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Autore: Supreme Yameta    29/01/2012    2 recensioni
C'era cascato, alla fine bastava solamente qualche bottiglia di alcool per farla diventare spaventosa persino per lui che a suo malgrado era caduto nel fitto intreccio del sentimentalismo.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
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Salve a tutti, cari lettori.
Una canzone mi ha ispirato, sequenze d'immagini fisse hanno smosso la mia curiosità e parole su parole hanno dato vita a questo bisogno irrefrenabile di scrivere questo pezzo prima della fine della settimana. Considerando che martedì ho esami, ho bisogno di qualcosa che mi aiuti a mantenere l'autocontrollo fra studio e preoccupazioni.
Fermo lasciando i miei problemi universitari, vorrei inoltre dedicare questo lavoro ad una mia cara amica che oggi compie gli anni (non diciamo quanti sono, ok?)


NarutoxHinata 4 ever!
Kakashi Hatake e Mayuri Kurotsuchi maestri di vita
KakashixShizune? E perché no! XD
LARIATTO!!


La festa per la promozione di un Hokage squinternato, la baldoria di giovani ragazzi dopo la guerra con conseguenze del tutto improbabili nella realtà, la sfrenata passione di due giovani.


Era già mattino? Credeva di aver lottato contro centinaia di nemici, privo di chakra e senza aver mangiato per un’intera settimana, era così stanco che a confronto i morti avevano più vitalità di lui quel mattino, così sudato che il mare sembrava secco a confronto, così disorientato che nemmeno una bussola poteva aiutarlo a rimettersi nella giusta via. Allora, gli servivano diversi minuti prima di iniziare a capire dove e cosa avesse fatto nelle ultime dodici ore della sua vita, per prima cosa doveva cercare di capire se era lo stesso se stesso di quelle dodici ore prima oppure era un surrogato di quello che era stato Sasuke Uchiha.
Si guardò per bene a partire dalle prime parti del proprio corpo che si trovava di fronte allo sguardo, dalle braccia, guardò bene le mani, e cercando di capire se era affetto da allucinazioni o se quel risveglio era semplicemente frutto dell’azione dell’epifisi, diede un morso alla mano; il dolore che ne seguì lo fece rendere conto che si trovava proprio nella realtà. Che ci faceva nudo su quel letto coperto da lenzuola e coperte in una battaglia fra rosso mela e rosa confetto? Un accostamento stilistico non per nulla suo, atipico per il grande vendicatore del clan Uchiha che aveva fatto tremare l’intero mondo ninja, un guerriero capace di controllare demoni codati con lo sguardo e fronteggiare ad armi pari i ninja più potenti del mondo. Ed ora era sdraiato lì, sudato come un verme con lei avvinghiata a lui con la stessa dolcezza delle lenzuola che coprivano le loro nudità.
La sua testolina irta di capelli confettati era rimasta poggiata per l’intera nottata accanto alla sua spalla dopo che avevano fatto quello che dovevano fare, le sue mani, simili a rose per la bellezza, lisce come uno dei loro petali, poggiate sul suo petto tempestato da lievi cicatrici che si era procurato nei lunghi combattimenti contro lo spadaccino jinchuriki, Killerbee ed suo prodigo migliore amico che l’aveva riempito di così tante botte da avere sporadicamente diverse mancanze di memoria; eppure quella notte se la ricordava, e come dimenticare la notte in cui aveva finalmente incontrato la donna che riusciva ad intimidire un pezzo di ghiaccio come lui, come? La sorpresa più grande era stata che quella donna era proprio la stessa che pochi anni prima non faceva altro che piangere e sperare in miracoli dal cielo solo per lui. Un minimo di stupore era lecito anche per lui, no?
Guardando il viso dormiente di Sakura pensò “Non ci credo, alla fine è davvero successo” in un modo o nell’altro, si era fatto abbindolare da quei modi possessivi e dalla sua nuova fragilità che mai avrebbe immaginato di possedere. Che Sasuke Uchiha fosse un essere umano con delle sue passioni, era naturale, ma che il suddetto iniziava a sudar freddo appena vedeva una ragazza in intimo sopra di lui, beh, era sempre una reazione umana plausibile in quel tipo di situazione, ma ci si aspettava, lui stesso pensava che sarebbe andata così, che sarebbe stato lui ad avere il controllo… e invece?
Nel momento in cui si era reso conto che era accaduto, si sentì tremendamente imbarazzato per com’erano andate le cose, chissà cosa le avrebbe detto una volta svegliata, chissà cosa gli avrebbe detto. Nell’incertezza, poteva solo ricordare con minuziosità quello che era accaduto la notte prima, forse trovava il modo di girare la frittata con la sua solita spavalderia.

