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Autore: postergirl84    28/01/2012    6 recensioni
La Push: una piccola riserva indiana dentro i cui confini è celato un mondo di leggenda e magia. In questo mondo si intrecciano le storie e gli amore di tanti personaggi. Due fra tutti Rachel e Paul. Come è stato il loro primo incontro? Come si sono conosciuti un bambino destinato a diventare il lupo più bizzoso e dal carattere infuocato e una Rachel ragazzina dal carattere altrettanto forte? E che ruolo ha avuto Jacob in tutto questo?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Paul Lahote, Rachel Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Precedente alla saga
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Note dell’ autrice:

 Questa storia ha partecipato al contest:“Hi nice to meet you” indetta da Virgyblackina.
 

Il contest consisteva nel descrivere il primo incontro di una coppia della saga.
 Ho pensato molto a quale coppia dedicarmi e alla fine ho deciso che sarebbe stato bello approfondire alcuni rapporti che la Myer ha fatto solo intravedere.
Così sono nati i mei Paul e Rachel. Di lui sappiamo pochissimo, giusto che il suo carattere non è proprio dei più facile da gestire, di lei sappiamo ancor meno: è la sorella maggiore di Jacob, ma poi? Sarò dolce e sensibile o testarda combattiva?
Questo è come io ho immaginato un loro ipotetico primo incontro. Spero che vi piaccia e che mi vogliate lasciare un commentino. Io mi sono divertita molto ad immaginare i loro caratteri focosi. 





