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Autore: CrazyMind    29/01/2012    1 recensioni
Al ritorno da un programma che li vede vincitori arriva sul cellulare di uno degli SHINee uno strano messaggio... di chi sarà? Che cosa vorrà? Saranno al sicuro i nostri cantanti? Renata... una ragazza italiana che conoscerà gli SHINee... che legame avrà con il resto della storia? Lascio a voi il piacere di scoprirlo! ;) Mi raccomando: RECENSITE IN MOLTI, mi servirà molto il vostro parere! ;) BUONA LETTURA!
Genere: Horror, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo Personaggio, Quasi tutti, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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-Key! Key! Che succede? Svegliati! Svegliati! Ti prego Key!- Non mi accorsi che stavo urlando e come questa notte svegliai gli altri.
-Hyung che succede? Oh santo cielo Key!-
-Che è successo?-
-Non lo so. So solo che dobbiamo portarlo all’ospedale immediatamente!- e così spensi il bollitore del riso mentre gli altri si avviavano in bagno per vestirsi velocemente. Quando mi chinai di nuovo su Key per portarlo sul divano vidi sul suo collo una freccia piccola che di solito si usano per sparare anestetici. Da un lato ero sollevato dal fatto che fosse solo addormentato ma dall’altro ero terrorizzato dal fatto che gli avessero sparato. Guardai verso la finestra e la vidi aperta. Evidentemente l’aveva aperta lui per far cambiare l’aria. Che quel pazzo intenda questi come “giochi”?
Mi andai a preparare anch’io e in cinque minuti eravamo tutti pronti per andare all’ospedale. Avevo già raccontato ai ragazzi che avevano sparato  a Key un anestetico per non fargli scoprire la verità dai medici. Arrivammo all’ospedale e lo visitarono subito dicendoci che pur essendo stato solo addormentato gli avevano sparato un anestetico per animali di grossa stazza e che per gli esseri umani poteva essere nocivo e a volte anche… mortale.
-Oh mio dio! Come sta? Sta bene, vero?- chiesi in preda al panico.
-Per adesso non siamo sicuri di come reagirà. Da ciò che abbiamo visto gli dovrebbero aver sparato almeno una mezzoretta fa e quindi l’anestetico ha appena finito di entrare nel circolo sanguigno quindi noi non abbiamo potuto rimuoverlo e in più, non promette molto bene. Dobbiamo vedere se passerà la giornata.-
Mentre ascoltavo le parole del dottore sentivo le forze mancare ma io ero quello che doveva farsi vedere sempre pronto ad affrontare qualsiasi situazione anche perché gli altri stavano già seduti sulle sedie con le mani nei capelli, shoccati.
-C-cosa intende con “Dobbiamo vedere se passerà la giornata”? La prego, faccia tutto il possibile! Altrimenti non me lo perdonerei mai!-
-E’ il mio lavoro signor Lee, farò del mio meglio comunque, non si preoccupi per questo.- e detto questo se ne andò alquanto stizzito. Mi girai verso i ragazzi e cercai di rassicurarli.
-Ragazzi, non scoraggiamoci! Dobbiamo mostrarci forti per Key! Se siamo scoraggiati noi, a Key che speranza rimane? Nessuna! Perciò adesso andremo nella sua stanza e staremo con lui per tutta la giornata.-
-Hai ragione Onew.-
-Si, scusa Onew solo che… ieri ci sono entrati in casa, oggi questo… Cosa dobbiamo fare? Trasferirci?-
-No Tae… non prendiamo decisioni troppo affrettate. Dobbiamo essere molto vigili. Su forza. Adesso andiamo da Key.-
-Va bene.- E ci avviammo verso la camera dove Key era stato messo. Aprì la porta e mi bloccai un attimo vedendo Key disteso, pallido come il lenzuolo del letto. Nemmeno la stanza era molto confortante: tutta bianca e verde acqua molto tenue con una fessura nel muro che facevano passare per una finestra. Ci avviammo verso di lui ma prima di arrivare al suo letto il mio telefono squillò. Guardai il display: “numero privato”. Che fosse quel pazzo? Finalmente avrei potuto sentire la sua voce e quindi capire chi fosse. E questa volta gliene avrei dette anche quattro! Aveva davvero esagerato adesso!
