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Autore: StregaSibilla    29/01/2012    3 recensioni
Dal calderone della strega:
Che cosa succederebbe proiettando nel mondo dei Volturi una giovane donna e una bambina con un dono speciale? Che cosa significherebbe per il vampiro il cui cuore è stato spezzato ormai da un'eternità?
Da una ricetta ormai celebre, conosciuta in tutto il mondo, StregaSibilla ha scovato l'ingrediente più anonimo e sconosciuto, reinventando la ricetta con due ingredienti completamente nuovi e sconosciuti. Se pensate che la ricetta possa interessarvi, non resta che gustare.
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chelsea, Didyme, Marcus, Nuovo personaggio, Volturi
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Il calderone della strega

 

Il ricettario del calderone è ricco di ricette alquanto insolite, curiose, perché la proprietaria è una strega a cui piace sperimentare, inventare nuovi modi di preparare ogni ricetta, scoprire da sola ingredienti nuovi e sconosciuti.

Ciò che oggi vi propone la strega è di prendere una ricetta alquanto famosa, di cui sono conosciuti tutti gli ingredienti alla perfezione e della quale sono state create mille e più varianti; scegliete a questo punto l'ingrediente meno importante, l'ingrediente che passa inosservato, a cui nessuno fa caso, quell'ingrediente che a volte ci si dimentica persino di aggiungere. Una volta preso, reinventate la ricetta utilizzando come base proprio quell'ingrediente e aggiungetene a questo punto uno nuovo e completamente diverso, in grado di amalgamarsi con la ricetta.

Dopodiché, non resta che attendere davanti al calderone, in attesa che la ricetta sia pronta, controllando sempre ogni punto della cottura.

E se pensate che iniziare subito con questa nuova portata, sia azzardato, ciò che occorre è cominciare con un buon antipasto, stuzzicante al punto giusto, perché prepari i commensali alla portata principale.

Dal ricettario del calderone della strega.

***

Prologo

 

Correva l'anno 1918 e la data era l'11 di novembre, questa data viene ricordata dai più come la fine del primo grande conflitto mondiale, la Grande Guerra, conclusasi ufficialmente proprio quel giorno con la resa della Germania, l'ultimo degli imperi a deporre le armi e a porre fine a quel sanguinoso periodo.

Ma, diversamente dai più, non è a questo ch'io penso quando mi viene in mente questa data, fin dalla nascita l'11 novembre del 1918 per me ha significato tutt'altro, dato che fu il giorno in cui venni al mondo.

Io, Francesco, nacqui in un modesto casale della campagna toscana proprio il giorno in cui le radio di tutto il Mondo annunciavano la fine della guerra; nacqui nella fattoria che era stata della mia famiglia da tre generazioni ormai, fui il primo di tre fratelli, dopo di me nacque, a breve distanza, la mia amata sorella Dora, e, quattro anni dopo, mio fratello Giacomo.

Amai la mia famiglia sin dal principio, da quando fui abbastanza maturo per decidere cosa sarei voluto diventare, il mio desiderio fu di prendermi cura del nostro terreno, come mio padre, mio nonno e il mio bisnonno avevano fatto prima di me, aiutare mia sorella a trovarsi un buon partito ed aiutare mio fratello a mettere su una famiglia propria.

Tuttavia non mi fu concesso di realizzare quel sogno, seppur molto semplice e modesto, dovetti infatti separarmi dalla mia famiglia 22 anni dopo, quando in tutto il Mondo imperversava la seconda guerra mondiale.

Non fu una bomba, una palla di cannone o un colpo di fucile a uccidermi, come toccò purtroppo a mio fratello minore, morto a soli vent'anni nel 1943, a Caporetto.

No, a strapparmi ai miei fu una donna bella come un angelo, dalla pelle candida e la chioma rossa come fosse in fiamme, conosciuta ad una festa di Paese il 15 giugno 1940, credo che il mio cuore umano, che ancora batteva, s'innamorò di lei in un istante, e altrettanto velocemente lei affondò i canini nel mio collo e mise fine alla mia vita da umano.

Sin dal principio, da quando mi risvegliai con gli occhi rossi come il sangue e la pelle bianca come la neve, il mio primo pensiero fu ricongiungermi alla mia famiglia, vi lascio immaginare l'orrore che provai quando scoprii che il mio primo pensiero era quello di affondare i denti nella giugulare della mia amata sorellina! Fuggii il più lontano possibile da loro.