Io odio le ragazze

23 aprile 2002

Sono certo di una cosa nella mia vita ed è che io odio le ragazze.
Quel cretino di mio fratello Adam mi ha appena cacciato da camera, interrompendo così quella che stava per passare alla storia come la partita di play station perfetta. Dieci livelli in trentacinque minuti netti. Un vero record. Cavolo, quando mai mi sarebbe ricapitato? E per quale motivo poi? è arrivata miss-dammi-tanti-baci- Sharon.
Non capisco neanche che cosa mai mio fratello possa trovarci in una come lei: non sa giocare ai videogiochi : “Oh Adam no, è una cosa così infantile dovresti proprio metterli via”. Non sa dare un calcio decente al pallone: “Con questi tacchi? Stai scherzando vero?” E se vogliamo proprio essere sinceri, non è neanche una così gran bella ragazza.
Ok lo ammetto, non è che io abbia una scala specifica di bellezza femminile, perché ,come ho già detto, le ragazze le odio tutte. Oche, stupide ed inopportune. Ma, se proprio avessi dovuto sceglierne una e Dio non voglia che questo accada, mi sarei visto bene con una tipa alla Lara Croft, per capirci. Niente smalto per le unghie e niente smancerie da donnicciola.
Ma Adam a quante pare non deve pensarla come me. Ogni volta che Sharon è nei paraggi diventa davvero un'altra persona: un cagnolino al guinzaglio ecco cos’è. Che orrore. Mai , mai e poi mai diventerò come lui lo giuro.
Arrabbiato e affranto, vago per la riserva, scalciando con i piedi i piccoli sassolini che mi capitano sotto le scarpe. Finché, non mi ritrovo davanti la persona che dopo le ragazze odio in assoluto di più: Jacob Black.
Non ho un vero motivo per odiarlo, è una sensazione a pelle. Lui sempre con quel sorriso irritante sul volto. Lui circondato da quel gruppetto di amici che sembrano pendere dalle sue labbra. E se questo non bastasse, per non so quale assurda ragione di discendenza, mio padre mi ha spiegato che da grande sarebbe divenuto una sorta di capo tribù e di conseguenza avrei dovuto cercare di portarli un minimo di rispetto. Ma diamine, a quale ragazzino di tredici anni interessa il rispetto futuro? Di certo non a me e in ogni caso posso affermare che l’antipatia è reciproca.
Siamo li, uno di fronte a l'altro. Jacob fa rimbalzare fra le mani un pallone marrone da basket. E’ un attimo. Rispondendo ad un istinto più forte di me mi approprio della palla con un ghigno beffardo sul volto. Lui rimane spiazzata ma la sorpresa dura solo pochi istanti. Ora è Jacob che cerca di riprendere il pallone dalle mie mani e basta poco per ritrovarsi nella terra a cercare di colpirci con calci e pugni. Siamo entrambi forti. Questo non posso negarlo e quando finalmente sto per avere la meglio e un pugno ben assestato sta per colpirlo sul naso, qualcosa o meglio qualcuno, si frappone fra noi.
Con una mano blocca il braccio del mio rivale e con l'altra fa altrettanto del mio. Mi levo un po’ di terra dagli occhi con il braccio che ancora riesco a muovere, cercando di mettere a fuoco quello che sta succedendo. E No, non può essere. Una ragazza? Quella che mi sta tenendo fermo è davvero una ragazza? Però, è forte. Com’è possibile? Le urla che mi arrivano alle orecchie, perforandomi quasi un timpano, mi fanno pensare che non abbia solo una notevole forza ma anche due bei polmoni sviluppati. “Jake ma sei impazzito? Che diamine ti passa per la testa?”
“Ha iniziato lui Rachel…” Il bamboccio prova a discolparsi. Patetico. Aspetta l’ha chiamata per nome. Come a detto che si chiama? Rachel? E come fa a conoscerla?
“Non mi interessa chi ha iniziato marmocchio. Ora fila in casa. Subito. Se non vuoi che lo dica a nostro padre”
Marmocchio. Sorrido compiaciuto per il modo che usa nel rivolgersi a lui. Ha carattere questa qui. Un attimo, ha detto nostro padre? Che sia la sorella? La sua mano è ancora posata sul mio braccio ma io ho smesso da un pezzo di divincolarmi.
Ci ritroviamo uno di fronte all’altro. Nonostante sia più grande di me non è tanto alta, riesco benissimo a far incontrare i miei occhi con i suoi. Diamine. Non avrei mai dovuto farlo. I suoi occhi sono neri, profondi ed, in questo preciso momento, arrabbiati. Riesco quasi a scorgerci all’interno piccole fiamme danzare. Non ho mai visto niente di più bello.
Per non parlare di tutto quello che c’è intorno: capelli dello stesso colore degli occhi, labbra rosse, piene... perfette. Poi scendendo giù - sento il mio respiro farsi più corto e il cuore accelerare, starò mica per ammalarmi?- ma da quando una ragazza è fatta di tutti questi dettagli? Sono tutte così? No impossibile. Sono certo che Sharon non sia fatta così bene, ne tanto meno mia sorella.
Lei non ha quelle gambe affusolate dentro un paio di jeans aderenti. E le mie compagne di classe? No, neanche loro. Loro non hanno nessuna t-shirt bianca che si alza ritmicamente ad ogni respiro e che fa cadere i mei occhi proprio li, su quelle montagnole così ipnotizzanti. Loro sono solo delle bambinette fastidiose e petulanti mentre Rachel, lei è una donna. Non è una ragazza ne sono certo perché io ragazze le odio e invece adesso vorrei restare solo qua a guardarla ancora ancora e ancora.
“E tu sei ancora qua? Cos’hai da fissare? Fila a casa prima che ti ci spedisca io a calci”
E allora scappo via. E adesso sono certo di una cosa: io odio le ragazze ma… mi sono appena innamorato di una donna. E porca miseria, è una Black.


15 giugno 2007

La ronda è finita da pochi minuti. Sono stanco morto ma non ho voglia di tornare a casa. Non ho voglio di sentire i soliti discorsi di mio padre e le occhiate furtive di mia madre che mi scrutano ansiose.
Sulla guancia il segno della lotta con Jacob non è ancora scomparso del tutto.
Che cavolo, sono stufo del suo cattivo umore. Qualcuno doveva pur dirglielo che, i suoi melodrammi interiori, oramai hanno superato da un pezzo la soglia del ridicolo.
Così mi ritrovo qua. A passeggiare su questo piccolo ritaglio di sabbia, aspirando avide boccate di fumo dalla sigaretta che porto stancamente alle labbra.
Mi accorgo di non essere più solo. Vedo qualcuno camminare nella direzione opposta alla mia. E’ una ragazza. I lunghi capelli neri sono mossi dal vento. Il suo passo è sicuro e deciso. Le sue gambe strette nei jeans, anche da questa distanza, posso notare quanto siano perfette.
Ancora pochi attimi e saremo vicini…continuo a camminare senza fermarmi. Lascio cadere la sigaretta e i nostri occhi si incontrano.
La riconosco è lei.
E’ tornata.
La terra si ferma nella frazione di un respiro, mentre io la guardo e lei guarda me e poi riprende a girare. Ma stavolta nella giusta direzione. E allora mi rendo conto di quello che in realtà ho sempre saputo: E’ Rachel. E’ sempre stata lei e lei soltanto.

   
 
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