-Scusate esco un attimo.-
-Chi è, Onew?-
-È un mio amico, non lo conosci Minho. Pensate a Key adesso. A dopo!- e uscì. Mi avviai verso la fine del corridoio per essere sicuro che gli altri non mi sentissero, feci un profondo respiro e risposi col cuore a mille.
-Pronto?-
-Lee Jinki! O come ti chiamano tutti Onew.- La voce era stata modificata. Avrei dovuto aspettarmelo… così non si sarebbe fatto riconoscere! Dannazione! Era scaltro, non c’era dubbio.
-Chi sei? Che cosa vuoi da noi? Che cosa vuoi da me? Perché stai facendo tutto questo? Devi lasciarci in pace! Sei stato tu a sparare a Key, non è così?! Perché? Che cosa ti ha fatto di male? Dimmi chi sei che ti ammazzo! Smettila di far soffrire i miei amici!-
-Calma, calma mio caro Onew… non mi fare domande perché qui l’unico che le può fare sono io e tu dovrai parlare solo quando richiesto altrimenti anziché di un anestetico potrei sparare una pallottola in delle zone vitali… penso che non ti convenga continuare così.- Rimasi in silenzio e pietrificato dalle parole di quel pazzo. Poi continuò.
-Bene, vedo che hai capito. Allora… ti dirò solo che questo è stato un assaggio di ciò che posso fare e che farò. Ti farò vedere e sentire che cosa vuol dire il dolore di perdere delle persone a te care come tu hai fatto a me! Vedere i tuoi cari che combattono tra la vita e la morte, che esalano l’ultimo respiro e che quando ti dicono che vanno a fare la spesa poi in realtà non ritorneranno mai più. Questo è quello che ti farò provare Lee Jinki! Io ti odio!-
-I mi-miei ami-mici? Vuoi prendere di mira i miei amici? Non lo fare ti prego! Fai quello che vuoi con me ma lascia stare i miei amici. Sono giovani e hanno tutto il diritto di vivere e se ho fatto qualcosa di male devo pagare io, non loro!-
-Vedo che non capisci proprio niente! Primo, ti avevo detto di non parlare se non interpellato e, secondo, fare del male ai tuoi amici è il mio modo per vendicarmi su di te. Ma stai tranquillo perché, dato che lo desideri così tanto, me la prenderò anche direttamente con te!- E la chiamata terminò. Rimasi col telefonino attaccato all’orecchio mentre il bip bip continuava a rimbombarmi nell’orecchio. Un dottore mi vide e si avvicinò a me.
-Si sente bene signore?- E mi poggiò una mano sulla spalla.
-Eh? Ah, si si. Grazie.- E ritornai nella stanza di Key. Vidi tutti e tre attorno al suo letto. Jonghyun e Taemin avevano qualche lacrima che gli attraversavano il viso mentre Minho era serio come non mai. Quando sentirono aprire la porta e mi videro mi chiesero che cosa avessi.
-Io? N-niente, perché?-
-Hai una faccia! Che voleva al telefono il tuo amico?-
-Niente di che. Solo sapere come andavano le cose.- E dopo questo mini dialogo ritornammo a guardare Key. Il colore sul suo viso non accennava a tornare. Gli toccai una mano e la sentì ghiacciata. Mi allarmai. Guardai il monitor che registrava i battiti cardiaci e mi accorsi che non erano nella norma. Guardai anche la pressione e la vidi molto bassa.
-Ragazzi! Bisogna chiamare urgentemente un medico! Key non sta affatto bene! Presto!-
-Cosa?! E che cos’ha?-
-Non c’è tempo per le spiegazioni Jong! Minho, vai a chiamare un medico, presto!-
Per quale cavolo di motivo il monitor non aveva allarmato i medici? Che si sia rotto oppure… possibile che quel pazzo l’abbia staccato apposta? Sentì la porta sbattere e vidi Minho entrare con un medico che all’inizio era molto tranquillo poi, quando vide il monitor si allarmò anche lui.