Camminavano a tentoni lungo quel corridoio che sembrava non finirsi mai; pause di vomito e deliri psicologici tipici di un ubriaco che non voleva ammettere di essere tale e di aver bisogno di bere qualcosa di buono per far andar via quel malessere; che poi una proposta malsana come quella veniva dalla bocca di un medico aveva qualcosa che alle sue orecchie sembrava che lo stesse prendendo per i fondelli.
All’ultima fase di raggiungimento della porta dell’appartamento, Sasuke poteva finalmente dichiarare di averne fin sopra i capelli e di impedire a Sakura, finché non avesse trovato marito o non l’avesse mandato al diavolo, di non farla bere più così tanto come quella sera… soprattutto in sua presenza e con amici così stronzi da ordinargli, mica suggerire e basta, di fare il badante. Beh, se c’era qualcuno a cui dare la colpa era sicuramente Naruto, a quest’ora quello stronzo di Settimo Hokage, pensò rabbioso, stava sicuramente con Hinata da qualche parte mentre lui era in quella fastidiosa situazione.
-Sakura, dammi le chiavi- disse con voce docile alla ragazza che si reggeva a malapena all’inpiedi.
Nessuna risposta.
La richiamò -Sakura! Me le prendi le chiavi del tuo appartamento?!- questa poi, quella stupida aveva da poco deciso di andare a vivere assieme ad Ino in un appartamento di sole donne e non sapeva nemmeno dove aveva buttato le sue chiavi. Come se non bastava, Ino era combinata anche peggio di lei e probabilmente era a casa di Sai. “Che bello” pensò dunque l’Uchiha, mancava solo che non trovava più le chiavi e la serata si sarebbe conclusa alla grande.
Fortuna che la ragazza le aveva trovate e stava cercando da sola di aprire la porta con ben pochi risultati.
Sasuke sospirò -Hai bevuto troppo, Sakura. Dammi le chiavi- cercò di prenderle dalle sue mani ma lei lo scansò.
-Tranquillo, Sasuke, fascio da sola. Tu buoi andaree- aveva risposto lei. Sebbene fosse ubriaca, non le andava proprio di lasciarsi aiutare da lui.
Lui avrebbe potuto benissimo farlo, ma ormai era stato tirato in ballo e se c’era una cosa che proprio non riusciva a sopportare era chi non gli dava retta e faceva l’idiota. Prese le chiavi con la forza e caricò sulle spalle la giovane dopo aver spalancato la porta dell’ingresso. -Ok, stiamo entrando-
Risata nervosetta della ragazza spugnosa -Sasuke, ho sete. Mi piacerebbe un martini-vodka, a te no?-
Che tipo, pensò lui stravolto, non avrebbe mai pensato che a diciannove anni la timida Sakura sarebbe diventata un’accanita bevitrice d’alcool come la sua leggendaria maestra. Un vizio che sembrava aver preso anche quell’idiota di Naruto e quei tre buffoni di Shikamaru, Chouji e Kiba, che ci trovavano poi in quelle bevande -Hai bevuto fin troppo. Ora ti metti sotto le coperte e ti fai una bella dormita- e quello non era un suggerimento.
Sakura ne rimase contrariata -Uffa, che sei palloso- ma lo ascoltò mentre entravano all’interno dell’appartamento.
Sasuke ci rimase male, lui palloso? Perché mai veniva reputato così solo perché era astemio, l’alcool era un vizio per gli shinobi come il danaro e le donne, e lui era un ninja che seguiva ferramente quella regola.
Con l’accendere la luce della stanza principale, rimase sorpreso di quanto fosse ben arredata quel posto, niente a che vedere con la stanza colma di cartoni e vecchi pezzi di legno di casa sua. Nonostante ci fosse fin troppo tocco femminile, doveva ammettere che era arredata bene.
La cucina era nascosta da alcune tende blu, a qualche metro da esse c’era un tavolo per quattro persone su cui c’erano diversi documenti sistemati in pile ed alcune bottigliette di profumo lasciate lì dalle ragazze per la serata appena trascorsa. Le pareti erano di un pacato color panna che si combinava perfettamente con la libreria all’angolo delle camere da letto con decine e decine di scaffali di libri di medicina; al lato opposto due letti ad una piazza e mezza in cui era possibile ammirare le grandi differenze fra le due abitanti: il letto di Ino era facilmente identificabile dalla grande catasta di vestiti che vi era poggiata su, quello di Sakura era perfettamente ordinato nelle sue lenzuola rosse e rosa che era impossibile che fosse di qualcun altro.
Sasuke l’aiutò a sedersi proprio su questo.
-E poi perché mi hai accompagnata, so cavarmela benissimo da sola!- sbottò all’improvviso la ragazza durante uno scambio fra sguardi.
Sasuke la guardò perplesso -Si certo. Bisogna vedere se ci saresti arrivata a casa conciata come sei e metti pure caso che ti saresti potuta imbattere contro un maniaco, che avresti fatto?-
Lei lo sfidò -Peggio per lui!-


