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Autore: Bad A p p l e    28/01/2012    3 recensioni
Dedicata ad Only, in attesa di riuscire a finire il regalo per Natale xD.
Si era appena girato, quando un lampo di luce rossa lo colpì al petto, facendolo finire un paio di metri più in là e facendolo sbattere con violenza contro una parete; ancora intontito dalla botta, non riuscì ad impedire a delle corde sottili stregate di legarlo.
«Come ringraziamento per la settimana scorsa» borbottò Yagami, «solo che io non credo proprio di essere scrupoloso quanto te».
Genere: Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: L, Light/Raito, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Another Note –

Chronicles of the deadly Hogwarts.

 

Retrace V: Murderer?

 

 

L’espressione dura di Lawliet non mutò di una virgola. Sembrava fatto di ghiaccio, ugualmente immobile e freddo. «Vuoi uccidermi?» domandò, la voce atona vibrava di derisione.

«Vedo che siamo perspicaci» rispose Light, «sei troppo vicino a capire la verità e… Dio, se sei fastidioso» aggiunse, avvicinandosi ad L.

Lo costrinse ad alzarsi, seppur impedito dalle corde, e lo guardò bene in viso, cercando di scorgerne il più misero segno di paura. Non vedendone, ebbe una smorfia e lasciò la presa su di lui, facendolo rovinare al suolo con un sordo tonfo.

«Crucio» mormorò, compiacendosi oltremodo nell’udire le urla di dolore di Lawliet.

Quando le grida si placarono, l’espressione del Grifondoro esprimeva solo disprezzo ed ostilità, «Non… non pensare che sia finita qui» sibilò col fiato corto.

«Oh, sì che finisce qui» lo derise Yagami, guardandolo dall’alto, «non abbiamo nient’altro da dirci e, per la cronaca, sei così poco importante che non ti userò per creare un Horcrux. Avada Kedavra».

Un alone verde avvolse il corpo di L, lasciandolo sul pavimento, esattamente come poco prima Light l’aveva immaginato per evocare il Patronus.

Il tempo stringeva, non poteva perdere minuti preziosi a compiacersi per la morte del suo nemico; quindi si caricò il corpo sulle spalle e lo depositò fuori dal passaggio segreto, dalla parte del secondo piano, poi s’affrettò a tornare indietro.

Come aveva immaginato, la Umbridge non agiva da sola: c’era qualche idiota di Serpeverde a fare da cane da guardia per scovare i membri dell’ES… decisamente di diversi passi avanti a loro, dato che da quel che vedeva erano a mani vuote; poi il suo sguardo si posò sulla professoressa che trascinava Potter in direzione dell’ufficio di Silente.

“Magnifico!” pensò, osservando Montague che si stava giusto avvicinando all’aula dove lui era nascosto.

Di proposito fece cadere una sedia e non ci vollero più di trenta secondi per ritrovarsi strattonato da Montague e portato al “cospetto” della vecchia rospa.

«Ma bene, un altro fuggiasco» commentò la professoressa con voce leziosa.

«Brutto termine, “fuggiasco”, fa pensare che stessi facendo qualcosa di scorretto».

Lei storse il naso, «ne riparleremo quando verrà espulso, Yagami»; con la mano libera artigliò il polso di Light, trascinando lui ed Harry dinanzi al Gargoyle che custodiva gelosamente l’entrata dell’ufficio di Silente.

Quando varcarono la soglia, l’ufficio di Silente era notevolmente più affollato del solito.

Oltre al preside e alla professoressa McGranitt, c’erano pure il Ministro in persona, due auror e il Weasley con cui Light andava più d’accordo, Percy.

Egli abbandonò la sua espressione zelante per assumerne una stupita; «Light?» chiese incredulo.

In una situazione del genere, l’ultima persona che si sarebbe aspettato di vedere al fianco di Harry Potter era appunto Yagami, ma forse, si disse, lui era lì in qualità d’informatore, «perché sei qui?» domandò, quindi.

«Mi pare ovvio, no? Sono qui perché sono fedele a Silente» Light scoccò un’occhiataccia alla Umbridge, prima di continuare, «purtroppo pare che sia diventato un crimine».

Quelle parole non erano state pronunciate a caso, no, dato che nell’entrare nell’ufficio aveva visto nascosto nell’ombra un’altra persona, il Vice Ministro Soichiro Yagami, suo padre.

Magnifico, s’era fatto catturare per crearsi un alibi ed ora aveva pure l’opportunità di riscattarsi agli occhi del padre che, per colpa di Lawliet l’aveva sempre creduto in combutta con i Mangiamorte.

«Se è un crimine o meno, verrà deciso adesso» sciorinò la Umbridge con voce velenosamente velata, «credo, signor Ministro, che questi due ragazzi abbiano violato il Decreto Ministeriale numero ventiquattro».

Light decise che, anche se gli occorreva un alibi, avrebbe venduto cara la pelle, quindi non appena Dolores finì di parlare,fece un versetto scettico, attirando su di lui lo sguardo di tutti, compreso quello d’avvertimento di Silente, che si limitò ad ignorare.

«Su che basi?» domandò tra il derisorio e l’irato, «Quando sono stato trascinato qui non era ancora scattato il coprifuoco, il Decreto in questione dice forse che ci è impedito recarci al settimo piano per raggiungere le nostre sale comuni?»