-Allora è vero! Perché il computer non ci ha avvisati?-
-Dottore, mi scusi, ma il mio amico sta male quindi, la potrebbe smettere di pensare a queste cazzate e pensare a lui almeno per un momento?!- Chiesi con la rabbia che mi stava aumentando vedendo l’inerzia del medico.
-S-si. Immediatamente.- Poi cominciò ad esaminare Key e dopo averlo controllato velocemente ma allo stesso tempo in modo accurato prese un walky-talky e chiamò degli infermieri che potessero aiutarlo a trasportarlo in sala rianimazione. Quando arrivarono gli infermieri, ci dissero di venire con loro e di stare vicino al letto di Key mentre veniva trasportato. Cominciammo a chiamarlo per cercare di vedere se ricevevamo qualche risposta ma non accadde niente. Quando arrivammo di fronte ad una porta con su scritto “Sala Rianimazione”ci dissero di aspettare sulle sedie che ci venissero a dare i risultati.
Nessuno di noi riusciva a stare fermo. Eravamo preoccupatissimi. Cosa avremmo fatto senza di lui? No! Jinki, non devi pensare negativo! Anzi, devi pensare a come sarà quando Key uscirà dall’ospedale, cosa avremmo fatto per festeggiare la sua guarigione. Non potevo deprimermi per primo quando ero stato io a spronare gli altri ad avere sempre accesa la speranza.
Passarono dieci minuti quando un medico venne fuori. Aveva la faccia triste e ci guardava come se noi gli facessimo pena. Quando ci venne vicino ci parlò in modo tale che solo noi potessimo sentire.
-Mi dispiace ma il vostro amico non…- Stavo già per avere dei capogiri quando una voce femminile uscì fuori dalla sala rianimazione.
-Dottore! Dottore! Si è svegliato! Venga per favore! I suoi valori stanno tornando nella norma!-
Appena sentì quelle parole il mio cuore cominciò a battere velocemente e il medico si scusò un attimo con noi e tornò correndo verso la voce.
-Oh santo cielo! Per un po’ di tempo ho pensato che non avremmo più rivisto Key! Oh mio dio Hyung!- e Taemin mi corse incontro abbracciandomi in lacrime.
-Venite qua ragazzi.- Dissi agli altri che anche loro erano sull’orlo delle lacrime come, in fondo, lo ero anch’io. Ci abbracciammo tutti e cominciammo a piangere ma io silenziosamente per non farmi notare.
Dopo qualche minuto uscirono gli infermieri con il lettino di Key e, ovviamente, Key su di esso. Appena lo vedemmo ci dirigemmo verso di lui e lo trovammo sveglio.
-Key! Come stai?- gli chiesi.
-Diciamo che stavo meglio prima che mi “addormentassero”.- E ci sorrise debolmente. Lo accompagnammo fino alla sua stanza continuando a fargli domande sulla sua salute. Alla fine, gli infermieri ci lasciarono soli. Continuavamo a guardarlo con gli occhi ancora umidi delle lacrime versate poco prima. Il primo ad avvicinarsi e a toccarlo fu Taemin seguito a ruota da Jonghyun mentre Minho lo vedevo ancora troppo scosso per poter andare da lui. Mi avvicinai e gli poggiai una mano sulla spalla. Lui si girò e mi guardò. Gli feci un sorriso e un cenno con la testa in direzione di Key.
-È tutto passato. Adesso vai.- e lui seguì il mio consiglio. Mentre guardavo Minho andare da loro vidi un bellissimo quadretto famigliare. La MIA famiglia. Mi venne una fitta dolorosissima al petto vederli perché ripensavo alle parole del pazzo. Che cosa avrei fatto se gli avessero fatto del male, sapendo addirittura che era colpa mia! Mi uscì una lacrima. Quando sarebbe successo il prossimo “incidente”? Chi sarà la prossima vittima? Cosa gli farà? La risposta a queste domande è: Non succederà niente, perché io li proteggerò anche a costo della mia stessa vita!