Quello che fece in seguito di quelle parole determinò l’andamento delle cose, probabilmente ora non starebbe lì a piangersi addosso per la sua idiozia se non l’avesse fatto.

Una mossa veloce e si era tutto finito. La prese per un braccio, gettandola violentemente sul letto salendole sopra proprio come un maniaco avrebbe potuto fare se l’avrebbe incontrata. Sakura era rimasta immobile, lui, serio e perfettivo come sempre, ostentava soddisfazione per aver smontato la sua sicurezza ed aver sempre ragione su tutto.
-Hai visto? Fossi stato un maniaco a quest’ora saresti stata in mio possesso- ed in effetti era vero. Sakura era una preda troppo facile e non solo per lui che era uno forte, ma anche per la più subdola delle creature che si approfittava di un’ubriaca.
I loro visi erano vicinissimi, così vicini che Sasuke stesso, in primis, aveva trovato imbarazzo per essersi spinto così lontano.
Ma quando Sakura parlo, lui non ce la fece proprio a nascondere l’imbarazzo.
-Se sei tu il maniaco, per me va bene, Sasuke-
Era rimasto totalmente spiazzato, da quando non si vedevano quella stupida era diventata tremendamente ostinata che persino per lui veniva difficile tenerle testa. Senza più frecce al suo arco, soprattutto privo della sua maschera di sterilità d’emozione, il ragazzo tornò a sedersi sul materasso -Non sai quello che dici, dormici su. Io me ne torno a casa-
Nemmeno il tempo di alzarsi che Sakura aveva eseguito la sua stessa azione di poco prima ed era passata lei sopra di lui; c’era ancora più confusione nella mente di entrambi ma Sasuke oltre ad essere confuso era così imbarazzato e nervoso che poteva solo rimanere inerme come un ebete; ma perché faceva così, perché non usava una delle sue tattiche e se la svignava?
-Cosa credi di fare, Sasuke?! Ho detto che per me va bene!-
Che le stava prendendo? L’Uchiha stava per dirle di smetterla di fare la sciocca, che stava facendo tutto questo solo perché era ubriaca eppure l’aria nella sua trachea non fece in tempo a superare le pliche vocali che labbra e lingua di Sakura si erano fissate alla sua bocca. Tentò di allontanarla perché non voleva andare avanti, non perché non gli piaceva, ma perché non era giusto per Sakura, lui aveva tentato di ammazzarla più di tante volte, meritava qualcuno migliore di lui, che fosse meno solo e disperato per le troppe cazzate che aveva fatto… ed in più lui non l’amava, se andavano avanti sarebbe stato solo sesso; tuttavia, dopo alcuni futili tentativi andati a vuoto, era rimasto immobile come un pupazzo, diventando così il giocattolo di Sakura.
Trovò la forza di fermarla solamente quando la ragazza si stava staccando da lui, le tappò la bocca e la guardò in cagnesco -Hai bevuto troppo, Sakura, non sai quello che fai!-
La rosa fece emerge la sua bocca e replicò ardita -Sarà pur vero che ho bevuto ma è la terza volta che ti dico che va tutto bene- la guardò, era talmente trionfa di quello che stava vedendo nel suo volto che se ne beava ancora di più dopo aver sentito quanto detto all’ultimo -Avevo deciso che sarebbe andata così fin da stamattina-
No, non poteva essere vero. L’aveva fregato.
E stava facendo anche più di quello mentre che parlava, si era sollevata da lui, continuando a stagli seduta sullo stomaco mentre si toglieva la giubba da jonin da dosso -Ho deciso che ti avrei dato tutta me stessa ed è quello che farò, che tu lo voglia o no-
-Co…?- Cosa? Ma diceva sul serio? Perché quella decisione, perché lui si sentiva pure felice a sentire quelle parole, non per la prospettiva di scopare, ma che lei lo desiderava indipendentemente da tutto quello che le aveva fatto passare -Non dici sul serio, vero? Bello scherzo ma è durato fin troppo, non credi?-