«Light!» lo redarguì il padre. Il ragazzo si voltò verso Soichiro, che riprese a parlare, «è stata trovata una lista di nomi sotto la dicitura “Esercito di Silente” e il tuo nome era segnato».

Storse il naso, Yagami, osservando alternativamente tutti i presenti nella stanza, prima di rispondere, «per quanto mi riguarda, potreste anche averla scritta voi, quella lista» obiettò, deciso.

L’odioso hem, hem” non si fece attendere, dopo quelle parole. L’attenzione di tutti si focalizzò sulla professoressa Umbridge che gongolava, tanto compiaciuta che la larga bocca da rospo si ingrandì a dismisura in un sorriso orribilmente dolciastro.

«Credo che a questo proposito dovrei chiamare la mia informatrice» propose, sotto lo sguardo disgustato della McGranitt.

Caramell fece un cenno d’assenso e lei partì di gran carriera, per quanto le gambe tozze lo permettessero.

Nessuno aprì bocca, durante quei minuti d’attesa, anche se Silente sembrava stesse sorridendo sotto i baffi.

Soichiro Yagami non faceva altro che spostare lo sguardo dal figlio a Potter, mentre quest’ultimo sembrava sul punto di mandare a quel paese il Ministro, si trattenne solo per via dei rapidi sguardi d’avvertimento che gli lanciarono sia il preside che la McGranitt.

Light ghignava, pur tenendo quel ghigno abilmente nascosto sotto la solita maschera di indifferenza.

Quando la Umbridge trascinò nell’ufficio Kyomi Takada, facilmente si finse sorpreso. Non fu difficile, anche perché il viso seminascosto della ragazza avrebbe provocato stupore perfino in un cadavere.

“Una fattura”, pensò Yagami, schifato.

Sul volto di Takada vi era la scritta “Spia”, fatta di bubboni rossastri e pulsanti.

«Per Morgana» sussurrò la McGranitt, portandosi una mano alla bocca.

Pochi secondi dopo pure il professor Vitious fece il suo ingresso nell’ufficio. «Protesto vivamente!» esclamò, rivolgendosi unicamente a Dolores, «questa ragazza dovrebbe essere in infermeria, esattamente dov’era prima di essere strappata dalle cure di Poppy!» aggiunse, con la voce già stridula di per se resa più alta di almeno un’ottava.

Mai toccare un Corvonero davanti a Vitious, era una regola non scritta di cui la Umbridge sembrava non essere stata informata.

Non che il professore facesse preferenze, assolutamente no, ma sentiva il dovere di proteggere gli alunni che gli erano stati affidati in quanto responsabile dei Corvonero.

«Questa ragazza dev’essere interrogata in quanto pure il suo nome compare in una lista di partecipanti ad un’associazione illegale e potenzialmente pericolosa» sibilò la Umbridge, non riuscendo ad infondere alle sue parole la solita orrida mielosità.

Silente parlò, infine, sorridendo, «Non penso che questo sia necessario, Dolores» esordì, amabile, «vedi, vorrei ricordare a tutti voi che il nome del gruppo è “Esercito di Silente”. Ovviamente me ne prenderò tutta la responsabilità».

Caramell impallidì, prima di aprirsi in un ghigno vittorioso, «tu!»

«No!» protestò Harry, «no! E’ stata tutta un’idea mia!»

«Il professor Silente non c’entra nulla in tutto questo, il nome era solo una provocazione» lo spalleggiò Light.

Il preside, però, scosse la testa senza smettere di sorridere amabilmente, «gentile da parte vostra, ma i giochi finiscono e…»

«E tu finirai ad Azkaban!» esultò il Ministro.

«Ah, sì» disse gentilmente Silente. «Sì, penso che ci sia un piccolo intralcio..,» «Intralcio?» La voce di Caramell vibrava ancora di gioia. «Non vedo intralci, Silente!» «Invece» insisté Silente in tono di scusa, «io temo proprio di vederne uno». «Davvero?»

«Mi pare che tu nutra l'illusione che vi seguirò - com'è che si dice? - senza opporre resistenza. Ma temo che non sia questo il caso, Cornelius. Non ho alcuna intenzione di finire ad Azkaban. Potrei evadere, naturalmente, ma sarebbe un tale spreco di tempo e, in tutta sincerità, ci sono diverse altre occupazioni alle quali preferirei dedicarmi». *

Senza che qualcuno potesse aggiungere altro, ci fu un lampo accecante, poi Light sentì semplicemente i sensi abbandonarlo.

 

[…]

 

Quando si risvegliò si trovava in infermeria; c’era un gran vociare, ma abbastanza lontano dal suo letto.

In un primo momento pensò a Takada, poi sentì dei singhiozzi strozzati e disperati e capì. Avevano trovato il corpo di Lawliet, non che lui l’avesse nascosto, sia chiaro. Il suo intento era di fare in modo che fosse trovato così velocemente da far credere che fosse stato qualche Serpeverde durante la caccia ai membri dell’ES.

«Ci sarà un inchiesta, Dolores, non possiamo evitarlo» sentì dire da Caramell.

Niente Silente, niente Lawliet… chi poteva fermarlo, ormai?

 

*Il paragrafo in corsivo è tratto da “Harry Potter e l’Ordine della Fenice”.

   
 
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