Minho vide che ancora non mi ero avvicinato e mi invitò ad unirmi a loro. Mi avvicinai e salutai Key con un sorriso.
-Sei uno zombie. Anche sei hai acquistato un po’ di colore devi ancora riprenderti. È meglio che tu ti riposi. Noi staremo sempre qui a vegliare su di te ma tu prenditi tutto il tempo che ti serve per ritornare in forma. Non affrettare le cose. -
-Va bene Onew. A dopo ragazzi.- e si addormentò.                                         
-Adesso lasciamolo stare. Ha bisogno di riposo…- E gli altri acconsentirono. Ci mettemmo seduti sulle poltroncine messe appositamente per noi (certe volte essere dei cantanti porta dei suoi benefici oltre a lavorare tanto).
Passarono quattro ore e trascorremmo il tempo tra il bar e la camera di Key. Ricordiamoci che non avevamo fatto nemmeno colazione.
Quando Key si svegliò, i medici ci dissero che lo potevamo portare a casa e così facemmo.
-Ora Key, ti distendi sul letto e ti riposi ancora un po’.-
-Ma Onew… sto bene. Stai tranquil…- Non ebbe il tempo di finire la frase che stava per cadere ma Minho, con la sua rapidità, lo prese al volo.
-Mi sa che dovresti seguire il consiglio di Onew, Key.-
-Forse Minho… ma come farete a mangiare se non cucino io?-
-Ordineremo qualcosa.-
-Ma… Ma non è molto salut…-
-Kim Kibum! Ora te ne vai a letto senza fare storie!- Tutti guardammo colui che aveva parlato con occhi sgranati.
-Tae?! Ma che t’ha preso?-
-Devi solo seguire le nostre istruzioni e vedi che non ti accadrà niente…- E fece un sorrisetto diabolico. Tutti ridemmo e alla fine Key si decise ad ubbidirci.
Ordinammo il cibo da un ristorante giapponese nelle vicinanze e mangiammo tutti quanti. Dopo qualche ora passata a parlare del più e del meno, andammo tutti a letto.
 
Erano passati tre giorni dallo sparo di Key e non era accaduto ancora niente d’insolito. Il nostro Key era ritornato alla normalità anzi, sembrava sprizzare più energia di prima. Natale si avvicinava e dovevamo pensare a fare i regali. Era il 23 Dicembre e domani sarebbe stata la Vigilia di Natale. Dovevo comprare assolutamente qualche cosa! Con il problema di Key ero stato molto occupato ma adesso, era tempo di dare sfogo alla mia fantasia per qualche regalo! Andai in un negozio di vestiti che a Key piaceva molto. Delle volte, prima di andare alla SM, ci passavamo davanti e ogni volta vedeva dei pantaloni con una camicia che lui riteneva perfetti. Non per altro era stato soprannominato la “Diva”! Decisi di comprarglieli.
-Bene. Il primo regalo fatto. Ora ne restano altri tre. Vediamo… Jonghyun. Cosa gli potrei fare?- Jonghyun e Taemin erano, a mio parere, sempre i più difficili da accontentare. Optai per Jonghyun delle nuove cuffie dato che le sue, che usava in continuazione, erano quasi andate e per Taemin il nuovo album del suo cantante preferito.
-Ho quasi finito. Adesso manca solo Minho.- Avevo appena trovato il negozio adatto a lui quando mi squillò il telefono.
-Pronto?-
-Pronto Onew?- Era Key. Era agitato e parlava velocemente.
-Key che succede?- Incominciavo ad essere un po’ spaventato.
- Taemin era andato, come te, a prendere dei regali e lo avevamo chiamato per sapere a che punto stava e ci aveva detto che era quasi sotto casa ma sono passati quaranta minuti. Abbiamo voluto aspettare perché pensavamo che avesse trovato un negozio carino e si fosse fermato lì ma ormai ci sembra che sia passato troppo tempo e non risponde nemmeno al telefono!-
-Mi dovevate chiamare subito! Dove siete?- Mentre parlavo avevo già cominciato a correre. 
   
 
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