A conferma che non era tutto fuorché uno scherzo, lei si tolse anche la maglietta rimanendo in reggiseno.
“Accidenti, dice sul serio!” pensò spaesato l’Uchiha. Era una situazione nuova, così ingestibile che quella volta nemmeno lo sharingan o Susanoo ce l’avrebbero fatta; era mai possibile che nessuno dei maestri che aveva avuto gli avesse insegnato qualcosa sulle donne; Orochimaru era giustificato, dato che sembrava avere più interesse per gli uomini che per le donne, stessa cosa per Madara dato che pensava solo a fare l’idiota con la gente ed a conquistare il mondo, ma Kakashi, cazzo! Kakashi poteva dirgliela qualcosa in più! Si alzò anche lui per tentare di farla ragionare, era così imbarazzato che non credeva alle sue orecchie di sentirsi balbettare frasi sconnesse l’una dall’altra -A…aspetta. Fermati ti prego e parliamone con calma-
Lei non voleva proprio sentir ragioni -Ma di cosa?- lo guardò seria, con uno sguardo capace di rabbrividire -Di cosa ti preoccupi, Sasuke? Cos’è che ti fa paura?-
-Io? Non ho paura!- tentò di ribattere lui, ma non stava in piedi una scusa stupida come quella, troppo rapida, troppo scontata.
Sakura lo gettò nuovamente giù e gli si avvicinò di nuovo dopo aver staccato la cinghia del reggiseno ed esserselo tolto -Tu hai paura di me, Sasuke. Ammettilo-
Più che avere paura, Sasuke si sentiva stranamente caldo dopo quella visione e continuava a balbettare -Io..io? No, ti stai sbagliando-
Sakura sembrava possedere uno sharingan per come gli stava leggendo bene la mente, che subdola psicologa che era -Hai paura che io ti voglia solo per una notte, che tu possa approfittarti di me e basta?- sorrise -Dopo tutti questi anni ancora non mi conosci. Rifletti bene, Sasuke. Tu mi ami?-
-Eh?!- cosa rispondere, non lo sapeva “Che… che cosa faccio ora?”
Sakura non pretendeva una risposta immediata, usò il bisturi di chakra per tagliare la maglietta di Sasuke e lasciarlo a petto nudo, il suo sguardo era minaccioso -Mi ami?- ripeté nuovamente.
“Oh mamma, questa mi vuole ammazzare!” pensava spaventato l’Uchiha che in quel momento era simile ad un agnellino; le parole che riuscì a trovare a giustificazione del suo tentennamento ci misero molto per giungere e Sasuke non era ancora certo che erano quelle giuste -Io ti ho fatto tanto male, Sakura. Non posso permettermi il lusso di dirtelo, non posso-
Sakura era furiosa -E credi che m’importi se non puoi?! Credi davvero che nessuno ti possa perdonare per quello che hai fatto?!- un altro bacio a tradimento, così magnifico che Sasuke stava davvero perdendo l’autocontrollo -Naruto ti ha perdonato, i nostri amici ti hanno perdonato, il maestro ti ha perdonato, tutto il mondo ti perdonerà e credi che non possa farlo anche io?- sentì il suo tocco sul nudo petto e tutta la pelle si accapponò -Io ti ho sempre amato e questo non cambierà. Ed ora facciamo l’amore, ne ho troppa voglia-
Lei poteva davvero perdonarlo? E lui poteva farlo? Poteva perdonarsi solo perché Sakura non lo odiava e l’aveva perdonato oppure era solo un pensiero che emergeva automaticamente a causa del momento? Sinceramente non lo sapeva ma adorava farsi carico di quell’idea che non gli importava di nient’altro. Sebbene fosse in tremendo imbarazzo, si scopriva terribilmente eccitato da quella Sakura possessiva, capace di cambiarlo totalmente e renderlo un suo schiavo: dannazione, avrebbe fatto qualunque cosa lei gli ordinasse -Hey, non possiamo ripartire da capo?- almeno si approcciava alla situazione con il suo orgoglio mascolino.
-No! È troppo tardi- ribatté ferma lei.


