirono in segno d’approvazione.

“Adesso avrei io una proposta da farvi”, ridacchiò  Arthur una volta che il brusio si fu chetato. “E se ci dessimo del ‘tu’?”

 

…to be continued…

 

 

 

 

Bene, anche la mia seconda longfic è conclusa! E’ abbastanza emozionante.

Vorrei ringraziare i 15 (ebbene sì, c’è un uomo tra di voi!) eroi che hanno seguito As you like it (Emrys____, fliflai, gaarashun, HigurashiShinko, LoversOcean, meristrella, mindyxx, Mirageon, NomenOmen, Raen91, ShirleyPoppy96, SilviAngel, stefania881, Tere 331, xMoonyx); un abbraccio speciale a chi l’ha ricordata (Cloud Ribbon) e preferita (BeaLovesOscarinobello, Emrys____, hukura_chan, Ice Warrior, NomenOmen, Shuura). E infine un bacio con schiocco alle -finora- 14 persone che hanno recensito, regalandomi così il loro preziosissimo parere (antote, BeaLovesOscarinobello, blackberry, Cloud Ribbon, draco potter, elfin emrys, Emrys____, EuphieKai, gaarashun, mindyxx, Shuura, valentinamiky, xMoonyx, yuuki_love).

Grazie anche per aver solo letto e per avermi seguita fino alla fine; (ri)sentirete presto parlare di me e non solo per il sequel. A questo proposito, nel caso vi andasse di seguire i miei scleri minuto per minuto e conoscere in anticipo spoiler, progetti e amenità varie, questa (http://www.facebook.com/pages/Il-Genio-del-Male-EFP/152349598213950) è la mia pagina autore su Facebook.

Al prima possibile; tanto tanto ammmòòòre a tutti! <3

 

Edit del 25/02/12: a voi il seguito (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=969540&i=1).

   
 
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