Mi ci volle molto per riuscire a lottare contro il mio impulso omicida, ormai sono certo che fu il desiderio di tornare dai miei cari a spingermi all'autocontrollo, speravo, erroneamente, che se fossi riuscito a controllarmi sarei potuto tornare a vivere con loro, ma più i giorni passavano, più incontravo piacere a cibarmi d'ogni animale che trovassi (perlopiù magre pecore di qualche povero contadino), più mi rendevo conto che ritornare alla mia vita per me sarebbe stato impossibile.

Ciononostante, decisi che avrei continuato a vegliare sui miei da lontano, che, malgrado fossi diventato un demone, sarei stato per loro una sorta di angelo custode, che li avrebbe vegliati e protetti in eterno.

È per questo che posso narrarvi ciò che accadde quasi cento anni dopo.

Seguii il viaggio di mia sorella e di suo marito verso l'America, vidi la nascita ed osservai la crescita delle mie due meravigliose nipotine, conobbi i fidanzati di entrambe e gioii ai loro matrimoni, sempre nascosto nell'ombra; successivamente vidi la nascita della mia bisnipote, Jessica, che tanto assomigliava alla mia cara madre, mi distaccai con dolore dalle famiglie stabilitesi in America e seguii il viaggio di ritorno in Italia di Jessica e dell'uomo della sua vita, Marco, uno studente italiano che si trovava a Seattle (dove si erano conosciuti) per completare la sua laurea di ricercatore medico; infine, vidi la nascita di quella che ribattezzai mia “tris” nipotina, anche se non ero sicuro che ci fosse un termine esatto per definirla: quanti zii avevano avuto la fortuna di veder nascere tre generazioni di nipoti? E quanti zii avrebbero probabilmente assistito a una quarta, una quinta, una sesta generazione, fino a chissà quale eternità?

La piccola venne battezzata Emily; a differenza di tutte le altre donne della famiglia, che avevano i capelli molto scuri, lei era nata con una meravigliosa chioma castano-dorata. Adorai fin da subito quel piccolo tesoro, forse perché era di una bellezza che avrebbe potuto competere con i molti vampiri che avevo incontrato nel corso dei miei quasi cento anni da immortale, forse perché i suoi occhi erano pieni di una luce vitale che mai avevo incontrato prima.

Forse, perché era nata l'11 novembre del 2007.

 

Ed eccomi qua, quasi cinque anni dopo, in piena estate del 2012, a godermi il Sole della Toscana che tanto amo e che tanto mi era mancato nel mio soggiorno in America.

Poco importava che la mia pelle brillasse come fosse tempestata di diamanti quando mi crogiolavo a quel Sole, là, nel bosco che circonda la casa di campagna di Jessica, non temevo d'essere visto da nessuno, forse da qualche cervo, ma non avevo fame, non quel giorno, mi ero nutrito a sazietà la notte prima.

Sentii, ricordo bene, poco lontano, la mia bisnipote che chiamava suo marito, gli diceva “è tutto pronto” e che potevano partire, lui prese in braccio la piccola Emily e la baciò, il ricordo è nitidissimo nella mia mente, Jessica disse “ho chiamato Grace”, ripeté che era tutto pronto, potevano dirigersi a Volterra per la festa.

In quel momento ebbi un sussulto, un sussulto che ogni vampiro impara a conoscere bene durante la sua vita, un brivido che si propaga per tutta la schiena quando sente nominare il nome della città di Volterra.

Ricordo che tremai, sembra strano detto da un vampiro, ma fui scosso dai tremori, o forse erano solo i ricordi delle mie emozioni da umano, non so dirlo.

So che è cominciato tutto così, con quella gita a Volterra, è stata la decisione presa dalla mia povera, povera e adorata Jessica, ad innescare il resto della storia.

Tuttavia, mi duole fermarmi qui nel mio racconto, non sta a me continuare a narrare la storia adesso, io sono stato un protagonista non un narratore, anzi, per molti aspetti sono stato esterno a quella vicenda.

Ricomparirò di tanto in tanto, ma ora vi lascio alle magie di un narratore esterno, non sparirò da queste pagine e saltuariamente mi ritroverete a commentare ciò che successe dopo quel pomeriggio.

Ma adesso è davvero meglio che io sparisca.

 

Servo vostro

 

Francesco

 

 

 

 

 

 

***

 

Il calderone della strega

 

Sperando che l'antipasto sia stato di vostro gradimento, la strega vi invita a tuffarvi nella portata principale.

  
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