Ed era successo, avevano passato il resto della notte più bella che avessero mai trascorso. Quando si era svegliato ancora non riusciva a credere che alla fine era successo, probabilmente Naruto l’avrebbe preso in giro per un mese intero e forse era quello che gli pesava di più: alla fine anche Sasuke Uchiha si era messo la testa apposto.
Cosa fare ora? Sakura aveva appena aperto gli occhi, lo stava guardando con il suo lieve sorriso che si sentiva in dovere di dire qualcosa, qualunque cosa che le lasciasse capire che con quella notte aveva imparato ad amare e ad amarla. Lei lo stupì ancora una volta con un tenero bacio sulla guancia che aveva capito che a volte non servivano le parole per capire qualcosa, era proprio come quando aveva combattuto contro Naruto: “quando due ninja di alto livello combattono fra di loro, essi riescono a leggere il cuore dell’altro capendo quello che si sta pensando”; forse quella splendida regola aveva anche più valore quando c’era di mezzo l’amore.
Al -Buongiorno- di Sakura, Sasuke ammiccò un sorrisino e la vide alzarsi con un frammento di lenzuolo che le copriva il corpo in direzione della cucina; quando tornò con due tazze di caffè fumanti, la prima cosa che lui fece fu ricambiare per la prima volta i suoi baci –Buongiorno-


L'angolo dell'autore:
Ed eccoci alla fine, spero che la storiella sia stato di vostro gradimento!
Non ho molto da dire a questo commento di fine capitolo, perciò vi ringrazio nuovamente per aver letto, ci vediamo alla prossima!

 
   
 
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