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Autore: LeNe_Ldn    29/01/2012    3 recensioni
Lizbeth Purple and Liam Payne.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Liam Payne
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dicono che il vero amore sia come i fantasmi: tutti ne parlano, ma pochi li vedono.

Io credevo nei fantasmi, e ne vidi proprio uno.

Gli ultimi giorni li passai a torturarmi, domandandomi se era stata la cosa giusta lasciare Ronald per Lui. Per uno che infondo neanche conoscevo bene.

Era il fratello della mia migliore amica e me n'ero innamorata sin dalla prima volta che lo vidi al parco mentre passeggiava con la bici.

Non avevo mai ricevuto tante attenzioni da lui, cosa che mi fece dedurre di non piacergli.

Così mi ero messa con Ron, che era stato sempre carino e dolce con me, ma non potevo stare con lui mentre pensavo ad un altro. Di certo si meritava qualcuno che lo amasse e gli desse attenzioni più di quanto facessi io. E poi Ron non era completamente paragonabile a Lui.

O meglio, nessuno è come lui.

Io avevo bisogno di certezze. Ma quali certezze?

Forse a stento si ricordava il mio nome.

In ogni caso volevo provarci, volevo illudermi fino alla fine di ricevere una risposta positiva.

Erano le sette di sera e ancora stavo davanti allo specchio per gli ultimi ritocchi. Dovevo essere perfetta almeno quella sera. Era la volta giusta per farmi notare.

Dovevo dirgli ciò che provavo.

Dovevo pensare a me stessa una volta tanto, anche se questo significava mettere a rischio tutto.

Avevo trascorso un pomeriggio intero a farmi bella, solo per lui.

Non avevo la più pallida idea di cosa indossare, ma dato che, di certo, in sua presenza avrei avuto delle vampate di calore, mi vestii non molto pesante.

Misi una camicetta rossa, un paio di pantaloni neri attillati e le ballerine di vernice rosse. Lasciai i capelli color cioccolato, mossi ricadere liberi sulle spalle. Mi truccai con un semplice filo di eyeliner, mascara e un tocco di phard.

Ero finalmente pronta dopo mille complessi, feci un lungo sospiro e uscii di casa.

Iniziai a camminare verso casa sua, il venticello mi pizzicava le guance e mi scompigliava gentilmente i capelli, era una sensazione piacevole.

Ero nervosa, quasi involontariamente aumentai il passo come se questo aiutasse a calmarmi. Ad un tratto sentii il vento farsi più forte e improvvisamente iniziò a piovere. Un pomeriggio passato a rendermi perfetta era appena andato a farsi benedire. D'altronde il tempo a Londra era sempre così, imprevedibile.

Casa mia era già troppo lontana per tornare indietro, così non avevo scelta, dovevo solo attraversare la strada e suonare alla porta. Non era poi così difficile.

Rallentai, non curante di essere sotto la pioggia, tanto ormai ero fradicia.

Ad ogni piccolo passo che facevo per avvicinarmi, mi sentivo quasi il cuore in gola.

Ero davanti a casa sua, una luce fioca e una melodia gradevole provenivano dalla finestra alla mia sinistra.

Liam stava canticchiando accompagnato dalla chitarra, adorava scrivere canzoni e io adoravo da impazzire la sua voce, anche se l'avevo sentito pochissime volte.

Mi dispiaceva interromperlo, volevo semplicemente rimanere là dietro ad ascoltarlo per tutta la sera.

La pioggia si era fatta più intensa. Deglutii e suonai, sperando per un attimo che quel portone in legno non si aprisse.

Non sentii più il suono della chitarra, così entrai in panico. No sapevo come comportarmi.

La porta si stava aprendo lentamente, deglutii di nuovo prima di ritrovarmi davanti Liam in tutto il suo splendore. Indossava una camicia verde a righe bianche, i pantaloni beige ed era scalzo.

Sgranò gli occhi sorpreso, non sapevo esattamente se era sorpreso per la pioggia o per me.

< Lizbeth, oh mio Dio entra! Sei zuppa! > Liam finalmente si decise di farmi entrare.

< Scusa se sono venuta a quest'ora, ma ero in giro, ha incominciato a piovere e io ero nei paraggi > mentii.

< Tranquilla e non scusarti. Piuttosto devi asciugarti prima che ti venga la febbre > Liam era sempre così premuroso.

< No, davvero è tutto apposto > dissi quasi tremando dal freddo.

< Liz, non farmi arrabbiare. Fila di sopra e vatti a cambiare. Dovrebbe esserci un asciugamano nel primo cassetto del comò e una felpa pulita sopra il mio letto. Nel frattempo accendo il camino così ti riscaldi > disse frettoloso.

Ma quale camino?! Per riscaldarmi sarebbe bastato un suo abbraccio.

< Va bene, grazie > dissi sorridendo.

Così come disse Liam salii in camera sua, presi un asciugamano dal primo cassetto del comò nero lucido e mi asciugai. Iniziai con i capelli per evitare che sgocciolassero ancora, poi mi spogliai e asciugai tutto il corpo per poi prendere la felpa sul letto.

Quella felpa profumava di lui, stetti una manciata di secondi ad annusarla, mi inebriai di quel profumo e poi la indossai. Era enorme, mi arrivava fino alle ginocchia e quindi la usai come indumento unico.

Era arrivata l'ora di scendere e parlargli.

Stavo raccogliendo i miei vestiti bagnati da terra, quando sotto il letto mi saltò all'occhio un foglio di carta appallottolato. Sapevo benissimo che non erano affari miei, ma ero troppo curiosa per lasciarlo là, senza avergli dato prima una sbirciata.

Lo presi, lo aprii e rimasi a bocca aperta. Quello che lessi era molto probabilmente una canzone. C'erano molte cancellature, ma quello che riuscii a capire era che Liam amava una ragazza e stava male nel vederla con un altro.

Mi diedi della stupida per essermi illusa e per essere stata là in quel momento. Una lacrima scese giù, non ci feci quasi caso.

Piegai il foglio, lo misi nella tasca della felpa, uscii dalla stanza e scesi giù per le scale. Liam era in cucina, forse mi stava preparando qualcosa.

Corsi alla porta d'ingresso, non volevo che mi vedesse, ma non fu così.

< Liz, che fai impalata là? Vieni a bere del the caldo, ti sentirai meglio > disse Liam sorridendo.

Quel maledetto sorriso, era talmente dolce.

< No Liam, torno a casa > feci secca.

< Ma che dici? Fuori sta diluviando non puoi > disse ridacchiando.

< Liam, voglio andare a casa. Lo sapevo che sarebbe stato uno sbaglio venire > a quelle parole era quasi difficile trattenere le lacrime.

  
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